martedì 19 marzo 2019

Cosa credevano i primi cristiani rispetto alla salvezza?


Gli Apostoli, gli evangelisti e i primi cristiani, credevano certamente che la salvezza è per Grazia e fede. Vediamo a tale proposito questo verso della Lettera agli Efesini, (2, 8): 

Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio.

Come sappiamo dopo il periodo dell’ibrido costantiniano (1) e anche nei secoli sucessivi, vari teologi appartenenti alla Chiesa Cattolica hanno insegnato che le opere buone giocano un fattore fondamentale nella salvezza, ma ciò  contraddice il Vangelo, infatti se fossero necessarie le opere per salvarsi allora il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce non sarebbe sufficiente. 
I primi cristiani credevano che dopo aver creduto in Gesù Cristo e dopo aver accettato Gesù nel suo cuore, il credente deve farsi battezzare e poi riceverà in dono lo Spirito Santo (Atti degli Apostoli 2, 38). 

Però  Gesù aveva anche detto: Vangelo di Matteo (24, 13-14):

ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine

Il Vangelo del Regno non è altro che la fede dei primi cristiani. Il Vangelo del Regno non è altro che il cammino che Gesù ha indicato per la salvezza. 

Vediamo alcuni versi: Vangelo di Matteo (6, 15): 

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Vangelo di Matteo (7, 24-25):

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

Vangelo di Matteo (25, 32-46): 

Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Da questo ultimo passaggio, pertanto. si evince che chi non alimenta l’affamato e non da da bere all’assetato, non vedrà il cielo. 

I passi necessari per entrare nel Regno sono tre: la fede, il pentimento dei propri peccati e il battesimo. Vediamo un primo passaggio che si incentra principalmente sulla fede: Vangelo di Marco (16, 15-16):

E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.  

Ovviamente per fede in Gesù Cristo s’intende fede che lui è l’Unigenito Figlio di Dio, che lui ha espiato tutti i peccati con la sua morte in croce e che lui è risorto nella carne il terzo giorno, vincendo così la morte. 

Vediamo ora un passaggio del Vangelo di Luca dove si fa enfasi sul pentimento dei propri peccati: Luca (24, 46-47):  

e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.

Il pentimento dei propri peccati da luogo ad un cambio di paradigma, ossia ad un cambio di vita, riconoscendo che deve essere intrapreso un nuovo cammino. 

Vediamo ora un ultimo passaggio che sottolinea l’importanza del battesimo: Vangelo di Matteo (28, 18-20): 

Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Risulta evidente pertanto che sono tre le condizioni per entrare nel Regno: la fede in Gesù Cristo, il pentimento dei propri peccati che porta a un cambio interiore e il battesimo, che porta a ricevere lo Spirito Santo (Vangelo di Giovanni, 3, 3).

Ora vediamo quali sono le prove da superare per rimanere nel Regno: 

Innanzitutto la fede. Si deve rimanere saldi nella fede in Gesù Cristo fino alla fine. E’ difficile in quanto la maggioranza delle benedizioni promesse concernenti il Regno avranno luogo nel futuro. In modo che una persona deve avere fede che Dio realmente farà ciò che ha promesso. 

In secondo luogo per rimanere nel Regno bisogna seguire i comandamenti di Gesù. A tale proposito vediamo la parabola del seminatore, Vangelo di Matteo (13, 4-9):  

Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Vediamo quindi la spiegazione di questa parabola, Vangelo di Matteo (13, 18-23):

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sè radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Quindi vi sono alcuni che passano la prova della fede, però non passano la prova di compromettere la propria vita seguendo i comandamenti di Gesù. Vediamo innanzitutto quelli sull’amore. 

Vangelo di Matteo: (5, 38-39): 

Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra,  

Vangelo di Giovanni (13, 34): 

Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri. 

Vangelo di Matteo (22, 39):

Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso".

Ed ora vediamo l’ultima prova che il cristiano deve superare per rimanere nel Regno. In realtà alcuni cristiani che superano la prova della fede e quella di compromettersi con i comandamenti dati da Gesù, con il passare del tempo si allontanano dal Regno, disobbedendo agli insegnamenti del Signore. Alcuni si pentono e tornano a Cristo, ma altri si allontanano definitivamente e tornano al mondo. Per queste persone vale questo passaggio del Vangelo di Matteo (13, 41-42): 

Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Pertanto l’ultima prova che il Signore esige da noi per rimanere nel Regno è perseverare fino alla fine. Vediamo questo passaggio Vangelo di Matteo (10, 22): 

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

Pertanto Gesù farà entrare nel Regno solo coloro che credono nelle sue promesse e accettano le sue condizioni. Queste persone amano Gesù Cristo e darebbero persino la vita pur di non rinnegarlo. E questi sono quelli che il Signore vuole che rimangano con lui per tutta l’eternità. Questo è pertanto il Vangelo del Regno.

Quindi riassumendo, i primi cristiani credevano che una volta salvo, il credente deve obbedire ai comandamenti di Gesù e perseverare fino alla fine. 

Ora vediamo alcuni scritti dei primi cristiani, i successori degli Apostoli, i cosiddetti Padri della Chiesa. 

Vediamo questo scritto di Clemente di Roma, che morì intorno al 100 d.C. (2)

È necessario, quindi, che pratichiamo prontamente le buone opere. Perché ci avverte: "Vedi che il Signore viene e la sua ricompensa è davanti alla sua faccia da dare a ciascuno secondo le sue opere" ... lottiamo con tutto il cuore per essere tra coloro che li aspettano, così da poter condividere la ricompensa fidanzata. Ma come lo faremo? Fissare i nostri pensieri su Dio attraverso la fede. Alla ricerca di tutte le cose che sono belle e accettabili per lui. Fare cose che sono in armonia con la sua volontà incontaminata e seguire il sentiero della verità, rimuovendo da noi ogni ingiustizia e peccato.

Vediamo questo scritto di Policarpo, che era un discepolo di Giovanni (3): 

Colui che risuscitò dalla morte e che ci risusciterà anche noi, se facciamo la sua volontà e seguiamo i suoi comandamenti e amiamo ciò che ama tenendoci lontani da ogni corruzione.

Vediamo questa citacione di Erma, che scrisse intorno al 140 d.C. (4)

solo quelli che temono il Signore e osservano i suoi comandamenti hanno vita con Dio, ma per quelli che non li osservano, non c'è vita in loro ... perciò, tutti quelli che lo disprezzano e non seguono i suoi comandamenti, si arrendono al morte e ognuno sarà colpevole del suo sangue. Ma a loro imploro di obbedire ai suoi comandamenti e così avranno cura dei tuoi peccati passati

Vediamo queste due citazioni di Clemente Alessandrino, che intorno al 190 d.C. ha scritto: (5)(6)

La Parola che ha svelato la verità ha mostrato agli uomini il culmine della salvezza, così che, pentendosi, possono essere salvati, o rifiutandosi di obbedire, possono essere condannati. Questa è la proclamazione della giustizia: per coloro che obbediscono, rallegrandosi; per coloro che disobbediscono, condanna ... chi ottiene la verità e si distingue per le sue buone opere, vincerà il premio della vita eterna ... alcune persone capiscono in modo accettabile come, (Dio fornisce il potere necessario), ma dando poco importanza per le opere che portano alla salvezza, non si preparano abbastanza per ottenere gli oggetti della loro speranza.

Tutto ciò  non dimostra che i primi cristiani credevano che la salvezza si ottiene mediante le opere buone. Essi stessi avevano scritto altre citazioni nelle quali avevano affermato che la salvezza è per Grazia mediante la fede. 

Vediamo questa citazione di Clemente di Roma (7):

Non siamo giustificati da soli. Nè per la nostra saggezza, nè per la comprensione, nè per la misericordia, nè per le opere compiute in santità di cuore. Ma per quella fede, attraverso la quale Dio Onnipotente ha giustificato tutti gli uomini fin dall'inizio.

Vediamo questa citazione di Policarpo. (8) 

Molti desiderano entrare nella sua gloria, sapendo che "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perchè nessuno si glori." (lettera agli Efesini 2, 8-9)

Vediamo questa citazione di Giustino martire (9): 

Il nostro Cristo sofferente e crocifisso non è stato maledetto dalla legge. D'altra parte, ha chiarito che solo lui salverà coloro che non si discostano dalla fede in Lui, proprio come il sangue della Pasqua ha salvato quelli che erano in Egitto, così il sangue di Cristo libererà dalla morte coloro che hanno creduto in Lui.

Vediamo questa citazione di Clemente alessandrino (10):

Abramo non fu giustificato dalle sue opere ma dalla fede (Romani 4, 3). Pertanto, anche se si fanno opere buone, non se ne guadagna dopo la morte, se non si ha fede.

Quindi qual’è la conclusione? I primi cristiani credevano che ci si salva per Grazia e fede o facendo le opere buone? 

Questo è un problema che non esiste. E’ evidente che i primi cristiani credevano che ci si salva per Grazia e fede (Lettera agli Efesini 2, 8), ma se una persona non mette in pratica i comandamenti di Gesù Cristo e non persevera fino alla fine, significa che in realtà non crede in Lui, perché non è un suo seguace. 

Furono Agostino d’Ippona e Lutero che hanno indicato un conflitto inconciliabile tra la salvezza basata sulla Grazia e fede e sulla salvezza basata sulle opere. Ma nessuno dei primi cristiani ha mai pensato a un conflitto tra queste due visioni sulla salvezza. Per i primi cristiani le opere erano strumentali alla fede. Per i primi cristiani certamente la salvezza era un regalo di Dio, pero credevano anche che Dio da il suo regalo alle persone che lo amano e gli obbediscono. 
I primi cristiani dunque sapevano molto bene come poter entrare nel Regno di Dio. Essi sapevano molto bene che la “nuova nascita” è offerta a tutti con la Grazia. Il credente che nasce di nuovo non deve essere “sufficientemente buono”. Il credente non deve meritarsi questa nuova nascita. E il credente non deve neppure espiare i peccati che ha commesso nel passato, in quanto i peccati sono stati espiati da Gesù con la sua morte in croce. L’esempio tipico è il ladrone sulla croce, che si salvò  senza fare nessuna opera buona, ma solo con la fede, quindi dopo la sua morte andò in cielo. Nonostante, nel trascorso della sua vita, il credente gioca un ruolo importante con rispetto alla salvezza. Innanzitutto, il credente deve pentirsi e credere in Cristo come nostro Signore e Salvatore per per poter ottenere la Grazia di Dio. Dopo aver ricevuto la nuova nascita, il credente deve obbedire ai comandamenti di Gesù e perseverare fino all’ultimo. In pratica la salvezza dipende tanto da Dio come dall’uomo. Grazia e fede. E la fede la deve mettere l’uomo. 

I primi cristiani credevano anche che una persona salva poteva perdere la salvezza. 
Vediamo a tale proposito queste due citazioni bibliche: Lettera agli Ebrei (10, 26): 

Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati.

Lettera agli Ebrei (10, 28-29):

Chiunque trasgredisce la legge di Mosè muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni. Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia? 

Questi versi parlano proprio dei cristiani in quanto si riferisce a coloro che sono stati santificati dal sangue del patto. "Santificato" significa: giustificato, lavato, perdonato da tutti i peccati. La frese “e ha oltraggiato lo Spirito della grazia”: non si tratta semplicemente di ricevere la grazia di Dio in vano, ma di qualcuno che ha oltraggiato lo Spirito della grazia calpestando il sangue del patto del Figlio di Dio.

Vediamo a tale proposito questo scritto di Ireneo, discepolo di Policarpo (11): 

Cristo non morirà di nuovo per coloro che ora commettono peccato perchè la morte non avrà più dominio su di lui ... quindi non comportiamoci da arroganti ... ma dobbiamo stare attenti, dopo aver conosciuto Cristo, a non fare cose spiacevoli Dio, non abbiamo più perdono dei peccati, ma piuttosto dovremmo essere espulsi dal suo regno (Lettera agli Ebrei 6, 4-6)

Vediamo questo passaggio di Tertulliano, (12):

Alcune persone si comportano come se Dio avesse l'obbligo di dare il suo dono anche agli indegni. Trasformano la loro generosità in schiavitù ... Molti dopo non perdono la Grazia Divina? Non è questo dono portato via a molti?

Come vediamo pertanto i primi cristiani credevano che la salvezza si può  perdere.

Per concludere vediamo che nel Vangelo del Regno vi è un aspetto passato della salvezza come un aspetto futuro. A meno che una persona non comprenda questi concetti, non potrà comprendere appieno l'insegnamento della salvezza nel Nuovo Testamento. 
Il Nuovo Testamento parla di una salvezza al tempo passato, infatti nella lettera ai Romani (8, 24), vi è scritto: 

Perché noi siamo stati salvati in speranza; or la speranza che si vede non è speranza, poiché ciò che uno vede come può sperarlo ancora?

Pertanto, è corretto sostenere che quando si nasce di nuovo si è salvi. Però  le scritture si riferiscono anche a un aspetto futuro della salvezza. Vediamo il Vangelo di Matteo (10, 22): 

"E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato." 

Vangelo di Giovanni (15, 5-6):

"Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati.  

Solo chi è nato di nuovo, può  essere un tralcio di questa vite. Questo si riferisce all'aspetto passato della salvezza. Ma comunque il fatto di essere tralci non significa che permaneremo nella vite indefinitamente. Se non manteniamo questa relazione di amore obbediente il Signore ci toglierà dalla vite. E per questo che dobbiamo parlare di un aspetto futuro della salvezza. Proprio per questo Gesù ha detto ai cristiani della Chiesa di Sardi, Apocalisse (3, 5): 

"Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio, e davanti ai suoi angeli.".

Pertanto solo per il fatto che i nostri nomi sono stati scritti nel Libro della vita, non possiamo essere certi che vi permarranno per sempre. Addirittura sembra che Gesù avrebbe cancellato dal libro della vita la maggior parte dei cristiani, vediamo. Apocalisse (3, 4): 

"Tuttavia hai alcune persone in Sardi che non hanno contaminato le loro vesti; esse cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degne." 

Quindi solo alcuni, pochi, si salveranno. Consideriamo anche questi passaggi, Prima Lettera di Timoteo, (4, 16): 

"Abbi cura di te stesso e dell'insegnamento, persevera in queste cose perchè, facendo così, salverai te stesso e coloro che ti ascoltano." 

Seconda Lettera di Timoteo (2, 12): 

"se perseveriamo, regneremo pure con lui; se lo rinneghiamo, egli pure ci rinnegherà. " 

Seconda lettera di Pietro (2, 20-21): 

"Quelli infatti che sono fuggiti dalle contaminazioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, se sono da queste di nuovo avviluppati e vinti, la loro ultima condizione è peggiore della prima. Poiché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, anziché, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato loro dato. Ma è avvenuto loro ciò che dice un vero proverbio: «Il cane è tornato al suo vomito», e «la scrofa lavata è tornata a voltolarsi nel fango.

Lettera agli Ebrei (6, 4-6): 

“Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile riportarli un'altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia.

Per concludere pertanto, i primi cristiani credevano che il credente dopo aver creduto in Gesù Cristo e averlo accettato nel suo cuore come suo Signore e Salvatore, deve essere battezzato e poi riceverà il dono dello Spirito Santo. Credevano che il “nato di nuovo” ricevette la Grazia come dono di Dio ma credevano anche che il credente deve obbedire ai comandamenti di Gesù e perseverare fino all’ultimo. Inoltre i primi cristiani credevano che la salvezza, una volta ottenuta si possa perdere. 

Yuri Leveratto

Note:
1-Per il periodo del cosidetto “ibrido costantiniano, potete approfondire qui: https://yurileveratto2.blogspot.com/2015/11/librido-costantiniano.html
2-Lettera di Clemente ai Corinzi, cap. 34, 35
3-Lettera di Policarpo ai Filippesi cap. 2
4-Il pastore di Erma, tomo 2, com 7 tomo 3, sim 10, cap. 2
5-Exortation to the Heathen, cap. 11
6-Uomo ricco, capitoli 1, 2
7-Lettera di Clemente ai Corinzi, cap.32
8-Lettera ai Filippesi cap.1
9-Lettera a Trifone cap. 111
10-Miscellanea, tomo 1, cap. 7
11-contro le eresie tomo 4, cap. 27 sezione 2
12-Sul pentimento, cap.6

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