martedì 1 marzo 2016

Confutazione dell’articolo “La Bibbia censurata” di Jacopo Fo


Premessa: questo articolo non è una critica alla persona di Jacopo Fo, ne al defunto Dario Fo, ma è semplicemente una confutazione delle tesi esposte da Jacopo Fo nel suo articolo “La Bibbia censurata” (1). Inoltre spero che questo articolo serva a Jacopo Fo a riconsiderare le sue tesi. 

Confutazione: Jacopo Fo, sembra ricollegarsi ad alcuni commenti o critiche che fece suo padre sul racconto della Genesi. Ma mentre suo padre mise in essere una satira popolare e gogliardica, Jacopo Fo fa un attacco diretto alla veridicità della Genesi, che come sappiamo è stata confermata da Gesù Cristo in numerose sue frasi. Innanzitutto Jacopo Fo scrive: 

“E' sufficiente prendere il testo ufficiale approvato dalla Chiesa Cattolica e leggerlo dimenticando quel che ci hanno insegnato a Catechismo, per capire che c'e' qualche cosa che non torna.”

Già da questa frase si comprende che il Sig. Jacopo Fo ha un risentimento con la Chiesa Cattolica, come fosse la Chiesa Cattolica ad aver scritto la Genesi. Ma entriamo nel merito della confutazione. Jacopo Fo scrive: 

“Infatti, nel racconto del sesto giorno della creazione si legge: "E Dio creo' Adamo, maschio e femmina lo creo'". Poi il settimo giorno Dio crea Adamo con l'argilla, e successivamente, utilizzando la famosa costola, Eva. Cioe', Dio crea Adamo due volte.”

Vediamo i seguenti passaggi del primo capitolo della Genesi, che si riferiscono al sesto giorno (1, 24-31):

Poi Dio disse: «Produca la terra esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e fiere della terra, secondo la loro specie». E così fu. E Dio fece le fiere della terra secondo la loro specie, il bestiame secondo la propria specie, e tutti i rettili della terra secondo la loro specie. E Dio vide che questo era buono. Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Così Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fruttiferi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e sopra ogni essere vivente che si muove sulla terra». E Dio disse: «Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di nutrimento. E a ogni animale della terra, a ogni uccello dei cieli e a tutto ciò che si muove sulla terra ed ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. Allora Dio vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera, poi fu mattina: il sesto giorno.

E’ evidente quindi che il sesto giorno fu dedicato non solo alla creazione degli animali terrestri, ma anche alla creazione dell’uomo. Ma Jacopo Fo da ad intendere che ci sia una contraddizione nel racconto della Genesi, scrivendo: 

“Poi il settimo giorno Dio crea Adamo con l'argilla, e successivamente, utilizzando la famosa costola, Eva.”

Jacopo Fo si riferisce al verso (2, 4-7), della Genesi, pensando che vi sia una sorta di ripetizione o di contraddizione rispetto al primo capitolo. Quindi asserisce che Dio “avrebbe creato l’uomo il settimo giorno”. 
In realtà non vi sono “due racconti della creazione”, ma solo uno. Infatti nel primo capitolo si specifica la creazione di Dio attuata nei sei giorni, e nei primi versi del secondo capitolo si specifica che Dio bendisse il settimo giorno e lo consacrò: è il giorno del riposo. Vediamo: Genesi (2, 3):

Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando.

Quindi non vi è stata alcuna creazione nel settimo giorno. Jacopo Fo pertanto si è confuso quando ha scritto che Dio ha creato Adamo con l’argilla il settimo giorno. In realtà il primo e il secondo capitolo non sono in contraddizione. Mentre nel primo capitolo si descrivono i sei giorni della creazione, nel secondo capitolo ci si focalizza sul sesto giorno. 
Ma Jacopo Fo, con inusitata saccenza scrive:

“Ora suppongo che siate d'accordo con me sul fatto che questo comportamento non e' normale neanche per un Dio. Ovviamente non sono il primo a essersi accorto di questa contraddizione”. 

In realtà come ho specificato non vi è alcuna contraddizione. Solo chi è risentito con Dio e con il suo meraviglioso atto di creazione pensa di trovare contraddizioni che non vi sono. 
Ma vi è di più. Alcune persone sostengono che la frase di Genesi (1, 11) sia in contraddizione con la frase di Genesi (2, 5). In realtà anche qui non vi è nessuna contraddizione. Mentre in Genesi (1, 11) si utilizza il termine generico per vegetazione, in Genesi (2:5) viene usato un termine più specifico che si riferisce alla vegetazione coltivata, la quale necessita di un uomo agricoltore. 
Altri sostengono che vi siano contraddizioni tra i versi della Genesi (1, 24-25) e i versi (2, 19-20). Ad un lettore poco attento potrebbe sembrare che Dio abbia creato gli animali dopo aver creato l’uomo. Ma anche qui non vi è alcuna contraddizione: nei versi (2, 19-20) ci si riferisce solo al fatto che il Signore, avendo creato gli animali, li condusse all’uomo per far si che l’uomo desse loro un nome. Il sesto giorno Dio ha creato gli animali e poi ha creato l’uomo, quindi nei giorni sucessivi (dall’ottavo in avanti) ha portato gli animali all’uomo in modo che l’uomo gli desse un nome.
Jacopo Fo continua e scrive: 

“O chi ha scritto la Genesi aveva gravi problemi mentali oppure ci deve essere un grosso malinteso. O una grande censura...Per sciogliere questo mistero dobbiamo andare a leggere la Bibbia ebraica”. 

Jacopo Fo scrive che l’autore della Bibbia aveva problema mentali o che invece ci sarebbe stato un atto di censura. Quindi Jacopo Fo, seguendo una teoria in voga in questo periodo, lascia intendere che ci sia stata una sorta di complotto, che abbia nascosto od occultato la verità. 
Vediamo cosa scrive Jacopo Fo: 

“Infatti, i cristiani, che sono i soliti superficiali, hanno tradotto con la parola "Dio" due differenti termini ebraici: Eloim e Yahvveh. Eloim e' un plurale e significa "gli Dei", Yahvveh e' un singolare e significa "Colui che e'". Nella Genesi, fino al sesto giorno, agiscono solo gli Eloim, sono loro a creare l'universo, il mondo, il mare, il cielo, gli animali e le piante. E anche la prima versione di Adamo maschio e femmina. Alla fine del sesto giorno c'e' una frase dal senso un po' misterioso: gli Eloim si ritirano nella loro energia. Il settimo giorno entra in scena per la prima volta Yahvveh, che "anima" tutto l'universo e crea Adamo e Eva. Che cosa significa? Anche su questa questione si sono profusi ettolitri di inchiostro: si sostiene che Eloim e Yahvveh sono lo stesso Dio con due nomi diversi per motivi mistici”.

Sembra di leggere Mauro Biglino, l’autore di teorie assurde al di fuori della storia e della logica, che sostiene che la “Bibbia non parli di Dio”. Chi volesse può leggere la mia confutazione per quanto riguarda le sue tesi sul Nuovo Testamento. (2) 
Innanzitutto è vero che “Elohim” è un plurale, ma è anche vero che il verbo che lo segue, (creò, בָּרָ֣א, barà), è al singolare. Quindi il termine Elohim, quando si riferisce a Dio, è assimilabile ad un “plurale maiestatis” che è infatti seguito da un verbo al singolare. Il suo significato può anche essere assimilato a legislatore, giudice. Nella Bibbia il termine Dio viene denominato in differenti modi: Elohim, YHWH, El, Shaddai, Elyon, Adonai, ecc. (Kyrios in greco, ossia: Signore). Secondo alcuni studiosi (3)(4) il tetragrama biblico, o YHWH, (uno dei nomi di Dio, il più ricorrente nella Bibbia, citato 6823 volte, la cui pronuncia è Yahweh), deriverebbe dalla radice triconsonantica dell'ebraico biblico היה, che significa “essere”. 
Quindi non abbiamo due creazioni, nel primo capitolo e nel secondo capitolo, e non abbiamo neppure due differenti creatori. Ma un solo Dio che crea la materia, gli animali e l’uomo in sei giorni, e il settimo si “riposa”. 
Ma vediamo come Jacopo Fo sviluppa la sua trattazione: 

“Insomma, la situazione appare un po' confusa ma possiamo chiarirla tracciando un parallelo tra la Genesi e le altre storie della creazione scritte dal resto dei popoli del mondo. In effetti, nelle maggiori religioni del pianeta ci sono racconti simili. Ma da sempre i commentatori della Bibbia, considerano la loro religione (ebraica, cristiana o musulmana) talmente superiore ai culti pagani da rifiutare qualunque similitudine e questo li ha resi incapaci di capire quel che stavano leggendo”.

Qui Jacopo Fo, equiparando la Bibbia ad altri racconti antichi (come l’Enuma Elis, per esempio), vuole far intendere che la Bibbia sia un “racconto come tanti altri”. 
Con ciò Jacopo Fo dimostra di non aver compreso cosa è la Bibbia. 
Infatti la Bibbia è incentrata sulla figura di Gesù Cristo. E’ Gesù Cristo stesso che con la sua missione sulla terra ha provato che gli scritti del Tanakh erano veritieri. E’ Gesù Cristo stesso che, avendo tolto il peccato del mondo, ha dimostrato la veridicità della Genesi e della caduta dell’uomo, ossia il peccato originale. Ed è la sua Risurrezione che prova che quello che aveva detto sul peccato era vero. 
Marduk, il “dio” babilonese descritto nell’Enuma Elis, non è venuto sulla terra. Non si è incarnato nel ventre di una donna santa. Gesù Cristo invece ha detto IO SONO (esattamente come in Esodo 3, 14). Gesù Cristo ha detto “Io sono il Primo e l’Ultimo”, (esattamente come in Isaia 44, 6). Gesù Cristo è il Salvatore (esattamente come Isaia 43, 3). E poi l’Antico Testamento (il Tanakh), non riprende le stesse cose dei poemi mesopotamici, nell’Antico Testamento vi sono circa trecento profezie sulla missione di Gesù Cristo sulla terra, quindi nessuna attinenza (se non per alcuni fatti accaduti, come il diluvio), tra l’Antico Testamento (Tanakh), e altri racconti simili come l’Enuma Elis.

Ma Jacopo Fo continua con la sua argomentazione: 

“L'esistenza di due entita' divine (Eloim e Yahvveh) e' infatti una costante nella maggioranza delle religioni che si sono sviluppate nelle societa' schiaviste ed e' invece assente nei miti delle societa' primitive. Le storie della creazione nelle culture schiaviste narrano la storia di un Dio primitivo che viene spodestato (ad esempio, presso i greci Zeus spodesta Urano).”

E’ come se Jacopo Fo volesse difendere le società primitive e combattere le società schiaviste. Interessante, ma chi sono le società primitive? E chi sono le società schiaviste? Sicuramente la società egizia era una società schiavista. E gli schiavi guardacaso erano gli ebrei. Vi sono altri esempi di società schiaviste e primitive: per esempio gli aztechi, i maya, gli incas. Quindi non è vero che vi è una distinzione tra società schiaviste e società primitive. Ma vi è di più: nelle società primitive di solito vi è sono molteplicità di dei. Per esempio nella mitologia azteca (5). Inoltre nella Genesi non è vero che Elohim viene spodestato. Se egli fosse stato spodestato, a partire dal secondo capitolo della Bibbia non si nominerebbe più. Invece guarda caso si utiliza il termine Elohim nell’Esodo (20, 1), proprio dove Dio consegna le tavole della legge (vedere nota 6, quindi Dio giudice e legislatore). Ecco che la teoria di Jacopo Fo decade. 

Ma Jacopo Fo continua nella sua personale argomentazione, vediamo: 

“All'inizio la societa' matriarcale, che adora la Dea Madre, e' la forma dominante di organizzazione sociale. Una societa' capace di grandi risultati tecnologici e colossali opere idriche come la bonifica delle paludi del Nilo. Poi queste societa' pacifiche e amanti della sessualita' vengono sottomesse dagli allevatori guerrieri patriarcali. Gente rozza ma abilissima nell'uso dell'arco e del cavallo. Questa traumatica conquista viene rappresentata nella storia degli Dei. La Dea Madre viene soppiantata dal Dio guerriero. Ma a questo Dio non interessa prendere per se' l'onore della creazione.” 

Ecco il punto della trattazione di Jacopo Fo. Lui vuole contrapporre “le società pacifiche e amanti della sessualità”, alle società formate da “allevatori guerrieri patriarcali”. Sembrerebbe che Jacopo Fo voglia mettere in contrapposizione chi adorava la “dea madre” con invece chi adorava “Dio”.
In pratica per Fo gli adoratori della “dea madre” erano  pacifici, mentre gli adoratori di Dio (gli ebrei) erano bellicosi. 
La “dea madre” è sicuramente un culto molto antico che si riallaccia alla maternità e all’atto del generare. Ma non risulta che chi venerasse la “dea madre” fosse particularmente pacifico. La “dea madre” ha assunto personificazioni distinte (per esempio Istar, nei babilonesi, Astarte nei fenici e cananei, Iside negli egizi, “la dea della maternità”), ma non sembra che i popoli che la adoravano si distinsero per un particolare pacifismo. Infatti gli egizi avevano schiavi con i quali costruirono le piramidi. 
Continuiamo con la trattazione di Jacopo Fo: 

“I guerrieri schiavisti considerano il lavoro qualche cosa di umiliante. Anche il lavoro di creare l'Universo. Quindi non viene cancellata la storia della creazione ma a questa si aggiunge il racconto di come gli Dei creatori siano stati soppiantati dagli Dei guerrieri. Quando poi altre ondate migratorie di allevatori guerrieri vincono i primi conquistatori si registra anche nell'Olimpo la venuta di una terza generazione di divinita'. Cosi', ad esempio, presso i greci la Dea Madre creatrice viene in un primo momento spodestata da Urano che a sua volta soccombe davanti a Zeus. Si verifica nella narrazione un'evoluzione simile a quella che caratterizza i templi religiosi. I conquistatori edificano nuovi templi ai loro Dei utilizzando come base di partenza i templi degli sconfitti. Questa stratificazione e' evidente nelle narrazioni mesopotamiche dalle quali la Bibbia trae origine. Ma nella stesura ebraica le tracce di questo succedersi di divinita' vengono occultate. Ma non completamente: resta quell'Eloim nel testo ebraico, poi cancellato nella versione cristiana. E resta quel controsenso della doppia creazione degli esseri umani.”

Già la prima frase ha una forte contraddizione al suo interno. Erano gli egizi (società schiavista e adoratori di Iside, impersonificazione della “dea madre”), a non voler lavorare, e pertanto utilizzavano gli schiavi, ossia gli ebrei. Poi Fo descrive la mitologia greca. Ma ciò non ha alcuna attinenza con la Bibbia. Inoltre Fo da ad intendere che nella stesura biblica le tracce del succedersi di varie divinità vengano occultate. Ancora una volta Fo lascia intendere che ci sia stata “una sorta di complotto”. Ma così non è perchè il Tanakh, coincide con i rotoli del Mar Morto e quindi si dimostra che esso è uguale nel tempo, immutabile. 

Vediamo anche questa frase di Jacopo Fo: 

“A questo punto possiamo rileggere tutta la storia in modo molto diverso e scoprire il racconto del colpo di stato del Dio patriarcale (Yahvveh) contro gli Dei creatori (Eloim)”. 

E’ una frase assurda, in quanto come ho già fatto notare la parola Elohim è presente in Esodo (20, 1). Ciò è pertanto una dimostrazione che non vi è stato alcun “colpo di stato”, ma semplicemente un modo differente di indicare Dio.  

Procediamo con gli argomenti di Jacopo Fo. Egli scrive: 

“Ma se si va a vedere nella Bibbia ufficiale non si parla della ribellione di Lucifero e della sua cacciata ne' del suo divenire il Diavolo”.

Anche questa è una frase assurda, che dimostra che Fo non ha approfondito lo studio biblico. Vediamo i due passaggi bíblici della caduta di Satana (Lucifero), 

Isaia (14, 12):

Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni? 


Ezechiele (28, 12-18):

Figlio d'uomo, innalza una lamentazione sul re di Tiro e digli: Così dice il Signore, l'Eterno: Tu eri il sigillo della perfezione, pieno di sapienza e perfetto in bellezza. Eri nell'Eden il giardino di DIO; eri coperto d'ogni pietra preziosa: rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici, diaspri, zaffiri, carbonchi, smeraldi e oro; la lavorazione dei tuoi tamburelli e dei tuoi flauti fu preparata per te nel giorno in cui fosti creato. Tu eri un cherubino unto, un protettore. Io ti avevo posto sul monte santo di DIO e camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Tu eri perfetto nelle tue vie dal giorno in cui fosti creato, finché non si trovò in te la perversità. Per l'abbondanza del tuo commercio, ti sei riempito di violenza e hai peccato; perciò ti ho scacciato come un profano dal monte di DIO e ti ho distrutto, o cherubino protettore di mezzo alle pietre di fuoco. Il tuo cuore si era innalzato per la tua bellezza; hai corrotto la tua sapienza a motivo del tuo splendore. Ti getto a terra, ti metto davanti ai re, perché ti vedano. Con la moltitudine delle tue iniquità, con la malvagità del tuo commercio hai profanato i tuoi santuari. Perciò ho fatto uscire di mezzo a te un fuoco che ti ha divorato, e ti ho ridotto in cenere sulla terra sotto gli occhi di quanti ti guardavano.

Ecco pertanto che anche questa frase di Jacopo Fo viene smentita. Nella Bibbia si parla eccome di Satana, e della sua caduta, che ovviamente avvenne prima della caduta dell’uomo.(7) 

Andiamo avanti analizando quest’altra tesi di Jacopo Fo: 

“E non si narra neanche di Lilith, la prima donna che Adamo rifiuta perche' creata "col sangue e con lo sputo". Queste storie invece sono ampiamente presenti nei commentari ebraici della Bibbia ufficiale. Ecco che, incrociando questa tradizione orale con il testo ufficiale, tutto appare piu' chiaro: gli Eloim creano gli esseri umani e l'universo. Poi arriva Yahvveh che li spodesta. Questo Yahvveh crea un uomo a sua immagine e somiglianza, un guerriero, e gli da' il potere su tutte le creature compresi i primi umani creati dagli Eloim. Ma Adamo rifiuta di accoppiarsi con le donne create dagli Eloim perche' esse sono inferiori”. 

Jacopo Fo descrive Lilith, dando ad intendere che secondo lui una “tradizione” (non indica però le fonti storiche), descrive che Adamo l’avrebbe rifiutata. Ma Lilith è un demone femminile presente in alcuni culti mesopotamici. E’ vero che vi è un riferimento a lei nella Bibbia, (Isaia 34, 14-15), ma è comunque indicata come entità negativa. Inoltre nella Bibbia non vi è alcun punto dove Adamo rifiuta Lilith. Inoltre come abbiamo specificato prima, se Elohim non fosse Dio, ma un’entità creatrice opposta a YHWH non si nominerebbe Elohim in Genesi (20, 1).

Jacopo fo continua con l’esposizione della sua teoria, ma questa volta fa un errore ancor più grossolano: 
Leggaimo ancora una volta le sue parole: 

“Nella Genesi esiste un altro punto nel quale e' chiara la sovrapposizione tra due diversi racconti e il ruolo originario degli Eloim: la storia della mela e del serpente. Te la ricordi? Dio si imbestialisce perche' Adamo e Eva mangiano la mela. Li maledice, li scaccia dal paradiso e li condanna a vivere con dolore e fatica e a conoscere la morte perche' hanno peccato”.

Innanzitutto il fatto che Adamo ed Eva anbbiano mangiato “una mela” è inesistente nel racconto della Genesi. Solo una persona che ha poca dimestichezza con il messaggio bíblico cade in errori così grossolani. 

Ma leggiamo ancora le sue parole: 

“Questa e' la storia come ce la raccontano a Catechismo. Ma se andiamo a leggere il testo della Genesi scopriamo che, dopo essere scomparsi il sesto giorno della creazione, gli Eloim ritornano in scena proprio in questo punto, prima di scomparire definitivamente. Quando Dio scopre che Adamo e Eva hanno mangiato la mela non e' Yahvveh ma sono gli Eloim. E gli Eloim non sembrano molto arrabbiati, si limitano a dire:"Ora sono come noi perche' hanno mangiato il frutto della conoscenza". Sembrano quasi contenti”.

Innanzitutto abbiamo dimostrato che il termine “Elohim” non scompare definitamente, ma viene utilizzato in Esodo (20, 1). Inoltre, nel verso della Genesi (3, 22), al quale fa riferimento Jacopo Fo, Dio è indicato con entrambre le parole אֱלֹהִ֗ים e יְהוָ֣ה (Elohim YHWH), (8). Quindi è YHWH, (al quale viene aggiunto il termine di giudice, legislatore), che dice la frase: 

Genesi (3, 22): 

poi il Signore Dio disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre!».

Perchè Dio vuole allontanare l’albero della vita dalla prima copia di umani, ora peccatori? 
L'uomo ora conosce il bene e il male, ma mentre Dio, essendo infinitamente sacro non può cadere nel peccato, l'uomo invece ne viene affascinato, per cui il bene ora è inquinato nel suo cuore.
Adamo ed Eva pensano di poter vincere Dio, pensano che riusciranno ad avere ugualmente l'immortalità. Ne risulterebbe il trionfo della disobbedienza, il trionfo del peccato. Ma Dio vuole che l’uomo si salvi. Cedere ad una falsa pietà verso l'uomo sarebbe renderlo un mostro di arroganza e di superbia, significherebbe consegnarlo al serpente. La cacciata dal giardino è castigo, ma è anche evento salvifico.
In nessun modo l'uomo potrà ottenere l'albero della vita al di fuori del disegno salvifico di Dio, e il metaforico albero che dà l'immortalità corporea ora è in cielo (Apocalisse 2, 7).
Ogni tentativo, malsano e assolutamente illusorio, di rientrare nell'antico paradiso troverà di fronte a sé i cherubini e la fiamma della spada guizzante, cioè l'invariabile sconfitta.
Ma torniamo alle elucubrazioni di Jacopo Fo. Egli continua e scrive: 

“Poi il testo cambia ritmo, sembra proprio di leggere frasi aggiunte a posteriori. Riappare Yahvveh che invece e' molto arrabbiato: ma attenzione egli non maledice gli umani. Maledice il serpente (che non e' il demonio ma il piu' astuto degli animali) e maledice la terra, cosi' l'uomo fatichera' a coltivarla. Poi allontana gli esseri umani dal Paradiso per impedire loro di mangiare anche il frutto dell'albero della vita, se lo facessero gli umani diventerebbero come gli Dei.”

Qui Jacopo Fo sembra riferisi al passaggio della Genesi (3, 8) e seguenti: 

Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.

Ma anche qui, nel testo originale, vediamo che le parole utilizzate per indicare Dio sono “Elohim YHWH”. Quindi non è YHWH che riappare, in antitesi a Elohim, ma è Elohim YHWH che si rivolge al serpente. 

Jacopo Fo sostiene che il serpente non sia il demonio, ma solo il più astuto degli animali. Si nota che egli non ha approfondito i passaggi di Isaia (14, 12) e Ezechiele (28, 12-18), dove si descrive la caduta di Satana, che è ovviamente antecedente alla caduta dell’uomo. E evidente che Satana, essendo un angelo caduto, può apparire in forma física, come si evince dalla seconda lettera ai Corinzi (11, 14-15):

Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere.

Ma Jacopo Fo continua nel tentare di mistificare il messaggio della Genesi, vediamo quest’altra sua frase: 

“E tra l'altro il serpente non mente quando dice a Eva che non morira' se mangera' il frutto proibito. Infatti, anche nel Paradiso gli umani sono destinati a morire a prescindere dalla loro ubbidienza”. 

Innanzitutto nel Paradiso, sempre secondo la Genesi, gli umani sono stati creati immortali. Secondo il primo libro della Bibbia, l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. (Genesi 1, parte del verso 26): 

“Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”.

Ciò  significa che l’uomo è stato fatto immortale e senza peccato, ad immagine e a somiglianza di Dio. 
Ma ora soffermiamoci sulla menzogna del serpente, menzogna che viene negata da Jacopo Fo. Satana, sottoforma di un serpente, ha tentato l’uomo, dicendogli la menzogna seguente, Genesi (3, 4-5): 

Allora il serpente disse alla donna: «Voi non morrete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male».

In seguito l’uomo, disubbidendo a Dio, commette il peccato. E’ il primo atto di saccenza, di non-umiltà, compiuto dall’uomo. Il primo atto con il quale l’uomo mostra di voler essere uguale a Dio. In seguito a questo atto, il peccato si è introdotto nella mente umana, e ha causato il proliferare del male. Il serpente ha mentito certamente: ha detto che dopo l’atto contrario al volere di Dio, essi non sarebbero morti, ma nella realtà hanno poi conosciuto la morte, non solo la lontananza spirituale da Dio, che porta alla morte spirituale, ma anche la morte fisica. Il peccato porta alla morte. E’ uno dei concetti chiave della Bibbia, e per questo Paolo di Tarso ha scritto: Lettera ai Romani (6, 23): 

Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.

Ma continuiamo con la confutazione delle parole di Jacopo Fo. Lui scrive: 

“Al testo piu' antico che presenta come fatto positivo la conquista della coscienza umana di se', si sovrappone la visione negativa della coscienza propria della cultura patriarcale. L'interpretazione del testo viene quindi forzata dalla lettura del Catechismo cattolico che trasforma il serpente in demonio, inventa la maledizione di Adamo e Eva e finge di non accorgersi che la morte non e' frutto del peccato”. 

Innanzitutto nella Genesi Dio non “maledice” Adamo ed Eva. Al contrario Dio vestì l’uomo con delle pelli (Genesi 3, 21), e li tolse dal Giardino per evitare che ottenendo l’immortalità fossero consegnati a Satana, e quindi li tolse dal Giardino soprattutto per salvarli, non solo per punirli. Anche qui la lettura di Jacopo Fo è forzata da un suo forte anticlericalismo. Egli disconosce però che concetto del peccato originale è un concetto prima di tutto ebraico, e non solo cristiano o cattolico (9). 

Ma ora dedichiamoci a commentare uno degli ultimi passaggi dell’articolo di Jacopo Fo: 

“Troviamo vari racconti nei quali l'acquisizione della coscienza non ha nessuna implicazione negativa anche se costringe gli umani a "uscire dal Paradiso" della non coscienza animale. In queste tradizioni troviamo a volte perfino un chiaro racconto della scoperta della coscienza per via sessuale. Ad esempio, nella tradizione sumerica c'e' intatta la narrazione scaturita dalla cultura matriarcale nella quale la conoscenza si ottiene per via sessuale e non sottintende nessun tipo di disubbidienza. Il primo uomo infatti e' un brutalone che si accoppia con gli animali fino a quando un Dio non gli invia una Dea che si accoppia con lui per giorni. Terminata l'iniziazione al sesso con l'amante divina essa gli dice le stesse parole che troviamo nella Genesi: ora sei come gli Dei perche' conosci il bene e il male. Dopodiche' Adamo diventa incapace di accoppiarsi con gli animali. In effetti lui ci prova ma essi lo rifuggono perche' e' diventato diverso da loro. Ed e' da notare (lo ripeto) che la civilta' sumera e' la piu' antica delle culture mesopotamiche che sono la fonte di tutti i miti biblici. Le storie di Adamo e Eva, Caino e Abele e Noe' sono tutte precedenti alla formazione della cultura ebraica”.

Da queste frasi si evince che Jacopo Fo non ha compreso che cosa è il peccato descritto in Genesi. Egli associa il peccato all’atto sessuale, ma nella Genesi non si parla di atto sessuale. Nella Genesi si parla di un frutto che avrebbe dato la “conoscenza del bene e del male”. Il peccato originale è pertanto un atto di saccenza massima, con il quale l’uomo, volendo conoscere tutto, pensa di poter scalzare Dio, sostituirlo. Invece di accettare umilmente il dono che Dio gli ha fatto, ossia la vita, l’immortalità, la salute, una compagna e il Giardino, l’uomo, tentato da Satana, vuole scalzare Dio. L’uomo mette al centro se stesso e non Dio. Questo è il peccato originale, non l’atto sessuale.
L’atto sessuale non era proibito da Dio in quanto Dio stesso ha detto, (Genesi 1, 28): 

Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».

Se Dio ha detto “siate fecondi e moltiplicatevi”, non aveva certo proibito l’asso sessuale. 
Inoltre il racconto che Jacopo Fo fornisce di altre tradizioni antiche (peraltro senza indicare esattamente a che testo lui faccia riferimento), non ha assolutamente nulla a che vedere con la Genesi. In effetti la mitologia sumera non ha nulla a che vedere con la Bibbia. Eminenti biblisti come Conrad Hyers sostengono che la Genesi fu scritta proprio per contrastare la visione mesopotamica di una molteplicità di dei. Marduk infatti non era il Creatore del mondo, ma era associato all’acqua, alle piante e alla magia. In ogni caso ripeto, chi sostiene, come Jacopo Fo, che la Bibbia debba essere considerata un racconto allegorico, equiparabile quindi all’Enuma Elis, non ha compreso cosa è la Bibbia. Infatti la Bibbia è incentrata sulla figura di Gesù Cristo. E’ Gesù Cristo stesso che con la sua missione sulla terra ha provato che gli scritti del Tanakh erano veritieri. Gesù Cristo ha infatti dichiarato in numerose occasioni che l’Antico Testamento è Parola di Dio. Vediamo alcuni esempi: 

Vangelo di Giovanni (10, 35)

Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata 

Vangelo di Matteo (15, 4-6)

Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione.

Vangelo di Matteo (5, 18)

In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

Ne potrei citare molti altri, ma mi fermo qui. 

Analizziamo ora l’ultima frase di Jacopo Fo: 

“E parlando di Caino e Abele possiamo osservare come nel loro conflitto si rispecchi ancora una volta, la memoria del trauma della sconfitta delle popolazioni agricole da parte degli allevatori guerrieri. Come spesso accade sono i vincitori a scrivere la storia, sempre preoccupati di nascondere i propri crimini. Caino e' il contadino, Dio (Yahvveh) lo odia (chissa' perche') e non apprezza i suoi doni. Dio ama invece Abele, l'allevatore. Ma mentre nella realta' sono gli allevatori a massacrare i contadini e ridurli in schiavitu' nella Genesi e' Caino a uccidere Abele.A distanza di migliaia di anni possiamo finalmente dirlo: Abele era uno stronzo. E Caino e' innocente.”

Jacopo Fo sostiene che “Dio odia Caino”, ma non specifica esattamente da dove trae questa conclusione. Leggiamo i passaggi corrispondenti della Genesi (4, 3-7): 

Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai».

Da queste frasi si nota che le offerte di Caino per il Signore erano povere. Cosa significa? Egli aveva posto se stesso al centro della sua vita e non Dio. Ancora, Caino è già nel peccato, ossia nel peccato di egoismo. Viene ripreso dal Signore che gli indica amorevaolmente la via corretta, ma Caino ancora più risentito uccide il fratello, quindi è un omicida. Non è innocente. 
Per concludere vorrei fare una considerazione personale rivolta a Jacopo Fo ma anche a quelli che, come lui, pensano di considerare che la Bibbia sia un racconto mitologico.  
Innanzitutto, come ho già specificato più volte, il centro della Bibbia è Gesù Cristo, con la sua missione salvifica sulla terra. Le tesi delle persone come Jacopo Fo hanno in ultima analisi l’obiettivo di negare il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce. Infatti se il peccato non esiste per quale motivo sarebbe venuto Gesù Cristo sulla terra? 
Ma Gesù Cristo è stato un personaggio storico e la sua predicazione, incentrata sull’amore e sulla salvezza ha indicato chiaramente nel peccato la causa del male (10).

Yuri Leveratto
Copyright 2016

Note: 
1-http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=2145
2-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html
3-http://www.jewishencyclopedia.com/articles/11305-names-of-god
4-https://en.wikipedia.org/wiki/Names_of_God_in_Judaism
5- https://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_azteca
6- http://biblehub.com/interlinear/exodus/20-1.htm
7- https://gotquestions.org/Italiano/caduta-Satana.html
8- http://biblehub.com/interlinear/genesis/3-22.htm
9- Innanzitutto si può far notare che vi sono correnti nell'ebraismo che invece credono nel concetto del peccato originale e altre che non vi credono, come fa risaltare per esempio l’autore Shaul Magid (2008), nel suo libro “From Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of Scripture in Lurianic Kabbala”. (Indiana University Press. p. 238. Retrieved 9 February 2014). (https://books.google.com.co/books?id=YUbGlHdhBaUC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=Lev.+17:11+original+sin&source=bl&ots=bY5eRjixUI&sig=JlHJxlm5rvnNAfZmRCmHC0uC8Ps&hl=en&sa=X&ei=Sr33UsmfM4qTyQHw6IH4AQ&redir_esc=y#v=onepage&q=Lev.%2017%3A11%20original%20sin&f=false)  
(traduzione mia dall’inglese): 

“Ci sono varie fonti antiche rabbiniche che indicano la nozione di un peccato “ereditato” (si intende ereditato da persona a persona), per esempio Pirkei de Rebbe Eliezer 13 e 21, Genesi Raba 12, 5; Levitico Raba 21: 4, Deuteronomio Raba 11, 9. Cohen suggerisce tre categorie basilari di come gli antichi rabbini si sono occupati dell’argomento: 1-Corruzione della stirpe da un punto di vista ereditario 2- Il peccato di Adamo punito attarverso la sua progenie 3- Tutti i peccati sono il risultato delle azioni di Adamo. Cohen suggerisce che molti rabbini ortodossi abbiano optato per il punto 3, mentre Paolo di Tarso optò per il punto 1”. 

Infatti il punto fondamentale è che furono gli Apostoli e gli Evangelisti, che erano ebrei, e che conoscevano molto bene il Tanakh, che diffusero il concetto che Gesù Cristo venne per togliere il peccato. Quindi l’importante è vedere quello che loro credevano, e quello per cui erano disposti a morire.

10- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/05/gesu-cristo-ha-sconfitto-il-peccato-e.html

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