martedì 18 settembre 2018

La settima dispensazione: l’età del regno. Dal giudizio delle nazioni al regno eterno



La parte più importante delle scritture profetiche della Bibbia descrive il regno millenario e il sucessivo regno eterno. Durante l’era millenaria il progetto di Dio sarà interamente realizzato nella terra.
Innazitutto durante la era milleraria si compieranno tutti i patti che Dio ha fatto con Israele.
Le promesse del patto con Abrahamo, del patto davidico, e del patto Palestino in riferimento alla terra, alla discendenza, al re, al trono e  alla  casa reale saranno compiute durante l’era millenaria.
Le promesse del Nuovo Patto secondo le quali la nazione di Israele avrà  un nuovo cuore e gli saranno perdonati i peccati si compieranno nell’era millenaria. 
Subito dopo il secondo avvento di Gesù Cristo, Satana sarà incatenato per mille anni. Vediamo il passaggio corrispondente, Apocalisse, (20, 1-3): 

1 E vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell’Abisso e una grande catena. 2 Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per mille anni; 3 lo gettò nell’Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui, perchè non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali deve essere lasciato libero per un po’ di tempo. 

Perchè Satana sarà incatenato e tolto quindi dalla scena del millennio? 
L’era millenaria dovrà  essere l’era nella quale la giustizia divina si manifesterà. Sarà  come una prova finale che Dio darà all’umanità nelle circostanze migliori. Ogni fonte esterna di tentazione dovrà essere tolta in modo che l’uomo possa dimostrare quello che è fuori dall’influenza satanica. 

Il millennio sarà  il periodo della completa manifestazione della gloria del Signore Gesù Cristo. Egli si stabilirà come re a Gerusalemme, sedendo sul trono di Davide. Vediamo a tale proposito questi passaggi del Vangelo di Luca (1, 32-33):

32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine».

La sua completa Divinità sarà riconosciuta e Lui riceverà  adorazione, essendo Dio (Salmi 45, 6; Isaia 66, 23).
Il regno sarà caratterizzato innanzitutto dalla giustizia. Vediamo a tale proposito questo passaggio di Isaia (60, 21): 

21 Il tuo popolo sarà tutto un popolo di giusti;
essi possederanno il paese per sempre;
essi, che sono il germoglio da me piantato, l'opera delle mie mani,
per manifestare la mia gloria.

Il regno sarà caratterizzato dall’obbedienza. 
Uno dei propositi essenziali della creazione originale era quello di stabilire un regno nel quale ci fosse obbedienza completa e volontaria da parte degli esseri umani, L’albero della conoscenza del bene e del male fu posto nel Giardino come prova di questa obbedienza (Genesi 2, 16-17). Ma l’uomo disubbedì. 
Dio però non ha rinunciato al proposito di redimere l’uomo. Per questo ha inviato suo Figlio, Gesù Cristo, con il proposito di espiare tutti i peccati. Nel regno saranno ammessi solo i redenti in Cristo, quindi persone obbedienti. Vediamo questi versi corrispondenti, Salmi, (22, 27-28): 

27 Tutte le estremità della terra si ricorderanno del SIGNORE e si convertiranno a lui; tutte le famiglie delle nazioni adoreranno in tua presenza. 28 Poichè al SIGNORE appartiene il regno, egli domina sulle nazioni.

Il regno sarà caratterizzato dalla santità. Adamo nacque innocente. Se avesse obbedito sarebbe diventato santo. Ma disubbedì. Il proposito di Dio è quello di manifestare santità nelle sue creature durante il regno. Vediamo a tale proposito questo passaggio di Isaia (35, 8):

Là sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la Via Santa; (nessun impuro vi passerà) essa sarà per quelli soltanto; quelli che la seguiranno, anche gli insensati, non potranno smarrirvisi. 

Il regno sarà caratterizzato dalla pace. Vediamo a tale proposito questi versi di Isaia (32, 17-18):

17 L'opera della giustizia sarà la pace e l'azione della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre. 18 Il mio popolo abiterà in un territorio di pace, in abitazioni sicure, in quieti luoghi di riposo.

Il regno millenario sarà  anche caratterizzato dalla verità . Vediamo a tale proposito questo passaggio di Isaia (65, 16): 

16 in modo che chi si augurerà di essere benedetto nel paese, lo farà per il Dio di verità, e colui che giurerà nel paese, lo farà per il Dio di verità; perchè le afflizioni di prima saranno dimenticate, saranno nascoste ai miei occhi.

In ultima analisi il regno millenario sarà caratterizzato dalla pienezza dello Spirito Santo. A tale proposito vediamo questa profezie di Gioele (2, 28-29):

28 «Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni. 29 Anche sui servi e sulle serve, spargerò in quei giorni il mio Spirito.

Inoltre il regno millenario sarà un periodo di gioia (Isaia 61, 7); di consolazione (Isaia 40:1-2); senza povertà (Amos 9:13-15) e senza malattia (Gioele 2:28-29).

Durante i mille anni vi sarà  il giudizio delle opere dei credenti, cui spesso si fa riferimento parlando del “tribunale di Cristo” (2 Corinzi 5:10): in quel giudizio, i cristiani riceveranno diversi gradi di ricompensa per le loro opere o per il loro servizio a Dio.
Una volta che si termineranno i mille anni, Satana sarà liberato, per continuare la sua lotta contro Dio e mettere ancora una volta alla prova i suoi adoratori. 
Satana convocherà un esercito (Apocalisse 20, 9), nella speranza di poter distruggere Dio. Ma il Signore li annichilirà con il fuoco e getterà Satana nello stagno di fuoco e zolfo. 
A quel punto inizierà  il giudizio del trono bianco (Apocalisse 20, 11-15). 
Questo è l’ultimo giudizio del progetto di Dio, sia per coloro che sono morti senza Cristo e coloro che si sono perduti sul finire del regno millenario ingannati da Satana, sia per stabilire il grado di premi che riceveranno coloro che si salveranno. 
Si apriranno “i libri” e sarà aperto il libro della vita (Apocalisse 20, 12). 
Nei “libri” sono contenuti tutte le opere, sia buone sia cattive, compiute da ogni singolo uomo. Dio infatti conosce tutto quello che è stato pensato, detto, fatto o omesso di essere fatto. Nel libro della vita si stabilisce se una persona erediterà la vita eterna o il castigo eterno. 
Coloro i cui nomi saranno trovati nel “libro della vita” saranno giudicati per le loro opere, per stabilire i premi che riceveranno o la perdita degli stessi; e coloro i cui nomi non saranno nel “libro della vita” saranno giudicati secondo le loro opere per stabilire il grado di castigo che riceveranno.

Una volta terminato il giudizio, Dio creerà un cielo nuovo e una terra nuova (Apocalisse 21, 1). Dio farà quindi scendere dal cielo la nuova Gerusalemme. Vediamo i passaggi corrispondenti: Apocalisse (21, 2-7): 

1 Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poichè il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. 2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. 4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, nè cordoglio, nè grido, nè dolore, perchè le cose di prima sono passate». 5 E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perchè queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: 6 «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita. 7 Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.

Il regno della nuova Gerusalemme sarà eterno. Pertanto le persone che vi vivranno avranno uno stato eterno, non più soggetto al peccato, ne alla morte. Non ci sarà bisogno di un tempio, in quando Dio sarà, insieme a Cristo, il suo tempio. Vediamo il passaggio corrispondente (Apocalisse 21, 22-23): 

22 Nella città non vidi alcun tempio, perchè il Signore, Dio onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. 23 La città non ha bisogno di sole, nè di luna che la illumini, perchè la gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada.

La vita nel regno eterno sarà in comunione con Dio e sarà una vita di conoscenza piena. 
Prima Lettera ai Corinzi (13, 12): 

12 Poichè ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.

Sarà una vita di riposo.
Apocalisse (14, 13): 

13 E udii una voce dal cielo che diceva: «Scrivi: beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perchè le loro opere li seguono».

Sarà una vita di santità.
Apocalisse (21, 27): 

27 E nulla di impuro, nè chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.

Sarà una vita di gioia. 
Apocalisse (21, 4): 

4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, nè cordoglio, nè grido, nè dolore, perchè le cose di prima sono passate».

Sarà una vita di servizio: 
Apocalisse (22, 3):

3 Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno,

Sarà una vita di abbondanza:
Apocalisse (21, 6):

6 «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.

Sarà una vita di gloria:
Lettera ai Colossesi (3, 4): 

4 Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.

Sarà una vita di adorazione: 
Apocalisse (19, 1): 

1 Dopo queste cose, udii nel cielo una gran voce come di una folla immensa, che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio,

Apocalisse (7, 9-12): 

9 Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano. 10 E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all'Agnello». 11 E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: 12 «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen».

Yuri Leveratto

Bibliografia:
Sacra Bibbia, versione in spagnolo Reina Valera commentata dal teologo dispensazionalista Charles Ryrie.
J, Dwight Pentecost, Eventos del Porvenir

domenica 16 settembre 2018

La sesta dispensazione: l’età della Grazia. Dal giorno di Pentecoste fino al secondo avvento di Gesù Cristo


Dopo l’acsenscione di Gesù al cielo, gli Apostoli ritornarono a Gerusalemme, come gli era stato ordinato, per aspettare la “promessa del Padre”, ossia lo Spirito Santo.
Cinquanta giorni dopo la crocifissione, durante la festa di Pentecoste, centoventi discepoli del Signore furono colmati di Spirito Santo, e risultarono quindi pronti per compiere la gran missione di testimoniare fino ai confini della terra la Buona Novella, il Vangelo. 
La nascita della Chiesa cristiana fu quindi determinata dalla discesa dello Spirito Santo, che è venuto a vivere nel cuore dei credenti per avvisarli del peccato, e quindi della giustizia e del giudizio. 
Con la nascita della Chiesa si è inaugurata l’età della Grazia, e quindi la Legge di Mosè è diventata inoperante. 
Vediamo a tale proposito il diciasettesimo verso del primo capitolo del Vangelo di Giovanni: 

Perchè la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Il diciasettesimo verso non vuole mostrare alcun contrasto tra Mosè e Cristo. E neppure tra la Legge, la Grazia e la Verità. Giovanni vuole puntualizzare che mentre Dio ha dato la Legge per mezzo di Mosè, Gesù ha portato la Grazia e la Verità. Anteriormente ci si salvava per fede e seguendo la Legge, ora ci si salva credendo nel sacrificio di Gesù Cristo per noi sulla croce. Ci si salva accettando la Grazia, con la fede.
Però per quale motivo Giovanni ribadisce che Dio diede la Legge per mezzo di Mosè, antecedentemente alla Grazia?
Proprio per il fatto che la prima trasgressione della legge fu in Adamo. Dio aveva dato all’uomo la possibiltà di scelta, in quanto non poteva forzare l’uomo a scegliere il bene. Però poteva imporre un castigo per le trasgressioni. La Legge non fu “un’opzione di Dio”, ne la conseguenza della disobbedienza dell’uomo a Dio. Dopo l’uscita degli ebrei dall’Egitto, Dio scelse Mosè per dare la legge agli uomini. Mosè fu utilizzato da Dio solo come strumento. La legge fu data in un determinato momento storico. Per questo si usa il verbo edothe, “fu data”, che si riferisce ad un determinato periodo.
Per gli ebrei cristiani il compimento della legge è stato Gesù Cristo. Infatti, leggiamo la Lettera ai Romani (10, 4):

Ora, il termine della Legge è Cristo, perchè la giustizia sia data a chiunque crede.

Quindi non è il rispetto dei dieci comandamenti che porta l’uomo alla salvezza, ma è la fede che Gesù Cristo sia morto per i nostri peccati che porta l’uomo alla salvezza. Infatti anche se una persona rispettasse alla lettera i dieci comandamenti sarebbe sempre un peccatore. Non potrà salvarsi “da solo”, ne con azioni di riparazione dei suoi peccati (il peccato resta), ne con azioni buone tese a compensare il peccato. Solo accettando la Grazia data da Gesù Cristo, per mezzo della fede, l’uomo può salvarsi. Infatti vediamo questi due passaggi neo-testamentari:

Lettera ai Galati (3, 13):

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poichè sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno, 

Lettera ai Romani (8, 1):

Ora, dunque, non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.

Pertanto Gesù si è caricato dei nostri peccati e se accogliamo il suo sacrificio ci liberiamo dal potere di condanna della Legge, senza violarla, perchè in Cristo troviamo il compimento della Legge morale di Dio.
Però in che cosa e perchè la Grazia e la Verità sono superiori alla Legge?
Mosè non fu la personificazione della Legge. Ma Gesù Cristo fu la personificazione della Grazia e della Verità. Vediamo alcune frasi che richiamano alla Legge e altre che richiamano invece alla Grazia e alla Verità.

Legge:
Lettera ai Romani (6, 23 a):

Perchè il salario del peccato è la morte; 

Grazia:
Lettera ai Romani (6, 23b):

ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore. 

Legge:
Ezechiele (18, 20):

Chi pecca morirà; il figlio non sconterà l’iniquità del padre, nè il padre l’iniquità del figlio. Sul giusto rimarrà la sua giustizia e sul malvagio la sua malvagità.

Grazia:
Vangelo di Giovanni (11, 25-26):

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 

La Legge pronuncia condanna e morte.
La Grazia proclama giustificazione e vita.

Grazia:
Ezechiele (11, 19):

Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne, 

Ezechiele (36, 26):

vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.

Legge:
Lettera ai Galati (3, 10):

Quelli invece che si richiamano alle opere della Legge stanno sotto la maledizione, poichè sta scritto: Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica. 

Grazia:
Salmi (32, 1-2):

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Legge:
Deuteronomio (6, 5):

Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. 

Grazia:
Vangelo di Giovanni (3, 16-17):

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchè chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui. 

La Legge descrive ciò che l’uomo deve fare per Dio.
La Grazia descrive ciò che Cristo ha fatto per l’uomo.

La Legge si dirige all'uomo come parte della creazione antica.
La Grazia permette che l'uomo si faccia membro della nuova creazione.

La Legge produce una propensione naturale alla disobbedienza.
La Grazia crea una propensione naturale all'obbedienza.

La Legge richiede obbedienza per il timore della Legge stessa.
La Grazia supplica l’uomo per la misericordia di Dio.

La Legge chiede santità.
La Grazia da santità.

La Legge dice: “condannalo!”.
La Grazia dice: “assolvilo”.

Per la Legge la benedizione è il risultato dell’obbedienza.
Per la Grazia l’obbedienza è un risultato delle benedizioni.

La Legge fu data per sottomettere il vecchio uomo.
La Grazia libera l’uomo nuovo.

La Legge descrive sacrifici sacerdotali offerti anno per anno che non potranno mai rendere perfetti gli uomini.
Sotto la Legge la salvezza si doveva guadagnare.
Sotto la Grazia la salvezza è un dono.

Grazia:
Lettera agli Ebrei (10, 12-14)

Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. 

Legge:
Lettera ai Romani (2, 12):

Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati. 

La Grazia:
Vangelo di Giovanni (5, 24):

In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.

Il periodo Apostolico fu caratterizzato dalla predicazione degli Apostoli. Tutti gli Apostoli morirono martiri eccetto Giovanni, che morì in tarda età, possibilmente ad Efeso, dopo aver scritto l’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse. 
Il periodo post-apostolico fu caratterizzato dalla diffusione del Vangelo nel mondo antico, malgrado le persecuzioni romane, ma anche dal proliferare di correnti di cristiani non apostolici, come gli gnostici. 
Quando Costantino, nel 313 d.C., pose fine alle persecuzioni, il Cristianesimo si fuse con il mondo romano. Costantino e i teologi successivi attuarono un sincretismo tra il Cristianesimo e culti pagani. 
La Riforma, nel XVI secolo, fu un tentativo di ritornare alla purezza del Cristianesimo antico, in aperto contrasto con la tradizione e la corruzione ecclesiastica. 
L’era della Chiesa, terminerà con la traslazione (o rapimento), dei morti in Cristo risuscitati e dei credenti in vita, verso il cielo, per incontrarsi con Gesù .
Vediamo il passaggio corrispondente nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (4, 13-18)

13 Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perchè non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. 14 Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 15 Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. 16 Perchè il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17 quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. 18 Confortatevi dunque a vicenda con queste parole. 

Quindi vi sarà la manifestazione dell’Anticristo. Il suo regno sarà corto (soli sette anni) ma sarà diabolico e porterà sulla terra la più grande tribolazione che il mondo abbia mai visto. Sarà un periodo di odio e tirannia che culminerà nella grande battaglia dell’Armageddon. Gli eserciti dell’Anticristo saranno distrutti e il suo leader, Satana sarà imprigionato per mille anni nel lago di fuoco. A quel punto il Signore Gesù ritornerà sulla terra. Vediamo i versi corrispondenti: 

Apocalisse (19:11-16): 

"Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perchè giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorchè lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell’ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI".

La dispensazione della Grazia terminerà con il Giudizio finale. Vediamo i passaggi corrispondenti: 

Innanzitutto il Libro dei Salmi (96, 13): 

13 davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Quindi il Vangelo di Matteo (25, 31-46):

31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32 Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33 e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perchè ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37 Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40 E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41 Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42 perchè ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43 ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44 Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45 Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46 E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Yuri Leveratto

Immagine: Giudizio universale, Michelangelo Buonarroti.

venerdì 14 settembre 2018

La quinta dispensazione: l’età della legge. Dal patto mosaico alla crocifissione di Gesù


Durante l’oscuro periodo della schiavitù in Egitto, nacque un bimbo che era destinato a liberare la nazione ebrea. Nascosto in una cesta tra i giunchi del fiume fu scoperto da una figlia del faraone. Lei lo chiamò  Mosè e lo crebbe come fosse suo figlio. Mosè visse alla corte del faraone per quaranta anni. A quel punto Mosè rinunciò  alla facile vita di corte e iniziò  a lottare per la liberazione del suo popolo. Si preparò  per il suo grande obiettivo nel deserto e quindi tornò  in Egitto secondo le istruzioni che gli aveva dato Dio. 
Ci fu una difficile disputa, nella quale Dio inviò  varie calamità per convincere il faraone a cedere, ma agli ebrei non fu permessa l’uscita dall’Egitto. 
A quel punto Dio istituì la Pascua. Dio istruì gli israeliti a sacrificare un agnello in ogni casa e a spargere il suo sangue negli stipiti delle porte delle loro case. Per mezzo di questo segnale l’angelo della morte avrebbe riconosciuto le case degli israeliti e sarebbe passato oltre per sterminare i primogenti degli egizi.
Davanti a questo ultimo segno, il faraone cedette e permise agli israeliti di uscire dall’Egitto. 
Il terzo mese dall’uscita dall’Egitto, gli israeliti accamparono nel Sinai dove rimasero un anno. A quel punto Dio diede a Mosè i dieci comandamenti e anche le istruzioni per la costruzione di un tabernacolo che avrebbe dovuto essere il luogo di culto per gli israeliti. 
Il patto con Mosè (Esodo 20, 1-31, 18), fu stabilito con la nazione di Israele. La base del patto mosaico era la Legge di Mosè che conteneva un totale di 613 comandamenti. (non solo 10 come si afferma semplificando). Di questi 365 erano comandamenti negativi (ossia cose proibite) e 248 erano comandamenti positivi (ossia cose che si sarebbero dovute fare). 
Il patto mosaico è stato un patto condizionato ossia vi sarebbero state benedizioni in caso di ubbidienza e giudizi in caso di disubbedienza (Esodo 15, 26; 19, 3-8). 
L’elemento chiave di tutto il patto è il sacrificio di sangue introdotto in Levitico (17, 11):

Poichè la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull’altare in espiazione per le vostre vite; perchè il sangue espia, in quanto è la vita.

Il termine ebraico per “espiazione” non indicava la rimozione del peccato, bensì solo la sua copertura. Nonostante il sangue degli animali coprisse i peccati dei giusti dell’Antico Testamento, non li poteva cancellare. Solo il sangue del Messia può  togliere il peccato (Lettera agli Ebrei 10, 1-4).
Con il patto mosaico si è estesa la pena di morte, che era comminata per idolatria, adulterio, blasfemia, il non rispetto del sabato e la stregoneria. 
Il simbolo del Patto mosaico era l’osservanza del sabato. Durante il sabato si doveva osservare il riposo. Questo era un segno tra Dio e Israele e non ha valenza per la Chiesa. L’osservanza del sabato è stata in vigore fino a che è stato in vigore il Patto mosaico, ossia fino alla crocifissione di Cristo. 
Da puntualizzare che, anche nell’Antico Testamento la Legge non è mai stata un mezzo per ottenere la salvezza. L’unico mezzo per ottenere la salvezza è sempre stata la fede in Dio. (nell’Antico Testamento era la fede che Dio avrebbe inviato il Messia per espiare tutti i peccati). 
La Legge è stata data da Dio a Mosè per vari motivi. 
Innanzitutto per rivelare la santità di Dio e i criterio di giustizia che Dio esigeva per una relazione corretta con Lui. 
In secondo luogo la Legge serviva a dare regole di vita per i credenti dell’Antico Testamento.
Inoltre la Legge doveva servire come muro di separazione tra ebrei e gentili, per impedire a questi ultimi di poter godere delle benedizioni spirituali degli che derivavano dai quattro patti incondizionali (patto abramitico, patto palestinese, patto davidico e nuovo patto).
In ultima analisi la Legge serviva a individuare il peccato. 
Il peccatore si rendeva conto che attraverso la Legge non avrebbe potuto compiacere perfettamente Dio, pertanto un’altro scopo della Legge è stato quello di spingere l’uomo verso la fede nel Salvatore che sarebbe venuto, come sancito nella Lettera ai Romani (8, 1-4) e nella Lettera ai Galati (3, 24-25). 
La legge di Mosè è stata resa inoperante con la morte del Messia. Vediamo a tale proposito il seguente passaggio della Lettera ai Romani (7, 5-6): 

5 Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. 6 Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera, che è antiquata.

Dopo il periodo passato nel Sinai, le tribu di Israele si organizzarono per prendere possesso della Terra Promessa. 
Inizialmente gli israeliti non ebbero la sufficiente fede per lanciarsi nell’operazione di conquista e per questo furono condannati a vagare nel deserto per quarant’anni. 
Quando la nuova generazione giunse a Cades-Barnea Mosè riaffermò la Legge e le condizioni che accompagnavano le promesse e le benedizioni della sua entrata nella terra di Canaan. A questo punto Dio ha siglato il Patto della Terra con Israele (altre volte detto Patto Palestino, Deuteronomio 30, 1-10). 
In questo Patto incondizionato Dio afferma che il popolo di Israele dopo essere stato disperso si ricongiungerà. Questo ricongiungimento avverà con il secondo avvento del Messia (Deuteronomio 3, 3; Vangelo di Matteo 13, 26-27) e includerà: la restaurazione della terra di Israele; un’opera di grazia nel cuore del popolo di Israele (qui si riferisce al Nuovo Patto); un giudizio dei nemici di Israele; prosperità nella terra. 
Questo patto è importante in quanto esso riconferma l’atto di proprietà della terra a Israele. Nonostante Israele si rivela disubbediente, il diritto alla terra non le sarà mai tolto. Il Patto della Terra è una riconferma e ampliamento del patto con Abramo. Mentre però  il patto con Abramo sanciva che la proprietà della terra è incondizionata, il patto della terra insegna che il godimento della terra è condizionato in base all’ubbidienza. 
Dopo la morte di Mosè il popolo di Israele fu guidato a Canaan dal suo sucessore Giosuè, il quale, dopo la conquista finale della terra, con l’aiuto di Eleazaro, dividette il territorio tra le tribù di Israele. 
Dopo la morte di Giosuè fu fu un periodo di allontanamento di Israele dalla fede nel Signore. In questo periodo Dio sceglieva un uomo delle tribù attraverso il quale lui poteva governare e mettere in pratica il suo giudizio. Questi uomini erano chiamati “i giudici” di Israele. 
Dopo centinaia di anni gli israeliti si stancarono del governo dei giudici e vollero essere governati da un re. Dio avvisò gli israeliti delle conseguenze che sarebbero potute derivare dal cambio di governo da teocrazia a monarchia, ma poi accosentì la loro richiesta. Il primo re degli israeliti fu Saul. 
Il carattere di Saul era marcato da una forte impulsività e autoritarismo. Regnò  quarant’anni su Israele. Il suo sucessore fu David, che fu uno dei grandi uomini dell’Antico Testamento. 
Durante questo periodo Dio sancì un patto con Davide (II Samuele 7, 4-17; I Cronache 17, 4-15), che era il capostipite della Casa e della dinastia davidica. 
Con questo patto a Davide è promessa una dinastia eterna. La Casa di Davide esisterà per sempre. Uno dei figli di Davide, Salomone, sarebbe salito al trono e avrebbe costruito il primo tempio. Inoltre nel patto si sancisce che il Messia verrà dalla stirpe di Davide (I Cronache 17, 11). Il Messia, il suo trono, la sua casa e il suo regno saranno stabiliti per sempre (I Cronache 17, 12-15). Pertanto nel patto davìdico Dio ha promesso a Davide una Casa eterna, un trono eterno, un regno eterno e un discendente eterno (il Messia, Gesù Cristo). 
Il patto davidico restringe un concetto del patto abramitico, quello della discendenza. Secondo il patto abramitico il Messia doveva discendere da Abramo. Al tempo di Giacobbe l’aspetto della discendenza fu ristretto alla tribù di Giuda (Genesi 49, 10). Con il patto davidico la discendenza messianica viene indicata in una famiglia all’interno della tribù di Giuda: la famiglia di Davide. 
Il successore di Davide fu Salomone, il cui regno fu caratterizzato da abbondanza e magnificenza. In quel periodo fu costruito il primo tempio. Purtoppo gli ultimi anni del suo regno furono caratterizzati da decadenza e idolatria. In seguito il regno si divise: Geroboamo fu il re della parte nord di Israele e fu a capo di dieci tribù, mentre Roboamo, il figlio di Salomone fu a capo del regno di Giuda, che includeva le tribù di Giuda, Beniamino oltre a vari membri della tribù di Levi. 
Il regno di Israele fu caratterizato dalla totale idolatria. Durò duecentocinquanta anni, fino a quando fu vinto dagli Assiri. Gli israeliti che furono fatti prigionieri furono sparsi nel vasto impero assirio. 
Il regno di Giuda cadde centrotrentacinque anni dopo la caduta di Israele. Tutti i regnanti di Giuda fecero parte della discendenza davidica (diciannove re e una regina). 
Durante gli ultimi anni del regno di Giuda iniziò il ministero del profeta Geremia, attraverso il quale Dio ha rivelato il Nuovo Patto. Vediamo i passaggi corrispondenti (Geremia 31, 31-34): 

31 Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. 32 Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benchè io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. 33 Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34 Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perchè tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poichè io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato».

Questo è l’ottavo patto della Bibbia, ed è sancito tra Dio e Israele. E’ un patto incondizionato tra Dio e le due case di Israele, quindi include tutta la nazione ebraica. E’ distinto dal patto mosaico. Il centro del patto è la benedizione della salvezza, che comprendeva la rigenerazione nazionale di Israele. 
Nel Nuovo Patto vi è la dimora dello Spirito Santo (Geremia 31, 33). Il motivo per cui Israele non è riuscito ad adempiere la Legge sotto il Patto mosaico era perchè il popolo non riusciva a conformarsi con i criteri di giustizia di Dio. La Legge non prevedeva la dimora dello Spirito Santo. Il Nuovo Patto al contrario farà proprio questo, e ogni ebreo sarà in grado di compiere le opere giuste per Dio. 
Come il patto mosaico conteneva la Legge di Mosè, il Nuovo Patto contiene la Legge del Messia (Lettera ai Romani 8, 2; Lettera ai Galati 6, 2). 
Vediamo ora due passaggi della Lettera agli Efesini per spiegare il rapporto tra il Nuovo Patto e la Chiesa: 
Lettera agli Efesini 2, 11-16): 

11 Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perchè resi tali nella carne per mano d’uomo, 12 ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. 13 Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. 14 Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. 15 Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace, 16 e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia.

Lettera agli Efesini (3, 5-6): 

5 Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: 6 che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo,

Cosa significano queste parole di Paolo di Tarso?
I patti incondizionati sono stati quattro: abramitico, patto della terra (palestino), davidico e Nuovo Patto. Però  vi era anche il patto mosaico (condizionato), che serviva da muro di seprazione che impediva ai gentili di godere delle benedizioni spirituali proveniente dai quattro patti condizionati. Per poter beneficiare delle bendizioni spirituali un gentile avrebbe dovuto sottomettersi interamente alla Legge. Tuttavia quando il Messia morì, la Legge, il muro di separazione, fu abbattuto. Dopo la morte di Gesù i gentili hanno potuto godere delle benedizioni spirituali provenienti dai quattro patti incondizionati. Quindi i gentili non sono sostituti delle promesse, ma sono partecipi delle benedizioni spirituali del popolo di Israele. 
Il sangue del Messia versato sulla croce è la base della salvezza nel Nuovo patto (Lettera agli Ebrei 8, 1-10; 10, 18). La Chiesa è pertanto legata al Nuovo Patto in quanto riceve i benefici spirituali del Patto, come il beneficio della salvezza. In relazione alla Chiesa quindi, il Nuovo Patto è la base della sesta Dispensazione, quella della Grazia. In relazione a Israele, il Nuovo Patto è la base della Dispensazione del Regno. 

L’ultimo re della casa di Giuda fu Sedechia che fu sconfitto dal babilonesi Nabucodonosor nel 586 a.C. 
Gli ebrei furono messi in schiavitù e deportati a Babilonia. A partire dal 539 a.C. il nuovo re di Babilonia, Ciro, permise agli ebrei di ritornare in patria. 
Il primo gruppo di ebrei ritornò in Israele sotto la guida di Zorobabele. Iniziò  la ricostruzione del tempio, anche sotto la guida dei profeti Aggeo, Gioele e Zaccaria. Il secondo tempio fu terminato nel 516 a.C. 
Quindi vi fu una seconda spedizione da Babilonia a Israele sotto la guida di Esdra. Nel 445 a.C. vi fu la terza spedizione in Israele, guidata da Neemia, e dal profeta Malachia. 
Nei secoli succesivi Israele fu conquistata da Alessandro Magno e quindi vi fu la dominazione ellenistica dei Maccabei, seguita dal regno Asmoneo. A partire dal 63 a.C. Israele fu conquistato dai Romani. 
La dispensazione della Legge è continuata durante la missione del Messia, il Signore Gesù Cristo, annunciato in trecento profezie nell’Antico Testamento e si è conclusa con la sua morte in croce.
Gesù Cristo è venuto non per abolire la Legge, ma per adempierla. Vediamo il passaggio corrispondente (Vangelo di Matteo 5, 17-18):  

“Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; Io non sono venuto ad abolirla ma ad adempierla. Poichè io vi dico in verità che finchè non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto”. 

Con queste parole Gesù non voleva dire che la natura della Legge di Mosè sarebbe stata per sempre effettiva. Pertanto Gesù non è venuto su questa terra con lo scopo di opporsi allà Legge, ma con lo scopo di adempierla. Egli ha adempiuto la Legge profetica che riguardava se stesso (Vangelo di Luca 24, 44) e ha adempiuto le richieste della Legge mosaica che richiedevano obbedienza perfetta sotto la pena di una “maledizione” (Lettera ai Galati 3, 10-13). 

Yuri Leveratto

Immagine: Mosè, Michelangelo. Basilica San Pietro in Vincoli, Roma. 

mercoledì 12 settembre 2018

La quarta dispensazione: l’età della promessa. Il patto con Abramo e l’eredità perpetua di Israele


Dopo la dispersione degli uomini, causata dalla confusione delle lingue, Nimrod, un discendente di Cam, fondò  un impero sulle rive del fiume Eufrate. Era il primitivo impero babilonese. Allo stesso tempo Mizraim, un’altro discendente di Cam fondò  l’impero egizio (1), sulle rive del fiume Nilo. 
Vi era un progresso constante nell’ingenieria, nelle conquiste territoriali, nell’arte e nelle scienze, ma allo stesso tempo vi era un aumento della corruzione, della malvagità e dell’idolatria. 
La grande maggioranza degli uomini abbandonarono la fede nell’unico e vero Dio ed iniziarono ad adorare idoli.
L’idolatria si diffuse rapidamente su tutta la terra, disonorando Dio e degradando l’essere umano. 
In seguito a questi fatti Dio scelse Abramo, un uomo che viveva nella città di Ur dei Caldei, e gli ordinò di lasciare la sua città. 
Perchè Dio scelse Abramo? Nella città dove Abramo viveva, la maggioranza delle persone credeva a culti idolatrici, all’animismo e al totemismo. 
La fede di Abramo era molto differente, infatti Abramo credeva nell’unico Dio Trascendente, il Creatore del mondo. Vediamo alcuni passaggi della Genesi dove si dimostra la fede in Dio di Abramo.

Abramo credeva in un Dio Altissimo

Genesi (14, 22): 
Ma Abramo rispose al re di Sodoma: «Ho alzato la mia mano all'Eterno, il Dio Altissimo, padrone dei cieli e della terra, 

Abramo credeva a YHWH, al Dio unico che lo aveva chiamato

Genesi (15, 6): 
Ed egli credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia.
Abramo credeva in un Dio onnipotente.

Genesi (17, 1):
Quando Abramo ebbe novantanove anni, l'Eterno gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii integro; 

Abramo credeva in Dio, giudice giusto, amministratore del mondo

Genesi (18, 25):
Lungi da te il fare tale cosa: far morire il giusto con l'empio, cosicchè il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?».

Abramo credeva in un Dio eterno: 

Genesi (22, 33):
Poi Abrahamo piantò un tamarisco a Beer-Sceba e là invocò il nome dell'Eterno, il Dio d'eternità.

Abramo credeva nel Signore e Creatore dei cieli e della terra, padrone reale e legittimo di tutta la creazione: 

Genesi (24, 1-3):
Abrahamo era ormai vecchio e di età avanzata; e l'Eterno aveva benedetto Abrahamo in ogni cosa. E Abrahamo disse al servo più anziano di casa sua che aveva il governo su tutti i suoi beni: «Deh, metti la tua mano sotto la mia coscia; e io ti farò giurare per l'Eterno, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per moglie a mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei, in mezzo ai quali io dimoro; 

Quindi, come abbiamo visto Dio ordinò ad Abramo di lasciare il suo paese e dirigersi verso una terra che gli sarebbe stata rivelata. L’ordine fu seguito da una promessa e da un patto. I discendenti di Abramo sarebbero divenuti una grande nazione e la terra di Canaan sarebbe stata di proprietà eterna della sua stirpe. Vediamo i passaggi del patto abramitico. 

Genesi (12, 1-3):
Or l'Eterno disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra». 

Genesi (13, 14-17):
E l'Eterno disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: «Alza ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord, a sud; a est e a ovest. Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre. E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; per cui, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche la tua discendenza. Levati, percorri il paese in lungo e in largo, perchè io lo darò a te». 

Genesi (17, 2-8):
e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente». Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: «Quanto a me, ecco io faccio con te un patto: tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni. E non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poichè io ti faccio padre di una moltitudine di nazioni. Ti renderò grandemente fruttifero. Quindi ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. E stabilirò il mio patto fra me e te, e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno, impegnandomi ad essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. E a te, e alla tua discendenza dopo di te, darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in proprietà per sempre; e sarò il loro Dio».

Genesi (22, 18):
E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perchè tu hai ubbidito alla mia voce».

Analizziamo le promesse che Dio ha fatto ad Abramo. 

Il nome di Abramo sarà reso grande. 
Una grande nazione si originerà da lui. 
In lui saranno benedette tutte le famiglie della terra.
A lui personalmente e alla sua discendenza si darà in eredità la terra di Canaan, per sempre.
La sua discendenza sarà numerosa come la polvere della terra.
Chiunque lo benedirà sarà benedetto e chiunque lo maledirà sarà maledetto. 
Lui sarà il padre di molte nazioni. 
Dei re procederanno da lui. 
Il patto sarà perpetuo, per sempre. 
La terra di Canaan sarà sua proprietà, per sempre.
Dio sarà il suo Dio e della sua discendenza. 
La sua discendenza possiederà la porta dei suoi nemici. 
Nella sua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra. 

Come notiamo alcune promesse sono state date ad Abramo, (il cui nome fu cambiato in Abrahamo in Genesi 17, 4), altre alla nazione di Israele, della quale Abrahamo è il padre, e alcune benedizioni sono universali quindi date a tutte le nazioni. 
Il patto abramitico può essere considerato come il seme con il quale poi furono stabiliti altri patti con la nazione di Israele. Ed ha importanza anche per quanto riguarda la dottrina escatologica cristiana.
Le promesse del patto abramitico riferite alla terra, (Genesi 12, 1 – 13, 14-15 - 13, 17), si svilupparono poi nel Patto palestino, che dette ad Israele la sicurezza sulla terra del popolo ebraico (Deuteronomio 30, 3-5 – Ezechiele 20, 33-37, 42, 44). 
Le promesse del patto abramitico riferite ai discendenti (Genesi 12, 2 – 13, 16 -17, 2-8), si svilupparono nel patto davidico, che ha a che vedere con la promessa di dinastia, nazione e trono (2 Samuele 7, 11 – 13, 16 – Geremia 33, 20-21, 31, 35-37). 
Le promesse del patto abramitico di benedizione e redenzione nazionale e universale per la sua discendenza (Genesi 12, 3 – 22, 18), hanno a che vedere anche con il Nuovo Patto (Geremia 31, 31-40 – Lettera agli Ebrei 8, 6-13) e si descrivono anche nella Lettera ai Galati (13, 16):

Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la Scrittura: «E ai discendenti», come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo.

La discendenza di Abramo è infatti Gesù Cristo. Se una persona è di Cristo, è discendente di Abramo, ed è erede, conforme alla promessa. A tale proposito vediamo un passaggio della Lettera ai Romani (4, 16): 

Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perchè sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi 

Anche se Dio aveva promesso che la stirpe di Abramo sarebbe stata innumerevole, passarono anni senza alcun segno di discendenza. 
Su suggerimento di sua moglie Sarai, Abramo si unì con una delle sue schiave, Agar, e da questa unione nacque Ismaele. 
Quattordici anni dopo, Abramo si unì con sua moglie Sarai e nacque Isacco, il primo figlio legittimo. 
Isacco ebbe due figli: Esau e Giacobbe. I discendenti di Esau furono gli edomiti, mentre Giacobbe fu il padre degli israeliti. Il nome di Giacobbe fu cambiato da Dio in Israele (“colui che lotta con Dio”, vedere nota 2). Giacobbe ebbe dodici figli, i progenitori delle dodici tribu di Israele. Suo figlio Giuseppe, fu venduto dagli altri fratelli a dei mercanti madianiti che lo trasportarono in Egitto. 
In Egitto Giuseppe fu benedetto da Dio e prosperò . Vent’anni dopo una grande carestia obbligò Giacobbe/Israele e i suoi figli a viaggiare in Egitto, dove si rincontrarono con Giuseppe. 
Dopo la morte di Giacobbe/Israele e di Giuseppe, in Egitto salì al trono un re che si preoccupò per la crescita del potere degli ebrei e decise di perseguirli con una repressione crudele. 
Iniziò  quindi un periodo di schiavitù per gli ebrei in Egitto. La quarta dispensazione terminò  quindi con il giudizio dell’oppressione e della schiavitù

Yuri Leveratto

Immagine: Abraham, Ephraim Moses Lilien (1874–1925)

Note:
1-Mizraim è il nome della terra d’Egitto in ebreo e arameo (https://en.wikipedia.org/wiki/Mizraim)
2-https://yurileveratto2.blogspot.com/2017/05/il-significato-della-lotta-di-giacobbe.html

Bibliografia: "Eventos del porvenir, estudios de escatologìa bìblica", J.Dwight Pentecost

lunedì 10 settembre 2018

La terza dispensazione: l’età del governo umano. Il patto con Noè e la confusione delle lingue


Il primo atto che fece Noè uscendo dall’arca fu quello di offrire un gran olocausto al Signore. Quindi Dio fece un patto con Noè, nel quale si sancì che nessun altro diluvio avrebbe distrutto la terra e che ogni animale sarebbe stato soggetto a Noè e ai suoi discendenti. Vediamo i passaggi corrispondenti:

Genesi (8, 20) – Genesi (9-6):

20 Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri e di uccelli puri e offrì olocausti sull’altare. 21 Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo: «Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perchè ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; nè colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. 22 Finchè durerà la terra, seme e mèsse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno».
1 Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 2 Il timore e il terrore di voi sia in tutti gli animali della terra e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono dati in vostro potere. 3 Ogni essere che striscia e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. 4 Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. 5 Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto a ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello. 6 Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perchè a immagine di Dio è stato fatto l’uomo.

Dio benedisse Noè e i suoi figli, in modo che potessero ripopolare la terra. Per la prima volta fu permesso cibarsi di carne di animali. Inoltre nel patto con Noè, Dio attestò che la vita umana è sacra e chiunque uccide un altro uomo sarà soggetto allà pena capitale. 
Come segno delle promesse del patto, Dio collocò un arcobaleno nel cielo.

In questo modo gli esseri umani ebbero un nuovo inizio, con l’istituzione del “governo umano”. In quel tempo l’uomo era responsable di governare il mondo in nome di Dio. I figli di Noè, Sem, Cam e Jafet, ebbero il compito di iniziare a compiere la commisione data a loro da Dio, ossia “ripopolare la terra”, ben sapendo che Dio è il redentore di quelli che credono in lui ed è il castigatore dei malvagi.  
Però non passo molto tempo che nuovamente l'arroganza, la saccenza, e la malvagità, tornarono a guidare la vita di molte persone. Invece della volontà di Dio, gli uomini iniziarono a perseguirè la propria volontà, con l’idea di “farsi un nome”. Erano pertanto guidati dall’egocentrismo e dal materialismo. 

Vediamo il passaggio corrispondente in Genesi 11, 1-4):

1 Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. 2 Emigrando dall’oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono. 3 Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da malta. 4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». 

Per punire la saccenza e la presunzione dell’uomo, Dio confuse le lingue, affinchè gli uomini si disperdessero in tutta la terra. Vediamo il passaggio corrispondente, Genesi (11, 5-9):

5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo. 6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perchè non comprendano più l’uno la lingua dell’altro». 8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò Babele, perchè là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

La confusione delle lingue fu il giudizio utilizzato da Dio per punire l’arroganza e la saccenza degli uomini. Inoltre il risultato della confusione della lingue causò la dispersione degli uomini in tutta la terra. Infatti quelli che parlavano un certo idioma si riunivano con coloro che li intendevano e decidevano di partire per allontanarsi da altri che non comprendevano.

Yuri Leveratto