Genova e Firenze: due grandi capitali rinascimentali. Genova, la superba, dominatrice dei mari e sede di banche poderose. Firenze, il centro finanziario mondiale, al vertice del quale vi erano i Medici, incontrastati capitalisti del XV secolo.
Genova diede i natali a Cristoforo Colombo, il navigante del Mare Oceano, che si considerava il nuovo Messia, portatore della Fede nel Nuovo Mondo.
A Firenze nacque invece Amerigo Vespucci, il viaggiatore, l’attento osservatore, il cosmografo.
Questi due grandi italiani, ai quali è legata la Storia del Nuovo Mondo, si conobbero, a Siviglia.
E poi c’era Roma, il centro della Cristianità, con a capo un papa genovese: Giovanni Battista Cybo, Innocenzo VIII.
Il XV secolo era stato segnato da un avvenimento fondamentale.
Nel 1453 infatti, i Turchi Ottomani conquistarono Costantinopoli e islamizzarono gran parte del bacino del Mediterraneo Orientale.
Il loro controllo delle rotte marittime aveva precluso importanti possibilità di commercio a Genova e Venezia, che trafficavano già da molti anni con gli empori del Mar Nero e del Medio Oriente.
L’avanzata dell’Islam, visto come forza che si contrapponeva al Cristianesimo, si fece sentire anche nella Spagna Meridionale. Il rischio che gli islamici chiudessero il mondo occidentale in una morsa a tenaglia era reale.
Inoltre c'erano alcuni indizi di nuove terre nel Mar Oceano. La possibilità che gli islamici, siano essi Arabi o Turchi, si impadronissero dei nuovi territori era reale.
Innocenzo VII l’aveva compreso e per questo sostenne l’impresa di Cristoforo Colombo. Anche se probabilmente i due uomini non si incontrarono, Innocenzo VIII patrocinò l’impresa, sia per quanto riguarda il finanziamento della parte italiana (Giannotto Berardi era un banchiere dei Medici a loro volta imparentati con il papa), sia per quanto riguarda la parte spagnola (i due soci amministratori della Santa Hermandad erano interconnessi con il papa: Santangel era el collettore delle rendite ecclesiastiche di Aragona e Francesco Pinelli era il nipote del pontefice).
Cristoforo Colombo, che già da decenni aveva esperienze di navigazione nel Oceano Atlantico (Mare Oceano), era la persona perfetta per portare a termine il progetto di conquista di territori immensi e di evangelizzazione delle persone che ivi vivevano: gli indigeni.
Se non l’avesse fatto Cristoforo Colombo, come rappresentante della Cristianità, il progetto di conquista l’avrebbero portato a termine gli islamici, e la Storia del mondo avrebbe preso una direzione diversa.
Per Colombo il Portogallo e poi la Spagna rappresentavano i mezzi per raggiungere il suo fine: l’evangelizzazione del mondo, la vittoria finale di Cristo, e lui, che si chiamava Cristoforo (colui che porta il Cristo), si sentì illuminato ed incaricato da Dio per portare la Fede nel Nuovo Mondo.
La sua strana firma cabalistica (foto principale), è un chiaro esempio di colui che si credeva il secondo Messia:
Genova diede i natali a Cristoforo Colombo, il navigante del Mare Oceano, che si considerava il nuovo Messia, portatore della Fede nel Nuovo Mondo.
A Firenze nacque invece Amerigo Vespucci, il viaggiatore, l’attento osservatore, il cosmografo.
Questi due grandi italiani, ai quali è legata la Storia del Nuovo Mondo, si conobbero, a Siviglia.
E poi c’era Roma, il centro della Cristianità, con a capo un papa genovese: Giovanni Battista Cybo, Innocenzo VIII.
Il XV secolo era stato segnato da un avvenimento fondamentale.
Nel 1453 infatti, i Turchi Ottomani conquistarono Costantinopoli e islamizzarono gran parte del bacino del Mediterraneo Orientale.
Il loro controllo delle rotte marittime aveva precluso importanti possibilità di commercio a Genova e Venezia, che trafficavano già da molti anni con gli empori del Mar Nero e del Medio Oriente.
L’avanzata dell’Islam, visto come forza che si contrapponeva al Cristianesimo, si fece sentire anche nella Spagna Meridionale. Il rischio che gli islamici chiudessero il mondo occidentale in una morsa a tenaglia era reale.
Inoltre c'erano alcuni indizi di nuove terre nel Mar Oceano. La possibilità che gli islamici, siano essi Arabi o Turchi, si impadronissero dei nuovi territori era reale.
Innocenzo VII l’aveva compreso e per questo sostenne l’impresa di Cristoforo Colombo. Anche se probabilmente i due uomini non si incontrarono, Innocenzo VIII patrocinò l’impresa, sia per quanto riguarda il finanziamento della parte italiana (Giannotto Berardi era un banchiere dei Medici a loro volta imparentati con il papa), sia per quanto riguarda la parte spagnola (i due soci amministratori della Santa Hermandad erano interconnessi con il papa: Santangel era el collettore delle rendite ecclesiastiche di Aragona e Francesco Pinelli era il nipote del pontefice).
Cristoforo Colombo, che già da decenni aveva esperienze di navigazione nel Oceano Atlantico (Mare Oceano), era la persona perfetta per portare a termine il progetto di conquista di territori immensi e di evangelizzazione delle persone che ivi vivevano: gli indigeni.
Se non l’avesse fatto Cristoforo Colombo, come rappresentante della Cristianità, il progetto di conquista l’avrebbero portato a termine gli islamici, e la Storia del mondo avrebbe preso una direzione diversa.
Per Colombo il Portogallo e poi la Spagna rappresentavano i mezzi per raggiungere il suo fine: l’evangelizzazione del mondo, la vittoria finale di Cristo, e lui, che si chiamava Cristoforo (colui che porta il Cristo), si sentì illuminato ed incaricato da Dio per portare la Fede nel Nuovo Mondo.
La sua strana firma cabalistica (foto principale), è un chiaro esempio di colui che si credeva il secondo Messia:
S
S A S
X M Y
Xpo ferens
S A S
X M Y
Xpo ferens
Che fu interpretata così:
Sono
Servo dell’Altissimo Salvatore
Cristo, Figlio di Maria,
portatore di Cristo
Il fatto poi che Colombo fosse interessato a trovare grandi quantità d’oro è interconnesso allo scopo finale. Solo con grandi quantità d’oro sarebbe stato possibile pagare eserciti bene armati in modo da sconfiggere gli islamici e riconquistare il Santo Sepolcro.
Quelle immense quantità d’oro e argento furono però utilizzate da Carlo V e dai suoi sucessori in guerre interne europee.
Colombo aveva letto “Il Milione” di Marco Polo. Era convinto di poter giungere nel Catai e forse fondare insieme ai Cinesi, un’alleanza contro l’Islam. I suoi piani però si scontrarono con la sua mente, ancorata al Medio Evo.
Il suo errore fondamentale, aver sottovalutato l’estensione reale della circonferenza terrestre, lo portò a credere di essere giunto presso il Catai, quando invece ne era distante migliaia di chilometri.
Le isole da lui scoperte furono battezzate con nomi inneggianti alla Bibbia, al Cristo o al patrocinatore del progetto, Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo).
E così l’isola dove attraccarono le caravelle fu battezzata San Salvador (Guanahani); Cuba fu battezzata inicialmente Juana (Giovanna in spagnolo, in onore di San Giovanni o di Giovanni Battista Cybo?), Portorico fu anch’essa battezzata San Juan (San Giovanni: la capitale di Puerto Rico ancora oggi è San Juan), e la Giamaica fu battezzata Santiago (santo che combattè gli islamici).
Nei viaggi sucessivi Colombo fu accecato dalla possibilità di raggiungere il Catai e le Indie, per compiere il suo sogno, ma le sue scoperte non furono inizialmente valorizzate. Le nuove terre infatti, erano viste quasi come un ostacolo nella corsa alle Indie per imposessarsi per primi delle rotte commerciali e del traffico delle spezie.
Anche se fu nominato “Ammiraglio del Mare Oceano”e “Vicere delle Indie”, il suo potere iniziò a svanire.
A Roma non c’era più il suo papa, Innocenzo VIII, ma un nuovo papa spagnolo: Rodrigo Borgia, Alessandro VI.
Borgia volterà le spalle a Colombo e farà esclusivamente gli interessi della Spagna (linea di Tordesillas).
La Storia gli si rivoltò contro. A quel punto era la Spagna ad averlo usato, e lui non serviva più: i suoi discendenti dovettero combattere per ottenere riconosciuti i privilegi che gli erano stati accordati.
In più c’era un altro italiano, la cui mente non era medioevale, ma moderna. Era Amerigo Vespucci: viaggiatore, osservatore attento, cosmografo, antropologo. Nei suoi appunti descrisse gli indigeni, uomini liberi i cui usi e costumi dovevano essere rispettati. Amerigo non fu spinto dal desiderio di evangelizzare, ne dalla brama di trovare enorme ricchezze.
Anche se Colombo morirà senza riconoscimenti nè onori, alla sua morte varie città si disputarono i suoi resti, e ancora oggi sono decine le città che sostengono la sua paternità.
La sua epopea fu seconda solo a quella di Gesù Cristo, nel mondo occidentale.
Il genovese trionfò, portando la Fede in Cristo nel Nuovo Mondo, anche se il processo di evangelizzazione forzata degli indigeni risultò essere uno dei più grandi shock culturali di tutti i tempi.
Anche il fiorentino trionfò, in quanto le sue attente osservazioni geografiche ed antropologiche, e la sua enorme esperienza, maturata in quattro viaggi d’esplorazione, lo portarono ad essere, prima della sua morte, l’uomo più esperto al mondo del nuovo continente.
Per questo gli fu assegnato, dal re Ferdinando, il titolo di “Piloto Mayor de Castilla”, e per questo il Nuovo Mondo sarà ricordato per sempre con il nome di: America.
Nei viaggi sucessivi Colombo fu accecato dalla possibilità di raggiungere il Catai e le Indie, per compiere il suo sogno, ma le sue scoperte non furono inizialmente valorizzate. Le nuove terre infatti, erano viste quasi come un ostacolo nella corsa alle Indie per imposessarsi per primi delle rotte commerciali e del traffico delle spezie.
Anche se fu nominato “Ammiraglio del Mare Oceano”e “Vicere delle Indie”, il suo potere iniziò a svanire.
A Roma non c’era più il suo papa, Innocenzo VIII, ma un nuovo papa spagnolo: Rodrigo Borgia, Alessandro VI.
Borgia volterà le spalle a Colombo e farà esclusivamente gli interessi della Spagna (linea di Tordesillas).
La Storia gli si rivoltò contro. A quel punto era la Spagna ad averlo usato, e lui non serviva più: i suoi discendenti dovettero combattere per ottenere riconosciuti i privilegi che gli erano stati accordati.
In più c’era un altro italiano, la cui mente non era medioevale, ma moderna. Era Amerigo Vespucci: viaggiatore, osservatore attento, cosmografo, antropologo. Nei suoi appunti descrisse gli indigeni, uomini liberi i cui usi e costumi dovevano essere rispettati. Amerigo non fu spinto dal desiderio di evangelizzare, ne dalla brama di trovare enorme ricchezze.
Anche se Colombo morirà senza riconoscimenti nè onori, alla sua morte varie città si disputarono i suoi resti, e ancora oggi sono decine le città che sostengono la sua paternità.
La sua epopea fu seconda solo a quella di Gesù Cristo, nel mondo occidentale.
Il genovese trionfò, portando la Fede in Cristo nel Nuovo Mondo, anche se il processo di evangelizzazione forzata degli indigeni risultò essere uno dei più grandi shock culturali di tutti i tempi.
Anche il fiorentino trionfò, in quanto le sue attente osservazioni geografiche ed antropologiche, e la sua enorme esperienza, maturata in quattro viaggi d’esplorazione, lo portarono ad essere, prima della sua morte, l’uomo più esperto al mondo del nuovo continente.
Per questo gli fu assegnato, dal re Ferdinando, il titolo di “Piloto Mayor de Castilla”, e per questo il Nuovo Mondo sarà ricordato per sempre con il nome di: America.
YURI LEVERATTO
Copyright 2012
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