giovedì 31 marzo 2016

Confutazione dell’articolo “Tutto quello che c’è da sapere su Gesù secondo Mauro Biglino”


Nell’articolo “Tutto quello che c’è da sapere su Gesù secondo Mauro Biglino” (1), lo scrittore di pseudostoria Mauro Biglino tenta goffamente di denigrare ancora una volta la persona di Gesù Cristo e sua madre, Maria.
Biglino inizia il suo articolo con questa sua frase:

“Gesù Cristo, secondo l’insegnamento della Chiesa, è il Figlio del Dio Yahweh dell’Antico Testamento, mandato dal Padre sulla Terra per liberare l’umanità dalla macchia del “peccato originale”: ma se YHWH non è Dio e il “peccato originale” non esiste, come si spiega la figura di Cristo? Per quale scopo è stato “mandato” e da chi?”

Quindi il Biglino da per scontato che YHWH non sia Dio. Abbiamo già dimostrato (2), che gli israeliti dell’Antico Testamento credevano in un essere Trascendente, creatore del cielo e della terra, che indicavano con il nome di YHWH (IO SONO, vedere Esodo, 3, 14). L’importante infatti è vedere cosa credevano gli israeliti del tempo e non cosa crede uno scrittore di pseudostoria di oggi.
Biglino inoltre dà per scontato che il concetto di peccato originale (o meglio: ereditato) non esista nella Bibbia. Abbiamo però dimostrato che anche tra gli israeliti dell’Antico Testamento vi erano gruppi che credevano nel concetto del peccato ereditato. (3)(4).

Biglino continua con le sue elucubrazioni e si rifà al suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio”, come se quel suo libro riportasse delle verità assolute e non confutabili. Invece proprio quel suo libro è stato oggetto di una mia confutazione (5), e si è rivelato un coacervo di confuse teorie neo-evemeristiche e complottistiche.
Il Biglino sostiene quindi che Gesù sia stato un inviato dai cosidetti “elohim” (questo termine significa Dio, Legislatore Supremo, ma anche "dei stranieri", giudici, legislatori umani, ma per Biglino è il nome di gruppi di alieni che visitarono la terra nel passato e crearono l’uomo). Biglino inizia quindi ad installare l’idea nel lettore che Gesù sia un ibrido tra un alieno e una donna terrestre, Maria (tesi confutata qui: nota 6).

Ma vediamo come Biglino continua nella sua argomentazione:

“Che lui potesse essere solo uno dei tanti, emerge anche dalla lettura dei testi del II secolo (Celso, Giustino Martire) nei quali appare chiaramente come, in molti gruppi dei primi cristiani, quella figura fosse vista semplicemente come una delle tante comparse nei secoli, sia in termini giudaici che in relazione a personaggi della storia greca che Giustino Martire cita espressamente nella sua apologia del cristianesimo.”

Per Biglino Gesù è “uno dei tanti”. A chi allude il Biglino? Forse a qualche personaggio mitologico, non storico, al quale si rendeva culto nell’antichità? Ma quei personaggi ai quali il Biglino allude (Dioniso, Ermete, Eracle, Asclepio, Horus), non sono vissuti realmente, non hanno camminato realmente su questa terra (vedi nota 7). Mentre Gesù è stato un personaggio storico. I suoi seguaci sono stati pronti a morire per Lui, ossia per non rinnegare la sua Divinità davanti ai romani. I suoi seguaci non guadagnavano nulla a divulgare il Vangelo, ed erano avversati apertamente dai sacerdoti del tempio e dalle autorità romane.

A questo punto Biglino inizia a sostenere che la figura del Gesù dei Vangeli sia stata inventata da Paolo di Tarso. Vediamo il suo passaggio corrispondente:

“La figura di Gesù, così come la Chiesa ce lo presenta, è stata inventata a iniziare da Paolo di Tarso che aveva l’obiettivo di rendere quel predicatore giudeo messianista accettabile all’interno della società greco-romana del tempo”.

E poi in un altro passaggio il Biglino scrive:

“Non dimentichiamo che i Vangeli sono stati scritti dopo le lettere di Paolo e quindi ne sono stati fortemente influenzati: Paolo ha inventato e gli altri autori (che non sappiamo chi fossero) hanno ripreso e rielaborato le sue idee.”

Quindi per il Biglino il Nuovo Testamento e il culto a Gesù sarebbero state invenzioni di Paolo di Tarso. Questa tesi è stata smontata ampiamente nel corso della storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza. Ho confutato questa tesi in un mio articolo (8), ma vediamo di analizzarne alcuni punti.
La prima ipotesi è che Paolo di Tarso era in mala fede. Avrebbe quindi inventato le sue lettere. Però è difficile credere che una persona inventi una storia che gli può nuocere, ossia che gli può procurare percosse, privazioni della libertà, persecuzioni ed infine la morte. Infatti nessuno andrebbe al martirio per qualcosa al quale non crede.
Se inoltre Paolo di Tarso avesse inventato la Buona Novella, significa che Gesù rimase nella tomba. In questo caso non ci sarebbe stato un “substrato” di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. e quindi non appena Paolo iniziò a predicare, i giudei lo avrebbero smentito. Gli avrebbero detto: “Ma che dici, quel Gesù è rimasto nella tomba”. Nessuno quindi lo avrebbe ascoltato ne seguito. Il Biglino sostiene che Paolo avrebbe potuto influenzare gli autori di questi scritti.
Ma ciò è improponibile perchè in questi libri sono descritte vicende di Gesù molto importanti (insegnamenti diretti, parabole, miracoli), che avrebbero quindi dovuto essere inventate di sana pianta dai vari autori del Nuovo Testamento.
E anche questo è improponibile perchè ciò necessariamente implicherebbe un complotto. Ma un complotto che non rende nulla: inventare qualcosa di falso senza guadagnarci nulla, anzi, rischiando la morte. E ciò va contro la logica.
Ed inoltre, come avrebbero fatto gli evangelisti a divulgare il Vangelo senza credervi? Per avvicinare le persone alla fede in Cristo bisogna predicare con le lacrime agli occhi, ossia credere veramente.
Inoltre le Lettere di Paolo furono dirette alle comunità cristiane dei tessalonicesi, dei corinzi, dei galati, dei filippesi, dei romani, degli efesini e dei colossesi. Pertanto inizialmente queste lettere non giunsero al cospetto degli altri Evangelisti, che quindi non avrebbero potuto copiarne i contenuti.
Bisogna considerare inoltre che vi sono alcuni studiosi che sostengono che almeno due Vangeli potrebbero essere stati scritti prima delle lettere paoline. Lo studioso J. Carmignac sostiene che il Vangelo di Matteo sarebbe stato scritto nel 45 d.C. inizialmente in aramaico (9). Inoltre secondo lo studioso O’Callaghan, uno dei frammenti dei Rotoli del Mar Morto, sarebbe parte del Vangelo di Marco, e risalirebbe addirittura al 50 d.C. (10).
Invece, proprio la visione di Cristo che Paolo di Tarso disse di avere avuto, fa pensare che ci sia stato un substrato di cristiani-giudei che già credevano prima di lui.
Infatti Paolo sostiene di aver ricevuto il Vangelo (Prima Lettera ai Corinzi 15, 3).
Inoltre dagli Atti degli Apostoli si evince che Paolo perseguitava la Chiesa prima della sua conversione.
Sempre dagli Atti si nota che vi erano persone disposte a morire per Cristo prima della sua conversione (Stefano proto-martire).
Dalle sue lettere si viene a conoscere che vi erano comunità di cristiani in luoghi da lui non ancora visitati (la sua Lettera ai Romani, diretta ai cristiani di Roma, luogo che lui, quando scrisse la lettera, non aveva ancora visitato).
Infine dalle sue lettere si evince che Paolo riportava degli inni a Cristo che si erano formati negli anni immediatamente successivi alla sua missione (per esempio l’inno all’umiltà, nella lettera ai Filippesi, cap.2).
I gruppi di cristiani-giudei credevano realmente in Gesù Cristo e lo associavano apertamente a Dio. Paolo ha quindi avuto una visione di Gesù e ha iniziato a predicare il Vangelo. Nelle sue lettere utilizza dei termini in ebraico come maranatha (vieni Signore, presto), all’interno di scritti in greco, quindi significa che il substrato di cristiani era costituito principalmente da Giudei.
Paolo di Tarso non predicava in modo differente dagli Apostoli. E’ lui stesso che ci comunica (Lettera ai Galati cap. 1 - cap 2), che aveva incontrato Pietro e Giacomo tre anni dopo la sua conversione e poi quattordici anni dopo (Nel 49). In quell’occasione Pietro e Giovanni diedero la “destra” a Paolo in segno di approvazione. Vediamo:

Lettera ai Galati (2, 9):

“e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perchè noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi.”

Inoltre se prima del concilio di Gerusalemme gli Apostoli si fossero resi conto che Paolo di Tarso sosteneva delle tesi non coincidenti con il messaggio centrale di Gesù Cristo, ossia il kerygma, lo avrebbero allontanato e scomunicato e non gli avrebbero permesso di predicare la parola del Signore.
Un altro punto che dimostra che Paolo di Tarso non ha inventato nulla sul tema della salvezza si nota comparando la Lettera ai Romani con il Vangelo di Matteo. Si verifica facilmente che non c'è alcuna contraddizione tra i precetti indicati nella Lettera ai Romani (ossia che ci si salva attraverso la fede nell’espiazione dei peccati attuata da parte di Gesù Cristo sulla croce) e il Vangelo di Matteo, vediamo infatti questo passaggio del Vangelo di Matteo (1, 20-21):

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Quindi si afferma che Gesù è venuto per salvare il suo popolo (ossia i figli di Dio), dai peccati, morendo e versando il suo sangue. Vediamo questi altri passaggi: (20, 28), dove si ribadiscono concetti simili:

Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»

Vediamo un ultimo passaggio del Vangelo di Matteo (26, 27-28):

Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perchè questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 

Come si vede il concetto del “riscatto” ossia della morte vicaria, non è tipico di Paolo di Tarso, ma è insito nel Vangelo di Matteo (e a sua volta deriva dalle profezie, una su tutte Isaia 53).

Bisogna considerare inoltre che Paolo di Tarso non viaggiò in Egitto, ne a Bisanzio (Costantinopoli), ne in Armenia, ne in Etiopia, ne in Persia e tantomeno in India. Però in quei posti si diffuse il kerygma fin dal I secolo, ossia il messaggio centrale del Cristianesimo basato sul pentimento dei propri peccati, sull’espiazione dei peccati da parte di Gesù Cristo sulla croce e sulla sua Risurrezione nella carne. Chi diffuse il kerygma in quei territori dove Paolo di Tarso non viaggiò? Gli Apostoli, naturalmente.
Se Paolo di Tarso avesse inventato qualcosa, e se il suo predicare non fosse stato perfettamente coincidente con l’insegnamento di Gesù Cristo, ne sarebbe risultato che nei luoghi che ho citato si sarebbe diffuso un qualcosa di diverso, mentre solo nelle aree visitate da Paolo si sarebbe diffuso il kerygma, ma come sappiamo non fu così, per esempio in Egitto si diffuse il kerygma e il Cristianesimo apostolico, esattamente uguale al Cristianesimo diffuso da Paolo, e il primo che lo diffuse fu l’Evangelista Marco. E via di seguito per gli altri luoghi da me citati: Andrea per Bisanzio, Giuda Taddeo e Bartolomeo per l’Armenia, Tommaso per l’India ecc.
In ultima analisi: Paolo di Tarso è andato al martirio pur di non rinnegare quello che aveva detto e scritto su Gesù Cristo. Nessuno va alla morte per divulgare delle menzogne che lui stesso ha inventato. Naturalmente le fonti storiche sul martirio di Paolo di Tarso sono numerose. (11).

Ma vediamo come Mauro Biglino continua con le sue elecubrazioni:

“Nel libro “Resurrezione e Reincarnazione” ho spiegato come Paolo sia stato costretto a elaborare la dottrina della resurrezione della carne (a partire da quella del Cristo) per tentare di  dare risposte a domande che i suoi seguaci gli facevano in relazione all’inaccettabile ritardo nel compimento della promessa dell’immediato ritorno di Gesù”.

Ancora una volta il Biglino va contro la logica, infatti se Paolo avesse inventato il fatto della Risurrezione di Gesù, significa che il corpo di Gesù rimase nella tomba In questo caso non ci sarebbe stato un “substrato” di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. e quindi non appena Paolo iniziò a predicare, i giudei lo avrebbero smentito. Gli avrebbero detto: “Ma che dici, quel Gesù è rimasto nella tomba”. Nessuno quindi lo avrebbe ascoltato ne seguito.
Poi il Biglino, siccome qualcuno gli avrebbe chiesto se Gesù fosse vegetariano, dimostra con alcuni versi biblici che Gesù mangiava carne, cosa alquanto risaputa per noi cristiani. Ma il Biglino non perde l’occasione per denigrare Gesù e lo definisce “un mangione e un ghiottone”. Il furbo Biglino installa nella mente del lettore che Gesù amasse il cibo a dismisura, (e che quindi non avesse raggiunto l'equilibrio, che caratterizza un saggio), tentando cosi di cancellare dalla mente dei suoi lettori l’idea di Gesù visto come un grande maestro.
Nell’ultima parte dell’articolo il Biglino attacca direttamente Maria, la madre di Gesù. Il Biglino ipotizza che un extraterrestre abbia avuto un rapporto sessuale con Maria, tesi non solo irriverente, ma completamente assurda. In pratica Biglino sta sostenendo che l’Angelo che apparve a Maria aveva sembianze umane ed ebbe un rapporto sessuale con lei. Che avesse sembianze umane è possibile, ma non è possibile che ebbe relazioni sessuali con lei, perchè lei si sarebbe rifiutata, essendo una donna corretta, che avrebbe avuto relazioni sessuali solo all’interno del matrimonio. Ho comunque confutato queste tesi assurde del Biglino nel mio articolo il cui link è alla nota 6.

Nell’ultima parte del suo articolo il Biglino tenta ancora di attaccare il concetto del peccato originale, con il fine di annullare lo scopo della missione di Gesù sulla terra. Purtroppo per lui le sue tesi sono state ampiamente smentite (vedere gli articoli i cui link sono alle note 3 e 4)

Yuri Leveratto

Note:
1-https://unoeditori.com/tutto-quello-che-ce-da-sapere-su-gesu-secondo-mauro-biglino-2/
2-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-yhwh-non_18.html
3-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-il-peccato.html
4-http://yurileveratto2.blogspot.com/2018/11/il-concetto-del-peccato-nellantico.html
5-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html
6-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/confutazione-della-tesi-di-mauro.html
7-https://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/cristo-non-e-horus-e-il-cristianesimo.html
8-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-paolo-di.html
9-J. Carmignac, Nascita dei Vangeli sinottici, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1986.
10-http://www.statveritas.com.ar/Varios/JLoring-01.htm
11- Abbiamo varie fonti storiche del martirio di Paolo di Tarso, avvenuto probabilmente nel 67 d.C., vediamone alcune:

Lettera di Ignazio di Antiochia agli Efesini (110 AD)

XII. So chi sono e a chi scrivo. Io sono un condannato, voi avete ottenuto misericordia. Io in pericolo, voi al sicuro. Voi siete la strada per quelli che s'innalzano a Dio. Gli iniziati di Paolo che si è santificato, ha reso testimonianza ed è degno di essere chiamato beato. Possa io stare sulle sue orme per raggiungere Dio; in un'intera sua lettera si ricorda di voi in Gesù Cristo.

Lettera ai Romani di Dionigi, vescovo di Corinto (166-174 AD), in Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica 25-8

“Con una tale ammonizione voi avete fuso le piantagioni di Roma e di Corinto, fatte da Pietro e da Paolo, giacchè entrambi insegnarono insieme nella nostra Corinto e noi ne siamo i frutti, e ugualmente, dopo aver insegnato insieme anche in Italia, subirono il martirio nello stesso tempo”

Tertulliano –Prescrizione contro le eresie (200 AD)

Come felice è la sua chiesa, su cui gli apostoli riversano tutta la loro dottrina insieme con il loro sangue! Dove Pietro subisce la passione come il suo Signore! Dove Paolo vince la corona in una morte simile a quella di Giovanni, dove l'apostolo Giovanni fu immerso, illeso, in olio bollente, e quindi rimandato in esilio nella sua isola! Vedete ciò che ha imparato, ciò che ha insegnato, e quello che ha avuto comunione con le nostre chiese in Africa!

Lattanzio, De Mortibus Persecutorum (318 AD)

I suoi apostoli erano allora undici di numero, al quale sono stati aggiunti Mattia, al posto del traditore Giuda, e poi Paolo. Poi si dispersero per tutta la terra a predicare il Vangelo, come il Signore loro Maestro gli aveva ordinato; e durante venticinque anni, e fino all'inizio del regno di Nerone, si occuparono di gettare le fondamenta della Chiesa in ogni provincia e città. E mentre Nerone regnava, l'apostolo Pietro è venuto a Roma, e, attraverso la potenza di Dio che gli fu affidata, fece certi miracoli e, convertendo molti alla vera religione, costruì un tempio fedele e saldo al Signore. Quando Nerone sentì parlare di queste cose, e osservò che non solo a Roma, ma in ogni altro luogo, una grande moltitudine di persone abbandonava ogni giorno il culto degli idoli, e, condannando le loro vecchie abitudini, si avvicinava alla nuova religione, lui, un esecrabile e pernicioso tiranno, decise di radere al suolo il tempio celeste e distruggere la vera fede. Fu lui che per primo ha perseguitato i servi di Dio; lui ha crocifisso Pietro e ha fatto uccidere Paolo.

venerdì 18 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che YHWH non sia il vero e unico “Dio Trascendente”

Confutazione:

Le tesi che YHWH non sarebbe "Dio Trascendente" sono confutate dalla stessa Bibbia.

Se Dio è, se Dio perdona i peccati, se è il primo e l'ultimo, se salva, se giudica, se redime, e se è eterno, se "ha fatto i cieli e la terra", e se "è padrone di tutta la terra", Egli non può essere che l'unico e vero "Dio Trascendente":

IO SONO è:

Esodo (3, 14):

Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”»

IO SONO perdona i peccati: 

Nel libro di Daniele (9, 9), si afferma che Dio perdona i peccati:

al Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono, perchè ci siamo ribellati contro di lui, 

IO-SONO è il primo e ultimo

Libro di Isaia (44, 6):

Così dice il Signore, il re d’Israele, il suo redentore, il Signore degli eserciti:
«Io sono il primo e io l’ultimo;fuori di me non vi sono dei.

IO-SONO salva

Libro di Isaia (43, 3):

poichè io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore. Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l’Etiopia e Seba al tuo posto.

IO-SONO giudica

Salmi (96, 13):

davanti al Signore che viene: sì, egli viene a giudicare la terra; giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

IO-SONO è redentore

Libro di Isaia (48, 17):

Dice il Signore, tuo redentore, il Santo d’Israele: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti insegno per il tuo bene, che ti guido per la strada su cui devi andare.

IO-SONO è eterno: 

Salmi (10, 16):

L'Eterno  (YHWH) è re per sempre; le nazioni sono scomparse dalla sua terra.

Salmi (29, 10):

L'Eterno (YHWH) sedeva sovrano sul diluvio; sì, l'Eterno siede re per sempre.

Geremia (10, 10):

Il Signore, invece, è il vero Dio, egli è Dio vivente e re eterno;
al suo sdegno trema la terra, i popoli non resistono al suo furore.

Lamentazioni (5, 19):

Ma tu, o Eterno, rimani per sempre, e il tuo trono di generazione in generazione.

IO-SONO ha fatto i cieli e la terra:

Salmo (121, 1-2):

1 [Canto dei pellegrinaggi.] Io alzo gli occhi ai monti: da dove mi verrà l'aiuto? 2 Il mio aiuto viene dall'Eterno (Yahweh), che ha fatto i cieli e la terra. 

IO-SONO è padrone di tutta la terra:

Esodo (19, 5) ("Elohim dice", dal verso 19, 3): “Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia;

Levitico (25, 23): ("Yahweh dice", dal verso 25, 1): “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti”.

Deuteroniomio (7, 6): “Tu infatti sei un popolo consacrato a Yahweh, tuo Dio: Yahweh, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra”.

Salmi, (24,1): “Di Yahweh è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti”.

Salmi (50, 10): ("Elohim dice", dal verso 50, 1): “Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti”.

Ezechiele (18, 3-4): “Com’è vero che io vivo, oracolo di Adonai Yahweh, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà”.

Aggeo (2, 8): “L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo di Yahweh degli eserciti”.

Mostriamo ora alcuni passaggi dei Salmi che dimostrano che le tesi di Mauro Biglino sono assurde: 

Salmi (3,3):

“Ma tu, o YHWH, sei uno scudo attorno a me; tu sei la mia gloria e colui che mi solleva il capo”.

Secondo la traduzione di Biglino kavod vorrebbe dire “astronave”. Per tanto la sua assurda traduzione sarebbe:

"Ma tu, o Yahweh, sei uno scudo attorno a me; tu sei la mia astronave e colui che mi solleva il capo".

Assurdo!

Salmi (3, 8):

“La salvezza appartiene a YHWH; la tua benedizione sia sul tuo popolo”.

Strano no? Per Biglino Yahweh sarebbe un potente extraterrestre, ma il salmista ritiene che Yahweh possa dare la salvezza, e la salvezza la da solo Dio.

Salmi (7, 8)

“L'Eterno giudicherà i popoli; giudicami, o YHWH, secondo la mia giustizia e la mia integrità”.

Strano no? Per Biglino Yahweh sarebbe un potente extraterrestre, ma il salmista ritiene che Yahweh possa giudicare, e il giudizio supremo appartiene solo a Dio

Salmi (8, 1):

“Quanto è magnifico il tuo nome su tutta la terra, o YHWH, Signor nostro, che hai posto la tua maestà al di sopra dei cieli!”

Strano no? Per Biglino Yahweh sarebbe un potente extraterrestre che voleva dominare solo su Israele, ma il salmista ritiene che Yahweh abbia un nome magnifico su tutta la terra e abbia posto la sua maestà al di sopra dei cieli, caratteristiche di Dio. 

Salmi (9, 7-10):

“Ma YHWH rimane per sempre; egli ha stabilito il suo trono per far giudizio. Egli giudicherà il mondo con giustizia, giudicherà i popoli con rettitudine. Yahweh sarà un rifugio inespugnabile per l'oppresso, un rifugio inespugnabile in tempi di distretta. E quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, perchè tu, o YHWH non abbandoni quelli che ti cercano”.

Strano no? Per Biglino Yahweh sarebbe un potente extraterrestre, invece il salmista sostiene che Yahweh giudicherà il mondo con giustizia e inoltre sarà un rifugio per gli oppressi, caratteristiche di Dio.

Salmi (10, 3-4):

“perchè l'empio si gloria dei desideri dell'anima sua, benedice il rapace e disprezza YHWH L'empio, nell'arroganza del suo volto, non cerca YHWH; tutti i suoi pensieri sono: «DIO non c'è».”

Strano no? Biglino dice che Yahweh non è Dio. Mentre il salmista dice che colui che non cerca Yahweh è empio, cioè blasfemo.

Salmi (10, 16):

“YHWH è re per sempre; le nazioni sono scomparse dalla sua terra”.

Strano no? Per Biglino Yahweh sarebbe un potente extraterrestre che vorrebbe conquistare Israele, invece per il salmista Yahweh è re di tutta la terra, caratteristica di Dio.

Salmi (10, 17-18)

“O YHWH, tu dai ascolto al desiderio degli umili; tu rafforzi il loro cuore, le tue orecchie sono attente, per far ragione all'orfano e all'afflitto, affinchè l'uomo fatto di terra smetta d'incutere spavento”.

Strano no? Per Biglino Yahweh sarebbe un malvagio extraterrestre, invece il salmista sostiene che ascolta gli umili, rafforza il loro cuore, quindi ha misericordia, caratteristica di Dio.

Salmi (11, 5):

“YHWH prova il giusto; ma l'anima sua odia l'empio e colui che ama la violenza”.

Strano no? Biglino sostiene che Yahweh sia un malvagio extraterrestre, invece il salmista sostiene che Egli odia i blasfemi e odia i violenti.

Salmi (11, 7):

“Poichè YHWH è giusto; egli ama la giustizia; gli uomini retti contempleranno il suo volto”.

Strano no? Biglino sostiene che Yahweh sia un malvagio extraterrestre, pero’ il salmista sostiene che Yahweh ami la giustizia e gli uomini corretti lo potranno vedere. Caratteristiche di Dio.

Salmi (12, 6-8):

“Le parole dell'Eterno sono parole pure, come argento raffinato in una fornace di terra, purificato sette volte. Tu, o Eterno, li proteggerai e li preserverai da questa generazione per sempre. Gli empi si aggirano impunemente dappertutto, quando tra i figli degli uomini viene esaltato il male”.

Strano no? Biglino sostiene che Yahweh sia un malvagio extraterrestre, pero il salmista sostiene che le sue parole sono pure e che Yahweh avversa i blasfemi e i malvagi.

Salmo (18, 31):

“Infatti chi è DIO all'infuori di YHWH? E chi è Rocca all'infuori del nostro DIO?”

Strano no? Biglino afferma che Yahweh sia un malvagio extraterrestre, mentre il salmista afferma che non vi Dio all’infuori di Yahweh.

Salmi (18, 46):

Viva YHWH, sia benedetta la mia Rocca e sia esaltato il DIO della mia salvezza!”

Strano no? Biglino sostiene che Yahweh sia un malvagio extraterrestre, mentre per il salmista Yahweh da la salvezza, che è una caratteristica di Dio.

Salmi (19, 7-8-9):

“La legge di YHWH è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza di YHWH è verace e rende savio il semplice. I precetti di YHWH sono giusti e rallegrano il cuore; il comandamento di YHWH è puro e illumina gli occhi. Il timore di YHWH è puro, rimane in eterno; i giudizi di YHWH sono verità, tutti quanti sono giusti;”

Strano no? Biglino sostiene che Yahweh sia un malvagio extraterrestre, mentre il salmista sostiene che la sua Legge è perfetta, la sua testimonianza è verace, i suoi precetti sono giusti, il suo comandamento è puro, e i suoi giudizi sono verità. Caratteristiche di Dio.

Yuri Leveratto

Per approfondire: Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento: http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html

In principio erano gli "Elohim"? O Dio Onnipotente?


La tesi principale che lo scrittore di pseudo-storia Mauro Biglino cerca di proporre nelle sue conferenze e nei suoi libri è che la Bibbia non parli di Dio, ma di un insieme di “poderosi esseri immanenti” (che lui non indica più come alieni, ma sottindende che siano esseri extraterrestri o intraterrestri), che avrebbero modificato geneticamente gli ominidi per creare l’uomo e poi avrebbero guidato l’uomo nel suo processo evolutivo.
Come fondamento di questa sua tesi il Biglino sostiene che il termine stesso “Elohim”, essendo plurale, indichi pertanto una moltiplicità di “esseri poderosi”. In questo articolo non entro nel merito della grammatica ebraica. Lo ha fatto in modo egregio lo studioso Daniele Arrichiello nel suo libro “Elohim, la prova del dio alieno”, nel quale smonta le teorie di Biglino dal punto di vista grammaticale. Mi limito a sottolineare che, proprio come Arrichiello insegna, il termine Elohim è sia singolare sia plurale, in quanto dipende dal verbo che segue e dal contesto. Anche in italiano si può  dire: “la realtà è evidente”; ma si può anche dire: “le realtà sono multiple” (pag. 325, libro “Elohim la prova del dio alieno”). Quindi anche in italiano vi sono termini che si usano sia al singolare che al plurale. Elohim infatti significa sia Dio (inteso in senso trascendente e onnipotente), sia “dei”, sia “signori”, “giudici”, “legislatori”. Quindi nella Bibbia questo termine si riferisce sia ad “entità spirituali superiori” (Dio unico o dei minori), come ad esseri umani dotati di una sorta di potere. 
Siccome nell’Antico Testamento vi sono vari riferimenti a “dei” di altre popolazioni, come Kemosh, Astarte, Baal, ecc. il Biglino dà per scontato che essi fossero “esseri immanenti poderosi”, proprio come dà per scontato  che lo fosse Yahweh. Uno dei passaggi biblici che spesso il Biglino mostra per supportare la sua tesi è Giudici (11, 24): 

"Non possiedi tu quello che Kemosh, il tuo dio, ti ha dato di possedere? Così anche noi possederemo il paese di quelli che Yahweh ha scacciato davanti a noi."

Da questo versetto biblico il Biglino ne evince che Kemosh, come appunto Yahweh, non erano altro che soggetti poderosi immanenti, e che quindi Yahweh non fosse il Dio unico e onnipotente. 
Ma la conclusione alla quale giunge il Biglino si rivela errata. Da un’attenta lettura biblica si evince infatti che gli israeliti credevano che Yahweh fosse l’unico e il solo Dio onnipotente e trascendente, mentre credevano che gli “dei” ai quali credevano i popoli pagani, fossero inesistenti. 
D’altronde anche in italiano si puo’ dire: “il tuo dio è il sole , mentre io credo nell’unico e vero Dio”. Anche in questa frase si utilizza lo stesso termine, ossia la parola “Dio”, ma se chi la pronuncia è credente in Dio come concetto trascendente e onnipotente, si riferisce al “dio sole” come falso dio.
Ma veniamo al versetto che smentisce completamente e inderogabilmente la tesi di Biglino: 2 Re 10, 14- 19: 

14 Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio e, svolgendo lo scritto davanti a Yahweh, 15 pregò: «Yahweh Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. 16 Porgi, Yahweh, l'orecchio e ascolta; apri, Yahweh, gli occhi e vedi; ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha fatto dire per insultare il Dio vivente. 17 È vero, o Yahweh, che i re d'Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori; 18 hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però, non erano dèi, ma solo opera delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. 19 Ora, Yahweh nostro Dio, liberaci dalla sua mano, perchè sappiano tutti i regni della terra che tu sei Yahweh, il solo Dio».

Se analizziamo questo versetto notiamo che Ezechia credeva che Yahweh fosse il creatore del cielo e della terra, (quindi Dio Onnipotente e Trascendente); inoltre Ezechia credeva che gli “dei” degli altri popoli non erano altro che idoli (opera di mano d’uomo), quindi erano inesistenti. Dall’ultimo versetto inoltre si evince che Ezechia credeva che Yahweh fosse l’unico Dio. 

Yuri Leveratto

giovedì 17 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che il termine “Elohim” non si riferisca a “Dio Trascendente”, ma ad esseri immanenti alieni

Sappiamo che il termine "Elohim" significa Dio, ma può significare anche dei, giudici, re.
Lo scrittore di pseudostoria Biglino sostiene che il termine “Elohim” non si riferisca nella Bibbia a Dio Trascendente, ma sempre a esseri immanenti alieni. Biglino sostiene che questi esseri immanenti sarebbero stati degli alieni provenienti dallo spazio, quindi extraterrestri. 
Questa affermazione di Biglino è completamente priva di logica. Ci sono molti modi per confutare la sua tesi, ma la più semplice è questa: se Biglino avesse ragione, tutti ai tempi dell’Antico Testamento avrebbero riconosciuto l'esistenza degli “Elohim”. 
Ma la Bibbia stessa smentisce questa tesi, in quanto nella Bibbia si descrivono persone che non credono nell'esistenza di Elohim, inteso in senso Trascendente.
Ma come è possibile che vi siano state persone che non credevano nell'esistenza di Elohim se gli Elohim erano esseri immanenti? Ecco che la logica di Biglino si dimostra fallace. Vediamo alcuni passaggi biblici: 

Salmo (10, 1-4): 
O Eterno, perché te ne stai lontano? Perché ti nascondi in tempi di avversità? 2 L'empio nella sua superbia perseguita con violenza il misero; essi saranno presi nelle macchinazioni stesse da loro ideate, 3 perché l'empio si gloria dei desideri dell'anima sua, benedice il rapace e disprezza l'Eterno. 4 L'empio, nell'arroganza del suo volto, non cerca l'Eterno; tutti i suoi pensieri sono: «DIO non c'è». 
(1)

Sostituendo il termine Yahweh al termine eterno e sostituendo il termine Elohim al termine Dio ecco come risultano questi passaggi: 

O Yahweh, perché te ne stai lontano? Perché ti nascondi in tempi di avversità? 2 L'empio nella sua superbia perseguita con violenza il misero; essi saranno presi nelle macchinazioni stesse da loro ideate, 3 perché l'empio si gloria dei desideri dell'anima sua, benedice il rapace e disprezza Yahweh. 4 L'empio, nell'arroganza del suo volto, non cerca Yahweh; tutti i suoi pensieri sono: «Elohim non c'è». 

Quindi come vediamo al tempo della composizione dei Salmi vi erano persone che non credevano nell’esistenza di Elohim (termine al singolare, come vediamo). Se non credevano all'esistenza di Elohim è evidente che Elohim non poteva essere solo immanente, perché se fosse stato solo immanente tutti lo avrebbero riconosciuto come tale e nessuno avrebbe negato la sua esistenza. 

Vediamo anche il Salmo 14, 1

[Al maestro del coro. Di Davide.] Lo stolto ha detto nel suo cuore: «Non c'è DIO». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è alcuno che faccia il bene. (2)

Vediamolo sostituendo Dio con Elohim.

[Al maestro del coro. Di Davide.] Lo stolto ha detto nel suo cuore: «Non c'è Elohim». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è alcuno che faccia il bene. 

Anche qui si nota che qualcuno, (viene definito stolto), non crede nell’esistenza di Elohim. Quindi Elohim non può essere immanente, perché se lo fosse nessuno potrebbe negarlo o non credere nella sua esistenza. 

Ecco dimostrato che le teorie di Biglino sull'immanenza degli “Elohim alieni" sono completamente assurde. 

Yuri Leveratto

Note:
1-https://biblehub.com/interlinear/psalms/10-4.htm
2-https://biblehub.com/interlinear/psalms/14-1.htm

mercoledì 16 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che Elyon sia un’entità distinta da YHWH

Confutazione:

Elyon non è una entità distinta da YHWH, ma è semplicemente un titolo di YHWH (l’Altissimo). La prova che Elyon è un titolo di YHWH si puó trovare in:

Salmi 83, 18: 

E conoscano che tu, il cui nome è Yahweh,
tu solo sei l'Altissimo (Elyon), su tutta la terra.

e in:

Genesi (14, 22): 

Ma Abramo rispose al re di Sodoma: «Ho alzato la mia mano al Signore, il Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra, 

Si può anche leggere così: Ho alzato la mia mano a YHWH, Dio Altissimo. (El Elyon) (vedere nota 1)

Yuri Leveratto

Nota
1-https://biblehub.com/interlinear/genesis/14-22.htm

martedì 15 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene la tesi della "morte apparente" di Gesù Cristo

Confutazione:

Nel suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio”, Mauro Biglino tenta di denigrare la storia di Gesù Cristo.

Alla pagina 163, scrive:

“Ma, ribelle, partigiano antiromano o docile esecutore che fosse, siamo davvero certi che sia morto in croce e che sia rimasto tre giorni nel sepolcro?”

Come vediamo Biglino, con una strategia astuta, continua ad installare dubbi nel lettore, insertando qua e la traduzioni errate, assurde teorie e improbabili falsificazioni storiche. Adesso inizia a proporre l’idea che Gesù non sia morto in croce (che peraltro è la visione islamica di Gesù, dimostrata essere falsa dai documenti storici in nostro possesso).

Ma sul finire della pagina 163 Biglino si sofferma sull’episodio di quando diedero dell’aceto a Gesù quando era sulla croce. Vediamo prima i passaggi corrispondenti del Vangelo di Matteo e del Vangelo di Giovanni.

Vangelo di Matteo (27, 48-50):

E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

Vangelo di Giovanni (19, 29-30):

Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Poi Biglino fa notare che il termine usato nei Vangeli tradotto con “aceto” è ὄξους.

Nell’ultima frase della pag. 163 Biglino fa notare che dopo aver bevuto un po di aceto Gesù avrebbe dovuto reagire e invece nei tre Vangeli si afferma che “rese lo spirito”.

Nella pag. 164 Biglino inizia a sviluppare la teoria che in quell’aceto fosse una sostanza capace di far cadere Gesù in uno stato di “morte apparente”. Ovviamente, sempre tentando di seguire le elucubrazioni di Biglino, questo stratagemma avrebbe evitato che a Gesù gli si spezzassero le gambe, atto che avrebbe causato la morte inmediata per soffocamento, dovuto alla posizione costretta sulla croce (venendo a mancare l’appoggio dei piedi).

E’ una teoria che è stata proposta varie volte ma che si è rivelata completamente priva di logica.
Innazitutto quale sarebbe la sostanza capace di provocare la “morte apparente”? Ed inoltre anche ammesso che tale sostanza esista ora (nel XXI secolo), non vi è alcuna prova che tale sostanza fosse conosciuta e usata nel I secolo. Ricordiamo che la “morte apparente” non è un semplice svenimento, ma una situazione, rarissima, dove vi è un’apparente cessazione dell’attività cardiaca e della respirazione.
In secondo luogo i soldati romani non avrebbero mai permesso che qualcuno si avvicinasse e desse a Gesù una sostanza sospetta, proprio per il fatto che avevano degli ordini chiarissimi che dovevano essere portati a termine: crocifiggere Gesù e verificare che fosse effettivamente morto in croce prima di deporre il suo corpo esanime. Proprio per questo uno dei soldati prima di deporre il corpo trafisse il costato di Gesù con una lancia, Vangelo di Giovanni (19, 34):

ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Gesù era già morto, e per questo non vi fu alcuna reazione all’azione del soldato che lo trafisse.
Pertanto vediamo che la teoria che qualcuno si avvicinò e diede da bere a Gesù una sostanza non verificata, è praticamente impossibile.

Ma analizziamo, per assurdo, la possibilità che qualcuno abbia dato quella sostanza a Gesù quando Gesù era sulla croce, per tentare di salvargli la vita.
In quel caso quel qualcuno avrebbe dovuto far parte di un complotto per tentare di mostrare che Gesù era morto, e quindi avrebbe dovuto mentire alle autorità, rischiando di essere messo a morte per aver salvato un condannato a morte. Inoltre il tentativo di salvare Gesù con una sostanza “segreta”, è improbabile, in quanto il corpo di Gesù sarebbe poi stato tumulato e controllato da guardie e quindi anche dopo un improbabile risveglio, il “Gesù macilento” non avrebbe potuto uscire dalla sua tomba senza l’aiuto di altre persone, che si sarebbero esposte ulteriormente al rischio di morte, infatti in quel tempo la profanazione delle tombe era punita con la morte.

Ma anche ammettendo che ciò fosse successo, se Gesù fosse realmente “morto in apparenza”, e si fosse risvegliato il terzo giorno, non avrebbe potuto rimuovere la pietra tombale.
Ma anche ammettendo che la pietra sia stata rimossa da altri, quel Gesù “non morto in croce”, come avrebbe potuto convincere i suoi seguaci di essere realmente risorto? Impossibile, in quanto la Risurrezione che descrivono gli Apostoli, (che poi andarono al martirio pur di non rinnegare che sia avvenuta), è una Risurrezione gloriosa, di un vero Dio e vero uomo, senza ferite (a parte i segni dei chiodi e della lancia). Non era un Gesù “macilento e debole” quello che si presentò ai suoi seguaci, ma era l’unico e vero Gesù Cristo invincibile, onnipotente, era colui che aveva sconfitto il peccato e la morte, era il Verbo incarnato.

In ogni caso non vi è solo la logica che supporta l’avvenuta morte di Gesù Cristo sulla croce, ma anche numerose prove documentali, che ho analizzato nei miei due articoli “La morte in croce di Gesù Cristo”, e “Considerazioni sulla Risurrezione di Gesù Cristo”.

Nella pag. 164 Biglino continua con le sue elucubrazioni e da per scontato che qualcuno abbia aperto la tomba e abbia fatto uscire il “Gesù macilento” dalla tomba.
Infatti nel fondo della pag. 164 scrive:

Dunque prendiamo atto del fatto che per far uscire Giosuè/Gesù si è dovuta far rotolare la porta e aprire fìsicamente il sepolcro.
“il suo corpo miracolosamente risorto in un lampo di luce, non era in grado di attraversare la pietra visto che successivamente si narra che attraversasse i muri?”

Ma la prima frase di Biglino è assurda, in quanto se realmente qualcuno avesse fatto uscire Gesù dalla tomba (un Gesù debole, macilento e verosimilmente in fin di vita), lo avrebbe poi dovuto presentare agli Apostoli in quelle condizioni. Gli Apostoli a quel punto avrebbero verificato la condizione di Gesù, che in quel caso sarebbe stato un semplice essere umano, e avrebbero preso atto che non era il Messia.
A quel punto nessuno di loro avrebbe nel corso dei mesi e degli anni successivi proclamato la Buona Novella, il Vangelo. Nessuno avrebbe divulgato che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, rischiando continuamente la vita sia davanti alle autorità ebree che a quelle romane.
La seconda frase di Biglino è ironica, ma anche sottilmente acuta, in quanto installa nella mente del lettore non attento che qualcuno abbia effettivamente tolto la pietra per fare uscire il Gesù macilento dalla tomba. Ma anche qui Biglino dimostra di non usare la logica: infatti se qualcuno avesse voluto falsificare gli scritti evangelici avrebbe potuto scrivere che Gesù attraversò il muro della tomba e che solo dopo che i soldati rimossero la tomba le donne che erano andate al sepolcro si resero conto che il corpo non era ivi presente. In questo caso il racconto evangelico sarebbe stato corrispondente con le succesive apparizioni di Gesù. Ma gli evangelisti scrissero essattamente quello che avvenne, e non inventarono nulla, infatti la pietra fu fatta rotolare per volere divino: vediamo il passaggio corrispondente, Vangelo di Matteo (28, 2-4):

Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.

La pietra fu fatta rotolare non certo per fare uscire Gesù Cristo, che era già risuscitato con un corpo glorificato, ma per richiamare l’attenzione dei presenti sulla tomba vuota e quindi sul secondo evento fontamentale della storia umana (essendo il primo la morte in croce di Gesù Cristo).

Nella pag. 165 Biglino continua nella trattazione delle sue idee, sostenendo che i seguaci di Gesù lo abbiano fatto uscire dalla tomba nelle ore immediatamente successive alla sua “morte apparente”. Inoltre Biglino ipotizza che i soldati che erano stati messi a guardia del sepolcro siano stati corrotti proprio dal facoltoso proprietario del sepolcro: Giuseppe di Arimatea. Anche questa ipotesi fantasiosa va contro la storia, ma soprattutto contro la logica. Infatti in quel tempo come ho già evidenziato, la profanazione di una tomba, e soprattutto l’eventuale favoreggiamento di un condannato a morte, erano puniti con la morte. Il complotto che è stato ipotizzato da Biglino presuppone che vi siano coinvolte almeno una decina di persone (Giuseppe di Arimatea, alcuni degli Apostoli, alcune guardie romane). E’ altamente improbabile quindi che possa essere avvenuto, ma anche se fosse avvenuto, ricadiamo nella ipotesi che ho già analizzato: nessuno degli Apostoli avrebbe in seguito divulgato la Risurrezione di Gesù, ne le sue Apparizioni con un corpo glorificato, ne la sua Ascensione, ne ovviamente l’espiazione dei peccati da lui attuata sulla croce, ne il fatto che Gesù Cristo è l’incarnazione del Verbo. In pratica tutta la storia che segue la vicenda di Gesù Cristo avrebbe avuto un’altro corso.

Yuri Leveratto

lunedì 14 marzo 2016

Le strane teorie di Mauro Biglino sui sacrifici animali nell’Antico Testamento

Confutazione:

A pag. 200 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio”, Mauro Biglino inizia una critica generale ai sacrifici di animali che erano prescritti nell’Antico Testamento. 
Il Biglino sostiene che YHWH, essendo un crudele capo militare (forse extraterrestre), provasse piacere nel veder sacrificati degli agnelli per lui e nel respirare il fumo che derivava dalla bruciatura del grasso degli animali (riporta infatti i passaggi del Libro dei Numeri cap. 28 e 29). 
E’ una tesi assolutamente errata, che non considera il contesto rituale e sacrificale biblico, ma anche della Grecia antica, per esempio. Il sacrificio rituale (o olocausto), era una cerimonia nella quale l’animale veniva offerto a Dio, nel senso che si rinunciava a nutrirsi di quell’animale e si rendeva tributo a Dio offrendogli il migliore degli agnelli. L’animale veniva sgozzato e quindi cremato completamente. Si credeva inoltre che il Signore nel sentire il profumo delle carni bruciate si compiacesse dell’atto eseguito dai fedeli, in quanto si compiaceva del fatto che i credenti in lui rinunciassero a un loro bene prezioso per offrirlo a lui. 
Il sacrificio rituale o olocausto era un rito attuato da varie comunità di persone anche di altre religioni. Per esempio era compiuto nelle civiltà meso-americane e sud-americane. 
Con le sue tesi il Biglino dimostra di essere completamente digiuno di antropologia antica e di non conoscere le cerimonie rituali che fanno parte di molte culture umane. Il Biglino sfrutta l’argomento a suo piacere tentando di mostrare che YHWH fosse crudele e sadico.
Inoltre Biglino, come tutti quelli che negano la santità e la Divinità di IO-SONO, (YHWH), nega anche la sacralità dei sacrifici animali nell’Antico Testamento. Sostiene che era una pratica barbara e che detta pratica istigherebbe al male. 
Ma nell’Antico Testamento Dio ha prescritto i sacrifici animali per espiare temporaneamente il peccato. Nell’Antico Testamento Dio aveva ordinato di sacrificare animali perfetti, senza macchia. La persona che offriva il sacrificio s’identificava con l’animale e doveva ucciderlo. Gli ebrei credevano che questo rito provvedesse il perdono dei peccati da parte di Dio.
Il sacrificio animale serviva pertanto come “punizione” nei confronti di un peccatore, infatti si uccideva un agnello del suo gregge. Gli si toglieva un animale, prezioso in tempi di carestia, ed inoltre il peccatore, vedendo che l’animale innocente moriva, sentiva pena per quell’essere vivente che moriva a causa del suo peccato.
Naturalmente tutto questo presagiva il sacrificio finale e perfetto di Gesù Cristo sulla croce, vero Dio e vero uomo, essere umano senza peccato, che è l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (Vangelo di Giovanni, 1, 29).

Yuri Leveratto

domenica 13 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che YHWH sia stato "uno dei tanti Elohim"

Confutazione:

La assurda tesi di Biglino che YHWH sia stato “uno dei tanti Elohim”, si confuta facilmente: "Elohim", oltre che il suo significato principale (“il forte”, il poderoso, Divinita’ suprema), puo’ indicare anche falsi dei, o dei pagani. Ecco pertanto che vediamo che in Giudici (11, 24), ci si riferisce al falso dio Kemosh. Vediamo il passaggio: "Non possiedi tu quello che Kemosh, il tuo dio, ti ha dato di possedere? Così anche noi possederemo il paese di quelli che l'Eterno ha scacciato davanti a noi." --- La differenza si capisce qui: (link alla nota 1) - In pratica mentre Kemosh essendo il dio dei Moabiti viene citato poche volte nella Bibbia (la sua etimologia si riferisce alla dea Shamash), YHWH viene citato 6823 volte nella Bibbia e la sua etimologìa significa “essere”, ossia l’essenza, la Causa Prima. E’ evidente che la parola Elohim si riferisce a volte all’unico e vero Dio, ossia YHWH (quando il verbo che segue e’ al singolare e quindi elohim e' il superlativo di eloha, ossia un plurale di astrazione), mentre altre volte si riferisce a dei pagani, ossia agli dei adorati dai popoli pagani (e spesso in questo caso il verbo e’ el plurale, in quei casi elohim e' il plurale di eloha).
D’altronde anche in italiano si puo’ dire: “il tuo dio e’ il sole , mentre io credo nell’unico e vero Dio”. Anche in questa frase si utilizza lo stesso termine, ossia la parola “Dio”, ma se chi la pronuncia e’ credente in Dio come concetto Trascendente, si riferisce al dio sole come falso dio. E’ la stessa cosa, ma Biglino questi concetti li occulta astutamente. 


Yuri Leveratto

Nota1-
http://biblehub.com/interlinear/judges/11-24.htm

Per approfondire: Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento: http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html

sabato 12 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che Mosè ed Elia siano stati rapiti da astronavi

Confutazione:

Dopo aver interpretato fantasiosamente l'evento della Trasfigurazione, Mauro Biglino, nella pagina 157 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio”, torna a sviluppare la sua tesi degli "antichi astronauti", e si dedica ad analizzare i personaggi di Mosè ed Elia. Biglino riporta una frase del Libro "Antichità Giudaiche" di Giuseppe Flavio dove si afferma che una nube scese su di lui e quindi scomparve. In pratica Biglino vuole mostrare che Mosè non morì, ma fu asceso al cielo. In realtà questo fatto potrebbe essere parte di una tradizione extra-biblica. Però nella Bibbia vi è scritto chiaramente che Mosè morì, vediamo il passaggio corrispondente, in Deuteronomio (34, 5-8):

Così Mosè, servo dell'Eterno, morì là, nel paese di Moab, secondo la parola dell'Eterno. E l'Eterno lo seppellì nella valle del paese di Moab, di fronte a Beth-Peor; e nessuno ha conosciuto fino ad oggi il luogo della sua tomba. Or Mosè aveva centovent'anni quando morì; la sua vista non si era indebolita e il suo vigore non era venuto meno. E i figli d'Israele lo piansero nelle pianure di Moab per trenta giorni; poi i giorni di lutto e di pianto per Mosè terminarono.

Ma perchè Biglino vuole far credere che Mosè non morì ma fu rapito in cielo?
Biglino vuol far passare la falsa tesi che anche Mosè sia stato rapito in cielo, perchè vuole dimostrare che anche Mosè come Elia fu rapito da “una macchina volante”, sua tesi che spiega nella pagina 158. 
Biglino inizia a spiegare una delle sue tesi principali: Elia fu rapito in cielo da una macchina volante. Si riferisce al passaggio biblico 2 Re (2, 11): 

Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo.

Per Biglino questo passaggio è una prova certa che Elia fu rapito da una astronave guidata dagli Elohim. Nella pagina 158 riporta parte del verso 2, 11 in ebraico, con le sue traduzioni corrispondenti in italiano. 
Naturalmente questa è l’interpretazione fantasiosa di Biglino. Invece l’autore biblico potrebbe aver descritto l’episodio realmente avvenuto raffigurando Elia assunto in cielo da Dio in un carro trainato da possenti cavalli. 
Ma Biglino aggiunge una frase ad effetto: 

“Ciò che ci interessa qui è rilevare che il ruach che preleva Elia è una struttura assolutamente materiale, meccanica, cioè il mezzo volante con cui Elia lascia quel territorio per andare dagli Elohim.”

Il problema è che nel verso (2 Re 2, 11) non si nomina il termine ebraico רוח ruach, e neppure nei versi seguenti fino al (2, 14). Potete verificare al link citato nella nota 25.
Quindi da dove tira fuori Biglino la parola ruach? Non sappiamo. Comunque Biglino nella pagina 159 fa una serie di domande fantasiose, ipotizzando che fu un astronave (Biglino scrive: oggetto volante) a rapire Elia. 
A pag. 160 Biglino ritorna a focalizzarsi sul Nuovo Testamento e conclude che Mosè ed Elia sono entrambi stati rapiti in cielo (ma come ho fatto notare nella Bibbia non si afferma che Mosè fu rapito in cielo, ma solo che non si conosce il luogo della sua sepoltura). 
Sempre a pagina 160 Biglino riporta il passaggio del Vangelo di Matteo (17, 10)

Allora i discepoli gli domandarono: «Perchè dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».

Ma poi Biglino sorvola sulla giusta interpretazione. Infatti la risposta di Gesù è questa: Vangelo di Matteo (17, 11-13):

Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. 

Quindi è lo stesso Matteo che ci rivela che Gesù stava parlando di Giovanni il Battista. 
Nell’ultima parte della pagina 160 Biglino riporta un passaggio delle "Antichità Giudaiche" di Giuseppe Flavio, con lo scopo di rafforzare la sua tesi su Elia. E’ strano come Biglino citi spesso "Antichità Giudaiche" di Giuseppe Flavio dando per certo che sia un testo affidabile, e poi non citi mai il passaggio dello stesso libro detto "Testimonium Flavianum", dove si descrive la vita e la Risurrezione di Gesù (Antichità Giudaiche, XVIII 63-64), oppure dove si descrive il martirio di Giovanni il Battista (Antichità Giudaiche, XVIII 116-119), oppure dove si descrive il martirio di Giacomo il minore (Antichità Giudaiche, XX 200).


Yuri Leveratto

Nota:

25- http://biblehub.com/interlinear/2_kings/2-11.htm

Per approfondire: Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento: http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html

venerdì 11 marzo 2016

Le errate traduzioni di Mauro Biglino sulle frasi in aramaico pronunciate da Gesù Cristo

Confutazione: 

A pag. 161 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio” Biglino ritorna a prospettare la tesi che Gesù fosse un attivista anti-romano. Dimostra quindi di contraddirsi continuamente: a pag 136 ha scritto che Gesù era un ribelle anti-romano; a pag 146 Biglino ha scritto che Gesù era un potente figlio di un “Elohim”, che per Biglino sarebbe un essere sovrumano, extraterreste; a pag. 161 Biglino torna a sostenere la tesi del Gesù rivoluzionario anti-romano.
Da ciò si dimostra che il Biglino non tiene un filo logico e non ha neppure chiaro quale sia la teoria che vuole esporre.

Quindi passa ad analizzare due frasi dette da Gesù Cristo quando era in croce, queste: 

Vangelo di Matteo (27, 46):

Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

Vangelo di Marco (15, 34):

Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

Biglino nomina il prof. Giovanni Garbini di Roma e sostiene che lo stesso professore avrebbe fatto rilevare che la frase di Gesù sarebbe la citazione del 

“Salmo 22 in cui un sacerdote pronuncia un suo grido di dolore lamentando di essere tato ingiustamente condannato.”

In più Biglino aggiunge: 

“Orbene la curiosità risiede nel fatto che la frase fatta pronunciare a Giosuè/Gesù è in ebraico con l’inatteso e inspiegabile inserimento di un termine aramaico, il verbo sabachtani, la cui radice non è presente nella lingua ebraica, infatti in ebraico il versetto contiene la formulazione azabtani. Abbiamo quindi una vera stranezza: un’intera frase ebraica (come testimoniato dai termini eloi o eli), vede inspiegabilmnte inserito un verbo aramaico. In quest’ultima lingua infatti la frase avrebbe avuto la seguente formulazione: “il il lemana sebaqtani”, oppure “elahi elahi metul mah sebaqtani”. L’attenta analisi linguistica porta il prof. Garbini a ricostruire l’intero processo che ha portato al testo che noi conosciamo. In sintesi egli afferma che la formulazione originaria ebraica riportasse la radice zbch, che significa “sacrificare” e quindi il vero versetto originario del Salmo 22 avrebbe recitato così: “El mio, El mio perché mi hai sacrificato?”. 

Sembra pertanto che Biglino, ancora una volta con notevole astuzia, stia tentando di supportare nuovamente la fantasiosa teoria che Gesù fosse il figlio di un “Elohim” o extraterrestre che però fu avversato da altri Elohim e quindi fallì il suo progetto di ribellione, finendo sulla croce. Ovviamente per far accettare (al suo pubblico) questa sua teoria deve supportarla con una falsa interpretazione delle scritture. In pratica come già ha tentato di proporre errate traduzioni della lingua ebraica nel Antico Testamento, ora tenta di proporre le sue errate traduzioni della lingua greca nel Nuovo Testamento. Gli interessa particolarmente l’aramaico parlato da Gesù perché su quello può costruire il suo castello di errori e inessattezze che sarà poi la base (non solida, ma scricchiolante), sulla quale costruirà le sue false teorie.  

Innazitutto vediamo cosa dice il Salmo 22. Nel Salmo 22, 1 vi è la parola 
עֲזַבְתָּ֑נִי (notate la seconda parte di questa parola עֲזַבְ) che viene pronunciata ‘ă·za
·tā·nî; (vedere nota 1). Ma viene tradotta in inglese: have you foresaken? (ossia il verbo è “abbandonare” e non “sacrificare” come Biglino erroneamente afferma). 
Secondo studiosi del calibro di Frederick Greenspahn (27), entrambe le versioni della frase in questione sia nel Vangelo di Matteo che nel Vangelo di Marco sembrano essere in aramaico, in quanto la radice  שבק (sbq) “abbandonare” era originariamente in aramaico. In seguito questo termine venne utilizzato nella lingua ebraica. La parola ebraica sinonimo di שבק (sbq)    è עזב ('zb) ed è infatti scritta nel Salmo 22, 1 (nota 1). 

Quindi la traduzione di Biglino secondo la quale Gesù avrebbe detto: ““El mio, El mio perché mi hai sacrificato?”, è completamente errata, in quanto Gesù ha detto: 

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

Ovviamente, sul finire della pagina 162, Biglino da per certo che la sua traduzione (e quindi la sua teoria), sia vera e sostiene che i redattori dei Vangeli avrebbero falsificato la frase iniziale di Gesù, modificandola. 
Biglino continua a sostenere che nel Salmo originale vi sarebbe un grido di rabbia e dolore, e pertanto anche Gesù avrebbe gridato una frase simile esprimendo rabbia e dolore (verso gli extraterrestri Elohim avversari). Inoltre continua a sostenere che i redattori dei Vangeli avrebbero modificato la frase per costruire la figura cristica (aggettivo quest’ultimo che rimanda alla religione new age), basata sull’accettazione del suo ruolo di agnello sacrificale. 

Anche queste affermazioni di Biglino sono completamente prive di logica, perché se i redattori del Vangeli fossero stati realmente in mala fede avrebbero sostituito completamente la frase in questione, magari con una di più semplice presa sulle masse. 
Inoltre Gesù Cristo aveva espresso in moltissime altre occasioni (decine di passaggi nel Nuovo Testamento e non solo nelle Lettere di Paolo di Tarso), quale fosse lo scopo principale della sua venuta sulla terra: “togliere il peccato del mondo” (Vangelo di Giovanni 1, 29), quindi aveva dichiartato in numerose altre occasioni di essere realmente l’Agnello di Dio, e che il suo sarebbe stato il “sacrificio finale e perfetto”. Chi fosse interessato all’analisi di molti dei passaggi biblici dove Gesù spiega quale sarebbe stato lo scopo principale della sua missione sulla terra può cliccare nel link che aggiungo alla nota 2. 
Nella pagina 163 Biglino riporta quella che sembra essere una citazione del Garbini, ossia che il sacrificio non sarebbe stato previsto per il messia davidico. 
Con questa frase Biglino installa il dubbio nel lettore che nella fede ebraica vi sia stata l’attesa di due messia, uno regale (davidico) e uno sacerdotale. Questa teoria è stata esposta già da David Donnini, ma non rispecchia la credenza biblica, bensì la credenza di un gruppo di religiosi della comunità di Qumran, espressa nel testo non biblico “Regola della comunità”, facente parte dei Manoscritti di Qumran.
A tale proposito bisogna ricordare che La “Regola della Comunità” è contenuta non solo nel rotolo 1QS, da cui proviene l’estratto citato da Donnini, ma anche nel rotolo 4QSe, che è più antico: in quest’ultimo rotolo non compaiono i versi di cui sopra (manca la parte da VIII, 15 fino a IX, 12) e di conseguenza non ci sono i riferimenti ai due Messia. E’ possibile pertanto che in origine la “Regola della Comunità” non contenesse affatto questo riferimento, aggiunto in seguito al manoscritto, più recente, ritrovato nella grotta 1. Pertanto è verosimile che la teoria dei due Messia sia stata una aggiunta, ed elaborata soltanto nell’ultima fase degli scritti di Qumran. Pertanto, l’idea che gli ebrei attendessero due messia, innanzitutto non è biblica, ma in secondo luogo, non è affatto provata. 

Yuri Leveratto

Note
1: http://biblehub.com/interlinear/psalms/22-1.htm
2-http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/lo-scopo-principale-della-missione-di.html

giovedì 10 marzo 2016

Confutazione della tesi che "Paolo di Tarso abbia inventato il Cristianesimo"


Questa tesi è stata smontata ampiamente nel corso della storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza. Vediamo di analizzarne alcune ipotesi:

La prima ipotesi è che Paolo di Tarso era in mala fede. Avrebbe quindi inventato le sue lettere. Però è difficile credere che una persona inventi una storia che gli può nuocere, ossia che gli può procurare percosse, privazioni della libertà, persecuzioni ed infine la morte. Infatti nessuno andrebbe al martirio per qualcosa al quale non crede.
Se inoltre Paolo di Tarso avesse inventato la Buona Novella, significa che Gesù rimase nella tomba. In questo caso non ci sarebbe stato un “substrato” di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. e quindi non appena Paolo iniziò a predicare, i giudei lo avrebbero smentito. Gli avrebbero detto: “Ma che dici, quel Gesù è rimasto nella tomba”. Nessuno quindi lo avrebbe ascoltato ne seguito.

Anche la seconda ipotesi contempla che Gesù non sia risorto, ma che invece Paolo di Tarso fosse in buona fede, ossia abbia avuto realmente una visione mistica di Gesù risorto e poi abbia scritto le sue lettere.
Ma è improbabile, se non impossibile, che lui abbia avuto una visione di Gesù risorto se Gesù fosse invece rimasto nella tomba. In questo caso nessuno avrebbe predicato e non ci sarebbe stato alcun substrato di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. La vicenda di Gesù sarebbe stata presto dimenticata e anche in questo caso nessuno avrebbe ascoltato le sue predicazioni e nessuno gli avrebbe creduto. I giudei lo avrebbero smentito subito.

Inoltre se Paolo di Tarso avesse inventato la Buona Novella e la cristologia, come si spiegherebbero gli altri scritti del Nuovo Testamento? Il Vangelo di Matteo, di Marco, di Luca, di Giovanni, gli Atti degli Apostoli, la lettera agli Ebrei, la lettera di Giacomo, le lettere di Pietro, le lettere di Giovanni, la lettera di Giuda e l’Apocalisse. Queste opere sono state chiaramente scritte non da Paolo, ma da altri autori.

Qualcuno sostiene che Paolo avrebbe potuto influenzare gli autori di questi scritti.
Ma ciò è improponibile perchè in questi libri sono descritte vicende di Gesù molto importanti (insegnamenti diretti, parabole, miracoli), che avrebbero quindi dovuto essere inventate di sana pianta dai vari autori del Nuovo Testamento.
E anche questo è improponibile perchè ciò necessariamente implicherebbe un complotto. Ma un complotto che non rende nulla: inventare qualcosa di falso senza guadagnarci nulla, anzi, rischiando la morte. E ciò va contro la logica.

Ed inoltre, come avrebbero fatto gli evangelisti a divulgare il Vangelo senza credervi? Per avvicinare le persone alla fede in Cristo bisogna predicare con le lacrime agli occhi, ossia credere veramente.

Inoltre le Lettere di Paolo furono dirette alle comunità cristiane dei tessalonicesi, dei corinzi, dei galati, dei filippesi, dei romani, degli efesini e dei colossesi. Pertanto inizialmente queste lettere non giunsero al cospetto degli altri Evangelisti, che quindi non avrebbero potuto copiarne i contenuti.

Bisogna considerare inoltre che vi sono alcuni studiosi che sostengono che almeno due Vangeli potrebbero essere stati scritti prima delle lettere paoline. Lo studioso J. Carmignac sostiene che il Vangelo di Matteo sarebbe stato scritto nel 45 d.C. inizialmente in aramaico (12). Inoltre secondo lo studioso O’Callaghan, uno dei frammenti dei Rotoli del Mar Morto, sarebbe parte del Vangelo di Marco, e risalirebbe addirittura al 50 d.C. (13).

Invece, proprio la visione di Cristo che Paolo di Tarso disse di avere avuto, fa pensare che ci sia stato un substrato di cristiani-giudei che già credevano prima di lui.
Infatti Paolo sostiene di aver ricevuto il Vangelo (Prima Lettera ai Corinzi 15, 3).
Inoltre dagli Atti degli Apostoli si evince che Paolo perseguitava la Chiesa prima della sua conversione.
Sempre dagli Atti si nota che vi erano persone disposte a morire per Cristo prima della sua conversione (Stefano proto-martire).
Dalle sue lettere si viene a conoscere che vi erano comunità di cristiani in luoghi da lui non ancora visitati (la sua Lettera ai Romani, diretta ai cristiani di Roma, luogo che lui, quando scrisse la lettera, non aveva ancora visitato).
Infine dalle sue lettere si evince che Paolo riportava degli inni a Cristo che si erano formati negli anni immediatamente successivi alla sua missione (per esempio l’inno all’umiltà, nella lettera ai Filippesi, cap.2).

I gruppi di cristiani-giudei credevano realmente in Gesù Cristo e lo associavano apertamente a Dio. Paolo ha quindi avuto una visione di Gesù e ha iniziato a predicare il Vangelo. Nelle sue lettere utilizza dei termini in ebraico come maranatha (vieni Signore, presto), all’interno di scritti in greco, quindi significa che il substrato di cristiani era costituito principalmente da Giudei.

Paolo di Tarso non predicava in modo differente dagli Apostoli. E’ lui stesso che ci comunica (Lettera ai Galati cap. 1 - cap 2), che aveva incontrato Pietro e Giacomo tre anni dopo la sua conversione e poi quattordici anni dopo (Nel 49). In quell’occasione Pietro e Giovanni diedero la “destra” a Paolo in segno di approvazione. Vediamo:

Lettera ai Galati (2, 9):

“e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi.”

Inoltre se prima del concilio di Gerusalemme gli Apostoli si fossero resi conto che Paolo di Tarso sosteneva delle tesi non coincidenti con il messaggio centrale di Gesù Cristo, ossia il kerygma, lo avrebbero allontanato e scomunicato e non gli avrebbero permesso di predicare la parola del Signore.

Un altro punto che dimostra che Paolo di Tarso non ha inventato nulla sul tema della salvezza si nota comparando la Lettera ai Romani con il Vangelo di Matteo. Si verifica facilmente che non c'è alcuna contraddizione tra i precetti indicati nella Lettera ai Romani (ossia che ci si salva attraverso la fede nell’espiazione dei peccati attuata da parte di Gesù Cristo sulla croce) e il Vangelo di Matteo, vediamo infatti questo passaggio del Vangelo di Matteo (1, 20-21):

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Quindi si afferma che Gesù è venuto per salvare il suo popolo (ossia i figli di Dio), dai peccati, morendo e versando il suo sangue. Vediamo questi altri passaggi: (20, 28), dove si ribadiscono concetti simili:

Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»

Vediamo un ultimo passaggio del Vangelo di Matteo (26, 27-28):

Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perchè questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 

Come si vede il concetto del “riscatto” ossia della morte vicaria, non è tipico di Paolo di Tarso, ma è insito nel Vangelo di Matteo (e a sua volta deriva dalle profezie, una su tutte Isaia 53).

Bisogna considerare inoltre che Paolo di Tarso non viaggiò in Egitto, ne a Bisanzio (Costantinopoli), ne in Armenia, ne in Etiopia, ne in Persia e tantomeno in India. Pero' in quei posti si diffuse il kerygma fin dal I secolo, ossia il messaggio centrale del Cristianesimo basato sul pentimento dei propri peccati, sull’espiazione dei peccati da parte di Gesù Cristo sulla croce e sulla sua Risurrezione nella carne. Chi diffuse il kerygma in quei territori dove Paolo di Tarso non viaggiò? Gli Apostoli, naturalmente.
Se Paolo di Tarso avesse inventato qualcosa, e se il suo predicare non fosse stato perfettamente coincidente con l’insegnamento di Gesù Cristo, ne sarebbe risultato che nei luoghi che ho citato si sarebbe diffuso un qualcosa di diverso, mentre solo nelle aree visitate da Paolo si sarebbe diffuso il kerygma, ma come sappiamo non fu così, per esempio in Egitto si diffuse il kerygma e il Cristianesimo apostolico, esattamente uguale al Cristianesimo diffuso da Paolo, e il primo che lo diffuse fu l’Evangelista Marco. E via di seguito per gli altri luoghi da me citati: Andrea per Bisanzio, Giuda Taddeo e Bartolomeo per l’Armenia, Tommaso per l’India ecc.

In ultima analisi: Paolo di Tarso è andato al martirio pur di non rinnegare quello che aveva detto e scritto su Gesù Cristo. Nessuno va alla morte per divulgare delle menzogne che lui stesso ha inventato. Naturalmente le fonti storiche sul martirio di Paolo di Tarso sono numerose. (14)

Vediamo inoltre quale era la reputazione di Paolo di Tarso. Sia Clemente che Policarpo lo descrivono come un beato, quindi veritiero. Vediamo:

Prima Lettera di Clemente XLVII,1:

"Prendete la lettera del beato Paolo apostolo"

Policarpo, Lettera ai Filippesi:

"Poiché né io né un altro come me potrà mai raggiungere la sapienza del beato e glorioso Paolo, il quale, mentre si trovava tra voi, alla presenza degli uomini d’allora, insegnò con tanta esattezza e sicurezza la parola della verità, e, quando fu lontano, vi scrisse lettere , nella cui meditazione voi potrete confermare la fede che vi fu data".

Yuri Leveratto

Note: 

12-J. Carmignac, Nascita dei Vangeli sinottici, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1986.
13-https://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_O%27Callaghan
14-  Abbiamo varie fonti storiche del martirio di Paolo di Tarso, avvenuto probabilmente nel 67 d.C., vediamone alcune:

Lettera di Ignazio di Antiochia agli Efesini (110 AD)

XII. So chi sono e a chi scrivo. Io sono un condannato, voi avete ottenuto misericordia. Io in pericolo, voi al sicuro. Voi siete la strada per quelli che s'innalzano a Dio. Gli iniziati di Paolo che si è santificato, ha reso testimonianza ed è degno di essere chiamato beato. Possa io stare sulle sue orme per raggiungere Dio; in un'intera sua lettera si ricorda di voi in Gesù Cristo.

Lettera ai Romani di Dionigi, vescovo di Corinto (166-174 AD), in Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica 25-8

“Con una tale ammonizione voi avete fuso le piantagioni di Roma e di Corinto, fatte da Pietro e da Paolo, giacchè entrambi insegnarono insieme nella nostra Corinto e noi ne siamo i frutti, e ugualmente, dopo aver insegnato insieme anche in Italia, subirono il martirio nello stesso tempo”

Tertulliano –Prescrizione contro le eresie (200 AD)

Come felice è la sua chiesa, su cui gli apostoli riversano tutta la loro dottrina insieme con il loro sangue! Dove Pietro subisce la passione come il suo Signore! Dove Paolo vince la corona in una morte simile a quella di Giovanni, dove l'apostolo Giovanni fu immerso, illeso, in olio bollente, e quindi rimandato in esilio nella sua isola! Vedete ciò che ha imparato, ciò che ha insegnato, e quello che ha avuto comunione con le nostre chiese in Africa!

Lattanzio, De Mortibus Persecutorum (318 AD)

I suoi apostoli erano allora undici di numero, al quale sono stati aggiunti Mattia, al posto del traditore Giuda, e poi Paolo. Poi si dispersero per tutta la terra a predicare il Vangelo, come il Signore loro Maestro gli aveva ordinato; e durante venticinque anni, e fino all'inizio del regno di Nerone, si occuparono di gettare le fondamenta della Chiesa in ogni provincia e città. E mentre Nerone regnava, l'apostolo Pietro è venuto a Roma, e, attraverso la potenza di Dio che gli fu affidata, fece certi miracoli e, convertendo molti alla vera religione, costruì un tempio fedele e saldo al Signore. Quando Nerone sentì parlare di queste cose, e osservò che non solo a Roma, ma in ogni altro luogo, una grande moltitudine di persone abbandonava ogni giorno il culto degli idoli, e, condannando le loro vecchie abitudini, si avvicinava alla nuova religione, lui, un esecrabile e pernicioso tiranno, decise di radere al suolo il tempio celeste e distruggere la vera fede. Fu lui che per primo ha perseguitato i servi di Dio; lui ha crocifisso Pietro e ha fatto uccidere Paolo.

mercoledì 9 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che gli autori del Nuovo Testamento non siano quelli indicati dalla tradizione

Confutazione:

A pag. 135 del suo libro "Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio", il Biglino scrive: 

Per il Nuovo Testamento in particolare gli autori cosidetti “canonici” (anche supponendo che siano veramente quelli che conosciamo, cosa che non è più accetata da nessuno studioso), non hanno mai conosciuto il personaggio di cui parlano”. 

In questa frase Biglino ha fatto alcune considerazioni, che possono essere facilmente smentite. Biglino scrive che “nessuno studioso accetta che gli autori cosidetti “canonici” siano veramente quelli che conosciamo”. Bisognerebbe che Biglino portasse le prove documentali che gli autori dei Vangeli non corrispondono effettivamente a Matteo, Marco, Luca e Giovanni. In realtà, il dibattito sulla paternità dei Vangeli dura da circa 1700 anni, fin dai tempi di Eusebio di Cesarea (IV secolo). Sebbene vi siano stati vari studiosi che abbiano proposto che gli autori dei Vangeli non siano stati i quattro tradizionali autori, nessuno ha mai portato una prova definitiva che dimostra questa tesi. Al contrario, vi sono varie prove indirette che dimostrano che gli autori dei quattro Vangeli sono stati proprio i quattro evangelisti citati dalla tradizione, ossia Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Per esempio per Giovanni Apostolo, abbiamo la citazione di Ireneo, che testimonia che lui è l’autore del quarto Vangelo (8). A conferma di questa tesi abbiamo poi il frammento muratoriano, dove si descrive Giovanni come l’autore del quarto Vangelo, coaudiuvato dall’Apostolo Andrea (9). Anche per gli altri Vangeli e per gli altri scritti del Nuovo Testamento vi sono fonti documentali che provano l’attribuzione dell’opera proprio agli otto tradizionali autori (Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Paolo di Tarso, Giacomo, Pietro, Giuda)(10). Pertanto vediamo que questa considerazione di Biglino non è basata su fatti storici, ma è solo una sua elucubrazione. Anche la seconda considerazione di Biglino: 

gli autori cosidetti “canonici” non hanno mai conosciuto il personaggio di cui parlano”, 

non ha basi storiche ma è piuttosto una sua considerazione personale. 

Yuri Leveratto

Per approfondire: Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento: http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html

Note: 
8- «Giovanni, il discepolo del Signore, colui che riposò sul suo petto (Gv 13,3), ha pubblicato anche lui un Vangelo mentre dimorava ad Efeso in Asia» (Adversus Haereses III, 1, 1)
9-testo in latino del frammento muratoriano dove si conferma l’attribuzione a Giovanni del quarto Vangelo: “[...] quarti euangeliorum Iohannis ex discipulis. cohortantibus condiscipulis et episcopis suis dixit Conieiunate mihi hodie triduum, et quid cuique fuerit reuelatum alteratrum nobis enarremus. eadem nocte reuelatum Andreae ex apostolis, ut recognoscentibus cunctis, Iohannes suo nomine cuncta describeret [...]
10-Per esempio per il Vangelo di Marco abbiamo fonti documentali di Eusebio di Cesarea, che riporta questo scritto di Papia di Ierapoli:
« Anche questo il presbitero era solito dire. Marco, che fu interprete di Pietro, scrisse con cura, ma non in ordine, ciò che ricordava dei detti e delle azioni del Signore. Poichè egli non aveva ascoltato il Signore nè era stato uno dei suoi seguaci, ma successivamente, come ho detto, uno di Pietro. Pietro adattava i propri insegnamenti all'occasione, senza preparare un arrangiamento sistematico dei detti del Signore, cosicchè Marco fu giustificato a scrivere alcune delle cose come le ricordava. Poichè egli aveva un solo scopo, non tralasciare nulla di quanto aveva ascoltato e di non scrivere nulla di errato. »
(Papia, citato in Eusebio di Cesarea Storia ecclesiastica, 3.39.15)
Inoltre abbiamo, sempre per il Vangelo di Marco, fonti documentali di Ireneo (Ireneo, Contro le eresie, 3.1, 10.6) e di Tertulliano (Tertulliano, Contro Marcione, 4,5).

martedì 8 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che il peccato originale o ereditato non esiste nella Bibbia

Confutazione:

In tutta la Bibbia sono narrati episodi di "ribellione a Dio", che vengono definiti "peccati", a partire dal primo atto di ribellione a Dio, il peccato di Adamo ed Eva.

Ma vediamo il Salmo 51:

[Al maestro del coro. Salmo di Davide, quando il profeta Nathan venne a lui, dopo che egli aveva peccato con Bathsceba.] Abbi pietà di me, o DIO, secondo la tua benignità; per la tua grande compassione cancella i miei misfatti. Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. Poiché riconosco i miei misfatti, e il mio peccato mi sta sempre davanti. Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi. Ecco, io sono stato formato nell'iniquità, e mia madre mi ha concepito nel peccato. Ma a te piace la verità che risiede nell'intimo, e m'insegni la sapienza nel segreto del cuore. Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e allegrezza; fa' che le ossa che hai spezzato festeggino. Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. O DIO, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo. Non rigettarmi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza e sostienimi con uno spirito volenteroso. Allora insegnerò le tue vie ai trasgressori, e i peccatori si convertiranno a te. Liberami dal sangue versato, o DIO, DIO della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con giubilo la tua giustizia. O Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode. Tu infatti non prendi piacere nel sacrificio, altrimenti te l'offrirei, né gradisci l'olocausto. I sacrifici di DIO sono lo spirito rotto; o DIO, tu non disprezzi il cuore rotto e contrito. Fa' del bene a Sion per la tua benevolenza, edifica le mura di Gerusalemme. Allora prenderai piacere nei sacrifici di giustizia, negli olocausti e nelle offerte da ardere interamente; allora si offriranno torelli sul tuo altare.

Come vediamo tutto il Salmo 51 dimostra che gli ebrei credevano nel peccato ereditato, in particolare il verso (51, 5): "Ecco, io sono stato formato nell'iniquità, e mia madre mi ha concepito nel peccato".

Nella pag. 134 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio” Biglino inizia a delineare quella che è la sua tesi principale, la tesi che gli ha occupato vari hanni della sua vita: dimostrare che Gesù Cristo non è il Figlio di Dio, e che non ha tolto il peccato del mondo. 
Infatti scrive: 

Ma noi dobbiamo prendere atto di due elementi che si presentano con evidenza agli occhi di chi legge la Bibbia con mente libera dai condizionamenti dottrinali. Così facendo apprendiamo che i due elementi fondamentali che spiegherebbero e giustificherebbero la venuta di Cristo sulla Terra sono in realtà fallaci o meglio ancora inesistenti: 
-Il Dio padre sarebbe (secondo la dottrina), il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, cioè Yahweh, ma è chiaro che Yahweh non è Dio, bensì solo uno dei tanti Elohim, che si sono spartiti il territorio.
-Nella Bibbia non c’è traccia di peccato originale.”  

In questi frasi di Biglino che ho appena riportato si delinea tutta la sua strategia, infatti nelle sue conferenze Biglino dice spesso: “Siccome YHWH non è Dio allora Gesù di chi è figlio?”. 
Ma nelle sue elucubrazioni sull’Antico Testamento, Biglino non ha dimostrato che IO SONO - YHWH non è Dio, e non ha neppure dimostrato che gli ebrei dell’epoca pre-cristiana non credessero in YHWH come puro Spirito e Creatore del cielo e della terra. Ovviamente Biglino nei suoi libri e nelle sue conferenze ha fatto risaltare i passaggi che secondo lui indicano qualche forma di violenza da parte di YHWH (dimenticando invece che era semplicemente la punizione che Dio attuava nei confronti di peccatori che lui già sapeva non si sarebbero convertiti, vedere nota 5), e non ha fatto risaltare i passaggi, innumerevoli nell’Antico Testamento, dove gli ebrei si rivolgono a YHWH come puro Spirito, il Creatore del mondo, l’Onnipotente, l’Onniscente, l’Onnipresente, tutte caratteristiche peculiari di Dio, ossia della Causa Prima, e non di un essere alieno (al quale spesso il Biglino allude, insertandosi in un filone, quello degli antichi astronauti, molto di moda in questo periodo, anche per i fantasiosi episodi che appaiono su History Channel). 
Per quanto riguarda il peccato originale, Mauro Biglino afferma spesso che nella Bibbia questo concetto non sarebbe presente. Innanzitutto si può far notare che vi sono correnti nell'ebraismo che invece credono nel concetto del peccato originale e altre che non vi credono, come fa risaltare per esempio l’autore Shaul Magid (2008), nel suo libro “From Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of Scripture in Lurianic Kabbala”. (Indiana University Press. p. 238. Retrieved 9 February 2014). (vedi il link alla nota 1a)
(traduzione mia dall’inglese): 

“Ci sono varie fonti antiche rabbiniche che indicano la nozione di un peccato “ereditato” (si intende ereditato da persona a persona), per esempio Pirkei de Rebbe Eliezer 13 e 21, Genesi Raba 12, 5; Levitico Raba 21: 4, Deuteronomio Raba 11, 9. Cohen suggerisce tre categorie basilari di come gli antichi rabbini si sono occupati dell’argomento: 1-Corruzione della stirpe da un punto di vista ereditario 2- Il peccato di Adamo punito attarverso la sua progenie 3- Tutti i peccati sono il risultato delle azioni di Adamo. Cohen suggerisce che molti rabbini ortodossi abbiano optato per il punto 3, mentre Paolo di Tarso optò per il punto 1”. 

Infatti il punto fondamentale è che furono gli Apostoli e gli Evangelisti, che erano ebrei, e che conoscevano molto bene il Tanakh, che diffusero il concetto che Gesù Cristo venne per togliere il peccato. Quindi l’importante è vedere quello che loro credevano, e quello per cui erano disposti a morire. 

Yuri Leveratto

Nota 1a: 
https://books.google.com.co/books?id=YUbGlHdhBaUC&pg=PA238&lpg=PA238&dq=Lev.+17:11+original+sin&source=bl&ots=bY5eRjixUI&sig=JlHJxlm5rvnNAfZmRCmHC0uC8Ps&hl=en&sa=X&ei=Sr33UsmfM4qTyQHw6IH4AQ&redir_esc=y#v=onepage&q=Lev.%2017%3A11%20original%20sin&f=false  

Per approfondire: link del libro dove si approfondiscono le teorie sul peccato ereditato nell'ambito del Giudaismo: From Metaphysics to Midrash: Myth, History, and the Interpretation of Scripture in Lurianic Kabbala
https://www.amazon.it/Metaphysics-Midrash-Interpretation-Scripture-Lurianic/dp/0253350883

Per approfondire: Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento: http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html

lunedì 7 marzo 2016

Mauro Biglino sostiene che vi sia stato un complotto di falsari del Nuovo Testamento

Confutazione:

A pag. 135 del suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio” Mauro Biglino scrive: 

Da questo si comprende che il problema del Nuovo Testamento non risiede tanto nelle traduzioni forzate (anche se sono ben presenti), o nelle interpretazioni di un testo scritto in greco, bensì in ciò che hanno deliberatamente inventato quando l’hanno scritto.

Qui Biglino scopre le sue carte e scrive che il Nuovo Testamento sarebbe un libro inventato. La tesi dell’invenzione a tavolino dei Vangeli e della Divinità di Gesù è stata già proposta in passato, ma è stata scartata per vari motivi. 
Ammettiamo per un attimo che Biglino avesse ragione: è stata tutta un’invenzione e la figura di Gesù è stata divinizzata. Qui prodest? Chi ci guadagnava da tutto cio? Nessuno, anzi. 
Innanzitutto analizziamo un primo punto per confutare la tesi di Biglino. Sappiamo che gli autori del Nuovo Testamento furono otto e di questi otto almeno sette erano ebrei (vi sono comunque teorie che anche Luca fosse ebreo, ma comunque è maggioritariamente accettato che Luca fosse un ellenico giudaizzato). Per quale motivo otto ebrei, fedeli quindi alla Legge mosaica, avrebbero dovuto inventare qualcosa di falso, dichiarando il falso e improntando tutta la loro vita con lo scopo di sostenere il falso?
In quel tempo andare in giro a dire che Gesù Cristo era il Figlio di Dio ed era risorto dalla morte era molto pericoloso. Non solo era considerato blasfemia dagli ebrei (che infatti lapidarono molti cristiani, a cominciare da Stefano), ma era pericoloso anche sostenerlo davanti ai romani, per i quali l’imperatore era considerato dio. Quindi, il supposto gruppo di falsari dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo Testamento cosa ci guadagnava? Di solito si trama un complotto, e si diffondono idee false per poter lucrarci sopra, o per acquisire alcun potere, ma i primi cristiani non ambivano a nessun potere terreno, anzi, rifuggevano il potere, che consideravano uguale alle tenebre, e e cercavano la Verità, che consideravano essere esattamente una persona: Gesù Cristo. Quello che ho appena scritto deriva dallo studio dell’età patristica prenicena, che a sua volta si basa su documenti storici e ritrovamenti archeologici (tombe cristiane) (7).
Inoltre c’è un altro punto, ancora più importante del primo, che smonta le tesi di Biglino: anche ammesso che un limitato gruppo di persone si fosse unito e abbia scritto i Vangeli a tavolino, come sarebbe stato possibile divulgare la nuova credenza, basata su eventi soprannaturali, alle masse? 
Con un semplice libro non si può convincere qualcuno della Divinità di Cristo e della sua Risurrezione dai morti. Per convincere un non credente a credere, bisognava predicare nelle strade, e bisognava predicare con le lacrime agli occhi, ossia credendoci veramente. Infatti il Cristianesimo non è una credenza in un dio impersonale come per esempio le religioni misteriche, dove si descriveva un’anima universale lontana e fredda. Il Cristianesimo è basato su fatti realmente accaduti e se il predicatore non crede veramente in quello che sta predicando, nessuno gli crederebbe. Ve lo immaginate il gruppo di complottisti falsari, quelli che Biglino dice che scrissero a tavolino i Vangeli, andare a predicare in qualcosa che non credevano loro stessi per primi? E in piu andare a predicare sapendo di poter essere uccisi? La logica stessa sconfessa le tesi del Biglino. 

Yuri Leveratto

Nota 7: http://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/il-cristianesimo-antico-leta-patristica.html --- http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/02/la-condanna-morte-del-console-manio.html

Per approfondire:
Confutazione delle tesi di Mauro Biglino sul Nuovo Testamento: http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html