sabato 23 aprile 2016

Il patto abramitico, preludio del Nuovo Patto


Per poter comprendere il significato profondo della Bibbia, si deve leggerla nella sua totalità, dalla Genesi all’Apocalisse. Possiamo dire che la Bibbia è la descrizione del progetto di Dio. Gesù Cristo è il centro della rivelazione di Dio all’uomo. Infatti, dopo la caduta dell’uomo, Dio non abbandona la sua creatura, ma inizia una rivelazione progressiva, durante la quale invierà prima i profeti, che annunceranno l’arrivo del Salvatore, ed infine invierà suo Figlio, con lo scopo di liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato. Con l’invio del Figlio viene attuato il sacrificio finale e perfetto. Durante la rivelazione progressiva Dio sancisce vari patti con l’uomo.
I patti biblici si differenziano tra incondizionali e condizionali. Nei patti incondizionali, Dio si obbliga, mediante la Grazia, con la formula “IO”, a concedere determinate benedizioni per coloro i quali ha sancito il patto. 
Nei patti condizionali Dio promette benedizioni per l’uomo solo e soltanto quando l’uomo compirà perfettamente certe condizioni. 
Gli otto patti descritti nella Bibbia sono: il patto edenico, il patto adamitico, il patto con Noè, il patto abramitico, il patto mosaico, il patto palestinese, il patto davidico, e il Nuovo Patto. 
I principali patti incondizionali sono il patto abramitico, (Genesi 12-13-17-22), il patto palestinese (Deuteronomio 30, 1-10), il patto davidico (2 Samuele 7, 10-16), e il Nuovo Patto (Geremia 31, 31-40). Le caratteristiche principali di questi patti sono quattro: devono essere interpretati letteralmente, sono eterni e incondizionali, ossia è Dio che si è impegnato a realizzarli senza porre condizioni e sono rivolti al popolo di Israele (ricordiamo però  che Paolo di Tarso asserì che i Giudei sono coloro che sono circoncisi nel cuore, Lettera ai Romani 2, 28-29).
Innanzitutto facciamo una premessa. Perché Dio scelse Abramo? Nella città dove Abramo viveva, Ur dei caldei, la maggioranza delle persone credeva a culti idolatrici, all’animismo e al totemismo. La fede di Abramo era molto differente, infatti Abramo credeva in Dio Trascendente, il Creatore del mondo. Vediamo alcuni passaggi della Genesi dove si dimostra la fede in Dio di Abramo.

Abramo credeva in un Dio Altissimo
Genesi (14, 22): 
Ma Abramo rispose al re di Sodoma: «Ho alzato la mia mano all'Eterno, il Dio Altissimo, padrone dei cieli e della terra, 

Abramo credeva a YHWH, al Dio unico che lo aveva chiamato
Genesi (15, 6): 
Ed egli credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia.

Abramo credeva in un Dio onnipotente.
Genesi (17, 1):
Quando Abramo ebbe novantanove anni, l'Eterno gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii integro; 

Abramo credeva in Dio, giudice giusto, amministratore del mondo
Genesi (18, 25):
Lungi da te il fare tale cosa: far morire il giusto con l'empio, cosicchè il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?».

Credeva in un Dio eterno: 
Genesi (22, 33):
Poi Abrahamo piantò un tamarisco a Beer-Sceba e là invocò il nome dell'Eterno, il Dio d'eternità.

Abramo credeva nel Signore e Creatore dei cieli e della terra, padrone reale e legittimo di tutta la creazione: 
Genesi (24, 1-3):
Abrahamo era ormai vecchio e di età avanzata; e l'Eterno aveva benedetto Abrahamo in ogni cosa. E Abrahamo disse al servo più anziano di casa sua che aveva il governo su tutti i suoi beni: «Deh, metti la tua mano sotto la mia coscia; e io ti farò giurare per l'Eterno, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per moglie a mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei, in mezzo ai quali io dimoro; 

Il patto abramitico è il primo dei quattro patti incondizionali e sta alla base della rivelazione progressiva del progetto di Dio per la salvezza dell’uomo. E’ un patto importante per la Risurrezione e per la dottrina della soteriologia cristiana. Vediamo i passaggi del patto abramitico. 

Genesi (12, 1-3):

Or l'Eterno disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra». 

Genesi (13, 14-17):

E l'Eterno disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: «Alza ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord, a sud; a est e a ovest. Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre. E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; per cui, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche la tua discendenza. Levati, percorri il paese in lungo e in largo, perchè io lo darò a te». 

Genesi (17, 2-8):

e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente». Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo: «Quanto a me, ecco io faccio con te un patto: tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni. E non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poichè io ti faccio padre di una moltitudine di nazioni. Ti renderò grandemente fruttifero. Quindi ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. E stabilirò il mio patto fra me e te, e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno, impegnandomi ad essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. E a te, e alla tua discendenza dopo di te, darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in proprietà per sempre; e sarò il loro Dio».

Genesi (22, 18):

E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perchè tu hai ubbidito alla mia voce».

Analizziamo le promesse che Dio ha fatto ad Abramo. 
Il nome di Abramo sarà reso grande. 
Una grande nazione si originerà da lui. 
In lui saranno benedette tutte le famiglie della terra.
A lui personalmente e alla sua discendenza si darà in eredità la Palestina, per sempre.
La sua discendenza sarà numerosa come la polvere della terra.
Chiunque lo benedirà sarà benedetto e chiunque lo maledirà sarà maledetto. 
Lui sarà il padre di molte nazioni. 
Dei re procederanno da lui. 
Il patto sarà perpetuo, per sempre. 
La terra di Canaan sarà sua proprietà, per sempre.
Dio sarà il suo Dio e della sua discendenza. 
La sua discendenza possiederà la porta dei suoi nemici. 
Nella sua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra. 

Come notiamo alcune promesse sono state date ad Abramo, altre alla nazione di Israele, della quale Abramo è il padre, e alcune benedizioni sono universali quindi date a tutte le nazioni. 
Il patto abramitico può essere considerato come il seme con il quale poi furono stabiliti altri patti con la nazione di Israele. Ed ha importanza anche per quanto riguarda la dottrina escatologica cristiana.
Le promesse del patto abramitico riferite alla terra, (Genesi 12, 1 – 13, 14-15 - 13, 17), si svilupparono poi nel Patto palestino, che dette ad Israele la sicurezza sulla terra del popolo ebraico (Deuteronomio 30, 3-5 – Ezechiele 20, 33-37, 42, 44). 
Le promesse del patto abramitico riferite ai discendenti (Genesi 12, 2 – 13, 16 -17, 2-8), si svilupparono nel patto davidico, che ha a che vedere con la promessa di dinastia, nazione e trono (2 Samuele 7, 11 – 13, 16 – Geremia 33, 20-21, 31, 35-37). 
Le promesse del patto abramitico di benedizione e redenzione nazionale e universale per la sua discendenza (Genesi 12, 3 – 22, 18), hanno a che vedere con il Nuovo Patto (Geremia 31, 31-40 – Lettera agli Ebrei 8, 6-13) e si descrivono anche nella Lettera ai Galati (13, 16):

Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la Scrittura: «E ai discendenti», come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. 

La discendenza di Abramo è infatti Gesù Cristo. Se una persona è di Cristo, è discendente di Abramo, ed è erede, conforme alla promessa. A tale proposito vediamo un passaggio della Lettera ai Romani (4, 16): 

Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi 

Il patto abramitico risulta essere pertanto di particolare importanza proprio in quanto preludio al Nuovo Patto, in quanto esso ha a che vedere con la benedizione spirituale e la redenzione della nazione di Israele. Vediamo i passi del Nuovo Patto descritto in Geremia (31, 31-40): 

«Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benchè io fossi loro Signore. Parola del Signore. Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perchè tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poichè io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato». Così dice il Signore che ha fissato il sole come luce del giorno, la luna e le stelle come luce della notte, che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde e il cui nome è Signore degli eserciti: «Quando verranno meno queste leggi dinanzi a me - dice il Signore - allora anche la progenie di Israele cesserà di essere un popolo davanti a me per sempre».
Così dice il Signore: «Se si possono misurare i cieli in alto ed esplorare in basso le fondamenta della terra, anch'io rigetterò tutta la progenie di Israele per ciò che ha commesso». Oracolo del Signore. «Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali la città sarà riedificata per il Signore dalla torre di Cananeèl fino alla porta dell'Angolo. La corda per misurare si stenderà in linea retta fino alla collina di Gàreb, volgendo poi verso Goà. Tutta la valle dei cadaveri e delle ceneri e tutti i campi fino al torrente Cedron, fino all'angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno consacrati al Signore; non sarà più sconvolta nè distrutta mai più».

La profezia di Geremia si riferisce alla missione di Gesù Cristo sulla terra che ha sancito il Nuovo Patto con il suo sangue versato sulla croce per tutti noi. Il verso di Geremia (31, 33), è ripreso nella Seconda Lettera ai Corinzi (3, 3). Vediamo nello specifico, Geremia (31, 33): 

Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. 

Seconda Lettera dei Corinzi (3, 3):

È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani.

Inoltre il verso di Geremia (31, 34) è riportato nella Lettera agli Ebrei (8, 6-13), e termina con una grandiosa promessa: «Io perdonerò la loro iniquità, e non mi ricorderò più del loro peccato» (verso 34; ripreso in Atti degli Apostoli 10, 36-43, specialmente nel passo 43). Vediamo nello specifico, Geremia (31, 34):

Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perchè tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poichè io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».

Atti degli Apostoli (10, 36-43):

Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni;  cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

Pertanto, la profezia di Geremia si riferisce alla missione di Gesù Cristo sulla terra, poichè il «sangue dell’alleanza» è stato sparso per molti (Vangelo di Matteo 26, 28):

perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 

Tornando al patto abramitico, la promessa del patto sta alla base della refutazione di Gesù Cristo ai Sadducei che negavano la Risurrezione (Vangelo di Matteo 22, 23-32). Per quelli infatti che negavano la possibiltà della Resurrezione, il Signore affermò che non solo era possibile, ma necessaria. Dio, infatti, con la proclamazione del patto abramitico entra in relazione con Abramo, Isacco, Giacobbe, (Esodo 3, 13-15), ma questi uomini sono morti senza ricevere il compimento delle loro promesse. (Lettera agli Ebrei 11, 13). Siccome il patto non può  essere rotto, in quanto è incondizionale, Dio risusciterà queste persone, per compiere la promessa. 
Infatti Paolo di Tarso davanti ad Agrippa, mette in relazione la “promessa fatta da Dio ai nostri padri” con la risurezione dai morti. Vediamo il passaggio in questione, Atti degli Apostoli (26, 6-8):

E ora sto qui sotto processo a motivo della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri, e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. A motivo di questa speranza, o re, sono ora accusato dai Giudei! Perchè fra voi è considerato incredibile che Dio risusciti i morti?

Quindi la Risurrezione di Gesù Cristo, è la prova che il patto abramitico è vigente. 

YURI LEVERATTO
Copyright 2016

Immagine: Wenceslas Hollar, la separazione di Abrahamo e Lot

Bibliografia: Eventos del porvenir, estudios de escatología bíblica, J.Dwight Pentecost

martedì 12 aprile 2016

La fondazione della scuola alessandrina


La cristianizzazione dell’Egitto iniziò con la missione dell’ebreo Marco, l’evangelista. Secondo la tradizione delle Chiese Copte e Ortodosse di Alessandria, Marco giunse in Egitto nel 49 d.C. ed iniziò a predicare la Buona Novella. Marco battezzò Aniano, che fu in seguito il secondo vescovo di Alessandria. Pur essendo vescovo di Alessandria, Marco si assentò per un periodo di due anni, durante i quali viaggiò in Cirenaica, nella città di Tolemaide, e quindi a Roma ed Aquileia. Al suo ritorno in Egitto, Marco trovò che la comunità dei cristiani si era sviluppata e che era stata costruita una Chiesa nella località di Bucolia, presso il porto di Alessandria. 
Secondo San Girolamo, Marco fu anche il fondatore della scuola catechetica di Alessandria, il cui primo decano fu Giusto (1). 
Durante il primo secolo Alessandria era una città cosmopolita dove convivevano differenti popoli e varie credenze religiose. Vi erano egiziani, greci, romani, etiopi e la lingua più parlata era il greco. 
Fin dalla fondazione della città portuale, per opera di Alessandro il Grande, si erano sviluppate varie correnti culturali: l’orientale, erede delle tradizioni babilonesi, persiane e indiane (vediche); l’egiziana, erede delle antiche religioni dei faraoni, all’interno della quale si adoravano ancora Horus, Iside e Osiride; e la greca, con gli dei del pantheon olimpico. 
Ad Alessandria però vi erano anche dei giudei adoratori di YHWH, e fin dal secondo secolo a.C. vi era stato un certo intercambio culturale tra la cultura giudaica e quella greca, in quanto era stato tradotto al greco il Tanakh, ovvero i libri che ora conformano l’Antico Testamento (la Bibbia dei settanta).  
Uno dei più famosi saggi giudei di Alessandria del I secolo fu Filone, che individuava il demiurgo o Logos di Platone come il Dio della tradizione ebraica.  
Secondo una tradizione copta Marco fu martirizzato nel 68 d.C. quando dei pagani, adoratori del dio egizio Serapide, lo legarono alla coda di un cavallo e lo fecero trascinare per la città fino alla sua morte (2).
Il secondo vescovo di Alessandria fu Aniano, dal 68 d.C. fino all’83 d.C., la sua data di morte. 
Giusto di Alessandria fu il decano della scuola alessandrina fino al 118 d.C., quando fu eletto vescovo. I sucessivi decani della scuola furono Eumene di Alessandria (118-129 d.C.) e Marco II di Alessandria (129-152 d.C.). 
A partire dal II secolo si sentì la necessità di difendere la fede cristiana contro possibili attacchi esterni. Fu questa la ragione che la scuola alessandrina si sviluppò e fiorì, proprio nella città dove era più diffuso lo gnosticismo, una tendenza opposta al Cristianesimo apostolico. 
La visione gnostica non fu una fede originale, ma fu un adattamento di concetti gnostici applicati al Cristianesimo, in forte contrapposizione all’Antico Testamento. Gli gnostici, vedendo solo le negatività del mondo terreno, ossia il male, il dolore e la sofferenza, le attribuirono a YHWH, che identificavano con il demiurgo cattivo. 
Gesù Cristo invece non potevano ripudiarlo, perchè è stato un personaggio storico e molti erano disposti a morire per lui. Pertanto attuarono un sincretismo, adattandolo alla loro credenza. 
Il “Gesù gnostico” che ne derivava, pertanto, non era più quello narrato dagli Apostoli, che furono coloro che vissero con il Salvatore, ma era quello inventato e idealizzato dagli gnostici. Quel “Gesù gnostico” non aveva sofferto in croce, in quanto la sua natura prettamente divina gli impediva di soffrire, e pertanto anche la Risurrezione non aveva senso, era un’allegoria. L’importanza della venuta di Gesù era solo e solamente la sua azione di “ponte” che avrebbe potuto portare l’uomo alla vera gnosi e quindi, a Dio. Ne risultò un Gesù completamente falsato e non attinente ai testi neo-testamentari.
I due filosofi più conosciuti che divulgavano la fede gnostica ad Alessandria erano Basilide e Valentino, entrambi attivi nel secondo secolo. 
Le quattro caratteristiche della scuola alessandrina furono: il contenuto metafisico nella predicazione della fede, l’influenza platonica, la direzione concettualmente idealistica e il metodo di interpretazione allegorico di vari passaggi scritturali. 
Uno dei più importanti decani della scuola alessandrina fu Panteno, che diresse la scuola a partire dal 181 d.C. 
Secondo Eusebio di Cesarea Panteno viaggiò come missionario fino in India. Vediamo il passo corrispondente tratto dalla sua opera “Storia ecclesiastica”, (5, 10): 

1. Un uomo celeberrimo per la sua cultura, di nome Panteno, dirigeva allora la scuola dei fedeli di quella città, dato che per antica usanza esisteva presso di loro una scuola di dottrina sacra: essa si è conservata fino a noi, e abbiamo saputo che è tenuta da uomini abili nella parola e nello studio delle cose divine. Si narra che il suddetto Panteno si sia distinto tra i più brillanti di quel tempo, in quanto proveniente dalla scuola filosofica dei cosiddetti Stoici.
2. Si dice quindi che mostrò un tale ardore nella sua fervidissima disposizione per la parola divina, da essere designato araldo del Vangelo di Cristo alle nazioni d'Oriente, giungendo sino all'India. V'erano infatti, v'erano ancora a quei tempi, numerosi evangelisti della parola, che avevano cura di portare zelo divino ad imitazione degli apostoli per accrescere ed edificare la parola divina.
3. Anche Panteno fu uno di loro, e si dice che andò tra gli Indiani, dove trovò, come narra la tradizione, presso alcuni del luogo che avevano imparato a conoscere Cristo, che il Vangelo secondo Matteo aveva preceduto la sua venuta: tra loro, infatti, aveva predicato Bartolomeo, uno degli apostoli, che aveva lasciato agli Indiani l'opera di Matteo nella scrittura degli Ebrei, ed essa si era conservata fino all'epoca in questione.
4. Panteno, comunque, dopo numerose imprese, diresse infine la scuola di Alessandria, commentando a viva voce e con gli scritti i tesori dei dogmi divini.

Questa citazione indica che possibilmente Panteno ripercorse i sentieri dell’Apostolo Bartolomeo e trovò  una copia del Vangelo di Matteo scritta forse in aramaico. Nella via del ritorno verso Occidente Panteno si fermò  per alcuni anni nella città di Edessa e fu ordinato prete dal vescovo di Antiochia, Serapione. Panteno insieme a Serapione fu attivo nella confutazione delle tesi gnostiche di Bardesane, che in quel tempo si era stabilito alla corte di Agbar IX, re di Osroene. Panteno rientrò ad Alessandra nel 200 d.C. data della sua morte. 
Durante l’assenza di Panteno, la direzione della scuola alessandrina fu assunta dall’ateniese Clemente (Atene, 150 d.C. – Cesarea di Cappadocia, 215 d.C.). 
Per Clemente tra la filosofia greca e le Sacre Scritture esiste una relazione armoniosa voluta da Dio. Il Creatore ha dato la Legge ai giudei e la filosofia ai greci. Entrambe vengono da Dio ed entrambe conducono a Cristo. 
Sia il pensiero di Clemente Alessandrino che quello dei suoi predecessori (come Giustino, Atenagora, Teofilo di Antiochia) e dei suoi successori (Origene, Alessandro di Gerusalemme) furono caratterizzati dal riconoscimento del valore del pensiero di Platone, il filosofo che per primo ha ammesso l’esistenza di un piano metafisico, non con la fede, ma con la ragione. Nei filosofi cristiani alessandrini però vi è il riconoscimento della superiorità del Cristianesimo sulla filosofia greca, perchè la Verità, che i greci avevano solo sfiorato, con la descrizione del Logos, con il Cristianesimo si è rivelata in tutta la sua pienezza. 
In quest’ottica non si può parlare di ellenizzazione del Cristianesimo, ma di cristianizzazione del mondo ellenico. Per loro Gesù Cristo è la Verità ultima, ed è venuto per completare non solo la legge giudaica, ma anche la filosofia greca, in quanto ci ha svelato se stesso, il Logos che si è fatto carne. Il Cristianesimo pertanto, oltre ad essere l’unica vera religione, è per loro l’unica vera filosofia divina. 
Sappiamo che il Cristianesimo apostolico si basava sul pentimento dei propri peccati e la fede in Gesù Cristo per ottenere la salvezza, mentre lo gnosticismo era incentrato sulla conoscenza, o gnosi, per raggiungere l’unione con Dio. Clemente alessandrino indica una terza via, in quanto per lui la fede e la conoscenza stanno in una relazione intima. La fede per Clemente è il fondamento della gnosi. Per lui ogni credente può essere gnostico, ma lo gnostico ecclesiastico è il perfetto cristiano. 
La prima opera di Clemente fu il Protrettico, (dal greco “esortazione”, scritto possibilmente tra il 180 d.C. e il 200 d.C. Era un esortazione alla conversione al Cristianesimo rivolta ai pagani e soprattutto ai culti dei greci. 
La sua seconda opera fu il Pedagogo, dove al cristiano viene insegnata la disciplina e una vita di rettitudine. 
La terza opera di Clemente alessandrino è denominata Stromateis (Miscellanea), perchè analizza molti argomenti con lo scopo di individuare la giusta vita cristiana attraverso la fede e la conoscenza, che secondo lui avrebbero portato alla vera gnosi. 
In pratica le tre opere sono legate da un filo sottile. E come fosse Gesù Cristo stesso che prima esorta a intraprendere il cammino della conversione, quindi insegna la retta via da percorrere ed infine come un maestro, indica la via da percorrere attraverso la fede, per la vera conoscenza. 
Clemente scrisse anche altre opere tra le quali si ricordano le Disposizioni che furono dei commenti alla Bibbia e ad alcuni testi non canonici, come l’epistola di Barnaba e l’Apocalisse di Pietro. 
Nel 202 l’imperatore Settimio Severo ordinò  la persecuzione dei cristiani nella parte orientale dell’impero e in Egitto. Clemente alessandrino fu così costretto a lasciare l’Egitto e la direzione della scuola passò ad Origene Adamanzio. 
Clemente si diresse a Cesarea di Cappadocia, nell’attuale Turchia centrale, dove si dedicò alla Chiesa locale in quanto il vescovo Alessandro era stato imprigionato. Morì a Cesarea di Cappadocia pochi anni dopo probabilmente nel 215 d.C.
Durante quegli anni la scuola alessandrina era diretta da Origene Adamanzio (Alessandria, 185 d.C. – Tiro, 254 d.C.), uno dei principali filosofi del Cristianesimo antico. 
Nel terzo secolo la convinzione che la Verità fosse stata rivelata contemporaneamente agli ebrei con la Bibbia, e ai greci con la filosofia, e la credenza che essa si fosse incarnata nella persona di Gesù Cristo, si scontrarono con il pensiero dei filosofi neo-platonici, tra i quali si ricordano Ammonio Sacca, Plotino e Porfirio.   

YURI LEVERATTO
Copyright 2016

Note:
(1)-http://www.copticchurch.net/topics/patrology/schoolofalex/I-Intro/chapter1.html
(2)- http://www.copticchurch.net/topics/synexarion/mark.html

venerdì 8 aprile 2016

La nuova religione mondiale


Il vertice del potere di questo mondo ha interesse a diffondere il relativismo, in modo da creare un terreno fertile per l’imposizione della nuova religione mondiale. Il potere ha interesse ad appiattire, liquefare e uniformare le differenze culturali e religiose dell’umanità, con lo scopo di creare una sola religione, che si può  definire panteista, ambientalista, gnostica, ufologica. Questa “nuova religione”, infarcita di concetti antichi e nuovi, diffonde la menzogna che l’uomo possa arrivare ad essere “dio”, e che “tutto sia dio”. 
I messaggi subliminali che utilizza il potere per tentare d’imporre la nuova religione sono vari. Ne elencherò brevemente alcuni per introdurre il tema. Quando si denomina “Lucy”, una scimmia che visse nel passato e si afferma che essa era la prima “donna”, non si fa altro che umanizzare un animale, con lo scopo di installare nella mente dell’uomo che gli animali hanno una “coscienza” e che noi siamo tutt’uno con essi. Quando si affibbiano dei nomi di persona a eventi naturali come uragani o tempeste non si fa altro che umanizzare un evento casuale naturale con lo scopo di installare nella mente dell’uomo che la natura abbia una coscienza, e quindi una mente. 

Vediamo quali sono stati e quali sono i tasselli della strategia che dovrebbe portare alla nuova religione mondiale:
Il primo tassello si sviluppò in seguito alla pubblicazione, nel novembre del 1859, del libro di Charles Darwin: 

“Sull’origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita”. 

Come indica il titolo inizialmente la teoria dell’evoluzione delle specie si basava sulla selezione naturale. Quando però la comunità scientifica si rese conto che la selezione naturale non può causare il formarsi di nuove specie, si aggiunsero al processo le mutazioni genetiche. Fu l’inizio del neo-darwinismo. 
Però, come si è descritto nell’articolo “la selezione naturale e le mutazioni genetiche possono causare il formarsi di nuove specie?” (nota 1), neppure le mutazioni, che sono eventi rari e nella maggioranza dei casi dannosi, possono innescare il cambio di specie. La teoria dell’evoluzione si rivela, pertanto, a più di centocinquant’anni dalla sua pubblicazione, un coacervo di ipotesi fantasiose (come la generazione spontanea, vedi nota 2), non provate scientificamente. 
La teoria dell’evoluzione iniziò però ad essere insegnata nelle scuole e i bimbi iniziarono ad essere indottrinati non solo a credere che detta teoria sia in tutto e per tutto vera, ma vennero pure indotti indirettamente ad assumere il concetto di “evoluzione” personale, e quindi anche spirituale, nelle loro vite, presenti e future. Tutto ruota intorno a una supposta evoluzione della quale tutti dovremmo far parte. Ecco pertanto che il concetto di evoluzione spirituale e superazione personale si amalgano molto bene con i concetti espressi nella filosofia new age. 
Siccome in quest’ottica non esiste il concetto di un Dio personale, non esiste il concetto di peccato, e pertanto  viene avallata l’eliminazione delle norme etiche alla base del Cristianesimo.
Il secondo tassello della nuova religione è il diffondersi del relativismo. Esso nacque nel novembre del 1875, quando fu fondata a New York la Società Teosofica. I principali soci fondatori furono: Helena Petrovna Blavatsky, Herny Steel Olcott e William Quan Judge. La teosofia fu una specie di credenza gnostica, secondo la quale tutte le religioni avrebbero un fondo di verità perchè tutte predicano l’amore e la pace. H.P. Blavatsky (1831-1891), sostenne che il Cristianesimo sarebbe un ostacolo per il raggiungimento della Verità e diffuse i concetti di auto-deificazione e reincarnazione. 
La teosofia è quindi una filosofia esoterica, che porterebbe l’uomo alla vera conoscenza di Dio, attraverso la sapienza. Questa filosofia è pertanto ben distinta dal Cristianesimo, alla cui base vi è l’umiltà, il pentimento dei propri peccati, e la fede in Gesù Cristo, con il fine ultimo del raggiungimento della salvezza.
Un altro concetto base della teosofia, che viene ben caratterizzato dal simbolo della società teosofica, è l’assimilazione di differenti credenze, tutte considerate “giuste”. Il simbolo teosofico è infatti formato dalla svastica (a sua volta simbolo di induismo, buddismo e gianismo), dalla stella di Davide (simbolo del giudaismo), dalla croce ansata (simbolo assiale derivante dall’antico Egitto), dall’Om (ancora simbolo di induismo, buddismo e gianismo, ma anche del sikhismo), tutti contorniati dall’Ouroboros, il serpente che si morde la coda, l’eterno ritorno, che è un simbolo, nelle culture pre-abramitiche, ma anche nelle culture indigene sud-americane, della vita, dell’eterno rigenerarsi.
Alla base della teosofia pertanto vi è il concetto relativista per il quale si sostiene che tutte le religioni siano uguali, e che la Verità stia in tutte le differenti credenze. Secondo questo concetto tutte le religioni sarebbero vere, perchè tutte predicano l’amore e la pace. 
Il substrato che si è venuto a creare con il relativismo, affiancato dal darwinismo sociale, ha permesso il diffondersi della nuova religione, la quale non è ben definita, ma è multiforme.
Il primo punto fondante della nuova religione è il pantesimo. Già Spinoza aveva immaginato, in pieno contrasto con la Bibbia, che Dio fosse “la natura”, quindi l’universo, lo spazio, il sole, la terra, e le piante, gli animali e gli uomini. Però la “sostanza” delle cose create, ossia: materia, vegetali, animali, uomini, non dimostra di essere “divina”, in quanto non ne ha gli attributi. Nessuna delle cose create, incluso l’uomo, dimostrano onniscenza, onnipotenza, eternità, ma al contrario tutte queste cose create dimostrano di essere temporanee, deboli, soggette alla morte, o all’entropia.
Oggi però  il pantesimo si diffonde. Il credo new age che diffonde l’idea di un dio-energia impersonale è accattivante. Un dio-madre-natura, o dea-madre–terra, che non ha morale, che non da precetti, che non esige obbedienza e che soprattutto non giudica. Quindi l’uomo sarebbe libero di fare quello che vuole. Pertanto tutto ciò è strumentale allo smantellamento dell’etica (vedi aborto, eutanasia, unioni gay, adozioni di bimbi ai gay, eugenetica ecc). 
Ma in queste credenze panteistiche-new age, come si colloca Gesù Cristo? 
Il suo messaggio viene mistificato. Si sostiene che era un saggio, che seppe convogliare su di se “l’energia cristica”. Ma se così fosse gli Apostoli e gli Evangelisti sarebbero stati dei bugiardi e tutto quello che è scritto nel Nuovo Testamento sarebbe una menzogna. 
La nuova religione ha adottato la visione antica degli sciamani e dei mistici orientali secondo la quale l’universo sarebbe una deità vivente della quale noi facciamo parte. Ecco che si parla di “madre-natura”. E si diffonde questo concetto facendolo passare come giusto e alla moda sui canali come la CNN. Alcuni hanno anche adottato il termine “gaia” per riferirsi al nostro pianeta terra, e avallando la tesi che la terra sia un’entità senziente. In quest’ottica la “madre terra” deve essere adirittura adorata. 
Ma la natura non ha mente. Pertanto non è un essere superiore, ne tantomeno è madre. La natura, l’universo e tutto ciò che vi è contenuto sono creazioni di Dio. Il concetto sottile che si vuol far passare è panteistico, ossia che la natura ha una mente e che questa mente o forza, pervade ogni cosa. E’ il concetto di un dio-natura-madre, che non giudica, che permette ogni cosa ed è infinitamente amorevole e misericordioso. Se non c'è  giudizio, non c'è  peccato. 
Tutto ciò porta ad una sorta di auto-redenzione dove si pretende di poter purificarsi da soli, proprio perchè  in quest'ottica, il peccato non esiste. Se Dio non è  personale, e non esiste il peccato, esistono solo comportamenti negativi, da scacciare con pensieri positivi. Ognuno di noi, pertanto, secondo questa ottica gnostica può giungere all’unione con “dio”, o diventare egli stesso “dio”.
Il secondo punto della nuova religione è  l’ambientalismo. 
Oggiorno in qualsiasi giornale o televisione si leggono e si sentono frasi come “il pianeta è  in pericolo”; “l’uomo sta distruggendo la natura”. In pratica si focalizza l’interesse sul pianeta, sulla natura, e non sul cambio interiore che l’uomo dovrebbe attuare per evitare che la natura sia danneggiata. 
In altre parole: è evidente che l’ingombrante presenza dell’uomo sta causando gravi danni all’ecosistema. Ma è sempre l’ingordigia, l’egoismo e la ricerca spasmodica del lucro che porta l’uomo ad arrecare danni alla natura. Si vedano per esempio i danni causati in Amazzonia dalla monocultura della soia geneticamente modificata, o i danni causati dall’aumento esponenziale di allevamento di bovini. Tutto ciò  deriva dall’egoismo di persone già ricche, (proprietari terrieri e impresari agricoli), che desiderano acquisire sempre più potere e non hanno attuato il necessario cambio interiore che permetterebbe loro di salvaguardare la natura. 
Anche molti cristiani parlano oggi di ambientalismo. Al centro dei loro discorsi vi è  la “natura” e non il cambio interiore che porterebbe l’uomo al rispetto totale degli altri uomini e della natura, appunto. Gesù Cristo non era un politico, e non era neppure un ambientalista. Egli non ha proposto un cambio sociale, ma ha proposto un cambio interiore con il fine di raggiungere la salvezza, che deve necessariamente passare attraverso il pentimento e l’accettazione del valore salvifico della sua morte in croce. 
Secondo la nuova religione invece il centro della storia e del cosmo non è Gesù Cristo, ma è  la natura, della quale fa parte l’uomo. Gesù per la nuova religione è  stato un grande saggio, che al pari di Budda e Ghandi ci indicherebbe la via per raggiungere Dio, un Dio-energia al quale tutti noi ci uniremo, indipendentemente dal fatto se crediamo o no nella morte salvifica di Gesù Cristo. 
L’ultimo punto che forma la nuova religione è l’ufologia. 
Su History Channel viene incessantemente mostrato un programma di “antichi alieni”, (ancient aliens), nel quale si sostiene, senza alcuna prova reale, che nel passato alcuni alieni siano sbarcati sulla terra e abbiano manipolato il codice genetico delle scimmie, creando appunto l’uomo. Per avallare questa ipotesi si distorce il senso della Bibbia, che descrive invece Dio, l’Essere Trascendente che ha creato l’universo, la terra e l’uomo. 
Vi sono varie tesi che smontano queste bizzarre teorie, ma per ora limitiamoci a considerare solo un punto: anche ammettendo che esseri evoluti abbiano potuto modificare il DNA di alcune scimmie, come avrebbero potuto creare la coscienza? La coscienza, fino a prova contraria, è una caratteristica solo umana.  
Questo punto non viene mai spiegato dai teorici degli “antichi astronauti” e neppure dai teorici dell’ufologia. 
Ma analizziamo il perchè l’ufologia è stata avallata dal potere di questo mondo. Ricordiamo che il potere ha interesse a scardinare la fede nell’unico e vero Dio creatore del cielo e della terra, il Dio della Bibbia, in modo da trasformare dei credenti, persone che hanno una linea salda di pensiero e comportamento, in persone senza identità, facilmente manipolabili e quindi controllabili. Se si installa nella mente delle persone che antichi alieni avrebbero creato l’uomo, si contribuisce a scardinare la fede nell’unico e vero Dio e si crea quindi un substrato per far accettare alle masse la nuova religione basata suil pantesimo. In quest’ottica gli antichi alieni sono “nostri fratelli”, sono “esseri di luce”. L’esempio più eclatante di religione ufologica sono i raeliani. Tuttavia molte persone oggi, anche se mai entrerebbero a far parte dei raeliani, abbracciano queste tesi, e quindi perdono la loro identità, trasformandosi in soggetti senza una chiara fede, senza una morale solida, e quindi facilmente influenzabili dal potere. La nuova religione sfrutta dunque tutte queste tendenze: ambientalismo, gnosticismo e ufologia con l’intento di diffondere il panteismo e quindi creare esseri umani fàcilmente manipolabili e controllabili. 

Yuri Leveratto

mercoledì 6 aprile 2016

Il dominio di Satana sul cosmo e le sue opere, secondo la Bibbia


Oggigiorno molte persone si allontanano dalla fede nel Dio della Bibbia perchè vedendo varie negatività presenti nel mondo, le attribuiscono a Dio, e quindi, reputano che Dio non potrebbe creare il male o permettere il male. 
Secondo la Bibbia esiste la persona di Satana (1), che domina sul mondo e attua le sue opere malvagie. Pertanto è Satana, e non Dio, il responsable delle negatività di questo mondo. 
Nella Bibbia Satana è chiamato “principe di questo mondo” (Vangelo di Giovanni 12, 31), e anche il “dio di questo secolo” (Seconda Lettera ai Corinzi 4, 4). 
La parola kosmos, si utilizza 185 volte nel Nuovo Testamento. Basicamente il cosmo può essere descritto come ordine, in contrapposizione alla parola caos. L’universo viene pertanto chiamato cosmos in quanto si nota che è retto da un ordine (per esempio le leggi fondamentali della fisica). (per esempio in Atti degli Apostoli 17, 24).
Anche la terra abitata o mondo si descrive nella Bibbia con la parola cosmos (per esempio nella lettera ai Romani 1, 8).
Anche le persone che vivono nel mondo possono essere chiamate cosmos (mondo). Vediamo a tale proposito il passaggio del Vangelo di Giovanni (3, 16): 

Poichè Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 

Però generalmente nel Nuovo Testamento si parla del cosmos come un sistema ordinato che funziona separatamente da Dio.
Pertanto il cosmos, nel concetto biblico, è un mondo ordinato, organizzato da Satana e da lui guidato, in aperto contrasto con Dio. 
Le Scritture insegnano chiaramente che Satana ha un’autorità suprema sul cosmos. Ovviamente, questa autorità rientra nel proprosito di Dio. Dio potrebbe incatenare oggi stesso Satana per sempre, ma Dio segue i suoi piani. E nel progetto di Dio vi è la salvezza per molte anime che ora sono incatenate da Satana. E l’uomo debe arrivare alla salvezza in modo spontaneo, non obbligato. Gli esseri umani si avvicineranno a Dio e abbandoneranno Satana non perchè obbligati, ma perchè si convinceranno del sacrificio di Gesù Cristo e quindi crederanno in Lui. 
Quando Gesù chiamo Satana “il principe di questo mondo”, riconobbe la sua autorità suprema sul cosmos. (Gv 12, 31; 16, 11). 
Gesù non confutò l’offerta di Satana di offrigli tutti i regni del mondo, perchè sapeva che Satana ne era il leader supremo. (Vangelo di Matteo 4, 8-9). 
L’Apostolo Giovanni riconobbe la stessa verità quando scrisse che il cosmo intero sta sotto il potere del maligno (Prima lettera di Giovanni 5, 19). 
L’obiettivo di Satana è creare un sistema che rivalleggi con Dio e che escluda Dio. La causa del male nel sistema ordinato e guidato da Satana è l’indipendenza da Dio. Secondo la Bibbia, Satana e i suoi seguaci sostengono di poter fare a meno di Dio.
Questa forte rivalità tra i credenti in Dio e i non credenti si nota per esempio in passaggi come la Lettera di Giacomo 1, 27:

La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo.

Conservarsi puri dal mondo, quindi, in quando il mondo (cosmos) è contaminato. 

Vediamo questo passaggio della Lettara di Giacomo 4, 4: 

Adulteri e adultere, non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 

Vediamo infine questo passaggio, Prima lettera di Giovanni (2, 16):

perchè tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l'orgoglio della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. 

Satana pertanto invita il non credente a sviluppare una attitudine auto-sufficiente e arrogante, che deriva dalle proprietà materiali che uno ha. Questo egoismo, o egocentrismo, è una delle attitudini prevalenti nel mondo e naturalmente, deriva da Satana. Egli inoltre spinge affinchè l’uomo si interessi del presente, delle cose materiali, e che non si interessi minimamente dell’eternità. Quindi per il non credente, al primo posto c’è l’io, il qui e ora, il presente, con la sua materialità. Per il credente invece, al primo posto c’è Dio, in una prospettiva eterna. 

Vediamo ora quali siano le opere di Satana.  
Anche se Satana non è onnipotente, ne onniscente, ne onnipresente, quindi non ha attributi divini, egli è un essere poderoso, e può predire con un alto grado di precisione quali siano le mosse per sconfiggerci e farci cadere. 

Opere di Satana in relazione a Cristo

Quando Gesù apparve in questo mondo, Satana tentò in tutti i modi di impedire che Gesù portasse a termine la sua missione di morire sulla croce per i nostri peccati. Per esempio, l’omicidio perpetrato da Erode per uccidere i primogeniti fu sicuramente ispirato da Satana (Vangelo di Matteo 2, 16). 
Gesù dichiarò apertamente che Pietro si era allineato al piano di Satana quando l’Apostolo voleva dissuadere Gesù dal morire a Gerusalemme (Vangelo di Matteo, 16, 21-23). In questo caso il peccato di Pietro fu molto grave, perchè tentò di sviare la missione di Gesù, il suo proprosito principale, quello di morire espiando i nostri peccati. 
Il principale attacco a Cristo fu attuato durante le tentazioni nel deserto (Vangelo di Matteo 4, 1-11). 
Satana ha tentato Cristo, ma contemporaneamente Dio ha provato Cristo, per comprovare la sua impeccabilità. Fu lo Spirito Santo che portò Gesù nel deserto, in modo che Lui potesse essere tentato da Satana. Per quaranta giorni Satana lo tentò in vari modi (Vangelo di Luca 4, 2) e durante questo periodo Gesù digiunò. Alla fine dei quaranta giorni Satana tentò Cristo nelle tre aree dove una persona può essere tentata: i desideri della carne, i desideri degli occhi e la vanagloria della vita (Prima lettera di Giovanni 2, 16). 
Queste prove erano particularmente adeguate per il Dio-uomo. Solo Lui (non noi), poteva convertire le pietre in pane. Solo Lui (non noi) poteva saltare dal punto più alto del tempio e cadere al suolo senza farsi male. Solo Lui (non noi) poteva aspettarsi di dominare su tutti i regni della terra. 
La meta finale delle tentazioni che Satana offrì a Cristo era portarlo a evitare di soffrire e morire sulla croce. Satana offrì a Cristo la gloria, senza la croce. 
Satana sapeva benissimo che Gesù era il Cristo promesso, però Satana lo tentò ad essere indipendente dal Padre in modo che dichiarasse che le pietre si trasformassero in pane. Esattamente come il manà venne da Dio, Cristo, “il pane della vita”, doveva venire nei modi e nei tempi che il Padre aveva previsto. Cambiare le pietre in pane sarebbe stato come affermare la sua indipendenza dalla volontà del Padre. 
Se Gesù si fosse lanciato dalla parte più alta del tempio, e fosse caduto senza farsi alcun danno, ciò sarebbe stato certamente un segnale spettacolare da parte sua, ma ciò sarebbe stata una scorciatoia per il suo proprosito e avrebbe dimostrato una mancanza di fede in Lui stesso. 
Satana offrì a Cristo tutti i regni del mondo. Era nel suo potere farlo, perchè Dio glieli ha concessi temporaneamente. Però se Cristo avesse accettato, avrebbe seguito il progetto di Satana e non quello di Dio. In quel caso Gesù non sarebbe morto in croce, e quindi non avrebbe espiato tutti i peccati. 
Satana non ebbe successo e non potè impedire la morte di Gesù Cristo sulla croce. Però per continuare la sua opera, attacca il Vangelo, e i cristiani. 

Opere di Satana in relazione a Dio

In generale Satana offre un falso sistema, che si opone in tutto e per tutto al progetto di Dio. Il primo atto di questo sistema falsificato fu posto in essere quanto il Nahash, essere angelico caduto e posseduto da Satana, ha ingannato Eva, portandola a disubbedire a Dio. (Genesi 3, 5). 
Oggigiorno Satana promuove una forma di pietà mentre si nega il suo potere. A tale proposito vediamo questi versi della Lettera a Timoteo (3, 1-5): 

1 Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, 2 perchè gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, 3 senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, 4 traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, 5 aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati. 

Per fare ciò Satana maschera i suoi servi come fossero ministri della giustizia. Vediamo la seconda lettera ai Corinzi (11, 15): 

Non è dunque gran cosa se anche i suoi ministri si trasformano in ministri di giustizia, la cui fine sarà secondo le loro opere.

Satana promuove un sistema dottrinale attarverso i demoni, che a loro volta usano le persone in modo che considerino bene ciò che è male e viceversa. Vediamo questi passaggi della prima lettera a Timoteo (4, 1-3):

Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, 2 per l'ipocrisia di uomini bugiardi, marchiati nella propria coscienza, 3 i quali vieteranno di maritarsi e imporranno di astenersi da cibi che Dio ha creato, affinchè siano presi con rendimento di grazie da coloro che credono e che hanno conosciuto la verità.

Il culmine del falso progetto di Satana sarà l’invio dell’anticristo, che sarà lo strumento di Satana per far si che l’umanità creda alla menzogna come fosse verità. Vediamo a tale proposito questi passaggi della seconda lettera ai Tessalonicesi (2, 9-11):  

9 La venuta di quell'empio avverrà per l'azione di Satana, accompagnata da ogni sorta di portenti, di segni e di prodigi bugiardi, 10 e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perchè hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati. 11 E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perchè credano alla menzogna


Opere di Satana in relazione alle nazioni

L’attività principale in questa area è ingannare le nazioni. (Apocalisse 20, 3). L’inganno sta nel fatto di far loro credere che Cristo non è necessario, e che esse possono riuscire a portare la pace e la prosperità senza il Signore. 
Satana usa i demoni per portare a termine il suo inganno (Daniele 10, 13-20), e usa i governi per impedire il progresso del Vangelo. 
Nei tempi futuri Satana ingannerà le nazioni in modo che ricevano l’anticristo, come fosse un salvatore. Satana darà potere all’anticristo e il mondo lo acclamerà (Apocalisse 13, 2-4). Alla fine della Tribolazione, Satana e i demoni influiranno sugli eserciti delle nazioni affinché essi marceranno verso l’Armageddon.
Durante il millennio Satana sarà incatenato, ma alla fine del millennio Satana sarà liberato e tenterà ancora di condurre il mondo a una ribellione contro Cristo. Dopo quest’ultimo tentativo Satana sarà lanciato per sempre nel lago di fuoco. 

Opere di Satana in relazione ai non credenti

In generale Satana fa si che i non credenti continuino a ripudiare il Vangelo. Ciò si può vedere nella seconda lettera ai Corinzi (4, 4): 

nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinchè non risplenda loro la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio. 

L’inganno di Satana è far pensare che qualsiasi cammino porta a Dio e che il cammino di Cristo non è quello unico. Solo un potere più forte di Satana, che è lo Spirito Santo, può rimuovere la cecità dei non credenti. Alcune volte Satana toglie le parole di Dio che i credenti hanno ascoltato in modo da confonderli. Ciò è scritto nel Vangelo di Luca (8, 12): 

Quelli lungo la strada sono coloro che odono la parola; ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, affinchè non credano e non siano salvati

Inoltre Satana promuove l’occultismo, il Deismo e il Teismo stesso (infatti essere teista non significa essere salvo). Tutte queste religioni allontanano l’uomo dal messaggio del Vangelo. 

Opere di Satana in relazione ai credenti

Così come Satana tentò Cristo, allo stesso modo tenta i credenti, in modo che commettendo il male si allontanino da Dio. 
Alcune volte Dio utilizza Satana per provarci. In questo caso Dio ci prova (prima lettera di Pietro 1, 6-7); Dio ci prova per insegnarci (prima lettera di Pietro 4, 12-13); Dio ci prova per aumentare il nostro amore verso di Lui (Lettera di Giacomo 1, 12). Però l’unico proposito di Satana è tentare l’uomo a commettere il male. 
Satana tenta l’uomo a conformarsi con le strutture della società. Vediamo a tale proposito la prima lettera ai Tessalonicesi (3, 5): 

Per questa ragione, non potendo più resistere, io pure mandai ad informarmi sulla vostra fede, che talora il tentatore non vi avesse tentati, e la nostra fatica non fosse riuscita vana. 

Per esempio, oggigiorno Satana tenta l’uomo a conformarsi con le nuove ideologie che si stanno sviluppando nella società. Una per tutte: l’ideologia gender. 

In secondo luogo Satana tenta i credenti a nascondere il proprio egoismo. La storia di Anania e Saffira serve per spiegare questo punto. Questa coppia volle nascondere parte del denaro ricevuto dalla vendita della loro proprietà e allo stesso modo volle ricevere dei complimenti e delle lodi per il loro contributo. Pietro si rese conto che Satana li istigò a mentire (Atti degli Apostoli 5, 1-11). Loro erano nel pieno diritto di non vendere la loro proprietà o di dire la verità, ossia che avevano tenuto una parte per loro, ma mentirono. Finsero generosità, nascondendo per loro una parte della vendita. 

In ultima analisi Satana tenta i credenti all’immoralità. Ciò si vede nella prima lettera ai Corinzi (7, 5): 

Non privatevi l'uno dell'altro, se non di comune accordo per un tempo, per dedicarvi al digiuno e alla preghiera; poi di nuovo tornate a stare insieme, affinchè Satana non vi tenti a causa della vostra mancanza di autocontrollo. 

Satana agisce anche come avversario e oponente dei credenti in varie aree della loro vita. Egli fa ciò per confonderli (Vangelo di Matteo 13, 38-39), per portare via la parola seminata nei loro cuori (Vangelo di Marco 4, 15), per far si che le autorità si mettano contro i credenti (prima lettera ai tessalonicesi 2, 18) o addirittura per mettere in carcere i credenti in modo che il loro testimonio non si divulghi (Apocalisse 2, 10). A tale proposito ricordiamo il caso della donna pakistana Asia Bibi. 
Satana ci ricorda con tutti i mezzi i nostri peccati (Apocalisse 12, 10). Ci accusa in modo da convincerci che non possiamo essere salvati e pertanto possiamo tornare a peccare. Ma Cristo ci ricorda che Lui prese i nostri peccati con la sua morte in croce e quindi essi sono già stati espiati (prima lettera di Giovanni 2, 1-2). 

In ultima analisi, Satana è un essere poderoso, che si serve di molti demoni per i suoi propositi. Pertanto l’unico modo per combatterlo e vincerlo è affidarsi completamente alla forza del potere infinito di Dio. 

Yuri Leveratto

Bibliografia: Teologia bàsica, Charles Ryrie.

Nota 1: https://yurileveratto2.blogspot.com/2016/04/chi-e-satana-secondo-la-bibbia.html

lunedì 4 aprile 2016

Chi è Satana secondo la Bibbia?


Oggigiorno alcuni scrittori di pseudostoria negano il concetto del Dio biblico e di suo Figlio, Gesù Cristo. Ovviamente negano anche il concetto del peccato ereditato (1), e conseguentemente negano la persona di Satana. Essi affermano: “la parola Satana non esiste nella Bibbia”. Secondo queste teorie, la idea di Satana si sarebbe sviluppata solo nel Nuovo Testamento, e ciò  avrebbe portato alla reintrepetazione delle “leggende” dell’Antico Testamento, posto che, secondo questi autori pseudostorici, il Tanakh non conterrebbe l’idea di una figura demoniaca opposta al Creatore. 
In questo articolo dimostrerò  che invece la persona di Satana è reale nella Bibbia. 
Innanzitutto la parola Satana, שָּׂטָן‎ , significa avversario, accusatore. Vediamo alcuni passaggi dove appare, nell’Antico Testamento la parola “Satana”

1 Cronache (21, 1): 

Or Satana si levò contro Israele, e istigò Davide a fare il censimento d'Israele. (2)

Giobbe (1, 6, 12):

Un giorno avvenne che i figli di DIO andarono a presentarsi davanti all'Eterno, e in mezzo a loro andò anche Satana. 7 L'Eterno disse a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose all'Eterno e disse: «Dall'andare avanti e indietro sulla terra e dal percorrerla su e giù». 8 L'Eterno disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Poichè sulla terra non c'è nessun altro come lui, che sia integro, retto, tema DIO e fugga il male». 9 Allora Satana rispose all'Eterno e disse: «È forse per nulla che Giobbe teme DIO? 10 Non hai tu messo un riparo tutt'intorno a lui, alla sua casa e a tutto ciò che possiede? Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame è grandemente cresciuto nel paese. 11 Ma stendi la tua mano e tocca tutto ciò che possiede e vedrai se non ti maledice in faccia». 12 L'Eterno disse a Satana: «Ecco, tutto ciò che possiede è in tuo potere; non stendere però la mano sulla sua persona». Così Satana si ritirò dalla presenza dell'Eterno. (3)

Salmi (109, 6):

Stabilisci un uomo malvagio su di lui, e un accusatore stia alla sua destra. (4)

Zaccaria (3, 1-2):

Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava ritto davanti all'angelo dell'Eterno, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo. 2 L'Eterno disse a Satana: «Ti sgridi l'Eterno, o Satana! Sì, l'Eterno che ha scelto Gerusalemme ti sgridi! Non è forse costui un tizzone strappato dal fuoco?». (5)

Quindi vediamo che la parola “Satana” è utilizzata varie volte nell’Antico Testamento per indicare un avversario, un accusatore, un oppositore. E’ pertanto una persona opposta al Creatore, che avversa continuamente ogni suo atto e ogni suo proposito. 
Sia l’Antico e il Nuovo Testamento si riferiscono a Satana come una persona (Giobbe 1; Vangelo di Matteo 4, 1-12). Gesù si è riferito a Satana con pronomi personali e quindi lo ha considerato una persona. 
Se Satana fosse semplicemente un simbolismo per inventare e descrivere l’idea del male, allora Gesù avrebbe mentito quando disse:

Vangelo di Matteo, (25, 41): 

Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 

In questo caso Gesù ha considerato che Satana è una persona. La sua personalità viene descritta anche: nella Seconda Lettera ai Corinzi (11, 3); in Apocalisse (12, 17); Vangelo di Luca (22, 31); Seconda Lettera a Timoteo (2, 26).

Dal passaggio di Ezechiele (28, 11-19), che tratteremo più avanti, si evince che Satana è una creatura (v. 15), Ciò  significa che Satana non possiede attributi che sono caratteristici solo di Dio, come l’onnipotenza, l’onnipresenza e l’onniscienza. E’ un essere poderoso, ma ha le limitazioni proprie di una creatura. E come creatura dovrà prima o poi rispondere al suo Creatore. 
Satana è un essere spirituale che appartiene all’ordine dei cherubini (Ezechiele 28, 14). Apparentemente fu l’angelo creato che aveva la posizione più alta (v.12).

Vi sono vari nomi che sono dati a Satana e confermano la sua reale esistenza. 

1-Satana: usato 52 volte, che significa avversario o oponente.

2-Diavolo: usato 35 volte, dal greco diabolos che significa “calunniatore” (vangelo di Matteo 4, 1; Lettera agli Efesini 4, 27; Apocalisse 12, 9: 20, 2). 

3-Il maligno: usato da Giovanni (Vangelo di Giovanni 17, 15; Prima lettera di Giovanni 5, 18-19). 

4-Nahash, o essere angelico caduto, (Genesi 3, 1).

5-Belzebù : termine che indica Satana come il capo dei demoni (Vangelo di Luca 11, 5).

6-Belial: termine usata da Paolo di Tarso per indicare Satana nella seconda lettera ai Corinzi (6, 15).

Una delle attività più frequenti di Satana è quella di accusare l’uomo, ricordarci quindi dei nostri peccati e indurci a ricadere. Ma nella Bibbia è chiaro che Gesù Cristo si pone come il nostro avvocato, colui che ha preso su di se i nostri peccati (Prima lettera di Giovanni 2, 1-2). 

Un’altra attività di Satana è quella di tentare l’uomo (Vangelo di Matteo 4, 3; Prima lettera ai Tessalonicesi 3, 5). Questa opera di tentazione si è vista fin dal principio (Genesi 3, 1). Satana offrì a Eva un progetto falso, dove ovviamente era permesso disubbedire all’ordine di Dio di non mangiare dall’albero della conoscenza del bene e del male. 
La tentazione presentata a Cristo fu quella di ottenere la gloria che gli corrispondeva, senza Dover sopportare la sofferenza sulla croce e senza Dover affrontare la morte.

L’attività di Satana si vede anche per alcuni titoli che gli vengono attribuiti. Egli è il “principe di questo mondo” (Vangelo di Giovanni 12, 31). Egli è il “dio di questo secolo” (Seconda lettera ai Corinzi 4, 4). Egli è il “principe della potestà dell’aria”, ed è lo “spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza” (Lettera agli Efesini 2, 2).

Analizziamo ora i passaggi biblici di Ezechiele (28, 11-19): 

11 La parola dell'Eterno mi fu rivolta, dicendo: 12 «Figlio d'uomo, innalza una lamentazione sul re di Tiro e digli: Così dice il Signore, l'Eterno: Tu eri il sigillo della perfezione, pieno di sapienza e perfetto in bellezza. 13 Eri nell'Eden il giardino di DIO; eri coperto d'ogni pietra preziosa: rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici, diaspri, zaffiri, carbonchi, smeraldi e oro; la lavorazione dei tuoi tamburelli e dei tuoi flauti fu preparata per te nel giorno in cui fosti creato. 14 Tu eri un cherubino unto, un protettore. Io ti avevo posto sul monte santo di DIO e camminavi in mezzo a pietre di fuoco. 15 Tu eri perfetto nelle tue vie dal giorno in cui fosti creato, finchè non si trovò in te la perversità. 16 Per l'abbondanza del tuo commercio, ti sei riempito di violenza e hai peccato; perciò ti ho scacciato come un profano dal monte di DIO e ti ho distrutto, o cherubino protettore di mezzo alle pietre di fuoco. 17 Il tuo cuore si era innalzato per la tua bellezza; hai corrotto la tua sapienza a motivo del tuo splendore. Ti getto a terra, ti metto davanti ai re, perchè ti vedano. 18 Con la moltitudine delle tue iniquità, con la malvagità del tuo commercio hai profanato i tuoi santuari. Perciò ho fatto uscire di mezzo a te un fuoco che ti ha divorato, e ti ho ridotto in cenere sulla terra sotto gli occhi di quanti ti guardavano. 19 Tutti quelli che ti conoscevano tra i popoli restano stupefatti di te; sei diventato oggetto di terrore e non esisterai mai più».

Alcuni scettici negazionisti della persona di Satana sostengono che in Ezechiele (28, 1-19) si descriva solamente il giudizio su Tiro e sul suo leader. Ma le evidenze dimostrano che la persona che viene descritta in Ezechiele (28, 11-19), è un essere che visse nel Giardino dell’Eden e che fu scacciato per il suo stesso orgoglio. I versi 14, 15 difficilmente potrebbero essere applicati a un re umano, in carne e ossa. 
Nel passaggio in questione quindi si descrive il re di Tiro, ma per analogia si decrive Satana, che del re di Tiro si è impossessato, e che ha vissuto nel Giardino dell’Eden. Molti passaggi profetici descrivono infatti sia personaggi locali, che personaggi addizionali. 
Riconsideriamo il verso 15: 

Tu eri perfetto nelle tue vie dal giorno in cui fosti creato, finchè non si trovò in te la perversità.

In questo verso vi è l’origine del peccato di Satana. Un peccato di saccenza, presunzione, non-umiltà. Il Nuovo Testamento descrive il peccato di Satana nella prima lettera a Timoteo (3, 6): 

Inoltre egli non sia un neoconvertito, perchè non gli avvenga di essere accecato dall'orgoglio e non cada nella condanna del diavolo.

In pratica si descrive che un neoconvertito che si innalza e crede di sapere tutta la Bibbia, può  incorrere nel peccato di orgoglio, che è proprio di Satana. 

Anche nel libro di Isaia vi è una descrizione di Satana. Vediamo il passaggio in questione. 

Isaia (14, 12-15):

12 Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni? 13 Tu dicevi in cuor tuo: "Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del nord; 14 salirò sulle parti più alte delle nubi, sarò simile all'Altissimo". 15 Invece sarai precipitato nello Sceol, nelle profondità della fossa. 16 Quanti ti vedono ti guardano fisso, ti osservano attentamente e dicono: "È questo l'uomo che faceva tremare la terra, che scuoteva i regni, 17 che ridusse il mondo come un deserto, distrusse le sue città e non lasciò mai andar liberi i suoi prigionieri?". (6)

Alcuni srittori di pseudostoria sostengono che questo passaggio si riferisca solo al re di Babilonia, che si menziona in un verso precedente, il quarto. Però  anche qui il senso del passaggio è triplice, si riferisce quindi al re di Babilonia, ma anche alla caduta di Satana e alla sua futura e decisiva punizione eterna.
La parola Lucifero significa “portatore di luce”. In ambito pagano e astrologico si associa alla “stella del mattino” ossia a Venere. 
Però  la “stella del mattino” non deve essere utilizzato come un titolo di Lucifero, giacchè Gesù stesso si denomina “lucente stella del mattino” in Apocalisse 22, 16. In questo caso Gesù viene associato alla luce della vera sapienza e dell’umiltà, come nel Vangelo di Giovanni (1, 9).
Sappiamo dalle parole stesse di Gesù che Satana cadde dal cielo, ossia peccò :

Vangelo di Luca (10, 18): 

“Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore.”

Quindi quando Isaia si riferisce a Lucifero “gettato sulla terra” (v.12) non può  che riferirsi a Satana. La ragione che Dio lo fece cadere dal cielo è proprio il suo peccato (versi 13 e 14). 

Il peccato di Satana fu il più grave di tutti in quanto egli era l’essere più inteligente, che aveva una posizione di prim’ordine. 
Le attività principali di Satana sono quelle di tentare verso il peccato e di opporsi quindi al piano di salvezza di Dio. 
Satana ha attuato la sua tentazione principale con Gesù Cristo, ma ha fallito. 
Satana promuove lo scetticismo tra i non credenti, vediamo a tale proposito questo passaggio di Paolo di Tarso: 

Seconda lettera ai Corinzi (4, 4): 

nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinchè non risplenda loro la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio. 

Satana tenta continuamente i credenti in modo che commettano il male. Vediamo a tale proposito questo verso di Paolo di Tarso: 

Prima lettera ai Corinzi (7, 5): 

Non privatevi l'uno dell'altro, se non di comune accordo per un tempo, per dedicarvi al digiuno e alla preghiera; poi di nuovo tornate a stare insieme, affinchè Satana non vi tenti a causa della vostra mancanza di autocontrollo. 

Per finire, le Scritture dicono chiaramente che Satana è l’autorità suprema del cosmo. Vediamo alcuni versi in riferimento a questo punto. 

Vangelo di Giovanni (12, 31): 

Ora è il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo.

Vangelo di Giovanni (16, 11):

di giudizio, perchè il principe di questo mondo è stato giudicato. 

Prima lettara di Giovanni (5, 19): 

Noi sappiamo che siamo da Dio e che tutto il mondo giace nel maligno. 

Yuri Leveratto

Immagine: Satana, l'antagonista, Gustave Doré.

Note: 
1-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-il-peccato.html
2-https://biblehub.com/interlinear/1_chronicles/21-1.htm
3-https://biblehub.com/interlinear/job/1-6.htm
4-https://biblehub.com/interlinear/psalms/109-6.htm
5- https://biblehub.com/interlinear/zechariah/3-2.htm
6-https://biblehub.com/interlinear/isaiah/14-12.htm

domenica 3 aprile 2016

Commento critico al film “Avatar” di James Cameron


Ricordate "Avatar"? Un film avvincente, che descrive l'attacco degli umani agli umanoidi del pianeta Pandora. Avatar è il film più visto di tutti i tempi ed è il film che ha incassato di più in tutti i tempi. In realtà in Avatar, si divulgano vari messaggi subliminali anti-cristiani. 
In Avatar si diffonde l'idea anticristiana che Dio sia "la natura" e che ogni essere vivente sia connesso con gli altri e con i vegetali e con la terra. E' la visione panteista della "madre terra", tanto in voga oggi nella cultura new age e "ambientalista". 
I messaggi subliminali anticristiani in Avatar non devono essere sottovalutati e fanno presa sulle persone che non hanno una chiara fede in Dio. Eccone alcuni: 

1-Panteismo. Nel film si divulga che Dio non è l'Essere personale Creatore del cielo e della terra, ma è "la natura". (concetto simile alla visione di Spinoza).

2-La connessione tra tutti gli esseri viventi. In Avatar il pianeta Pandora è vivo e quindi anche la terra (a volte definita "Gaia") sarebbe viva. 

3-Reincarnazione. Nel film si mostra che l'anima di un umano (seppure con un metodo tecnologico) può passare da un corpo all'altro. Ciò induce a far credere che la reincarnazione sia reale, e che il corpo non sia quindi una caratteristica unica di ognuno di noi umani, come si afferma invece nella Bibbia (1 Tessalonicesi 5, 23). 

4-Il "dio" degli aborigeni umanoidi, chiamato "Eywa", è mostrato come reale, perchè fa miracoli. (Infatti sul finire del film l'anima del protagosnista passa dal suo corpo umano al corpo artificiale umanoide simile a quello degli aborigeni umanoidi), e quindi il Dio della Bibbia sarebbe falso. 

Attenzione quindi a questi ed altri film, perchè influenzano fortemente milioni di persone che non hanno una chiara fede in Gesù Cristo.

Yuri Leveratto

sabato 2 aprile 2016

Confutazione del post di Massimiliano Paleari: “Le fondamenta menzognere del Cristianesimo”


Oggigiorno non si contano gli autori che pubblicano libri o articoli cercando di negare la Divinità di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il Messia. Si sentono le teorie più strambe: che Gesù non fosse il Figlio di Dio ma solo un grande saggio, che Gesù non sia risorto, e che quindi il movimento dei primi cristiani sia stato un inganno architettato non si sa bene da chi. Gli autori che osteggiano e negano apertamente il Figlio di Dio lo fanno in tutti i modi possibili. Ultimamente molti di loro si sono concentrati sul fatto che nell'Antico Testamento non ci sarebbero le profezie riferite al Messia e che quindi i cristiani avrebbero adattato queste profezie (che invece sarebbero state riferite ad Israele) a Gesù ed avrebbero architettato un complotto per creare una nuova religione. Siccome questa è una tesi proposta dallo scrittore di pseudostoria Mauro Biglino, ho confutato nello specifico questa teoria nel mio articolo: “Mauro Biglino sostiene che vi sia stato un complotto di falsari del Nuovo Testamento” (1).
In questo articolo confuterò invece il post facebook (1a), di un internauta anti-biblico, Massimilano Paleari.
Il Paleari scrive: 

“tutto il Nuovo Testamento ribatte su questo concetto: la venuta del Cristo sarebbe l'ADEMPIMENTO delle SCRITTURE (intese ovviamente come TANACH, ovvero la Bibbia ebraica). Resta quindi inteso, per la dottrina cristiana, che quanto contenuto nel Vecchio Testamento sia una sorta di grande prologo, di preparazione, di annuncio dell'evento messianico. In realtà questo modo di vedere le cose, che peraltro costituisce uno dei pilastri dello stesso Cristianesimo, poggia su una serie di mistificazioni così palesi e perfino maldestre da lasciarmi stupito su come sia possibile che per 2000 anni moltissimi vi abbiano fatto affidamento; non solo, di come ancora oggi molti continuino a farvi affidamento”.

Ricordo a Massimiliano Paleari che il Nuovo Testamento è stato scritto da ebrei (con l’eccezione di Luca che era comunque un greco giudaizzato), che non avevano nulla da guadagnare a scrivere quello che scrissero. Il Cristianesimo si basa su un fatto, e non su astruse filosofie. Il fatto è la morte in croce e la successiva Risurrezione di Gesù Cristo. Si può non accettare la Risurrezione di Gesù, ma non si può non accettare da un punto di vista storico il fatto che i primi cristiani credessero inderogabilmente alla Risurrezione di Gesù. (per approfondire ascoltate il mio video alla nota 2). Quindi i primi cristiani, che erano ebrei, erano convinti senza ombra di dubbio che Gesù Cristo fosse il Messia di Israele, il vero e unico Figlio di Dio indicato in innumerevoli profezie nel Tanakh. Se ciò non fosse vero nessuno di loro si sarebbe esposto a scrivere libri in aperto contrasto con i sacerdoti del sinedrio che non credevano alla messianicità di Gesù, rischiando peraltro la loro vita.

Ma poi il Paleari afferma: 

“Cominciamo col dire che il Vecchio Testamento NON contiene alcuna allusione e PROFEZIA relativa alla venuta di un MESSIA, perlomeno non nel senso cristiano del termine.”

Questa è una frase completamente priva di senso in quanto nell'Antico Testamento le profezie riferite al Messia sono circa trecento. Centinaia di biblisti e teologi hanno scritto altrettanti libri nel corso dei secoli individuando tutte le profezie che si riferiscono al Messia. (per approfondire vedere il libro alla nota 3 e la pagina wikipedia alla nota 4)
Vediamone solo alcune: 

Profezia sul futuro Messia che sarà anche profeta (1400 anni prima di Cristo):

Per te il SIGNORE, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me; a lui darete ascolto!
Deuteronomio 18, 15

Compimento:

La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo».
Vangelo di Giovanni 6, 14

Profezia che Dio ha un Figlio (1000 anni prima di Cristo):

Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».
Salmo 2, 7

Compimento:

Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».
Vangelo di Matteo 3, 17

Profezia della morte in croce del Messia (1000 anni prima di Cristo):

Poiché cani mi hanno circondato;
una folla di malfattori m'ha attorniato;
m'hanno forato le mani e i piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano e mi osservano:
spartiscono fra loro le mie vesti
e tirano a sorte la mia tunica.
Salmi 22, 16-18

Compimento:

Presero dunque Gesù; ed egli, portando la sua croce, giunse al luogo detto del Teschio, che in ebraico si chiama Golgota, dove lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l'altro di là, e Gesù nel mezzo.
Vangelo di Giovanni 19, 17-18

I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato. Presero anche la tunica, che era senza cuciture, tessuta per intero dall'alto in basso. Dissero dunque tra di loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocchi»; affinché si adempisse la Scrittura che dice: «Hanno spartito fra loro le mie vesti,
e hanno tirato a sorte la mia tunica». Questo fecero dunque i soldati.
Vangelo di Giovanni 19, 23-24

Profezia dell'Ascensione del Messia (1000 anni prima di Cristo):

Tu sei salito in alto, portando prigionieri, hai ricevuto doni dagli uomini, anche dai ribelli, per far qui la tua dimora, o SIGNORE, Dio.

Compimento:

Poi li condusse fuori fin presso Betania; e, alzate in alto le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo.
Atti degli Apostoli 24, 50-51

Profezia che la morte del Messia non avrebbe portato alla decomposizione del suo corpo (1000 anni prima di Cristo):

poiché tu non abbandonerai l'anima mia in potere della morte,
nè permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione.
Salmo 16, 10

Compimento:

previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subíto la decomposizione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.
Atti degli Apostoli 2, 31-32

Profezia della sofferenza e dell'espiazione dei peccati del Messia (700 anni prima di Cristo):

"Disprezzato e abbandonato dagli uomini,
uomo di dolore, familiare con la sofferenza,
pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,
era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava,
erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;
ma noi lo ritenevamo colpito,
percosso da Dio e umiliato!
Isaia 53, 3-4

Compimento:

"Ma ciò che Dio aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo avrebbe sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera.
Atti degli Apostoli 3, 18

Profezia del tradimento di Giuda (700 anni prima di Cristo):
"Anche l'amico con il quale vivevo in pace, in cui avevo fiducia, e che mangiava il mio pane, si è schierato contro di me.”
Salmo 41, 9

Compimento:

"Non parlo di voi tutti; io conosco quelli che ho scelti; ma, perché sia adempiuta la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane, ha levato contro di me il suo calcagno."
Vangelo di Giovanni 13, 18

Naturalmente ci sono altre decine e decine di profezie sulla venuta di Gesù Cristo sulla terra, ma chi vuole può approfondire alla nota 5. 
Ma vediamo nello specifico le elucubrazioni di Massimiliano Paleari. Lui scrive: 

“ISAIA ad esempio rivolgendosi a Re Acaz nel tardo VIII secolo a.e.v. aveva predetto la nascita di un Immanuel. Ciò che intendeva era semplicemente la nascita di un principe di sangue reale. Il vocabolo usato in Ebraico per indicare la madre del bambino significa “giovane donna” e non specificatamente “vergine”. Quando tale vocabolo fu tradotto in Greco nella Bibbia dei Settanta il termine corrispondente al limite poteva avere un doppio significato. Tuttavia i Cristiani cominciarono a leggere questo brano come una profezia della nascita di Gesù Cristo e del parto verginale di Maria.”

Vediamo il versetto della profezia: 

Isaia (7, 14):

Perciò il Signore stesso vi darà un segno:
Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio,
e lo chiamerà Emmanuele. 

(traduzione Diodati)

Innanzitutto il nome Emmanuele rivela la verità sul Signore. (Significa Dio è con noi). Questo nome indica molto più della presenza di Dio con il suo popolo. In questo verso il nome Emmanuele significa che la presenza del bambino nato da una vergine porta Dio verso il suo popolo. 
In questa profezia Isaia predisse che l’Incarnazione sarebbe avvenuta attraverso una nascita verginale. 
Alcuni scrittori di pseudostoria hanno sostenuto che questa profezia di Isaia fosse erronea. La loro linea di argomentazione è questa: il termine ebraico “almah” significherebbe “giovane donna” e non “vergine” come tradotto nella traduzione della settanta in greco. Quindi la profezia sarebbe erronea e non si riferirebbe a Maria, la madre di Gesù. Essi hanno dichiarato che la parola che si sarebbe dovuta utilizzare in ebraico per indicare “vergine” è “bethula”. 
E’ vero che “almah” significa “giovane fanciulla nubile”, mentre “bethula” significa una giovane nubile possibilmente vergine. Però il termine “bethula” non sempre si riferisce a una vergine (Ester 2, 17; Ezechiele 23, 3; Gioele 1, 8). Pertanto non è assolutamente certo, come dicono i critici, che “bethula” sarebbe stata una parola più precisa se Isaia avesse voluto chiaramente riferirsi a una vergine. Vi è da considerare inoltre, che ai tempi dell’Antico Testamento, tutte le “giovani fanciulle nubili”, erano vergini, in quanto il sesso era consentito solo all'interno del matrimonio, pena la lapidazione.
Pertanto il termine “almah” non indica direttamente una vergine, ma piuttosto una donna giovane di cui una caratteristica è la verginità (Genesi 24, 43). 
Non esiste un esempio dove si possa comprovare che il termine “almah” sia riferito a una giovane che non sia vergine. 
La traduzione dei settanta traduce con “parthenos” due delle sette volte che appare “almah”. Lo stesso si nota nel Vangelo di Matteo (1, 23). Pertanto la parola significa una giovane fanciulla una delle cui caratteristiche era la verginità.

Chi è la vergine alla quale si riferisce questa profezia? Vi sono tre interpretazioni: 
1-La prima interpretazione, non messianica, contempla che la profezia si compì in una donna sconosciuta che poté o no essere stata vergine. 
2-La seconda interpretazione è quella strettamente messianica, che indica che la profezia si riferisce solo a Maria, senza alludere a nessuna giovane fanciulla del tempo di Isaia. 
3-La terza interpretazione è che la profezia di Isaia si riferisca sia ad una giovane fanciulla del periodo di Isaia sia a Maria, nel futuro. 

Secondo questa terza interpretazione, chi sarebbe stata la giovane fanciulla nel tempo di Isaia? 
Anche qui vi sono tre possibili interpretazioni. 
1-la sposa di Acaz.
2-Una giovane fanciulla sconosciuta in Israele.
3-La seconda sposa di Isaia, con la quale lui non si era ancora sposato quando scrisse la profezia. 

Se la prima interpretazione è la corretta, allora il figlio fu Ezechia. Se la seconda interpretazione è corretta, il figlio fu sconosciuto. Se la terza interpretazione è corretta, allora il figlio fu Mahersalal-hasbaz (Isaia 8, 3), o un altro figlio di Isaia che non si menziona. Se questa interpretazione è corretta la prima sposa di Isaia, ossia la madre di Sear-jasub, in quel tempo sarebbe stata già morta. 

In ogni caso l’Evangelista Matteo considera che Cristo sia il compimento della profezia di Isaia. “Almah” significa “giovane fanciulla nubile” e siccome tutte le “giovani fanciulle nubili” erano vergini ai tempi di Isaia, la profezia può considerarsi perfettamente valida.

Ma continuiamo ad analizzare le elucubrazioni del Paleari. Lui scrive: 

“Sempre Isaia parla di un SERVO SOFFERENTE, che i Cristiani di nuovo hanno interpretato come una allusione alla futura sofferenza del Cristo. In realtà il profeta biblico quasi sicuramente stava alludendo all'insieme di ISRAELE (ah, come è importante conoscere le vicende storiche per inquadrare il senso di un testo) alle prese con le potenze imperiali del suo tempo.”

Basta leggere le profezie di Isaia per rendersi conto che queste interpretazioni di Paleari sono fantasiose. Vediamo: 

Isaia (53, 7): 

Maltrattato e umiliato, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca. 

Compimento: 

Vangelo di Matteo (12, 18-20): 

«Ecco il mio servo che io ho scelto; l'amato mio in cui l'anima mia si è compiaciuta. Io metterò il mio Spirito su di lui, ed egli annunzierà la giustizia alle genti. Egli non disputerà e non griderà e nessuno udirà la sua voce per le piazze. Egli non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finchè non abbia fatto trionfare la giustizia.

Come vediamo la profezia non può  riferirsi a Israele come nazione, in quanto si riferisce ad un uomo che, condotto al patibolo non aprì bocca. Ma tutto ciò  si evince anche da queste profezie: 

Isaia (42, 1):

«Ecco il mio servo, che io sostengo, il mio eletto in cui la mia anima si compiace. Ho posto il mio Spirito su di lui; egli porterà la giustizia alle nazioni.

Isaia (49, 1-8):

Isole, ascoltatemi, e prestate attenzione, o popoli lontani. L'Eterno mi ha chiamato fin dal grembo materno, ha menzionato il mio nome fin dalle viscere di mia madre. Ha reso la mia bocca come una spada tagliente, mi ha nascosto nell'ombra della sua mano, mi ha reso una freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Tu sei il mio servo, Israele, in cui sarò glorificato». Ma io dicevo: «Invano ho faticato, per nulla e inutilmente ho speso la mia forza; certamente però il mio diritto è presso l'Eterno e la mia ricompensa presso il mio DIO». E ora dice l'Eterno che mi ha formato fin dal grembo materno per essere suo servo, per ricondurre a lui Giacobbe e per radunare intorno a lui Israele (io sono onorato agli occhi dell'Eterno, e il mio DIO è la mia forza). Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele. Ti ho stabilito come la luce delle nazioni, perchè tu sia la mia salvezza fino alle estremità della terra». Così dice l'Eterno, il Redentore d'Israele, il suo Santo, a colui che è disprezzato dagli uomini, al detestato dalla nazione, al servo dei potenti: «I re vedranno e si leveranno, i principi si prostreranno, a causa dell'Eterno che è fedele, il Santo d'Israele, che ti ha scelto». Così dice l'Eterno: «Nel tempo della grazia io ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho aiutato; ti preserverò e ti farò l'alleanza del popolo, per far risorgere il paese, per rimetterli in possesso delle eredità devastate, 


Isaia (52, 13): 

Ecco, il mio servo prospererà e sarà innalzato, elevato e grandemente esaltato. 

Isaia (53, 12): 

Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perchè ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori.


Ma continuiamo ad analizzare le elucubrazioni del Paleari. Lui scrive: 

“All'epoca di Isaia il termine stesso di Messia non aveva nè poteva avere in alcun modo un significato cristiano. Il Messia, ossia l'UNTO (con olio profumato, simbolo di investitura regale), era il capo carismatico, il nuovo re che avrebbe ribaltato la situazione e portato alla riscossa Israele contro i suoi nemici. Supportato dalla fede in Yhwh, certo, ma non un salvatore universale nell'accezione cristiana.”

Ma questa è l’interpretazione personale del Paleari. Le cose invece sono andate un po diversamente: Isaia ha predetto un servo sofferente, piaccia o no al Paleari, e i primi cristiani credevano che quel servo sofferente è arrivato nella persona di Gesù Cristo. 

E ora analizziamo l’ultima elucubrazione del Paleari: 

"Quanto al “risorgere”, non era nemmeno previsto che i Messia risuscitassero. Vi è solo una remotissima allusione nel libro di OSEA (6: 2), il quale scrive: “il terzo giorno ci farà rialzare e noi vivremo alla sua presenza”. Di nuovo, il profeta non stava affatto profetizzando la resurrezione di Gesù Cristo, anche perchè si riferisce ad una pluralità di individui. Osea sta parlando del popolo di Israele dolorosamente ferito che si aspetta da Yhwh di essere “guarito”, non di un soggetto morto!"


Risposta: sono varie le profezie sulla Risurrezione di Gesù. 
Vediamo due delle più importanti: 

Salmo 16, 10

poichè tu non abbandonerai l'anima mia in potere della morte,
nè permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione.

Compimento:

previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subíto la decomposizione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.
Atti degli Apostoli 2, 31-32

Isaia 53, 10: 

Ma il SIGNORE ha voluto stroncarlo con i patimenti.
Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato,
egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni,
e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani.

E’ evidente pertanto che i primi cristiani alla luce della Risurrezione di Cristo hanno interpretato queste profezie come riferite al Messia. Invito dunque l’internauta Paleari a rivedere le sue posizioni, e gli tendo idealmente la mano sperando possa riconsiderare le sue idee. 

Yuri Leveratto

Note:
1a:https://www.facebook.com/massimiliano.paleari1/posts/10222404697092738
1-http://yurileveratto2.blogspot.com/2016/03/mauro-biglino-sostiene-che-vi-sia-stato.html
2-https://www.youtube.com/watch?v=mT3JeGhkcqs
3-All the Messianic Prophecies of the Bible- Herbert Lockyer
4-https://it.wikipedia.org/wiki/Ges%C3%B9_e_le_profezie_messianiche
5-https://yurileveratto2.blogspot.com/2017/01/alcune-profezie-sulla-missione-di-gesu.html