Varie persone sostengono che i viaggi di evangelizzazione degli Apostoli Bartolomeo e Tommaso in India sono delle leggende. Purtroppo quelle stesse persone non riescono a spiegare come sia possibile che già nel 180 - 190 d.C. ci fossero dei cristiani apostolici in India. Lo scrittore cristiano Eusebio di Cesarea (265 – 340 d.C.), descrive infatti che Panteno (morto ad Alessandria d’Egitto nel 200 d.C.), durante un suo viaggio in India venne in contatto con cristiani. Vediamo il passo corrispondente tratto dalla sua opera “Storia ecclesiastica”, (5, 10):
1. Un uomo celeberrimo per la sua cultura, di nome Panteno, dirigeva allora la scuola dei fedeli di quella città, dato che per antica usanza esisteva presso di loro una scuola di dottrina sacra: essa si è conservata fino a noi, e abbiamo saputo che è tenuta da uomini abili nella parola e nello studio delle cose divine. Si narra che il suddetto Panteno si sia distinto tra i più brillanti di quel tempo, in quanto proveniente dalla scuola filosofica dei cosiddetti Stoici.
2. Si dice quindi che mostrò un tale ardore nella sua fervidissima disposizione per la parola divina, da essere designato araldo del Vangelo di Cristo alle nazioni d'Oriente, giungendo sino all'India. V'erano infatti, v'erano ancora a quei tempi, numerosi evangelisti della parola, che avevano cura di portare zelo divino ad imitazione degli apostoli per accrescere ed edificare la parola divina.
3. Anche Panteno fu uno di loro, e si dice che andò tra gli Indiani, dove trovò, come narra la tradizione, presso alcuni del luogo che avevano imparato a conoscere Cristo, che il Vangelo secondo Matteo aveva preceduto la sua venuta: tra loro, infatti, aveva predicato Bartolomeo, uno degli apostoli, che aveva lasciato agli Indiani l'opera di Matteo nella scrittura degli Ebrei, ed essa si era conservata fino all'epoca in questione.
4. Panteno, comunque, dopo numerose imprese, diresse infine la scuola di Alessandria, commentando a viva voce e con gli scritti i tesori dei dogmi divini.
Questa citazione indica che possibilmente Panteno ripercorse i sentieri dell’Apostolo Bartolomeo e trovò una copia del Vangelo di Matteo scritta forse in aramaico. Nella via del ritorno verso Occidente Panteno si fermò per alcuni anni nella città di Edessa e fu ordinato prete dal vescovo di Antiochia, Serapione. Panteno insieme a Serapione fu attivo nella confutazione delle tesi gnostiche di Bardesane, che in quel tempo si era stabilito alla corte di Agbar IX, re di Osroene. Panteno rientrò ad Alessandra nel 200 d.C., data della sua morte.
Oltre a Bartolomeo, anche Tommaso viaggiò in India, terra dove fu poi martirizzato. Del suo viaggio abbiamo almeno tre fonti storiche.
La prima fonte storica diretta su Tommaso è riportata da Eusebio di Cesarea, che indica che Tommaso viaggiò nella Partia (odierno Iran). Vediamo la citazione in questione.
Storia ecclesiastica, Libro terzo (1, 1):
Le condizioni dei Giudei erano nei termini sopra descritti. Quanto agli apostoli e ai discepoli del Salvatore nostro dispersi per tutta la terra, la tradizione riferisce che Tomaso ebbe in sorte la Partia, Andrea la Scizia e Giovanni, vissuto e morto ad Efeso, l'Asia.
La seconda fonte storica che prova il viaggio di Tommaso in Asia è di Efrem il Siro (306-373 d.C.), dalla sua opera Hymni et Sermones, (IV):
«Egli è stato inviato in un paese di persone scure, per rivestirle di abiti bianchi attraverso il battesimo. Il suo grato risveglio ha dissipato il buio doloroso dell'India. La sua missione era quella di sposare l’India con l’Unigenito. Il commerciante è benedetto per avere un così grande tesoro. Edessa divenne così la città benedetta possedendo la più grande perla che l’India possa cedere. Tommaso fa i miracoli in India, e ad Edessa e in India Tommaso è destinato a battezzare persone perverse ed immerse nelle tenebre.»
Secondo Efrem il Siro, quindi, dopo un periodo di predicazione a Edessa (oggi Sanlurfa, in Turchia), Tommaso si diresse in India, dove in seguito fu martirizzato (1).
Si pensa che Tommaso viaggiò in l’India nel 52 d.C., giungendo nel porto di Muziris, dove vi era già una comunità di ebrei (2).
La terza fonte storica sul viaggio evangelizzatore di Tommaso in India sono gli “Atti di Tommaso”, (a volte detto “Giuda Tommaso”). Questo libro, scritto possibilmente in Siria in un periodo compreso dal 180 d.C. al 230 d.C. si caratterizza per avere influenze gnostiche (3), quindi non in accordo con il Cristianesimo apostolico. Tuttavia gli “Atti di Tommaso”, sono comunque una fonte storica che prova ulteriormente la missione evangelizzatrice e il martirio di Tommaso, che avvenne nel 72 d.C. presso Chennai.
Vediamo alcuni passaggi degli “Atti di Tommaso”, dove si descrive il suo martirio (163-167):
[163] Il re Mazdai andò a sedersi nell'aula del tribunale e mandò a prendere Giuda [Tommaso] , lo fece spogliare e gli fece mettere una cintura ai fianchi; lo condussero poi davanti a Mazdai. Mazdai gli domandò: "Sei tu uno schiavo o un uomo libero?". Giuda [Tommaso] rispose: "Sono uno schiavo, ma tu non hai alcun potere su di me". Mazdai gli domandò: "Come hai fatto a sfuggire e a venire in questo paese?". Giuda [Tommaso] gli rispose: "Venni qui per poter dare la vita a molti per mezzo della Parola, e per opera tua lascerò il mondo". Mazdai gli domandò: "Chi è il tuo padrone? Come si chiama? Di che paese sei?". Giuda [Tommaso] rispose: "Il mio padrone è il tuo padrone, quello di tutto il mondo e il signore del cielo e della terra". Mazdai gli domandò: "Come si chiama?". Giuda [Tommaso] gli rispose: "Ora tu non puoi udire il suo nome! Il nome che gli è dato è Gesù Cristo". Mazdai gli disse: "Non ho avuto premura di farti fuori! Con te sono stato paziente, ma tu hai moltiplicato i tuoi atti e tutto il paese parla delle tue stregonerie! Io comunque farò in modo che essi ti accompagnino e ti seguano, e la nostra terra ne sia liberata". Giuda [Tommaso] rispose: "Queste stregonerie delle quali tu dici che mi accompagneranno, non cesseranno mai più da questo luogo!".
[164] Dopo queste cose, Mazdai rifletteva su quali ordini impartire per farlo morire dato che aveva paura della grande moltitudine presente: molti, infatti, credevano in nostro Signore, anche tra i nobili del re. Mazdai prese Giuda [Tommaso] e uscì dalla città; con lui c'erano pochi soldati
armati. Il popolo pensando che egli desiderasse imparare qualcosa da lui, se ne stette ad osservarlo. Percorso circa mezzo miglio, lo consegnò ad alcuni soldati che erano con lui e a un principe, dicendo: "Salite su questa montagna e pugnalatelo". Egli poi se ne tornò indietro in città.
[165] Il popolo correva dietro Giuda [Tommaso] per liberarlo, ma i soldati lo scortavano con lance affiancandolo a destra e a sinistra mentre quel principe lo teneva per mano e lo reggeva. Giuda [Tommaso] disse: "O misteri nascosti che si compiono in me persino nell'ora della partenza da questo mondo! O ricchezza della sua grazia che non ci lascia sentire le sofferenze del corpo! Sono consegnato all'Unico! Ecco, infatti, che un capo mi guida e mi tiene per mano per potermi affidare all'Unico, al quale appunto io miro con la speranza di riceverlo. Nostro Signore, che è l'Unico, soffre per mano di uno".
[166] Salito Giuda [Tommaso] sulla montagna dove essi dovevano pugnalarlo, disse a quelli che lo tenevano: "Almeno ora, che sono sul punto di partire da questo mondo, ascoltatemi! Non siano ciechi gli occhi del vostro cuore, nè siano sorde le vostre orecchie da non ascoltare! Credete in questo Dio ch'io predico, non seguitate a camminare secondo la pervicacia del vostro cuore!
Camminate secondo tutte le virtù che si addicono alla libertà e alla gloria degli uomini, e alla
vita di Dio".
[167] Giuda [Tommaso] disse a Vizan: "Figlio del re terreno, Mazdai, e servo di Gesù Cristo, lascia che gli inservienti compiano la volontà del loro re Mazdai. Io vado a pregare". Vizan parlò ai soldati, ed essi permisero che Giuda [Tommaso] andasse a pregare. Giuda [Tommaso] andò e pregò così: "Mio Signore e mio Dio, mia speranza e mio salvatore, mia guida e accompagnatore in tutti i paesi che ho percorso nel tuo nome, sii con tutti i tuoi servi e guidami affinchè io possa giungere a te. A te, infatti, io ho affidato la mia anima, e nessuno la può strappare dalle tue mani. I miei peccati non mi siano di impedimento! Ecco, Signore, ch'io ho compiuto la tua volontà, sono divenuto schiavo per amore di quella libertà ch'io sto per ricevere oggi. Dammela, dunque, Signore Gesù, e perfezionala in me. Non ho dubbio alcuno a proposito della tua verità e del tuo amore, ma parlo al tuo cospetto a motivo dei presenti, con l'intenzione che sentano".
[166] Dopo avere pregato così, Giuda [Tommaso] disse ai soldati: "Venite e portate a compimento la volontà di chi vi ha mandato!". I soldati si avvicinarono, lo colpirono tutti insieme ed egli cadde a terra e morì. I fratelli piansero tutti insieme. Portarono dei bei capi di vestiario e molti indumenti di lino, e seppellirono Giuda [Tommaso] nel sepolcro ove erano stati sepolti gli antichi re.
Yuri Leveratto
Immagine: Apostolo Tommaso, Rubens
Note:
1- Medlycott, India and the Apostle St. Thomas (London, 1905). Fully reproduced in ICHC I, "The Nazranies", ed. George Menachery, 1998, pp.157 ff.
2-The Encyclopedia of Christianity, Volume 5 by Erwin Fahlbusch. Wm. B. Eerdmans Publishing - 2008. p. 285.
3-per approfondire le differenze tra Cristianesimo e gnosticismo vedere: http://yurileveratto2.blogspot.com.co/2015/11/lantica-disputa-tra-il-cristianesimo-e.html
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