Nei primi cinque versi del suo Prologo, Giovanni ci comunica che la “Parola”, il “Verbo”, ossia Gesù Cristo, è Dio. Presenta il Verbo come Creatore di tutto ciò che esiste, l’origine della vita, e la luce del mondo.
Dal sesto verso all’ottavo verso l’Evangelista Giovanni fa una pausa. In questi tre versi non descrive il Verbo eterno, ma descrive un semplice uomo, inviato da Dio: Giovanni il Battista.
Innanzitutto vediamo il sesto verso:
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Vediamo la corrispondente pronuncia in greco:
Egeneto anthrōpos apestalmenos para Theou onoma autō Iōannēs
Dopo cinque versi passati a comunicarci l’essenza stessa del Verbo eterno, Giovanni inizia a descrivere un semplice uomo, Giovanni il Battista, quasi per rimarcare che invece Gesù Cristo non era un semplice uomo. L’Evangelista Giovanni sta iniziando lentamente il percorso che lo porterà, nel quattordicesimo verso, a descrivere l’evento fondante del Cristianesimo, ossia l’Incarnazione del Verbo. Per farlo inizia a descrivere una persona semplice come Giovanni il Battista, indicando quale fu la sua missione.
Giovanni il Battista arriva circa quattrocento anni dopo Malachia. Era naturale che visto la sua grande personalità qualcuno possa aver pensato che lui stesso fosse il Messia.
Ma l’Evangelista Giovanni ci segnala con molta attenzione che Giovanni il Battista non era divino, non aveva alcuna qualità soprannaturale.
In effetti Giovanni il Battista in nessuna occasione volle presentarsi per colui che non era. Era invece umile, ma fermo nella sua missione di precursore. Perché l’Evangelista Giovanni tende a diminuire la figura del Battista in comparazione con la persona di Gesù Cristo?
Una prima risposta potrebbe essere che siccome l’Evangelista vuole mostrare la piena Divinità di Cristo, ogni altra figura umana al suo cospetto deve necessariamente occupare un ruolo minore.
Ma c’è anche un’altra ragione. Durante il periodo che l’Evangelista stava scrivendo il suo Vangelo, verso il finire del primo secolo ad Efeso, in Asia Minore (attuale Turchia), vi era una setta giudaica che si denominava emerobattisti (1), ovvero “coloro che si battezzavano diariamente”.
Tra di loro vi erano alcuni che davano una grande importanza a Giovanni il Battista.
Fu proprio per questo fatto che l’Evangelista Giovanni volle rimarcare in alcuni dei suoi versi il fatto che Giovanni il Battista era un semplice uomo, da non confondere con Gesù Cristo, il Verbo eterno.
Come abbiamo visto il verso inizia con le parole greche: Egeneto anthrōpos. Il verbo egeneto indica un’azione puntuale e definita, e significa: venne, giunse. Questo verbo differisce profondamente dal verbo en (l’imperfetto durativo di “eimi”, ossia: essere). Il verbo en è stato usato per indicare l’eternità di Gesù Cristo, mentre il verbo usato per descrivere l’apparizione di Giovanni il Battista si trova nella forma detta aoristo, riferendosi ad un fatto storico preciso. Giovanni Battista iniziò ad esistere con la sua nascita, mentre Gesù Cristo esiste da sempre, in quanto era Dio prima che apparisse in forma umana.
Ovviamente questa affermazione è in contrasto per esempio con la terza parte del primo verso:
E il Verbo era Dio
Infatti l’Evangelista ci presenta invece, che Giovanni il Battista era solo uomo.
Torniamo ora sulla prima frase del sesto verso:
Venne un uomo mandato da Dio
Alcune persone pensano che gli Apostoli furono solamente le persone che Gesù Cristo scelse durante la sua predicazione. Ma nel sesto verso del Vangelo di Giovanni si utilizza la parola “mandato o inviato”: in greco apestalmenos. Notate che questa parola deriva dal verbo apostelloo che significa appunto “Apostolo”.
In realtà la parola apostelloo è l’unione di apo (da, o, fuori), e la parola stelloo che significa “inviare”.
Un Apostolo non rappresenta se stesso, ma rappresenta colui che lo ha inviato. Govanni il Battista fu inviato da Dio e non cercò mai gloria personale. Al contrario, la sua missione era quella di testimoniare la luce, come si vedrà nel verso successivo. L’attitudine di Giovanni il Battista fu sempre quella del testimone della missione salvifica di Gesù Cristo e mai adottò un comportamento presuntuoso o saccente. Vediamo alcuni passaggi del Vangelo di Giovanni.
(1, 29-34):
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
(3, 28-30):
Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
L’arrivo di Giovanni il Battista fu profetizzato circa quattro secoli prima dal profeta Malachia, vediamo il passaggio del libro corrispondente (3, 1):
Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Giovanni Battista fu inviato da Dio stesso. Anche se non fu scelto direttamente da Gesù Cristo, Giovanni il Battista era un Apostolo. Ma l’Evangelista Giovanni ribadisce che era “uomo”, con il fine di differenziare la sua opera, pur importante, da quella salvifica di Gesù Cristo.
Dopo di ciò, l’Evangelista ci da il suo nome. Questo nome, Giovanni, non fu dato al bimbo dai suoi genitori, ma fu dato direttamente da Dio, vediamo il verso corrispondente, Vangelo di Luca (1, 13):
Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni.
Inoltre ricordiamo che il nome Giovanni significa “regalo misericordioso di Dio”.
Dal sesto verso all’ottavo verso l’Evangelista Giovanni fa una pausa. In questi tre versi non descrive il Verbo eterno, ma descrive un semplice uomo, inviato da Dio: Giovanni il Battista.
Innanzitutto vediamo il sesto verso:
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Vediamo la corrispondente pronuncia in greco:
Egeneto anthrōpos apestalmenos para Theou onoma autō Iōannēs
Dopo cinque versi passati a comunicarci l’essenza stessa del Verbo eterno, Giovanni inizia a descrivere un semplice uomo, Giovanni il Battista, quasi per rimarcare che invece Gesù Cristo non era un semplice uomo. L’Evangelista Giovanni sta iniziando lentamente il percorso che lo porterà, nel quattordicesimo verso, a descrivere l’evento fondante del Cristianesimo, ossia l’Incarnazione del Verbo. Per farlo inizia a descrivere una persona semplice come Giovanni il Battista, indicando quale fu la sua missione.
Giovanni il Battista arriva circa quattrocento anni dopo Malachia. Era naturale che visto la sua grande personalità qualcuno possa aver pensato che lui stesso fosse il Messia.
Ma l’Evangelista Giovanni ci segnala con molta attenzione che Giovanni il Battista non era divino, non aveva alcuna qualità soprannaturale.
In effetti Giovanni il Battista in nessuna occasione volle presentarsi per colui che non era. Era invece umile, ma fermo nella sua missione di precursore. Perché l’Evangelista Giovanni tende a diminuire la figura del Battista in comparazione con la persona di Gesù Cristo?
Una prima risposta potrebbe essere che siccome l’Evangelista vuole mostrare la piena Divinità di Cristo, ogni altra figura umana al suo cospetto deve necessariamente occupare un ruolo minore.
Ma c’è anche un’altra ragione. Durante il periodo che l’Evangelista stava scrivendo il suo Vangelo, verso il finire del primo secolo ad Efeso, in Asia Minore (attuale Turchia), vi era una setta giudaica che si denominava emerobattisti (1), ovvero “coloro che si battezzavano diariamente”.
Tra di loro vi erano alcuni che davano una grande importanza a Giovanni il Battista.
Fu proprio per questo fatto che l’Evangelista Giovanni volle rimarcare in alcuni dei suoi versi il fatto che Giovanni il Battista era un semplice uomo, da non confondere con Gesù Cristo, il Verbo eterno.
Come abbiamo visto il verso inizia con le parole greche: Egeneto anthrōpos. Il verbo egeneto indica un’azione puntuale e definita, e significa: venne, giunse. Questo verbo differisce profondamente dal verbo en (l’imperfetto durativo di “eimi”, ossia: essere). Il verbo en è stato usato per indicare l’eternità di Gesù Cristo, mentre il verbo usato per descrivere l’apparizione di Giovanni il Battista si trova nella forma detta aoristo, riferendosi ad un fatto storico preciso. Giovanni Battista iniziò ad esistere con la sua nascita, mentre Gesù Cristo esiste da sempre, in quanto era Dio prima che apparisse in forma umana.
Ovviamente questa affermazione è in contrasto per esempio con la terza parte del primo verso:
E il Verbo era Dio
Infatti l’Evangelista ci presenta invece, che Giovanni il Battista era solo uomo.
Torniamo ora sulla prima frase del sesto verso:
Venne un uomo mandato da Dio
Alcune persone pensano che gli Apostoli furono solamente le persone che Gesù Cristo scelse durante la sua predicazione. Ma nel sesto verso del Vangelo di Giovanni si utilizza la parola “mandato o inviato”: in greco apestalmenos. Notate che questa parola deriva dal verbo apostelloo che significa appunto “Apostolo”.
In realtà la parola apostelloo è l’unione di apo (da, o, fuori), e la parola stelloo che significa “inviare”.
Un Apostolo non rappresenta se stesso, ma rappresenta colui che lo ha inviato. Govanni il Battista fu inviato da Dio e non cercò mai gloria personale. Al contrario, la sua missione era quella di testimoniare la luce, come si vedrà nel verso successivo. L’attitudine di Giovanni il Battista fu sempre quella del testimone della missione salvifica di Gesù Cristo e mai adottò un comportamento presuntuoso o saccente. Vediamo alcuni passaggi del Vangelo di Giovanni.
(1, 29-34):
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
(3, 28-30):
Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
L’arrivo di Giovanni il Battista fu profetizzato circa quattro secoli prima dal profeta Malachia, vediamo il passaggio del libro corrispondente (3, 1):
Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Giovanni Battista fu inviato da Dio stesso. Anche se non fu scelto direttamente da Gesù Cristo, Giovanni il Battista era un Apostolo. Ma l’Evangelista Giovanni ribadisce che era “uomo”, con il fine di differenziare la sua opera, pur importante, da quella salvifica di Gesù Cristo.
Dopo di ciò, l’Evangelista ci da il suo nome. Questo nome, Giovanni, non fu dato al bimbo dai suoi genitori, ma fu dato direttamente da Dio, vediamo il verso corrispondente, Vangelo di Luca (1, 13):
Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni.
Inoltre ricordiamo che il nome Giovanni significa “regalo misericordioso di Dio”.
YURI LEVERATTO
Copyright 2016
Note:
1- http://www.treccani.it/enciclopedia/emerobattisti/
Foto: dipinto bizantino di Giovanni il Battista.
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