Dopo l’acsenscione di Gesù al cielo, gli Apostoli ritornarono a Gerusalemme, come gli era stato ordinato, per aspettare la “promessa del Padre”, ossia lo Spirito Santo.
Cinquanta giorni dopo la crocifissione, durante la festa di Pentecoste, centoventi discepoli del Signore furono colmati di Spirito Santo, e risultarono quindi pronti per compiere la gran missione di testimoniare fino ai confini della terra la Buona Novella, il Vangelo.
La nascita della Chiesa cristiana fu quindi determinata dalla discesa dello Spirito Santo, che è venuto a vivere nel cuore dei credenti per avvisarli del peccato, e quindi della giustizia e del giudizio.
Con la nascita della Chiesa si è inaugurata l’età della Grazia, e quindi la Legge di Mosè è diventata inoperante.
Vediamo a tale proposito il diciasettesimo verso del primo capitolo del Vangelo di Giovanni:
Perchè la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Il diciasettesimo verso non vuole mostrare alcun contrasto tra Mosè e Cristo. E neppure tra la Legge, la Grazia e la Verità. Giovanni vuole puntualizzare che mentre Dio ha dato la Legge per mezzo di Mosè, Gesù ha portato la Grazia e la Verità. Anteriormente ci si salvava per fede e seguendo la Legge, ora ci si salva credendo nel sacrificio di Gesù Cristo per noi sulla croce. Ci si salva accettando la Grazia, con la fede.
Però per quale motivo Giovanni ribadisce che Dio diede la Legge per mezzo di Mosè, antecedentemente alla Grazia?
Proprio per il fatto che la prima trasgressione della legge fu in Adamo. Dio aveva dato all’uomo la possibiltà di scelta, in quanto non poteva forzare l’uomo a scegliere il bene. Però poteva imporre un castigo per le trasgressioni. La Legge non fu “un’opzione di Dio”, ne la conseguenza della disobbedienza dell’uomo a Dio. Dopo l’uscita degli ebrei dall’Egitto, Dio scelse Mosè per dare la legge agli uomini. Mosè fu utilizzato da Dio solo come strumento. La legge fu data in un determinato momento storico. Per questo si usa il verbo edothe, “fu data”, che si riferisce ad un determinato periodo.
Per gli ebrei cristiani il compimento della legge è stato Gesù Cristo. Infatti, leggiamo la Lettera ai Romani (10, 4):
Ora, il termine della Legge è Cristo, perchè la giustizia sia data a chiunque crede.
Quindi non è il rispetto dei dieci comandamenti che porta l’uomo alla salvezza, ma è la fede che Gesù Cristo sia morto per i nostri peccati che porta l’uomo alla salvezza. Infatti anche se una persona rispettasse alla lettera i dieci comandamenti sarebbe sempre un peccatore. Non potrà salvarsi “da solo”, ne con azioni di riparazione dei suoi peccati (il peccato resta), ne con azioni buone tese a compensare il peccato. Solo accettando la Grazia data da Gesù Cristo, per mezzo della fede, l’uomo può salvarsi. Infatti vediamo questi due passaggi neo-testamentari:
Lettera ai Galati (3, 13):
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poichè sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno,
Lettera ai Romani (8, 1):
Ora, dunque, non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
Pertanto Gesù si è caricato dei nostri peccati e se accogliamo il suo sacrificio ci liberiamo dal potere di condanna della Legge, senza violarla, perchè in Cristo troviamo il compimento della Legge morale di Dio.
Però in che cosa e perchè la Grazia e la Verità sono superiori alla Legge?
Mosè non fu la personificazione della Legge. Ma Gesù Cristo fu la personificazione della Grazia e della Verità. Vediamo alcune frasi che richiamano alla Legge e altre che richiamano invece alla Grazia e alla Verità.
Legge:
Lettera ai Romani (6, 23 a):
Perchè il salario del peccato è la morte;
Grazia:
Lettera ai Romani (6, 23b):
ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Legge:
Ezechiele (18, 20):
Chi pecca morirà; il figlio non sconterà l’iniquità del padre, nè il padre l’iniquità del figlio. Sul giusto rimarrà la sua giustizia e sul malvagio la sua malvagità.
Grazia:
Vangelo di Giovanni (11, 25-26):
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?».
La Legge pronuncia condanna e morte.
La Grazia proclama giustificazione e vita.
Grazia:
Ezechiele (11, 19):
Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne,
Ezechiele (36, 26):
vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Legge:
Lettera ai Galati (3, 10):
Quelli invece che si richiamano alle opere della Legge stanno sotto la maledizione, poichè sta scritto: Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica.
Grazia:
Salmi (32, 1-2):
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.
Legge:
Deuteronomio (6, 5):
Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Grazia:
Vangelo di Giovanni (3, 16-17):
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchè chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui.
La Legge descrive ciò che l’uomo deve fare per Dio.
La Grazia descrive ciò che Cristo ha fatto per l’uomo.
La Legge si dirige all'uomo come parte della creazione antica.
La Grazia permette che l'uomo si faccia membro della nuova creazione.
La Legge produce una propensione naturale alla disobbedienza.
La Grazia crea una propensione naturale all'obbedienza.
La Legge richiede obbedienza per il timore della Legge stessa.
La Grazia supplica l’uomo per la misericordia di Dio.
La Legge chiede santità.
La Grazia da santità.
La Legge dice: “condannalo!”.
La Grazia dice: “assolvilo”.
Per la Legge la benedizione è il risultato dell’obbedienza.
Per la Grazia l’obbedienza è un risultato delle benedizioni.
La Legge fu data per sottomettere il vecchio uomo.
La Grazia libera l’uomo nuovo.
La Legge descrive sacrifici sacerdotali offerti anno per anno che non potranno mai rendere perfetti gli uomini.
Sotto la Legge la salvezza si doveva guadagnare.
Sotto la Grazia la salvezza è un dono.
Grazia:
Lettera agli Ebrei (10, 12-14)
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Legge:
Lettera ai Romani (2, 12):
Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati.
La Grazia:
Vangelo di Giovanni (5, 24):
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
Il periodo Apostolico fu caratterizzato dalla predicazione degli Apostoli. Tutti gli Apostoli morirono martiri eccetto Giovanni, che morì in tarda età, possibilmente ad Efeso, dopo aver scritto l’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse.
Il periodo post-apostolico fu caratterizzato dalla diffusione del Vangelo nel mondo antico, malgrado le persecuzioni romane, ma anche dal proliferare di correnti di cristiani non apostolici, come gli gnostici.
Quando Costantino, nel 313 d.C., pose fine alle persecuzioni, il Cristianesimo si fuse con il mondo romano. Costantino e i teologi successivi attuarono un sincretismo tra il Cristianesimo e culti pagani.
La Riforma, nel XVI secolo, fu un tentativo di ritornare alla purezza del Cristianesimo antico, in aperto contrasto con la tradizione e la corruzione ecclesiastica.
L’era della Chiesa, terminerà con la traslazione (o rapimento), dei morti in Cristo risuscitati e dei credenti in vita, verso il cielo, per incontrarsi con Gesù .
Vediamo il passaggio corrispondente nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (4, 13-18)
13 Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perchè non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. 14 Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 15 Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. 16 Perchè il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17 quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. 18 Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Quindi vi sarà la manifestazione dell’Anticristo. Il suo regno sarà corto (soli sette anni) ma sarà diabolico e porterà sulla terra la più grande tribolazione che il mondo abbia mai visto. Sarà un periodo di odio e tirannia che culminerà nella grande battaglia dell’Armageddon. Gli eserciti dell’Anticristo saranno distrutti e il suo leader, Satana sarà imprigionato per mille anni nel lago di fuoco. A quel punto il Signore Gesù ritornerà sulla terra. Vediamo i versi corrispondenti:
Apocalisse (19:11-16):
"Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perchè giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorchè lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell’ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI".
La dispensazione della Grazia terminerà con il Giudizio finale. Vediamo i passaggi corrispondenti:
Innanzitutto il Libro dei Salmi (96, 13):
13 davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Quindi il Vangelo di Matteo (25, 31-46):
31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32 Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33 e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perchè ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40 E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41 Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42 perchè ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43 ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44 Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45 Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46 E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Yuri Leveratto
Immagine: Giudizio universale, Michelangelo Buonarroti.
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