Nell’articolo “Tutto quello che c’è da sapere su Gesù secondo Mauro Biglino” (1), lo scrittore di pseudostoria Mauro Biglino tenta goffamente di denigrare ancora una volta la persona di Gesù Cristo e sua madre, Maria.
Biglino inizia il suo articolo con questa sua frase:
“Gesù Cristo, secondo l’insegnamento della Chiesa, è il Figlio del Dio Yahweh dell’Antico Testamento, mandato dal Padre sulla Terra per liberare l’umanità dalla macchia del “peccato originale”: ma se YHWH non è Dio e il “peccato originale” non esiste, come si spiega la figura di Cristo? Per quale scopo è stato “mandato” e da chi?”
Quindi il Biglino da per scontato che YHWH non sia Dio. Abbiamo già dimostrato (2), che gli israeliti dell’Antico Testamento credevano in un essere Trascendente, creatore del cielo e della terra, che indicavano con il nome di YHWH (IO SONO, vedere Esodo, 3, 14). L’importante infatti è vedere cosa credevano gli israeliti del tempo e non cosa crede uno scrittore di pseudostoria di oggi.
Biglino inoltre dà per scontato che il concetto di peccato originale (o meglio: ereditato) non esista nella Bibbia. Abbiamo però dimostrato che anche tra gli israeliti dell’Antico Testamento vi erano gruppi che credevano nel concetto del peccato ereditato. (3)(4).
Biglino continua con le sue elucubrazioni e si rifà al suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio”, come se quel suo libro riportasse delle verità assolute e non confutabili. Invece proprio quel suo libro è stato oggetto di una mia confutazione (5), e si è rivelato un coacervo di confuse teorie neo-evemeristiche e complottistiche.
Il Biglino sostiene quindi che Gesù sia stato un inviato dai cosidetti “elohim” (questo termine significa Dio, Legislatore Supremo, ma anche "dei stranieri", giudici, legislatori umani, ma per Biglino è il nome di gruppi di alieni che visitarono la terra nel passato e crearono l’uomo). Biglino inizia quindi ad installare l’idea nel lettore che Gesù sia un ibrido tra un alieno e una donna terrestre, Maria (tesi confutata qui: nota 6).
Ma vediamo come Biglino continua nella sua argomentazione:
“Che lui potesse essere solo uno dei tanti, emerge anche dalla lettura dei testi del II secolo (Celso, Giustino Martire) nei quali appare chiaramente come, in molti gruppi dei primi cristiani, quella figura fosse vista semplicemente come una delle tante comparse nei secoli, sia in termini giudaici che in relazione a personaggi della storia greca che Giustino Martire cita espressamente nella sua apologia del cristianesimo.”
Per Biglino Gesù è “uno dei tanti”. A chi allude il Biglino? Forse a qualche personaggio mitologico, non storico, al quale si rendeva culto nell’antichità? Ma quei personaggi ai quali il Biglino allude (Dioniso, Ermete, Eracle, Asclepio, Horus), non sono vissuti realmente, non hanno camminato realmente su questa terra (vedi nota 7). Mentre Gesù è stato un personaggio storico. I suoi seguaci sono stati pronti a morire per Lui, ossia per non rinnegare la sua Divinità davanti ai romani. I suoi seguaci non guadagnavano nulla a divulgare il Vangelo, ed erano avversati apertamente dai sacerdoti del tempio e dalle autorità romane.
A questo punto Biglino inizia a sostenere che la figura del Gesù dei Vangeli sia stata inventata da Paolo di Tarso. Vediamo il suo passaggio corrispondente:
“La figura di Gesù, così come la Chiesa ce lo presenta, è stata inventata a iniziare da Paolo di Tarso che aveva l’obiettivo di rendere quel predicatore giudeo messianista accettabile all’interno della società greco-romana del tempo”.
E poi in un altro passaggio il Biglino scrive:
“Non dimentichiamo che i Vangeli sono stati scritti dopo le lettere di Paolo e quindi ne sono stati fortemente influenzati: Paolo ha inventato e gli altri autori (che non sappiamo chi fossero) hanno ripreso e rielaborato le sue idee.”
Quindi per il Biglino il Nuovo Testamento e il culto a Gesù sarebbero state invenzioni di Paolo di Tarso. Questa tesi è stata smontata ampiamente nel corso della storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza. Ho confutato questa tesi in un mio articolo (8), ma vediamo di analizzarne alcuni punti.
La prima ipotesi è che Paolo di Tarso era in mala fede. Avrebbe quindi inventato le sue lettere. Però è difficile credere che una persona inventi una storia che gli può nuocere, ossia che gli può procurare percosse, privazioni della libertà, persecuzioni ed infine la morte. Infatti nessuno andrebbe al martirio per qualcosa al quale non crede.
Se inoltre Paolo di Tarso avesse inventato la Buona Novella, significa che Gesù rimase nella tomba. In questo caso non ci sarebbe stato un “substrato” di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. e quindi non appena Paolo iniziò a predicare, i giudei lo avrebbero smentito. Gli avrebbero detto: “Ma che dici, quel Gesù è rimasto nella tomba”. Nessuno quindi lo avrebbe ascoltato ne seguito. Il Biglino sostiene che Paolo avrebbe potuto influenzare gli autori di questi scritti.
Ma ciò è improponibile perchè in questi libri sono descritte vicende di Gesù molto importanti (insegnamenti diretti, parabole, miracoli), che avrebbero quindi dovuto essere inventate di sana pianta dai vari autori del Nuovo Testamento.
E anche questo è improponibile perchè ciò necessariamente implicherebbe un complotto. Ma un complotto che non rende nulla: inventare qualcosa di falso senza guadagnarci nulla, anzi, rischiando la morte. E ciò va contro la logica.
Ed inoltre, come avrebbero fatto gli evangelisti a divulgare il Vangelo senza credervi? Per avvicinare le persone alla fede in Cristo bisogna predicare con le lacrime agli occhi, ossia credere veramente.
Inoltre le Lettere di Paolo furono dirette alle comunità cristiane dei tessalonicesi, dei corinzi, dei galati, dei filippesi, dei romani, degli efesini e dei colossesi. Pertanto inizialmente queste lettere non giunsero al cospetto degli altri Evangelisti, che quindi non avrebbero potuto copiarne i contenuti.
Bisogna considerare inoltre che vi sono alcuni studiosi che sostengono che almeno due Vangeli potrebbero essere stati scritti prima delle lettere paoline. Lo studioso J. Carmignac sostiene che il Vangelo di Matteo sarebbe stato scritto nel 45 d.C. inizialmente in aramaico (9). Inoltre secondo lo studioso O’Callaghan, uno dei frammenti dei Rotoli del Mar Morto, sarebbe parte del Vangelo di Marco, e risalirebbe addirittura al 50 d.C. (10).
Invece, proprio la visione di Cristo che Paolo di Tarso disse di avere avuto, fa pensare che ci sia stato un substrato di cristiani-giudei che già credevano prima di lui.
Infatti Paolo sostiene di aver ricevuto il Vangelo (Prima Lettera ai Corinzi 15, 3).
Inoltre dagli Atti degli Apostoli si evince che Paolo perseguitava la Chiesa prima della sua conversione.
Sempre dagli Atti si nota che vi erano persone disposte a morire per Cristo prima della sua conversione (Stefano proto-martire).
Dalle sue lettere si viene a conoscere che vi erano comunità di cristiani in luoghi da lui non ancora visitati (la sua Lettera ai Romani, diretta ai cristiani di Roma, luogo che lui, quando scrisse la lettera, non aveva ancora visitato).
Infine dalle sue lettere si evince che Paolo riportava degli inni a Cristo che si erano formati negli anni immediatamente successivi alla sua missione (per esempio l’inno all’umiltà, nella lettera ai Filippesi, cap.2).
I gruppi di cristiani-giudei credevano realmente in Gesù Cristo e lo associavano apertamente a Dio. Paolo ha quindi avuto una visione di Gesù e ha iniziato a predicare il Vangelo. Nelle sue lettere utilizza dei termini in ebraico come maranatha (vieni Signore, presto), all’interno di scritti in greco, quindi significa che il substrato di cristiani era costituito principalmente da Giudei.
Paolo di Tarso non predicava in modo differente dagli Apostoli. E’ lui stesso che ci comunica (Lettera ai Galati cap. 1 - cap 2), che aveva incontrato Pietro e Giacomo tre anni dopo la sua conversione e poi quattordici anni dopo (Nel 49). In quell’occasione Pietro e Giovanni diedero la “destra” a Paolo in segno di approvazione. Vediamo:
Lettera ai Galati (2, 9):
“e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perchè noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi.”
Inoltre se prima del concilio di Gerusalemme gli Apostoli si fossero resi conto che Paolo di Tarso sosteneva delle tesi non coincidenti con il messaggio centrale di Gesù Cristo, ossia il kerygma, lo avrebbero allontanato e scomunicato e non gli avrebbero permesso di predicare la parola del Signore.
Un altro punto che dimostra che Paolo di Tarso non ha inventato nulla sul tema della salvezza si nota comparando la Lettera ai Romani con il Vangelo di Matteo. Si verifica facilmente che non c'è alcuna contraddizione tra i precetti indicati nella Lettera ai Romani (ossia che ci si salva attraverso la fede nell’espiazione dei peccati attuata da parte di Gesù Cristo sulla croce) e il Vangelo di Matteo, vediamo infatti questo passaggio del Vangelo di Matteo (1, 20-21):
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quindi si afferma che Gesù è venuto per salvare il suo popolo (ossia i figli di Dio), dai peccati, morendo e versando il suo sangue. Vediamo questi altri passaggi: (20, 28), dove si ribadiscono concetti simili:
Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»
Vediamo un ultimo passaggio del Vangelo di Matteo (26, 27-28):
Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perchè questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.
Come si vede il concetto del “riscatto” ossia della morte vicaria, non è tipico di Paolo di Tarso, ma è insito nel Vangelo di Matteo (e a sua volta deriva dalle profezie, una su tutte Isaia 53).
Bisogna considerare inoltre che Paolo di Tarso non viaggiò in Egitto, ne a Bisanzio (Costantinopoli), ne in Armenia, ne in Etiopia, ne in Persia e tantomeno in India. Però in quei posti si diffuse il kerygma fin dal I secolo, ossia il messaggio centrale del Cristianesimo basato sul pentimento dei propri peccati, sull’espiazione dei peccati da parte di Gesù Cristo sulla croce e sulla sua Risurrezione nella carne. Chi diffuse il kerygma in quei territori dove Paolo di Tarso non viaggiò? Gli Apostoli, naturalmente.
Se Paolo di Tarso avesse inventato qualcosa, e se il suo predicare non fosse stato perfettamente coincidente con l’insegnamento di Gesù Cristo, ne sarebbe risultato che nei luoghi che ho citato si sarebbe diffuso un qualcosa di diverso, mentre solo nelle aree visitate da Paolo si sarebbe diffuso il kerygma, ma come sappiamo non fu così, per esempio in Egitto si diffuse il kerygma e il Cristianesimo apostolico, esattamente uguale al Cristianesimo diffuso da Paolo, e il primo che lo diffuse fu l’Evangelista Marco. E via di seguito per gli altri luoghi da me citati: Andrea per Bisanzio, Giuda Taddeo e Bartolomeo per l’Armenia, Tommaso per l’India ecc.
In ultima analisi: Paolo di Tarso è andato al martirio pur di non rinnegare quello che aveva detto e scritto su Gesù Cristo. Nessuno va alla morte per divulgare delle menzogne che lui stesso ha inventato. Naturalmente le fonti storiche sul martirio di Paolo di Tarso sono numerose. (11).
Ma vediamo come Mauro Biglino continua con le sue elecubrazioni:
“Nel libro “Resurrezione e Reincarnazione” ho spiegato come Paolo sia stato costretto a elaborare la dottrina della resurrezione della carne (a partire da quella del Cristo) per tentare di dare risposte a domande che i suoi seguaci gli facevano in relazione all’inaccettabile ritardo nel compimento della promessa dell’immediato ritorno di Gesù”.
Ancora una volta il Biglino va contro la logica, infatti se Paolo avesse inventato il fatto della Risurrezione di Gesù, significa che il corpo di Gesù rimase nella tomba In questo caso non ci sarebbe stato un “substrato” di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. e quindi non appena Paolo iniziò a predicare, i giudei lo avrebbero smentito. Gli avrebbero detto: “Ma che dici, quel Gesù è rimasto nella tomba”. Nessuno quindi lo avrebbe ascoltato ne seguito.
Poi il Biglino, siccome qualcuno gli avrebbe chiesto se Gesù fosse vegetariano, dimostra con alcuni versi biblici che Gesù mangiava carne, cosa alquanto risaputa per noi cristiani. Ma il Biglino non perde l’occasione per denigrare Gesù e lo definisce “un mangione e un ghiottone”. Il furbo Biglino installa nella mente del lettore che Gesù amasse il cibo a dismisura, (e che quindi non avesse raggiunto l'equilibrio, che caratterizza un saggio), tentando cosi di cancellare dalla mente dei suoi lettori l’idea di Gesù visto come un grande maestro.
Nell’ultima parte dell’articolo il Biglino attacca direttamente Maria, la madre di Gesù. Il Biglino ipotizza che un extraterrestre abbia avuto un rapporto sessuale con Maria, tesi non solo irriverente, ma completamente assurda. In pratica Biglino sta sostenendo che l’Angelo che apparve a Maria aveva sembianze umane ed ebbe un rapporto sessuale con lei. Che avesse sembianze umane è possibile, ma non è possibile che ebbe relazioni sessuali con lei, perchè lei si sarebbe rifiutata, essendo una donna corretta, che avrebbe avuto relazioni sessuali solo all’interno del matrimonio. Ho comunque confutato queste tesi assurde del Biglino nel mio articolo il cui link è alla nota 6.
Nell’ultima parte del suo articolo il Biglino tenta ancora di attaccare il concetto del peccato originale, con il fine di annullare lo scopo della missione di Gesù sulla terra. Purtroppo per lui le sue tesi sono state ampiamente smentite (vedere gli articoli i cui link sono alle note 3 e 4)
Yuri Leveratto
Note:
1-https://unoeditori.com/tutto-quello-che-ce-da-sapere-su-gesu-secondo-mauro-biglino-2/
2-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-yhwh-non_18.html
3-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-il-peccato.html
4-http://yurileveratto2.blogspot.com/2018/11/il-concetto-del-peccato-nellantico.html
5-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html
6-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/confutazione-della-tesi-di-mauro.html
7-https://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/cristo-non-e-horus-e-il-cristianesimo.html
8-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-paolo-di.html
9-J. Carmignac, Nascita dei Vangeli sinottici, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1986.
10-http://www.statveritas.com.ar/Varios/JLoring-01.htm
11- Abbiamo varie fonti storiche del martirio di Paolo di Tarso, avvenuto probabilmente nel 67 d.C., vediamone alcune:
Lettera di Ignazio di Antiochia agli Efesini (110 AD)
XII. So chi sono e a chi scrivo. Io sono un condannato, voi avete ottenuto misericordia. Io in pericolo, voi al sicuro. Voi siete la strada per quelli che s'innalzano a Dio. Gli iniziati di Paolo che si è santificato, ha reso testimonianza ed è degno di essere chiamato beato. Possa io stare sulle sue orme per raggiungere Dio; in un'intera sua lettera si ricorda di voi in Gesù Cristo.
Lettera ai Romani di Dionigi, vescovo di Corinto (166-174 AD), in Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica 25-8
“Con una tale ammonizione voi avete fuso le piantagioni di Roma e di Corinto, fatte da Pietro e da Paolo, giacchè entrambi insegnarono insieme nella nostra Corinto e noi ne siamo i frutti, e ugualmente, dopo aver insegnato insieme anche in Italia, subirono il martirio nello stesso tempo”
Tertulliano –Prescrizione contro le eresie (200 AD)
Come felice è la sua chiesa, su cui gli apostoli riversano tutta la loro dottrina insieme con il loro sangue! Dove Pietro subisce la passione come il suo Signore! Dove Paolo vince la corona in una morte simile a quella di Giovanni, dove l'apostolo Giovanni fu immerso, illeso, in olio bollente, e quindi rimandato in esilio nella sua isola! Vedete ciò che ha imparato, ciò che ha insegnato, e quello che ha avuto comunione con le nostre chiese in Africa!
Lattanzio, De Mortibus Persecutorum (318 AD)
I suoi apostoli erano allora undici di numero, al quale sono stati aggiunti Mattia, al posto del traditore Giuda, e poi Paolo. Poi si dispersero per tutta la terra a predicare il Vangelo, come il Signore loro Maestro gli aveva ordinato; e durante venticinque anni, e fino all'inizio del regno di Nerone, si occuparono di gettare le fondamenta della Chiesa in ogni provincia e città. E mentre Nerone regnava, l'apostolo Pietro è venuto a Roma, e, attraverso la potenza di Dio che gli fu affidata, fece certi miracoli e, convertendo molti alla vera religione, costruì un tempio fedele e saldo al Signore. Quando Nerone sentì parlare di queste cose, e osservò che non solo a Roma, ma in ogni altro luogo, una grande moltitudine di persone abbandonava ogni giorno il culto degli idoli, e, condannando le loro vecchie abitudini, si avvicinava alla nuova religione, lui, un esecrabile e pernicioso tiranno, decise di radere al suolo il tempio celeste e distruggere la vera fede. Fu lui che per primo ha perseguitato i servi di Dio; lui ha crocifisso Pietro e ha fatto uccidere Paolo.
Biglino inizia il suo articolo con questa sua frase:
“Gesù Cristo, secondo l’insegnamento della Chiesa, è il Figlio del Dio Yahweh dell’Antico Testamento, mandato dal Padre sulla Terra per liberare l’umanità dalla macchia del “peccato originale”: ma se YHWH non è Dio e il “peccato originale” non esiste, come si spiega la figura di Cristo? Per quale scopo è stato “mandato” e da chi?”
Quindi il Biglino da per scontato che YHWH non sia Dio. Abbiamo già dimostrato (2), che gli israeliti dell’Antico Testamento credevano in un essere Trascendente, creatore del cielo e della terra, che indicavano con il nome di YHWH (IO SONO, vedere Esodo, 3, 14). L’importante infatti è vedere cosa credevano gli israeliti del tempo e non cosa crede uno scrittore di pseudostoria di oggi.
Biglino inoltre dà per scontato che il concetto di peccato originale (o meglio: ereditato) non esista nella Bibbia. Abbiamo però dimostrato che anche tra gli israeliti dell’Antico Testamento vi erano gruppi che credevano nel concetto del peccato ereditato. (3)(4).
Biglino continua con le sue elucubrazioni e si rifà al suo libro “Antico e Nuovo Testamento libri senza Dio”, come se quel suo libro riportasse delle verità assolute e non confutabili. Invece proprio quel suo libro è stato oggetto di una mia confutazione (5), e si è rivelato un coacervo di confuse teorie neo-evemeristiche e complottistiche.
Il Biglino sostiene quindi che Gesù sia stato un inviato dai cosidetti “elohim” (questo termine significa Dio, Legislatore Supremo, ma anche "dei stranieri", giudici, legislatori umani, ma per Biglino è il nome di gruppi di alieni che visitarono la terra nel passato e crearono l’uomo). Biglino inizia quindi ad installare l’idea nel lettore che Gesù sia un ibrido tra un alieno e una donna terrestre, Maria (tesi confutata qui: nota 6).
Ma vediamo come Biglino continua nella sua argomentazione:
“Che lui potesse essere solo uno dei tanti, emerge anche dalla lettura dei testi del II secolo (Celso, Giustino Martire) nei quali appare chiaramente come, in molti gruppi dei primi cristiani, quella figura fosse vista semplicemente come una delle tante comparse nei secoli, sia in termini giudaici che in relazione a personaggi della storia greca che Giustino Martire cita espressamente nella sua apologia del cristianesimo.”
Per Biglino Gesù è “uno dei tanti”. A chi allude il Biglino? Forse a qualche personaggio mitologico, non storico, al quale si rendeva culto nell’antichità? Ma quei personaggi ai quali il Biglino allude (Dioniso, Ermete, Eracle, Asclepio, Horus), non sono vissuti realmente, non hanno camminato realmente su questa terra (vedi nota 7). Mentre Gesù è stato un personaggio storico. I suoi seguaci sono stati pronti a morire per Lui, ossia per non rinnegare la sua Divinità davanti ai romani. I suoi seguaci non guadagnavano nulla a divulgare il Vangelo, ed erano avversati apertamente dai sacerdoti del tempio e dalle autorità romane.
A questo punto Biglino inizia a sostenere che la figura del Gesù dei Vangeli sia stata inventata da Paolo di Tarso. Vediamo il suo passaggio corrispondente:
“La figura di Gesù, così come la Chiesa ce lo presenta, è stata inventata a iniziare da Paolo di Tarso che aveva l’obiettivo di rendere quel predicatore giudeo messianista accettabile all’interno della società greco-romana del tempo”.
E poi in un altro passaggio il Biglino scrive:
“Non dimentichiamo che i Vangeli sono stati scritti dopo le lettere di Paolo e quindi ne sono stati fortemente influenzati: Paolo ha inventato e gli altri autori (che non sappiamo chi fossero) hanno ripreso e rielaborato le sue idee.”
Quindi per il Biglino il Nuovo Testamento e il culto a Gesù sarebbero state invenzioni di Paolo di Tarso. Questa tesi è stata smontata ampiamente nel corso della storia, ma periodicamente qualcuno la riutilizza. Ho confutato questa tesi in un mio articolo (8), ma vediamo di analizzarne alcuni punti.
La prima ipotesi è che Paolo di Tarso era in mala fede. Avrebbe quindi inventato le sue lettere. Però è difficile credere che una persona inventi una storia che gli può nuocere, ossia che gli può procurare percosse, privazioni della libertà, persecuzioni ed infine la morte. Infatti nessuno andrebbe al martirio per qualcosa al quale non crede.
Se inoltre Paolo di Tarso avesse inventato la Buona Novella, significa che Gesù rimase nella tomba. In questo caso non ci sarebbe stato un “substrato” di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. e quindi non appena Paolo iniziò a predicare, i giudei lo avrebbero smentito. Gli avrebbero detto: “Ma che dici, quel Gesù è rimasto nella tomba”. Nessuno quindi lo avrebbe ascoltato ne seguito. Il Biglino sostiene che Paolo avrebbe potuto influenzare gli autori di questi scritti.
Ma ciò è improponibile perchè in questi libri sono descritte vicende di Gesù molto importanti (insegnamenti diretti, parabole, miracoli), che avrebbero quindi dovuto essere inventate di sana pianta dai vari autori del Nuovo Testamento.
E anche questo è improponibile perchè ciò necessariamente implicherebbe un complotto. Ma un complotto che non rende nulla: inventare qualcosa di falso senza guadagnarci nulla, anzi, rischiando la morte. E ciò va contro la logica.
Ed inoltre, come avrebbero fatto gli evangelisti a divulgare il Vangelo senza credervi? Per avvicinare le persone alla fede in Cristo bisogna predicare con le lacrime agli occhi, ossia credere veramente.
Inoltre le Lettere di Paolo furono dirette alle comunità cristiane dei tessalonicesi, dei corinzi, dei galati, dei filippesi, dei romani, degli efesini e dei colossesi. Pertanto inizialmente queste lettere non giunsero al cospetto degli altri Evangelisti, che quindi non avrebbero potuto copiarne i contenuti.
Bisogna considerare inoltre che vi sono alcuni studiosi che sostengono che almeno due Vangeli potrebbero essere stati scritti prima delle lettere paoline. Lo studioso J. Carmignac sostiene che il Vangelo di Matteo sarebbe stato scritto nel 45 d.C. inizialmente in aramaico (9). Inoltre secondo lo studioso O’Callaghan, uno dei frammenti dei Rotoli del Mar Morto, sarebbe parte del Vangelo di Marco, e risalirebbe addirittura al 50 d.C. (10).
Invece, proprio la visione di Cristo che Paolo di Tarso disse di avere avuto, fa pensare che ci sia stato un substrato di cristiani-giudei che già credevano prima di lui.
Infatti Paolo sostiene di aver ricevuto il Vangelo (Prima Lettera ai Corinzi 15, 3).
Inoltre dagli Atti degli Apostoli si evince che Paolo perseguitava la Chiesa prima della sua conversione.
Sempre dagli Atti si nota che vi erano persone disposte a morire per Cristo prima della sua conversione (Stefano proto-martire).
Dalle sue lettere si viene a conoscere che vi erano comunità di cristiani in luoghi da lui non ancora visitati (la sua Lettera ai Romani, diretta ai cristiani di Roma, luogo che lui, quando scrisse la lettera, non aveva ancora visitato).
Infine dalle sue lettere si evince che Paolo riportava degli inni a Cristo che si erano formati negli anni immediatamente successivi alla sua missione (per esempio l’inno all’umiltà, nella lettera ai Filippesi, cap.2).
I gruppi di cristiani-giudei credevano realmente in Gesù Cristo e lo associavano apertamente a Dio. Paolo ha quindi avuto una visione di Gesù e ha iniziato a predicare il Vangelo. Nelle sue lettere utilizza dei termini in ebraico come maranatha (vieni Signore, presto), all’interno di scritti in greco, quindi significa che il substrato di cristiani era costituito principalmente da Giudei.
Paolo di Tarso non predicava in modo differente dagli Apostoli. E’ lui stesso che ci comunica (Lettera ai Galati cap. 1 - cap 2), che aveva incontrato Pietro e Giacomo tre anni dopo la sua conversione e poi quattordici anni dopo (Nel 49). In quell’occasione Pietro e Giovanni diedero la “destra” a Paolo in segno di approvazione. Vediamo:
Lettera ai Galati (2, 9):
“e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perchè noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi.”
Inoltre se prima del concilio di Gerusalemme gli Apostoli si fossero resi conto che Paolo di Tarso sosteneva delle tesi non coincidenti con il messaggio centrale di Gesù Cristo, ossia il kerygma, lo avrebbero allontanato e scomunicato e non gli avrebbero permesso di predicare la parola del Signore.
Un altro punto che dimostra che Paolo di Tarso non ha inventato nulla sul tema della salvezza si nota comparando la Lettera ai Romani con il Vangelo di Matteo. Si verifica facilmente che non c'è alcuna contraddizione tra i precetti indicati nella Lettera ai Romani (ossia che ci si salva attraverso la fede nell’espiazione dei peccati attuata da parte di Gesù Cristo sulla croce) e il Vangelo di Matteo, vediamo infatti questo passaggio del Vangelo di Matteo (1, 20-21):
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quindi si afferma che Gesù è venuto per salvare il suo popolo (ossia i figli di Dio), dai peccati, morendo e versando il suo sangue. Vediamo questi altri passaggi: (20, 28), dove si ribadiscono concetti simili:
Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»
Vediamo un ultimo passaggio del Vangelo di Matteo (26, 27-28):
Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perchè questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.
Come si vede il concetto del “riscatto” ossia della morte vicaria, non è tipico di Paolo di Tarso, ma è insito nel Vangelo di Matteo (e a sua volta deriva dalle profezie, una su tutte Isaia 53).
Bisogna considerare inoltre che Paolo di Tarso non viaggiò in Egitto, ne a Bisanzio (Costantinopoli), ne in Armenia, ne in Etiopia, ne in Persia e tantomeno in India. Però in quei posti si diffuse il kerygma fin dal I secolo, ossia il messaggio centrale del Cristianesimo basato sul pentimento dei propri peccati, sull’espiazione dei peccati da parte di Gesù Cristo sulla croce e sulla sua Risurrezione nella carne. Chi diffuse il kerygma in quei territori dove Paolo di Tarso non viaggiò? Gli Apostoli, naturalmente.
Se Paolo di Tarso avesse inventato qualcosa, e se il suo predicare non fosse stato perfettamente coincidente con l’insegnamento di Gesù Cristo, ne sarebbe risultato che nei luoghi che ho citato si sarebbe diffuso un qualcosa di diverso, mentre solo nelle aree visitate da Paolo si sarebbe diffuso il kerygma, ma come sappiamo non fu così, per esempio in Egitto si diffuse il kerygma e il Cristianesimo apostolico, esattamente uguale al Cristianesimo diffuso da Paolo, e il primo che lo diffuse fu l’Evangelista Marco. E via di seguito per gli altri luoghi da me citati: Andrea per Bisanzio, Giuda Taddeo e Bartolomeo per l’Armenia, Tommaso per l’India ecc.
In ultima analisi: Paolo di Tarso è andato al martirio pur di non rinnegare quello che aveva detto e scritto su Gesù Cristo. Nessuno va alla morte per divulgare delle menzogne che lui stesso ha inventato. Naturalmente le fonti storiche sul martirio di Paolo di Tarso sono numerose. (11).
Ma vediamo come Mauro Biglino continua con le sue elecubrazioni:
“Nel libro “Resurrezione e Reincarnazione” ho spiegato come Paolo sia stato costretto a elaborare la dottrina della resurrezione della carne (a partire da quella del Cristo) per tentare di dare risposte a domande che i suoi seguaci gli facevano in relazione all’inaccettabile ritardo nel compimento della promessa dell’immediato ritorno di Gesù”.
Ancora una volta il Biglino va contro la logica, infatti se Paolo avesse inventato il fatto della Risurrezione di Gesù, significa che il corpo di Gesù rimase nella tomba In questo caso non ci sarebbe stato un “substrato” di cristiani-giudei dal 30 al 50 d.C. e quindi non appena Paolo iniziò a predicare, i giudei lo avrebbero smentito. Gli avrebbero detto: “Ma che dici, quel Gesù è rimasto nella tomba”. Nessuno quindi lo avrebbe ascoltato ne seguito.
Poi il Biglino, siccome qualcuno gli avrebbe chiesto se Gesù fosse vegetariano, dimostra con alcuni versi biblici che Gesù mangiava carne, cosa alquanto risaputa per noi cristiani. Ma il Biglino non perde l’occasione per denigrare Gesù e lo definisce “un mangione e un ghiottone”. Il furbo Biglino installa nella mente del lettore che Gesù amasse il cibo a dismisura, (e che quindi non avesse raggiunto l'equilibrio, che caratterizza un saggio), tentando cosi di cancellare dalla mente dei suoi lettori l’idea di Gesù visto come un grande maestro.
Nell’ultima parte dell’articolo il Biglino attacca direttamente Maria, la madre di Gesù. Il Biglino ipotizza che un extraterrestre abbia avuto un rapporto sessuale con Maria, tesi non solo irriverente, ma completamente assurda. In pratica Biglino sta sostenendo che l’Angelo che apparve a Maria aveva sembianze umane ed ebbe un rapporto sessuale con lei. Che avesse sembianze umane è possibile, ma non è possibile che ebbe relazioni sessuali con lei, perchè lei si sarebbe rifiutata, essendo una donna corretta, che avrebbe avuto relazioni sessuali solo all’interno del matrimonio. Ho comunque confutato queste tesi assurde del Biglino nel mio articolo il cui link è alla nota 6.
Nell’ultima parte del suo articolo il Biglino tenta ancora di attaccare il concetto del peccato originale, con il fine di annullare lo scopo della missione di Gesù sulla terra. Purtroppo per lui le sue tesi sono state ampiamente smentite (vedere gli articoli i cui link sono alle note 3 e 4)
Yuri Leveratto
Note:
1-https://unoeditori.com/tutto-quello-che-ce-da-sapere-su-gesu-secondo-mauro-biglino-2/
2-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-yhwh-non_18.html
3-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-il-peccato.html
4-http://yurileveratto2.blogspot.com/2018/11/il-concetto-del-peccato-nellantico.html
5-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/07/confutazione-alle-tesi-di-mauro-biglino.html
6-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/confutazione-della-tesi-di-mauro.html
7-https://yurileveratto2.blogspot.com/2015/10/cristo-non-e-horus-e-il-cristianesimo.html
8-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-paolo-di.html
9-J. Carmignac, Nascita dei Vangeli sinottici, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1986.
10-http://www.statveritas.com.ar/Varios/JLoring-01.htm
11- Abbiamo varie fonti storiche del martirio di Paolo di Tarso, avvenuto probabilmente nel 67 d.C., vediamone alcune:
Lettera di Ignazio di Antiochia agli Efesini (110 AD)
XII. So chi sono e a chi scrivo. Io sono un condannato, voi avete ottenuto misericordia. Io in pericolo, voi al sicuro. Voi siete la strada per quelli che s'innalzano a Dio. Gli iniziati di Paolo che si è santificato, ha reso testimonianza ed è degno di essere chiamato beato. Possa io stare sulle sue orme per raggiungere Dio; in un'intera sua lettera si ricorda di voi in Gesù Cristo.
Lettera ai Romani di Dionigi, vescovo di Corinto (166-174 AD), in Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica 25-8
“Con una tale ammonizione voi avete fuso le piantagioni di Roma e di Corinto, fatte da Pietro e da Paolo, giacchè entrambi insegnarono insieme nella nostra Corinto e noi ne siamo i frutti, e ugualmente, dopo aver insegnato insieme anche in Italia, subirono il martirio nello stesso tempo”
Tertulliano –Prescrizione contro le eresie (200 AD)
Come felice è la sua chiesa, su cui gli apostoli riversano tutta la loro dottrina insieme con il loro sangue! Dove Pietro subisce la passione come il suo Signore! Dove Paolo vince la corona in una morte simile a quella di Giovanni, dove l'apostolo Giovanni fu immerso, illeso, in olio bollente, e quindi rimandato in esilio nella sua isola! Vedete ciò che ha imparato, ciò che ha insegnato, e quello che ha avuto comunione con le nostre chiese in Africa!
Lattanzio, De Mortibus Persecutorum (318 AD)
I suoi apostoli erano allora undici di numero, al quale sono stati aggiunti Mattia, al posto del traditore Giuda, e poi Paolo. Poi si dispersero per tutta la terra a predicare il Vangelo, come il Signore loro Maestro gli aveva ordinato; e durante venticinque anni, e fino all'inizio del regno di Nerone, si occuparono di gettare le fondamenta della Chiesa in ogni provincia e città. E mentre Nerone regnava, l'apostolo Pietro è venuto a Roma, e, attraverso la potenza di Dio che gli fu affidata, fece certi miracoli e, convertendo molti alla vera religione, costruì un tempio fedele e saldo al Signore. Quando Nerone sentì parlare di queste cose, e osservò che non solo a Roma, ma in ogni altro luogo, una grande moltitudine di persone abbandonava ogni giorno il culto degli idoli, e, condannando le loro vecchie abitudini, si avvicinava alla nuova religione, lui, un esecrabile e pernicioso tiranno, decise di radere al suolo il tempio celeste e distruggere la vera fede. Fu lui che per primo ha perseguitato i servi di Dio; lui ha crocifisso Pietro e ha fatto uccidere Paolo.