A pag. 135 del suo libro "Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio", il Biglino scrive:
“Per il Nuovo Testamento in particolare gli autori cosidetti “canonici” (anche supponendo che siano veramente quelli che conosciamo, cosa che non è più accetata da nessuno studioso), non hanno mai conosciuto il personaggio di cui parlano”.
In questa frase Biglino ha fatto alcune considerazioni, che possono essere facilmente smentite. Biglino scrive che “nessuno studioso accetta che gli autori cosidetti “canonici” siano veramente quelli che conosciamo”. Bisognerebbe che Biglino portasse le prove documentali che gli autori dei Vangeli non corrispondono effettivamente a Matteo, Marco, Luca e Giovanni. In realtà, il dibattito sulla paternità dei Vangeli dura da circa 1700 anni, fin dai tempi di Eusebio di Cesarea (IV secolo). Sebbene vi siano stati vari studiosi che abbiano proposto che gli autori dei Vangeli non siano stati i quattro tradizionali autori, nessuno ha mai portato una prova definitiva che dimostra questa tesi. Al contrario, vi sono varie prove indirette che dimostrano che gli autori dei quattro Vangeli sono stati proprio i quattro evangelisti citati dalla tradizione, ossia Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Per esempio per Giovanni Apostolo, abbiamo la citazione di Ireneo, che testimonia che lui è l’autore del quarto Vangelo (8). A conferma di questa tesi abbiamo poi il frammento muratoriano, dove si descrive Giovanni come l’autore del quarto Vangelo, coaudiuvato dall’Apostolo Andrea (9). Anche per gli altri Vangeli e per gli altri scritti del Nuovo Testamento vi sono fonti documentali che provano l’attribuzione dell’opera proprio agli otto tradizionali autori (Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Paolo di Tarso, Giacomo, Pietro, Giuda)(10). Pertanto vediamo que questa considerazione di Biglino non è basata su fatti storici, ma è solo una sua elucubrazione. Anche la seconda considerazione di Biglino:
“gli autori cosidetti “canonici” non hanno mai conosciuto il personaggio di cui parlano”,
non ha basi storiche ma è piuttosto una sua considerazione personale.
Yuri Leveratto
Per approfondire: Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento: http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html
Note:
8- «Giovanni, il discepolo del Signore, colui che riposò sul suo petto (Gv 13,3), ha pubblicato anche lui un Vangelo mentre dimorava ad Efeso in Asia» (Adversus Haereses III, 1, 1)
9-testo in latino del frammento muratoriano dove si conferma l’attribuzione a Giovanni del quarto Vangelo: “[...] quarti euangeliorum Iohannis ex discipulis. cohortantibus condiscipulis et episcopis suis dixit Conieiunate mihi hodie triduum, et quid cuique fuerit reuelatum alteratrum nobis enarremus. eadem nocte reuelatum Andreae ex apostolis, ut recognoscentibus cunctis, Iohannes suo nomine cuncta describeret [...]
10-Per esempio per il Vangelo di Marco abbiamo fonti documentali di Eusebio di Cesarea, che riporta questo scritto di Papia di Ierapoli:
« Anche questo il presbitero era solito dire. Marco, che fu interprete di Pietro, scrisse con cura, ma non in ordine, ciò che ricordava dei detti e delle azioni del Signore. Poichè egli non aveva ascoltato il Signore nè era stato uno dei suoi seguaci, ma successivamente, come ho detto, uno di Pietro. Pietro adattava i propri insegnamenti all'occasione, senza preparare un arrangiamento sistematico dei detti del Signore, cosicchè Marco fu giustificato a scrivere alcune delle cose come le ricordava. Poichè egli aveva un solo scopo, non tralasciare nulla di quanto aveva ascoltato e di non scrivere nulla di errato. »
(Papia, citato in Eusebio di Cesarea Storia ecclesiastica, 3.39.15)
Inoltre abbiamo, sempre per il Vangelo di Marco, fonti documentali di Ireneo (Ireneo, Contro le eresie, 3.1, 10.6) e di Tertulliano (Tertulliano, Contro Marcione, 4,5).
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