venerdì 5 gennaio 2018

La croce e la Chiesa


Il messaggio centrale del racconto biblico è che il Figlio di Dio si è sacrificato sulla croce per espiare tutti i peccati. Le pagine dell’Antico Testamento, con le profezie, e quelle del Nuovo Testamento, con il compimento delle profezie, sono incentrate sulla morte espiatoria di Gesù Cristo. La croce pertanto è la soluzione divina per il più grande problema del mondo: il male, la cui origine è il peccato. 
La morte di Gesù Cristo in croce è quindi il primo dei due eventi cardine dell’intera storia umana (il secondo evento cardine è la Risurrezione, la vittoria di Gesù Cristo sulla morte). 
Uno dei versi biblici dai quali si evince l’importanza della morte in croce di Gesù Cristo è il seguente: Prima Lettera ai Corinzi (1, 18): 

La parola della croce è infatti stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio

In seguito alla morte in croce di Gesù Cristo, vi è stata la sua Risurrezione. E in seguito alla Risurrezione vi è stato l’invio dello Spirito Santo. Quindi cominciò la predicazione degli Apostoli e iniziò a formarsi la Chiesa di Cristo. 
Nel Nuovo Testamento quindi la croce e la Chiesa sono fortemente interconnesse. E per mezzo della croce che Dio avvicina alla redenzione persone di ogni nazione in modo che siano una sola nazione, un solo corpo, una sola “sposa”: la sposa di Cristo, la Chiesa. 

La croce quindi crea la Chiesa. La Chiesa sorge in quanto è il risultato della redenzione dei peccatori. Senza la croce non ci sarebbe la Chiesa. 
Vediamo a tale proposito questo passaggio biblico. 

Atti degli Apostoli (20, 28): 

Vegliate quindi su di voi stessi e su tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha stabiliti come sorveglianti, per pascere la Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del suo proprio Figlio. 

La Chiesa quindi non è un’istituzione. Non è un edificio, non è un’organizzazione. La Chiesa è il popolo che Dio incarnato ha riscattato con il suo stesso sangue. 
E’ vero che i cristiani sono stati riscattati dal sangue di Cristo. Ma è anche vero che i cristiani non sono esenti dal peccato. In questo modo, la croce purifica continuamente la Chiesa. Infatti i cristiani non solo necessitano salvezza, ma necessitano anche conservare la propria salvezza. Vediamo a tale proposito questo verso della Prima Lettera di Giovanni (1, 7): 

Se invece noi camminiamo nella luce, come lui è nella luce, noi siamo in comunione gli uni con gli altri e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.

Il cristiano si conserva salvo sempre che cammini nella luce. Secondo l’Apostolo Giovanni “camminare nella luce” indica due caratteristiche spirituali del carattere di una persona. Innanzitutto la fede che Gesù ci salvarà, infatti vediamo questi due versi della Prima Lettera di Giovanni (2, 1-2): 

Figli miei, io vi scrivo queste cose affinchè voi non pecchiate. Ma se qualcuno pecca, noi abbiamo come intercessore presso il Padre Gesù Cristo, che è giusto. Egli è la propiziazione per i nostri peccati e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. 

E’ evidente che nessuno può guadagnarsi la salvezza (Lettera agli Efesini 2, 8-9), ma il cristiano si caratterizza per aver fede che Gesù ha il potere di salvarlo.
In secondo luogo il cristiano si caratterizza per seguire la volontà di Dio. Vediamo a tale proposito questo passaggio della Prima Lettera di Giovanni (2, 4-5): 

Chi dice “lo conosco”, ma non osserva i suoi comandamenti, è un mentitore e la verità non è in lui. Invece se osserva la sua parola, veramente l’amore di Dio in lui è perfetto. 

C’è un ultimo punto da sottolineare nell’analisi tra la stretta relazione tra la croce e la Chiesa. 
La croce ricorda giornalmente ai cristiani il calvario di Cristo, il fatto che lui morì al posto nostro, espiando così i nostri peccati. Vediamo questo verso della Prima Lettera di Giovanni (4, 19): 

Noi dobbiamo amare, perchè lui per primo ci ha amati. 

Ogni volta che i cristiani analizzano la vita di Gesù, si sentono sempre più attratti a lui e desiderano seguire i suoi insegnamenti. Vediamo a tale proposito questo passaggio della Seconda Lettera ai Corinzi (3, 18): 

Noi, dunque, riflettendo senza velo sul volto la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine di gloria in gloria, conforme all’azione del Signore che è Spirito. 

La croce spinge quindi i cristiani a consegnare sempre più le proprie vite a Cristo. Non c’è cristiano più motivato per fare le opere di Cristo che colui che capisce e dà valore al sacrificio che fece Dio incarnato per lui sulla croce. 

Yuri Leveratto

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