martedì 16 ottobre 2018

Gesù ha confermato la veridicità dell’Antico Testamento


Oggigiorno molte persone credenti in Gesù Cristo, considerano che l’Antico Testamento sia un insieme di libri in parte storici, ma soprattutto allegorici e simbolici. Secondo questa linea di pensiero, molti episodi biblici non sarebbero accaduti realmente, ma sarebbero stati creati ad hoc come miti fondazionali, o per dare insegnamenti morali. 
Queste persone però non considerano che Gesù ha confermato l’Antico Testamento (l’ebraico Tanakh), decine e decine di volte. 
Questo non significa che noi cristiani dobbiamo basarci sull'Antico Testamento e sulla Legge di Mosè. Il termine della Legge è Cristo e noi cristiani dobbiamo accettare la sua Grazia e basarci sul Nuovo Testamento. Tuttavia l’Antico Testamento ha la sua importanza, perché è il fondamento del Nuovo Testamento. 

Vediamo alcune delle frasi che Gesù ha detto a conferma del Tanakh. 
Innanzitutto Gesù ha confermato che l’Antico Testamento è divinamente ispirato, infatti Gesù dice: 
La scrittura non può  essere annullata” (Vangelo di Giovanni 10, 35)
Per Gesù le Sacre Scritture sono “comandamento di Dio” Vangelo di Matteo 15, 3-6)
Gesù fa costanti riferimenti all'Antico Testamento. Vediamo per esempio il Vangelo di Matteo (21, 16), quando Gesù cita il Salmo (8, 2):

e gli dissero: «Senti tu ciò che questi dicono?». Gesù disse loro: «Sì! Non avete mai letto: "Dalla bocca dei bambini e dei lattanti, tu ti sei procurato lode"?»

Oltre a ciò  Gesù ha riconosciuto che Adamo ed Eva furono creati da Dio, e che furono due esseri viventi, e non un’allegoria della prima coppia di umani. Vediamo a tale proposito questo passaggio di Gesù (Vangelo di Matteo 19, 3-5):

Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi?» 4 Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: 5 "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne"?

Qui Gesù ha citato la Genesi (1, 27 – 2, 44). (Questa citazione si riporta anche nel Vangelo di Marco 10, 6-8).

Gesù ha confermato il racconto dell’Arca di Noè. Ha confermato quindi che esistette un’arca e che il diluvio distrusse tutti gli esseri che non erano nell'arca. Vediamo a tale proposito questo passaggio di Gesù (Vangelo di Luca 17, 26-27): 

Come avvenne ai giorni di Noè, così pure avverrà ai giorni del Figlio dell'uomo. Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, si andava a marito, fino al giorno che Noè entrò nell'arca, e venne il diluvio che li fece perire tutti. 

Qui Gesù ha citato la Genesi (6, 5-12). (Questa citazione si riporta anche nel Vangelo di Matteo 24, 38-39).

In occasioni separate, Gesù ha autenticato la distruzione di Sodoma, la storicità di Lot e di sua moglie. Vediamo a tale proposito il seguente passaggio: Vangelo di Luca (17, 28-29): 

Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva; ma nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti. 

(Questo fatto è riportato anche nel Vangelo di Matteo 10, 15).

Gesù ha riconosciuto come veritiera la narrazione del Libro di Giona. Vediamo a tale proposito il seguente passaggio del Vangelo di Matteo (12, 40): 

Poichè, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti. 

Come sappiamo alcuni biblisti moderni sostengono che vi siano stati vari autori che scrissero utilizando il nome di Isaia, ma Gesù confermò  che vi fu un unico Isaia. Nel Vangelo di Luca (4, 17-21), Gesù cita Isaia (49, 8), (61, 1), che alcuni biblisti considerano il Secondo Isaia o Deuteroisaia). Vediamo: 

17 E gli fu dato in mano il libro del profeta Isaia; lo aprì e trovò quel passo dove era scritto: 18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi, 19 e per predicare l'anno accettevole del Signore». 20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si pose a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. 21 Allora cominciò a dir loro: «Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi».

Nel Vangelo di Matteo (15, 7-9), Gesù si riferisce alla prima parte dell’opera di Isaia (Isaia 29, 13) senza la minima indicazione che si tratti di più di un autore.

7 Ipocriti, ben profetizzò di voi Isaia, quando disse: 8 "Questo popolo si accosta a me con la bocca e mi onora con le labbra; ma il loro cuore è lontano da me. 9 E invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini"». 

Gesù cita ancora Isaia, indicando la sua storicità, nel Vangelo di Matteo (12, 17): 

17 affinché si adempisse quanto era stato detto per bocca del profeta Isaia:
18 «Ecco il mio servitore che ho scelto; il mio diletto, in cui l'anima mia si è compiaciuta.
Io metterò lo Spirito mio sopra di lui,
ed egli annuncerà la giustizia alle genti.
19 Non contenderà, nè griderà
e nessuno udrà la sua voce sulle piazze.
20 Egli non triterà la canna rotta
e non spegnerà il lucignolo fumante,
finchè non abbia fatto trionfare la giustizia.
21 E nel nome di lui le genti spereranno».

(In questi passaggi Gesù cita il Libro di Isaia 42, 1 e 49, 3).

Gesù riconobbe la storicità di Elia, vediamo il passaggio del Vangelo di Matteo (17, 11-12): 

11 Egli rispose: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa. 12 Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto; così anche il Figlio dell'uomo deve soffrire da parte loro». 13 Allora i discepoli capirono che egli aveva parlato loro di Giovanni il battista.

Gesù riconobbe la storicità di Daniele, vediamo il passaggio del Vangelo di Matteo (24, 15): 

«Quando dunque avrete visto l'abominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge intenda)

Gesù riconobbe la storicità di Abele e di Zaccaria, vediamo il passaggio del Vangelo di Matteo (23, 35):

affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che uccideste fra il tempio e l'altare.

Gesù riconobbe la storicità di Davide e Abiatar, vediamo il passaggio del Vangelo di Marco (2, 25-26): 

Ma egli disse loro: «Non avete mai letto ciò che fece Davide, quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e quelli con lui? 26 Come egli entrò nella casa di Dio, al tempo del sommo sacerdote Abiatar, e mangiò i pani di presentazione che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche a quelli che erano con lui?».

La storicità di Davide è riconosciuta da Gesù anche in questo passaggio del Vangelo di Matteo (22, 41-45):

41 Ora, essendo i farisei riuniti, Gesù chiese loro: 42 «Che ve ne pare del Cristo? Di chi è figlio?». Essi gli dissero: «Di Davide». 43 Egli disse loro: «Come maidunque Davide, per lo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: 44 "Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finchè io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi"? 45 Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?».

Gesù riconobbe la storicità di Mosè vediamo il passaggio del Vangelo di Giovanni (5, 45, 47): 

45 Non pensate che io vi accusi presso il Padre; c'è chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza; 46 infatti se voi credeste a Mosè, credereste anche a me, perchè egli ha scritto di me. 47 Ma se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole?».

La storicità di Mosè viene anche ribadita nel Vangelo di Marco (12, 26-27):

Riguardo poi alla risurrezione dei morti, non avete letto nel libro di Mosè, come Dio gli parlò dal roveto, dicendo: "Io sono il Dio di Abrahamo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe"? 27 Egli non è Dio dei morti, ma Dio dei viventi. Voi, dunque, vi sbagliate grandemente».

Gesù riconobbe la storicità di Abrahamo, Isacco e Giacobbe vediamo il passaggio del Vangelo di Matteo (8, 11):

Or io vi dico, che molti verranno da levante e da ponente e sederanno a tavola con Abrahamo, con Isacco e con Giacobbe, nel regno dei cieli.

e del Vangelo di Giovanni (8, 39):

Essi, rispondendo, gli dissero: «Il padre nostro è Abrahamo». Gesù disse loro: «Se foste figli di Abrahamo, fareste le opere di Abrahamo; 

Gesù ha confermato il racconto della manna data da Dio nel deserto (Giovanni 6:31-51), e il giudizio su Tiro e Sidone (Matteo 1:1-21)

Gesù quindi conferma e autentica la veridicità del racconto biblico e conferma l’autenticità dei vari libri biblici. Per esempio Gesù conferma che fu Mosè l’autore della Torah. Vediamo a tale proposito questo passaggio del Vangelo di Matteo (19, 8):

“Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandar via le vostre mogli; ma da principio non era così” 

Vangelo di Giovanni (7, 19): 

“Mosè non vi ha forse dato la legge? Eppure nessuno di voi mette in pratica la legge! Perché cercate d’uccidermi?” 

Gesù pertanto non ha alluso ai racconti biblici, ma li ha autenticati, dando loro valore e affermando implicitamente che si deve avere fiducia in essi. 

Yuri Leveratto

Nessun commento:

Posta un commento