Dopo la dispersione degli uomini, causata dalla confusione delle lingue, Nimrod, un discendente di Cam, fondò un impero sulle rive del fiume Eufrate. Era il primitivo impero babilonese. Allo stesso tempo Mizraim, un’altro discendente di Cam fondò l’impero egizio (1), sulle rive del fiume Nilo.
Vi era un progresso constante nell’ingenieria, nelle conquiste territoriali, nell’arte e nelle scienze, ma allo stesso tempo vi era un aumento della corruzione, della malvagità e dell’idolatria.
La grande maggioranza degli uomini abbandonarono la fede nell’unico e vero Dio ed iniziarono ad adorare idoli.
L’idolatria si diffuse rapidamente su tutta la terra, disonorando Dio e degradando l’essere umano.
In seguito a questi fatti Dio scelse Abramo, un uomo che viveva nella città di Ur dei Caldei, e gli ordinò di lasciare la sua città.
Perchè Dio scelse Abramo? Nella città dove Abramo viveva, la maggioranza delle persone credeva a culti idolatrici, all’animismo e al totemismo.
La fede di Abramo era molto differente, infatti Abramo credeva nell’unico Dio Trascendente, il Creatore del mondo. Vediamo alcuni passaggi della Genesi dove si dimostra la fede in Dio di Abramo.
Abramo credeva in un Dio Altissimo
Genesi (14, 22):
Ma Abramo rispose al re di Sodoma: «Ho alzato la mia mano all'Eterno, il Dio Altissimo, padrone dei cieli e della terra,
Abramo credeva a YHWH, al Dio unico che lo aveva chiamato
Genesi (15, 6):
Ed egli credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia.
Abramo credeva in un Dio onnipotente.
Genesi (17, 1):
Quando Abramo ebbe novantanove anni, l'Eterno gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii integro;
Abramo credeva in Dio, giudice giusto, amministratore del mondo
Genesi (18, 25):
Lungi da te il fare tale cosa: far morire il giusto con l'empio, cosicchè il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?».
Abramo credeva in un Dio eterno:
Genesi (22, 33):
Poi Abrahamo piantò un tamarisco a Beer-Sceba e là invocò il nome dell'Eterno, il Dio d'eternità.
Abramo credeva nel Signore e Creatore dei cieli e della terra, padrone reale e legittimo di tutta la creazione:
Genesi (24, 1-3):
Abrahamo era ormai vecchio e di età avanzata; e l'Eterno aveva benedetto Abrahamo in ogni cosa. E Abrahamo disse al servo più anziano di casa sua che aveva il governo su tutti i suoi beni: «Deh, metti la tua mano sotto la mia coscia; e io ti farò giurare per l'Eterno, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per moglie a mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei, in mezzo ai quali io dimoro;
Quindi, come abbiamo visto Dio ordinò ad Abramo di lasciare il suo paese e dirigersi verso una terra che gli sarebbe stata rivelata. L’ordine fu seguito da una promessa e da un patto. I discendenti di Abramo sarebbero divenuti una grande nazione e la terra di Canaan sarebbe stata di proprietà eterna della sua stirpe. Vediamo i passaggi del patto abramitico.
Genesi (12, 1-3):
Or l'Eterno disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra».
Genesi (13, 14-17):
E l'Eterno disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: «Alza ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord, a sud; a est e a ovest. Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre. E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; per cui, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche la tua discendenza. Levati, percorri il paese in lungo e in largo, perchè io lo darò a te».
Genesi (17, 2-8):
e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente». Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: «Quanto a me, ecco io faccio con te un patto: tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni. E non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poichè io ti faccio padre di una moltitudine di nazioni. Ti renderò grandemente fruttifero. Quindi ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. E stabilirò il mio patto fra me e te, e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno, impegnandomi ad essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. E a te, e alla tua discendenza dopo di te, darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in proprietà per sempre; e sarò il loro Dio».
Genesi (22, 18):
E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perchè tu hai ubbidito alla mia voce».
Analizziamo le promesse che Dio ha fatto ad Abramo.
Il nome di Abramo sarà reso grande.
Una grande nazione si originerà da lui.
In lui saranno benedette tutte le famiglie della terra.
A lui personalmente e alla sua discendenza si darà in eredità la terra di Canaan, per sempre.
La sua discendenza sarà numerosa come la polvere della terra.
Chiunque lo benedirà sarà benedetto e chiunque lo maledirà sarà maledetto.
Lui sarà il padre di molte nazioni.
Dei re procederanno da lui.
Il patto sarà perpetuo, per sempre.
La terra di Canaan sarà sua proprietà, per sempre.
Dio sarà il suo Dio e della sua discendenza.
La sua discendenza possiederà la porta dei suoi nemici.
Nella sua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra.
Come notiamo alcune promesse sono state date ad Abramo, (il cui nome fu cambiato in Abrahamo in Genesi 17, 4), altre alla nazione di Israele, della quale Abrahamo è il padre, e alcune benedizioni sono universali quindi date a tutte le nazioni.
Il patto abramitico può essere considerato come il seme con il quale poi furono stabiliti altri patti con la nazione di Israele. Ed ha importanza anche per quanto riguarda la dottrina escatologica cristiana.
Le promesse del patto abramitico riferite alla terra, (Genesi 12, 1 – 13, 14-15 - 13, 17), si svilupparono poi nel Patto palestino, che dette ad Israele la sicurezza sulla terra del popolo ebraico (Deuteronomio 30, 3-5 – Ezechiele 20, 33-37, 42, 44).
Le promesse del patto abramitico riferite ai discendenti (Genesi 12, 2 – 13, 16 -17, 2-8), si svilupparono nel patto davidico, che ha a che vedere con la promessa di dinastia, nazione e trono (2 Samuele 7, 11 – 13, 16 – Geremia 33, 20-21, 31, 35-37).
Le promesse del patto abramitico di benedizione e redenzione nazionale e universale per la sua discendenza (Genesi 12, 3 – 22, 18), hanno a che vedere anche con il Nuovo Patto (Geremia 31, 31-40 – Lettera agli Ebrei 8, 6-13) e si descrivono anche nella Lettera ai Galati (13, 16):
Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la Scrittura: «E ai discendenti», come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo.
La discendenza di Abramo è infatti Gesù Cristo. Se una persona è di Cristo, è discendente di Abramo, ed è erede, conforme alla promessa. A tale proposito vediamo un passaggio della Lettera ai Romani (4, 16):
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perchè sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi
Anche se Dio aveva promesso che la stirpe di Abramo sarebbe stata innumerevole, passarono anni senza alcun segno di discendenza.
Su suggerimento di sua moglie Sarai, Abramo si unì con una delle sue schiave, Agar, e da questa unione nacque Ismaele.
Quattordici anni dopo, Abramo si unì con sua moglie Sarai e nacque Isacco, il primo figlio legittimo.
Isacco ebbe due figli: Esau e Giacobbe. I discendenti di Esau furono gli edomiti, mentre Giacobbe fu il padre degli israeliti. Il nome di Giacobbe fu cambiato da Dio in Israele (“colui che lotta con Dio”, vedere nota 2). Giacobbe ebbe dodici figli, i progenitori delle dodici tribu di Israele. Suo figlio Giuseppe, fu venduto dagli altri fratelli a dei mercanti madianiti che lo trasportarono in Egitto.
In Egitto Giuseppe fu benedetto da Dio e prosperò . Vent’anni dopo una grande carestia obbligò Giacobbe/Israele e i suoi figli a viaggiare in Egitto, dove si rincontrarono con Giuseppe.
Dopo la morte di Giacobbe/Israele e di Giuseppe, in Egitto salì al trono un re che si preoccupò per la crescita del potere degli ebrei e decise di perseguirli con una repressione crudele.
Iniziò quindi un periodo di schiavitù per gli ebrei in Egitto. La quarta dispensazione terminò quindi con il giudizio dell’oppressione e della schiavitù .
Yuri Leveratto
Immagine: Abraham, Ephraim Moses Lilien (1874–1925)
Immagine: Abraham, Ephraim Moses Lilien (1874–1925)
Note:
1-Mizraim è il nome della terra d’Egitto in ebreo e arameo (https://en.wikipedia.org/wiki/Mizraim)
2-https://yurileveratto2.blogspot.com/2017/05/il-significato-della-lotta-di-giacobbe.html
Bibliografia: "Eventos del porvenir, estudios de escatologìa bìblica", J.Dwight Pentecost
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