mercoledì 22 agosto 2018

La seconda dispensazione: l’età della coscienza


Dopo l’espulsione dal Giardino, Adamo ed Eva si sono ritrovati in un mondo non più perfetto, ma soggetto al decadimento, alla sofferenza e alla morte, però avevano la coscienza, che gli indicava la retta via da seguire. 
Inoltre vi era una speranza. La profezia che Dio fece in Genesi (3, 15), indicava la promessa di un redentore personale che avrebbe conteso con Satana e lo avrebbe vinto. Quella profezia però, indicava anche che ci sarebbe stata avversione e disarmonia perpetua tra le due stirpi, quella della donna, e quella di Satana. Pertanto si delineò fin da subito che vi sarebbero stati uomini giusti o “figli di Dio” e uomini malvagi o “figli di Satana”. 
Caino e Abele, figli di Adamo ed Eva, hanno rappresentato queste due stirpi. Abele era giusto, mentre Caino era malvagio. 
Nel quarto capitolo della Genesi si narra che Caino e Abele diedero delle offerte al Signore. Caino, che era un agricoltore, offrì dei frutti della terra, mentre Abele che era un allevatore, offrì al Signore delle pecore. La differenza in queste due offerte è importante, perchè caratterizza l’attitudine con la quale il Signore deve essere adorato. 
L’offerta di Caino non fu gradita al Signore. Quell’offerta era una semplice dono di alcuni suoi prodotti della terra. L’offerta di Abele invece, fu gradita al Signore, in quanto era un’offerta di espiazione. 
Caino si adombrò e si irritò verso il Signore. Nacque in lui un sentimento di invidia e di odio verso suo fratello. Ciò sviluppò in lui una malvagità che non fu capace di controllare e così scaricò la sua ira su suo fratello, uccidendolo volontariamente. 
A questo punto, quando Dio chiede a Caino dove fosse Abele, Caino, invece di pentirsi del suo orribile gesto, rispose con saccenza, dicendo di non essere il guardiano di suo fratello. 
Dio lo scaccia da quel luogo, ma con un atto di misericordia pone un marchio su Caino, in modo che nessuno possa a sua volta ucciderlo per vendicare Abele. Dio è misericordioso e tenta di fermare una spirale di odio che sta iniziando. 
Vediamo i versi corrispondenti, in Genesi (4, 15-16):

15 Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perchè nessuno, incontrandolo, lo colpisse. 16 Caino si allontanò dal Signore e abitò nella regione di Nod, a oriente di Eden.

Caino ebbe vari discendenti. Essi furono: Enoc, Irad, Mecuiael, Metusael, Lamec. Lamec ebbe due mogli: Zila e Silla. Da Silla nacque Tubal-Kain l’ultimo discendente di Caino. 
Nella Genesi viene narrata anche la storia del terzo figlio di Adamo ed Eva, Set, e della sua discendenza. Ciò che è interesante notare è che mentre i discendenti di Caino furono esperti nel costruire città, lavorare il bronzo e il ferro, quindi conquistatori e guerrieri, Set e i suoi discendenti iniziarono ad invocare il nome del Signore. 
Anche i discendenti di Caino avevano una coscienza, che indicava loro la differenza tra il bene e il male, ma essi erano inclini al male. La discendenza di Caino era quindi dal maligno, ed era impregnata di materialismo, di egocentrismo, mentre la discendenza di Set era guidata dallo Spirito. 
Vi furono otto discendenti di Set prima del diluvio. Sono i patriarchi antidiluviani: Enos, Cainan, Maalalel, Jared, Enoch, Matusalemme, Lamec e Noè. 
Vediamo il passaggio della Genesi dove si descrive Enoch, (5, 21-24): 

21 Enoc aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22 Enoc camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23L’intera vita di Enoc fu di trecentosessantacinque anni. 24Enoc camminò con Dio, poi scomparve perchè Dio l’aveva preso.

Vediamo anche un passaggio della Lettera agli Ebrei che descrive Enoch (11,5): 

Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perchè Dio lo aveva portato via. Prima infatti di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato gradito a Dio.

Enoch, pertanto è stato un uomo pio e giusto. Tanto giusto che non morì, ma Dio preferì farlo ascendere in cielo e portarlo alla sua presenza. 

Tuttavia, anche se la stirpe dei setiti (i discendenti di Set) era costituita da uomini giusti, i discendenti di Caino, si erano distinti per atti terribili e malvagi. La corruzione era cresciuta così tanto nella stirpe dei discendenti di Caino, che Dio decise di distruggere l’umanità con il diluvio. 

Però Dio scelse Noè, un uomo giusto, della stirpe dei setiti, che avrebbe avuto lo scopo di preservare la sua famiglia e molti animali, attraverso la costruzione di un arca. Solo Noè, sua moglie, i suoi tre figli e le loro rispettive mogli si salvarono dal diluvio, che fu il giudizio con il quale terminò la seconda dispensazione. 

Yuri Leveratto

Immagine: "Dio prese Enoch"

lunedì 20 agosto 2018

La prima dispensazione: l’età dell’innocenza. Il patto edenico, la caduta dell’uomo e il patto adamitico


Dio ha sancito, nel corso della storia, vari patti con gli esseri umani, e ha messo alla prova l’ubbidienza dell’uomo rispetto ad alcune rivelazioni specifiche. Questi periodi di tempo sono chiamati “dispensazioni”. 
Secondo questo metodo per studiare la Bibbia vi sono due diversi popoli di Dio: Israele e la Chiesa. La salvezza si è sempre ottenuta mediante la fede (in Dio Padre nell’Antico Testamento; attraverso il sacrificio del Figlio di Dio, Gesù Cristo, nel Nuovo Testamento). 
Secondo questa linea di pensiero la Chiesa non ha sostituito Israele nel progetto di Dio, e le promesse fatte a Israele nell’Antico Testamento non sono state trasferite alla Chiesa. 
I teologi del dispensazionalismo credono che le promesse che Dio fece a Israele nell’Antico Testamento (riguardo alla terra, ai molti discendenti e alla benedizione), saranno adempiute durante il regno millenario di cui si parla in Apocalisse 20. 
I principali divulgatori della visione dispensazionalista sono stati i teologi Cyrus Scofield (1843-1921) e Charles Ryrie (1925-2016).

La prima dispensazione è detta “età dell’innocenza” o “edenica”. 
Adamo ed Eva sono creati nell’innocenza. Durante questa prima dispensazione Dio promette vita e abbondanza in seguito all’obbedienza, e morte spirituale in seguito alla disobbedienza, vediamo il primo passaggio del patto edènico:  

Genesi (1, 26-30): 

26 Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. 28 Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra». 29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.

L’uomo è stato creato nell’innocenza, e collocato in un ambiente meraviglioso e perfetto, chiamato “il Giardino dell’Eden”. 
Dio ha collocato Adamo nel Giardino dell’Eden non perchè l’uomo vivesse nell’ozio, ma perchè l’uomo custodisse il Giardino, potendo esericitare il suo corpo, la sua mente e il suo spirito, in sintonia con la sua compagna Eva. Entrambi sono stati creati in sintonia con Dio, il quale diede loro la sua benedizione. 
La prima coppia umana aveva la responsabilità di popolare il Giardino secondo un nuovo ordine, soggiogando e custodendo la creazione animale, e custodendo il Giardino. 
Come ricompensa l’uomo poteva mangiare liberamente da tutti gli alberi del Giardino, eccetto uno, “l’albero della conoscenza del bene e del male”. Questa eccezione era stata concepita da Dio come unica prova di obbedienza da parte dell’uomo. Vediamo il secondo passaggio del patto edènico: 

Genesi (2, 16-17):

Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perchè, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».

Se l’uomo avesse obbedito a questo patto, sarebbe rimasto in obbedienza perfetta e perpetua. Siccome l’uomo aveva acceso all’altro albero del Giardino, ossia l’albero della vita, egli avrebbe vissuto in eterno in comunione con Dio.

Studiando la Bibbia nella sua totalità, veniamo alla conclusione che il male esisteva già nell’universo. Esisteva già un’insieme di esseri intelligenti, il cui spirito tendeva al male e non al bene e il cui capo era Satana. Gli angeli furono creati prima che lo fosse la terra (Giobbe 3, 4-7), e Satana cadde prima della creazione dell’uomo (la sua “caduta” è descritta simbolicamente in Isaia 14, 12-15 e Ezechiele 28, 12-15). Assumendo la forma di un serpente lo spirito di Satana tentò Eva al peccato ossia alla disubbidienza. Ella decise di sua volontà di peccare e Adamo seguendo il suo esempio commise anch’egli il primo peccato. Fu un atto di non umiltà, un atto di saccenza massima compiuto dalla prima coppia di umani. 

Nel momento del peccato, esattamente come il Signore aveva sancito, la morte, sia quella fisica che quella spirituale, divenne parte dell’eredità dell’uomo. Il corpo dell’uomo iniziò ad essere soggetto al decadimento e alla morte, e l’anima dell’uomo perse lo status di comunione con Dio. In altre parole, l’anima dell’uomo morì spiritualmente. 
Adamo si nascose alla presenza del Signore e questo fu un segno immediato della fine della comunione con il Signore. 
A questo punto Il Signore sancì il patto adamitico, che condiziona la vita dell’uomo peccatore sulla terra. 
Vediamo, (Genesi 3, 14-19):

14 Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poichè hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. 15 Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». 16 Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà». 17 All’uomo disse: «Poichè hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato: “Non devi mangiarne”, maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. 18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi. 19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finchè non ritornerai alla terra, perchè da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!».

Dio aveva indicato sin dal principio che il prezzo del peccato, ossia la disobbedienza, sarebbe stata la morte. Si riferiva alla morte temporale, spirituale ed eterna. Non era quindi solo la dissoluzione del corpo, ma era la separazione dell’anima dalla comunione con Dio, 

La prima dispensazione termina con il giudizio di espulsione di Adamo ed Eva dal Giardino (Genesi 3, 22-24). Prima dell’espulsione l’uomo era in comunione con Dio nel Giardino; dopo l’espulsione l’uomo non è in comunione con Dio, ma è dominato dal peccato. 
L’espulsione dell’uomo dal Giardino non è stato solo un castigo. E’ stato un atto d’amore, in quanto se l’uomo fosse rimasto nel Giardino e avesse mangiato dall’albero della vita, sarebbe rimasto per sempre nello stato del peccato senza possibilità di redenzione. Tuttavia Dio ha indicato, nel patto adamico, che sarebbe giunto un redentore, che avrebbe colpito Satana. Vediamo nello specifico il passaggio corrispondente, Genesi (3, 15): 

15 Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

Parlando al serpente, Dio ha indicato che la lotta tra il male e il bene continuerà. Dio ha predetto che la stirpe della donna, ossia Gesù Cristo, con la sua vittoria sul peccato, ossia con l’espiazione di tutti i peccati con la sua morte in croce, “schiaccerà la testa” ossia colpirà in modo micidiale Satana, e quest’ultimo “insidierà il calcagno” di Cristo, ossia lo farà soffrire. (1).

Adamo ed Eva sono quindi stati cacciati dal Giardino. Anche i figli di Adamo ed Eva e tutti i loro discendenti saranno dominati dal peccato in quanto sono al di fuori del Giardino, quindi al di fuori della comunione con Dio. Dopo la generazione inizia quindi l’oscuro periodo della degenerazione. E’ la seconda dispenzazione, detta della “coscienza”, che culminerà nel giudizio del diluvio. 

Yuri Leveratto

Note:
1-Interpretazione del teologo Charles Ryrie, Bibbia Reina Valera.

giovedì 16 agosto 2018

Commento al primo verso della Genesi


Il primo verso della Genesi è molto importante per comprendere la creazione di Dio. Vediamo: 

In principio Dio creò il cielo e la terra

Vediamo il verso nell’originale ebraico: 

בְּרֵאשִׁית בָּרָא אֱלֹהִים אֵת הַשָּׁמַיִם וְאֵת הָאָרֶץ

Vediamo il corrispondente verso come si pronuncia in ebraico. 

Bereshit bara Elohim et hashamayim ve'et ha'aretz.

La parola “bereshit” significa “In principio”, però vi è una importante differenza con le parole “In principio”, scritte nel primo verso del Vangelo di Giovanni: vediamo: 

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.

Vediamo la corrispondente pronuncia in greco: 

En archè en ho Logos kai ho Logos ēn pros ton Theon kai Theos en ho Logos

Nel primo verso del Vangelo di Giovanni “En archè” si riferisce all’eternità del passato, ossia un tempo non concepibile da noi umani. Nel primo verso della Genesi invece la parola “bereshit” si riferisce a un momento definito, nel quale Dio ha deciso di creare il tempo e con esso l’universo. 

Nel primo verso della Genesi troviamo che Dio ha creato il tempo (nel principio), lo spazio (i cieli) e la materia (la terra). Pertanto la Bibbia ci indica che con un singolo atto di volontà, Dio ha creato il tempo, lo spazio e la materia. Ma solo nello scorso secolo alcuni scienziati hanno ammesso che il tempo, lo spazio e la materia sono stati creati simultaneamente e per questo si parla del “continuum spazio-tempo”.

La parola “Elohim” è un vocabolo generico per indicare la Divinità. Quando è seguito da un verbo al singolare, come in questo caso, si riferisce all’unico e vero Dio. 
La parola “Elohim” può anche significare “dei pagani” (come in Genesi 31, 30; Esodo 12, 12), “angeli” (come nei Salmi 8, 5), “uomini” (come in Salmi 82, 6), e “giudici” (come in Esodo 21, 6). Il significato intrinseco della parola Elohim è “il forte, il poderoso, la Divinità suprema”.

La parola “barà” significa “creò”, e si riferisce alla creazione dal nulla, overo una creazione “ex-nihilo”, (ciò si evince anche dal verso in Isaia 65, 18). Da notare che il verbo “barà” ossia “creò” compare anche nei versi ventunesimo e ventisettesimo del primo capitolo della Genesi. 
Il significato di questo triplo uso del verbo “barà” è il seguente: nel primo verso Dio ha creato il tempo, lo spazio e la materia. 
Nel verso ventunesimo Dio ha creato gli animali, che rispetto alla materia hanno in più l’anima ossia le emozioni e gli istinti. 
Nel verso ventisettesimo vi è la creazione dell’uomo, che rispetto agli animali ha in più lo spirito ossia la personalità, caratterizzata da intelletto, sentimenti e volontà. 

Yuri Leveratto

Immagine: Genesi, codice di Leningrado

lunedì 13 agosto 2018

La relazione con lo Spirito Santo


Molti cristiani non parlano mai dello Spirito Santo. Se gli si chiede se lo Spirito Santo debba essere adorato, non sanno cosa rispondere. Eppure queste persone dichiarano di credere nella Trinità. 
Alcuni di questi credenti negano che lo Spirito Santo sia Dio, negano la sua Divinità piena, e considerano che sia una forza, un potere. 
Eppure nel Nuovo Testamento vi sono vari versi che indicano la Divinità piena dello Spirito Santo, e la sua importanza.

Innanzitutto senza lo Spirito Santo è impossibile conoscere la Verità: 

Vangelo di Giovanni (14, 23-26):

23 Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24 Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26 Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Inoltre nella Bibbia si afferma che senza lo Spirito Santo è impossibile pregare con potere: 

Lettera ai Romani (8, 26): 

26 Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; 27 e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perchè egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

Alcuni credenti a questo punto si chiedono come sia possibile ricevere lo Spirito Santo. 

Innanzitutto vediamo questo verso: Prima Lettera ai Corinzi (12, 12-13): 

12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13 Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

Questo “battesimo mediante un solo Spirito”, definito anche “battesimo dello Spirito Santo”, è l’opera mediante la quale lo Spirito di Dio permette al credente di raggiungere la fede piena in Cristo. 
Gesù ha parlato di una rinascita in acqua e Spirito. Vediamo i versi corrispondenti:

Vangelo di Giovanni (3, 3-8):

3 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». 4 Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5 Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7 Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. 8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene nè dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Quindi una volta che una persona ha ricevuto il “battesimo dello Spirito Santo”, è “rinata in Cristo”. A quel punto inizia la relazione diretta con lo Spirito Santo. Ma come iniziare questa relazione?
Innanzitutto con la consapevolezza che lo Spirito Santo è una persona, ed è quindi dotato di intelletto, sentimento e volontà. Ma questi attributi raggiungono in Lui la perfezione, in quanto Lui è Dio. La persona dello Spirito Santo è quindi espressione di Verità, Amore e Giustizia. Quando si inizia a considerare che lo Spirito Santo è una persona, tutta la relazione con Lui, cambia. Lui può sentire, percepire, e rispondere. Lui prova tristezza, gioia, e amore. 
Lo Spirito Santo vuole avere una comunione con il credente in Cristo. Il credente deve chiedere al Padre in nome di Gesù Cristo di poter ricevere la comunione con lo Spirito Santo. 
Lo Spirito Santo è una persona gentile. Se noi pecchiamo, o facciamo un atto non conforme al Vangelo, lo Spirito Santo si rattrista. Ecco il verso corrispondente: Lettera agli Efesini (4, 30): 

E non contristate lo Spirito Santo di Dio, col quale siete stati sigillati per il giorno della redenzione.

Quando si rattrista, lo Spirito Santo si ritira da noi, nel senso che sospende la comunione con noi. 
Lo Spirito Santo è come un fuoco che arde in noi e che ci spinge a compiere il bene. Ma a volte il credente può  spegnere questo fuoco e, con l’indifferenza, evitare di compiere il bene. Per questo la Scrittura riporta, nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (5, 19):

Non spegnete lo Spirito,

Inoltre in Galati (5, 16), vi è un’esortazione a camminare nello Spirito:

Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 

Ciò  significa affidarci allo Spirito Santo giornalmente, e non basarsi sulle cose terrene, come per esempio il materialismo.

In definitiva lo Spirito Santo è una persona amabile, gentile, pacata. Lui vuole stabilire una relazione diretta con i credenti. Una volta instaurata questa meravigliosa relazione con i credenti Lui li guiderà alla Verità. 
Vediamo questo verso corrispondente del Vangelo di Giovanni(16, 13-14):

13 Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perchè non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perchè prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Yuri Leveratto

Bibliografia: "Buon giorno, Spirito Santo", Benny Hinn