sabato 3 febbraio 2018

Il sacrificio di Abele, archetipo di Gesù Cristo


Nell’Antico Testamento sono descritti vari archetipi di Gesù Cristo. 
Il Salvatore del mondo è stato prefigurato sia nel suo ruolo profetico, (per esempio da Mosè), sia nel suo ruolo sacerdotale (da Melchisedek, come descritto nel settimo capitolo della Lettera agli Ebrei), sia nel suo ruolo regale (da Davide). 
Vi è però  un archetipo antichissimo, che ha prefigurato il martirio sacrificale di Cristo, ed è quello di Abele. 
Vediamo a tale proposito un passaggio della Lettera agli Ebrei (12, 22-24):

Al contrario vi siete avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, a Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti, giunti al perfezionamento, a Gesù mediatore di un’allenaza nuova, e al sangue di aspersione che parla meglio di quello di Abele. 

Il sacrificio di Abele prefigura quindi quello di Gesù Cristo. Tuttavia lo spargimento del sangue di Cristo ha un’importanza infinitamente maggiore di quello di Abele, in quanto è servito per espiare i peccati e per sancire la Nuova Alleanza. 
Come sappiamo Abele fu ucciso da suo fratello Caino, per pura malvagità. Vediamo a tale proposito la Prima Lettera di Giovanni (3, 10-12): 

In questo si rendono manifesti i figli di Dio e i figli del diavolo: chiunque non compie la giustizia non è da Dio, come pure chi non ama il proprio fratello. Poichè questo è l’annuncio che avete ascoltato fin dal principio: dobbiamo amarci gli uni agli altri. Non come Caino, il quale era dal maligno e ha ucciso il suo fratello. E per quale motivo lo ha ucciso? Perchè le sue opere erano malvagie, mentre quelle del suo fratello erano giuste. 

Il sangue di Abele è pertanto un archetipo del prezioso sangue di Cristo, che è stato versato per l’espiazione dei peccati. 
Gesù stesso ha citato il sangue di Abele. Vediamo il passaggio corrispondente nel Vangelo di Matteo (23, 35): 

Verrà cosí su di voi tutto il sangue innocente sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele fino a quello di Zaccaria figlio di Barachia, che uccideste fra il santuario e l’altare. 

Anche la offerta di un agnello per il Signore da parte di Abele, (Genesi 4, 4), prefigura il sacrificio finale e perfetto da parte di Gesù Cristo (l’Agnello di Dio, Vangelo di Giovanni, 1, 29). 
Abele, il primo martire e il primo essere umano ad essere stato ucciso ingiustamente, fu anche il primo essere umano a comprendere il concetto dell’offerta sacrificale. Fu il primo uomo a sperimentare, per fede, che attraverso il sangue innocente di un agnello, un peccatore diventa giusto davanti a Dio. A tale proposito vediamo questo passaggio della Lettera agli Ebrei (11, 4): 

Per la fede Abele offrí a Dio un sacrificio più prezioso di quello di Caino, e per essa ricevette la testimonianza di essere giusto, perchè Dio rendeva testimonianza ai doni di lui, e per essa dopo la morte continua a parlare. 

Il sacrificio di Abele è l’archetipo del sacrificio finale e perfetto di Gesù Cristo anche perchè Abele fu ucciso ingiustamente, per pura malvagità. Anche Gesù Cristo fu ucciso ingiustamente, per pura malvagità da parte dei sacerdoti del tempio, che non vollero riconoscere in lui l’Unigenito Figlio di Dio. 
Inoltre la malvagità di Caino non ha silenziato Abele, come il calvario non ha silenziato Gesù Cristo. Al contrario, Gesù Cristo nel calvario ha, con la sua morte espiatoria, sconfitto il peccato. E con la sua gloriosa Resurrezione il Figlio di Dio ha dimostrato che ogni giusto, come Abele, sarà resuscitato nell’ultimo giorno. 

Yuri Leveratto

Illustrazione: morte di Abele, Gustave Doré

2 commenti:

  1. NOSTRO SIGNORE GESU' E' LA VERITA' E LA VIA CHI SEGUE CRISTO E I SUOI COMANDAMENTI AVR' VITA ETERNA .CRISTO E' MORTO X NOI X RISCATTARCI DAL PECCATO E DELLA MORTE..AMEN

    RispondiElimina