domenica 8 gennaio 2017

Gesù Cristo ha salvato anche i giusti che vissero prima della sua missione sulla terra



Alcuni scettici del messaggio cristiano di salvezza sostengono che il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce non sia servito per coloro i quali hanno vissuto prima di lui, in quanto essi non hanno ricevuto il suo messaggio. 
Per rispondere a questa osservazione iniziamo citando il nono verso del Vangelo di Giovanni: 

Era la luce vera che illumina ogni uomo, 
Quella che veniva nel mondo

Il soggetto è il Verbo. E’ come se vi fosse scritto: “il Verbo era la luce vera”. Il verbo utilizzato qui è “en” che viene usato varie volte per descrivere l’eternità di Gesù Cristo. Pertanto si potrebbe interpretare in questo modo: “Gesù Cristo è stato da sempre la Luce eterna”. 
Subito dopo vi è l’aggettivo “vera”. Qui Giovanni non stava affermando che Gesù si esprime in modo verace, ma stava affermando che Gesù Cristo è la luce genuina, perfetta, originale, vera, e non solo per la sua sostanza divina, ma per la sua eternità. 
Tutto ciò ha un’attinenza con la dottrina della salvezza. Nessun uomo può salvare, in quanto nessun uomo può espiare il peccato di altri. Solo chi è la Luce eterna, vera, perfetta e originale può salvare (può quindi dare la vita eterna), in quanto è l’essenza stessa della vita. 
Analizziamo adesso la frase: “quella che veniva nel mondo”. Perchè l’Evangelista Giovanni ha scritto: “veniva”, e non “venne”? 
In realtà Giovanni si riferisce a qualcosa che sta per succedere. Usa il participio “erchomenon”. L’evangelista descrive un qualcosa che è in procinto di accadere. L’eternità stava entrando nella storia, come si descriverà nel quattordicesimo verso del Prologo. 
“Erchomenon” significa “veniva” e indica volontà. Questa situazione si differenzia da quando un semplice essere umano viene al mondo. Nessun essere umano viene da un’esistenza anteriore. Cristo invece ha avuto un’esistenza anteriore, eterna, in quanto esisteva da sempre. 
Però, quale era il proposito dell’arrivo della Luce vera nel mondo? Analizziamo la frase “che illumina ogni uomo”. La parola utilizzata nel testo greco è “phōtizei” che deriva dalla parola “phoos”, luce. 
E’ come se Giovanni ci avesse voluto comunicare che Gesù Cristo si è voluto fare uomo per essere uno di noi, illuminare il nostro cammino tortuoso, con la sua luce vera. Il tempo phōtizei è al presente indicativo. 
Mentre “era”, in greco “en” è un “passato eterno”, e “erchomenon” è un futuro inminente, phōtizei è al presente. Perchè?
Si pensa che Giovanni abbia voluto indicare in questo verbo il passato, il presente e il futuro e abbia voluto enfatizzare che la Luce eterna di Cristo ha illuminato tutti gli esseri umani da sempre, in forma conosciuta, sconosciuta e persino inconcepibile. 
In questo senso l’azione di Gesù Cristo si estende nel passato fino ai primordi dell’uomo e nel futuro, fino alla fine dei tempi. Ciò si spiega anche con la rivelazione progressiva della Bibbia, la Parola di Dio. Gesù apparve come un Angelo di Dio nell’Antico Testamento, ed ora era in procinto di apparire in forma umana. 
L’apparizione di Cristo in forma umana, comunque, non significa che la sua luce non illuminò gli uomini nel passato. E non significa che non illuminerà gli uomini nel futuro.
Come venivano giustificati gli esseri umani prima della missione di Gesù Cristo sulla terra?
La risposta non può essere che una: per fede. Infatti Abramo credette al Signore, vediamo il verso corrispondente, Genesi (15, 6): 

Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia

In un certo senso i credenti dell’Antico Testamento erano giustificati perchè credevano che, in un tempo futuro, Dio avrebbe espiato i loro peccati. I giusti di oggi guardano al passato, credendo che Dio, nella persona di Gesù Cristo, abbia già espiato i nostri peccati sulla croce.
Pertanto la Luce eterna di Cristo ha illuminato tutti gli uomini, da sempre, sia quelli che vissero nel passato, sia quelli che vivono ora e vivranno nel futuro. Quelli che prima di Cristo hanno avuto fede in Dio e si sono abbandonati alla sua volontà, credendo per fede che i loro peccati sarebbero stati espiati, hanno ottenuto la giustificazione e sono poi stati salvati da Cristo con la sua morte vicaria (1). 
I credenti del Nuovo Patto hanno ricevuto la rivelazione finale e perfetta, si salvano per fede, credendo che i loro peccati sono già stati espiati da Gesù Cristo con la sua morte in croce. Essi conoscono il progetto di Dio in modo più completo rispetto ai credenti dell’Antico Testamento. A tale proposito vediamo questo passaggio della Lettera agli Ebrei (1, 1-2): 

"Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l'universo".

Yuri Leveratto

Bibliografia: Cristo era Dio? Spiros Zodhiates
Nota:
1-http://yurileveratto2.blogspot.com.co/2016/11/la-morte-vicaria-di-gesu-cristo.html

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