martedì 17 dicembre 2019

Quando è stato scritto il Libro di Daniele?


Secondo la datazione tradizionale il Libro di Daniele è stato scritto dal profeta Daniele nel VI secolo a.C. 
La prima critica alla data tradizionale fu fatta dallo scrittore Porfirio (232-303 d.C.) che fu un vigoroso oppositore del Cristianesimo, il quale affermava che questo libro fu scritto da un anonimo giudeo vissuto al tempo di Antioco IV Epifane (175-163 a.C.) 
Questo punto di vista è stato divulgato da eruditi dei secoli XVIII e XIX per queste seguenti ragioni: 1 - secondo loro Daniele non avrebbe mai potuto fare delle profezie che poi puntualmente si compirono, e pertanto, i fatti descritti nel libro di Daniele sarebbero stati scritti solo dopo che si verificarono i fatti; 2 - sempre secondo loro le parole persiane e greche usate nel libro non avrebbero potuto essere conosciute da un autore ebreo nel secolo VI a.C.; 3 - l’idioma arameo usato in 2: 4 e 7:28 sarebbe stato usato in un’epoca posteriore a Daniele: 4 – Ci sarebbero delle imprecisioni storiche. 
Però queste critiche partono dal presupposto che non possano esistere profeti ispirati da Dio. E invece la Bibbia intera mostra che molte profezie si sono già avverate, per esempio con l’avvento di Gesù. Sono circa trecento le profezie messianiche nell’Antico Testamento. E molte si sono già avverate. 
Siccome Daniele visse proprio durante il periodo di dominazione persiana è possibile che conoscesse parole di quell’idioma. La presenza di vocaboli greci è facilmente spiegabile, in quanto circa un secolo prima di Daniele, vi erano dei mercenari greci che combattevano al servizio di Asarhaddon, re dell’Assiria (681 a. C.-669 a. C.) e al servizio di Nabucodonosor II, re di Babilonia (604 a.C. -562 a.C.).
Alcune scoperte recenti di documenti aramaici del secolo V a.C. hanno dimostrato che il Libro di Daniele fu scritto in una forma di “aramaico imperiale”, una lingua ufficiale conosciuta in tutto il Medio Oriente in quell’epoca. L’accusa di imprecisioni storiche cade facilmente in seguito allo studio della Cronica di Nabonide (1), un antico testo babilonese scritto in caratteri cuneiformi, dal quale si identifica Baldassar (5:1), e Gubaru come Dario il Medo (5:31).
Inoltre se il Libro di Daniele fosse realmente stato scritto intorno al 170 a.C., come sostengono alcuni scettici, avrebbe avuto molte più parole di origine greca, in quanto il greco era la lingua ufficiale del governo seleucide. Ci si aspetterebbe una estesa terminologia greca, e invece le parola greche sono poche, nel libro in questione. 
Vi è un’altra prova indiretta dell’antichità del Libro di Daniele: i documenti di Qumran (o manoscritti del Mar Morto), che risalgono a pochi decenni prima della datazione proposta dagli scettici per il libro di Daniele, mostrano molte differenze grammaticali con il Libro di Daniele e ciò  dimostra che tra i due scritti vi sono secoli e non decenni, di distanza. 
Considerando tutto ciò si giunge alla conclusione logica che non esiste una prova certa che il Libro di Daniele risalga al II secolo a.C. Anzi, le evidenze storiche indicano che è possibile invece che il Libro di Daniele sia stato effettivamente scritto nel VI secolo a.C. 

Yuri Leveratto

Fonti: commenti della Sacra Bibbia (versione in spagnolo Reina Valera), del teologo Charles Ryrie, in lingua spagnola. 

Foto: Papiro 967 contenente parte del libro di Daniele.

Nota:
1-https://it.wikipedia.org/wiki/Cronaca_di_Nabonide

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