La tesi principale che lo scrittore di pseudo-storia Mauro Biglino cerca di proporre nelle sue conferenze e nei suoi libri è che la Bibbia non parli di Dio, ma di un insieme di “poderosi esseri immanenti” (che lui non indica più come alieni, ma sottindende che siano esseri extraterrestri o intraterrestri), che avrebbero modificato geneticamente gli ominidi per creare l’uomo e poi avrebbero guidato l’uomo nel suo processo evolutivo.
Come fondamento di questa sua tesi il Biglino sostiene che il termine stesso “Elohim”, essendo plurale, indichi pertanto una moltiplicità di “esseri poderosi”. In questo articolo non entro nel merito della grammatica ebraica. Lo ha fatto in modo egregio lo studioso Daniele Arrichiello nel suo libro “Elohim, la prova del dio alieno”, nel quale smonta le teorie di Biglino dal punto di vista grammaticale. Mi limito a sottolineare che, proprio come Arrichiello insegna, il termine Elohim è sia singolare sia plurale, in quanto dipende dal verbo che segue e dal contesto. Anche in italiano si può dire: “la realtà è evidente”; ma si può anche dire: “le realtà sono multiple” (pag. 325, libro “Elohim la prova del dio alieno”). Quindi anche in italiano vi sono termini che si usano sia al singolare che al plurale. Elohim infatti significa sia Dio (inteso in senso trascendente e onnipotente), sia “dei”, sia “signori”, “giudici”, “legislatori”. Quindi nella Bibbia questo termine si riferisce sia ad “entità spirituali superiori” (Dio unico o dei minori), come ad esseri umani dotati di una sorta di potere.
Come fondamento di questa sua tesi il Biglino sostiene che il termine stesso “Elohim”, essendo plurale, indichi pertanto una moltiplicità di “esseri poderosi”. In questo articolo non entro nel merito della grammatica ebraica. Lo ha fatto in modo egregio lo studioso Daniele Arrichiello nel suo libro “Elohim, la prova del dio alieno”, nel quale smonta le teorie di Biglino dal punto di vista grammaticale. Mi limito a sottolineare che, proprio come Arrichiello insegna, il termine Elohim è sia singolare sia plurale, in quanto dipende dal verbo che segue e dal contesto. Anche in italiano si può dire: “la realtà è evidente”; ma si può anche dire: “le realtà sono multiple” (pag. 325, libro “Elohim la prova del dio alieno”). Quindi anche in italiano vi sono termini che si usano sia al singolare che al plurale. Elohim infatti significa sia Dio (inteso in senso trascendente e onnipotente), sia “dei”, sia “signori”, “giudici”, “legislatori”. Quindi nella Bibbia questo termine si riferisce sia ad “entità spirituali superiori” (Dio unico o dei minori), come ad esseri umani dotati di una sorta di potere.
Siccome nell’Antico Testamento vi sono vari riferimenti a “dei” di altre popolazioni, come Kemosh, Astarte, Baal, ecc. il Biglino dà per scontato che essi fossero “esseri immanenti poderosi”, proprio come dà per scontato che lo fosse Yahweh. Uno dei passaggi biblici che spesso il Biglino mostra per supportare la sua tesi è Giudici (11, 24):
"Non possiedi tu quello che Kemosh, il tuo dio, ti ha dato di possedere? Così anche noi possederemo il paese di quelli che Yahweh ha scacciato davanti a noi."
Da questo versetto biblico il Biglino ne evince che Kemosh, come appunto Yahweh, non erano altro che soggetti poderosi immanenti, e che quindi Yahweh non fosse il Dio unico e onnipotente.
Ma la conclusione alla quale giunge il Biglino si rivela errata. Da un’attenta lettura biblica si evince infatti che gli israeliti credevano che Yahweh fosse l’unico e il solo Dio onnipotente e trascendente, mentre credevano che gli “dei” ai quali credevano i popoli pagani, fossero inesistenti.
D’altronde anche in italiano si puo’ dire: “il tuo dio è il sole , mentre io credo nell’unico e vero Dio”. Anche in questa frase si utilizza lo stesso termine, ossia la parola “Dio”, ma se chi la pronuncia è credente in Dio come concetto trascendente e onnipotente, si riferisce al “dio sole” come falso dio.
Ma veniamo al versetto che smentisce completamente e inderogabilmente la tesi di Biglino: 2 Re 10, 14- 19:
14 Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio e, svolgendo lo scritto davanti a Yahweh, 15 pregò: «Yahweh Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. 16 Porgi, Yahweh, l'orecchio e ascolta; apri, Yahweh, gli occhi e vedi; ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha fatto dire per insultare il Dio vivente. 17 È vero, o Yahweh, che i re d'Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori; 18 hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però, non erano dèi, ma solo opera delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. 19 Ora, Yahweh nostro Dio, liberaci dalla sua mano, perchè sappiano tutti i regni della terra che tu sei Yahweh, il solo Dio».
Se analizziamo questo versetto notiamo che Ezechia credeva che Yahweh fosse il creatore del cielo e della terra, (quindi Dio Onnipotente e Trascendente); inoltre Ezechia credeva che gli “dei” degli altri popoli non erano altro che idoli (opera di mano d’uomo), quindi erano inesistenti. Dall’ultimo versetto inoltre si evince che Ezechia credeva che Yahweh fosse l’unico Dio.
Yuri Leveratto
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