giovedì 20 novembre 2014

La lunga disputa tra la Chiesa Cattolica e la Massoneria


A partire dal 1738 la Chiesa Cattolica ha emesso più di venti documenti solenni nei quali ha condannato l’appartenenza alla Massoneria e ha proibito ai Cattolici di farvene parte. 
Perché?
Nel 1736 l’Inquisizione procedette a indagare sulle attività di una loggia massonica a Firenze, che fu poi chiusa nel 1737.
Nel 1738 il papa Clemente XII emise la bolla papale detta “In Eminenti Apostolatus Specula”, il primo documento ufficiale della Chiesa Cattolica contro la Massoneria.
Eccone un estratto:

Ma come la natura del crimine è tale che allerta e produce un clamore che lo tradisce, per questo motivo, le società menzionate hanno ispirato nei cuori dei fedeli una tal sfiducia così forte, che aderire a tali associazioni, da parte di persone prudenti e oneste, è come mettersi addosso una fama malefica e perversa. Di fatto, se non stessero attuando male, non avrebbero un odio così grande per la luce.

Con questo primo documento del Vaticano contro la Massoneria, si proibì ai Cattolici di partecipare alle logge, e si suggerì ai vescovi di svolgere azione inquisitoria dell’eresia.
Nel 1751, solamente 13 anni dopo, il papa Benedetto XIV emise una nuova bolla detta “Providas romanorum” contro la Massoneria. Fu proibito ai cattolici di far parte delle logge, pena la scomunica immediata.
Nel corso del secolo XIX sono stati vari i papi che hanno emesso altre bolle contro la Massoneria, come per rimarcare che farne parte era considerato un peccato grave, che avrebbe portato alla scomunica.
Nel 1821 il papa Pio VII emise la bolla “Ecclesiam a Jesu Christo”. Nel 1826 Leone XII emise la bolla “Quo Graviora”. Nel 1829 Pio XVII emise un’altra bolla contro la Massoneria detta “Traditi Humiliati”. E così fece Gregorio XVI con la bolla “Mirari Vos” nel 1832.
Pio IX ne emise adirittura sei: rispettivamente nel 1846, 1849, 1864, 1865, 1869 e 1873.
Anche papa Leone XVIII emise altre bolle e documenti in contrapposizione alla Massoneria, in totale ben otto, dal 1882 al 1902. La più importante fu quella denominata “Humanum Genus”, del 1884.
Nel 1917 nel codice della legge canonica si rimarcò che aderire alla Massoneria avrebbe portato ad una scomunica immediata.
Nel 1980 la conferenza dei vescovi tedeschi ha redatto un documento contro la Massoneria indicando che i suoi membri negano la rivelazione, e mettono in dubbio la verità. La Massoneria viene indicata come una corrente filosofica che abbraccerebbe il Deismo, e quindi in contrasto con il Cattolicesimo.
Nell’anno successivo la congrega della dottrina della Fede, presieduta dal cardinale Seper, ha inviato una lettera ai cardinali americani nella quale sostanzialmente si ribadisce la proibizione per i Cattolici di far parte della Massoneria, pena la scomunica.
Nel 1983, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, il cardinale Joseph Ratzinger, ha emesso una “Dichiarazione sulle associazioni massoniche”, nella quale si ribadisce lo stato di grave peccato di chi vi aderisce e la conseguente impossibilità a ricevere la comunione.
Ecco il testo della dichiarazione, tratto dal sito web del Vaticano (1):

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
DICHIARAZIONE SULLA MASSONERIA
È stato chiesto se sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore.
Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie.
Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.
Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73, 1981, p. 240-241).
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.
Joseph Card. RATZINGER
Prefetto
Fr. Jérôme Hamer, O.P.
Arcivescovo tit. di Lorium
Segretario

Come vediamo, a partire dal 1737, ovvero dopo soli 20 anni dalla nascita, nel 1717, della Massoneria moderna a Londra, la Chiesa Cattolica ha opposto ripetutamente il suo veto alla partecipazione di Cattolici all’interno delle Logge.
Da un punto di vista religioso la Massoneria è stata accusata dalla Chiesa Cattolica di avere una visione del Creatore differente rispetto a quella canonica Apostolica Romana.
In particolare l’uso del nome “Grande Architetto dell’Universo”, per riferirsi al Creatore è contestato dalla Chiesa Cattolica perché richiama ad un’entità costruttrice, ma non creatrice dell'universo.
E’ l’accusa di “Deismo”, dove Gesù non sarebbe "Dio", “Il Centro della Storia e del Cosmo”, “Il Salvatore del Mondo”, e “Il Cammino, la Verità e la Vita”, ma sarebbe stato “solo” un grande iniziato, allo stesso modo di Krishna, Budda, Zoroastro, ecc.
Il Deismo era stato seguito, come corrente religiosa-filosofica, già a partire dal XVII secolo da grandi filosofi come Locke, Kant e Voltaire.
In quest’ottica la religione cattolica era vista come uno strumento nelle mani del clero per mantenere il potere sulle masse degli adepti, ma non rappresentava la verità, da assimilare più con gli aspetti iniziali del Cristianesimo, ma anche con altri credi (Sufismo, Esseni, religioni panteiste).
Per Locke, che anticipò il Deismo, lo Stato deve essere aconfessionale, laico, totalmente avulso da logiche riconducibili a idee religiose. Anche l’Ateismo viene però visto come negativo da Locke, che accusò i suoi sostenitori d’amoralità.
La Massoneria venne pertanto incolpata fin dal secolo XVIII di mettere sullo stesso piano tutte le religioni, non riconoscendo quella Cattolica come portatrice della verità.
Da un punto di vista politico la Massoneria, che ha utilizzato il motto “libertà, uguaglianza, fratellanza”, è stata spesso in aperto contrasto con il “Diritto Divino” che stava alla base delle monarchie, ma anche in contrasto con l’idea che il “pontefice”, (costruttore di ponti), possa fungere da intermediario tra Dio e l’uomo.
In definitiva La Chiesa Cattolica e la Massoneria sono due mondi inconciliabili, anche se alcune persone pur facendo parte della Massoneria si professano Cattolici praticanti.
La Chiesa Cattolica ha una dottrina molto precisa, mentre per la Massoneria la morale non è legata a nessun credo religioso in particolare.

YURI LEVERATTO
Copyright 2013

(1) webgrafia: www.vatican.va

mercoledì 12 novembre 2014

Il simbolismo messianico nel processo esplorativo di Cristoforo Colombo




Genova e Firenze: due grandi capitali rinascimentali. Genova, la superba, dominatrice dei mari e sede di banche poderose. Firenze, il centro finanziario mondiale, al vertice del quale vi erano i Medici, incontrastati capitalisti del XV secolo.
Genova diede i natali a Cristoforo Colombo, il navigante del Mare Oceano, che si considerava il nuovo Messia, portatore della Fede nel Nuovo Mondo.
A Firenze nacque invece Amerigo Vespucci, il viaggiatore, l’attento osservatore, il cosmografo.
Questi due grandi italiani, ai quali è legata la Storia del Nuovo Mondo, si conobbero, a Siviglia.
E poi c’era Roma, il centro della Cristianità, con a capo un papa genovese: Giovanni Battista Cybo, Innocenzo VIII.
Il XV secolo era stato segnato da un avvenimento fondamentale.
Nel 1453 infatti, i Turchi Ottomani conquistarono Costantinopoli e islamizzarono gran parte del bacino del Mediterraneo Orientale.
Il loro controllo delle rotte marittime aveva precluso importanti possibilità di commercio a Genova e Venezia, che trafficavano già da molti anni con gli empori del Mar Nero e del Medio Oriente.
L’avanzata dell’Islam, visto come forza che si contrapponeva al Cristianesimo, si fece sentire anche nella Spagna Meridionale. Il rischio che gli islamici chiudessero il mondo occidentale in una morsa a tenaglia era reale.
Inoltre c'erano alcuni indizi di nuove terre nel Mar Oceano. La possibilità che gli islamici, siano essi Arabi o Turchi, si impadronissero dei nuovi territori era reale.
Innocenzo VII l’aveva compreso e per questo sostenne l’impresa di Cristoforo Colombo. Anche se probabilmente i due uomini non si incontrarono, Innocenzo VIII patrocinò l’impresa, sia per quanto riguarda il finanziamento della parte italiana (Giannotto Berardi era un banchiere dei Medici a loro volta imparentati con il papa), sia per quanto riguarda la parte spagnola (i due soci amministratori della Santa Hermandad erano interconnessi con il papa: Santangel era el collettore delle rendite ecclesiastiche di Aragona e Francesco Pinelli era il nipote del pontefice).
Cristoforo Colombo, che già da decenni aveva esperienze di navigazione nel Oceano Atlantico (Mare Oceano), era la persona perfetta per portare a termine il progetto di conquista di territori immensi e di evangelizzazione delle persone che ivi vivevano: gli indigeni.
Se non l’avesse fatto Cristoforo Colombo, come rappresentante della Cristianità, il progetto di conquista l’avrebbero portato a termine gli islamici, e la Storia del mondo avrebbe preso una direzione diversa.
Per Colombo il Portogallo e poi la Spagna rappresentavano i mezzi per raggiungere il suo fine: l’evangelizzazione del mondo, la vittoria finale di Cristo, e lui, che si chiamava Cristoforo (colui che porta il Cristo), si sentì illuminato ed incaricato da Dio per portare la Fede nel Nuovo Mondo.
La sua strana firma cabalistica (foto principale), è un chiaro esempio di colui che si credeva il secondo Messia:

S
S  A  S
X  M  Y
Xpo ferens

Che fu interpretata così:

Sono
Servo dell’Altissimo Salvatore
Cristo, Figlio di Maria,
portatore di Cristo

Il fatto poi che Colombo fosse interessato a trovare grandi quantità d’oro è interconnesso allo scopo finale. Solo con grandi quantità d’oro sarebbe stato possibile pagare eserciti bene armati in modo da sconfiggere gli islamici e riconquistare il Santo Sepolcro.
Quelle immense quantità d’oro e argento furono però utilizzate da Carlo V e dai suoi sucessori in guerre interne europee.
Colombo aveva letto “Il Milione” di Marco Polo. Era convinto di poter giungere nel Catai e forse fondare insieme ai Cinesi, un’alleanza contro l’Islam. I suoi piani però si scontrarono con la sua mente, ancorata al Medio Evo.
Il suo errore fondamentale, aver sottovalutato l’estensione reale della circonferenza terrestre, lo portò a credere di essere giunto presso il Catai, quando invece ne era distante migliaia di chilometri.
Le isole da lui scoperte furono battezzate con nomi inneggianti alla Bibbia, al Cristo o al patrocinatore del progetto, Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo).
E così l’isola dove attraccarono le caravelle fu battezzata San Salvador (Guanahani); Cuba fu battezzata inicialmente Juana (Giovanna in spagnolo, in onore di San Giovanni o di Giovanni Battista Cybo?), Portorico fu anch’essa battezzata San Juan (San Giovanni: la capitale di Puerto Rico ancora oggi è San Juan), e la Giamaica fu battezzata Santiago (santo che combattè gli islamici).
Nei viaggi sucessivi Colombo fu accecato dalla possibilità di raggiungere il Catai e le Indie, per compiere il suo sogno, ma le sue scoperte non furono inizialmente valorizzate. Le nuove terre infatti, erano viste quasi come un ostacolo nella corsa alle Indie per imposessarsi per primi delle rotte commerciali e del traffico delle spezie.
Anche se fu nominato “Ammiraglio del Mare Oceano”e “Vicere delle Indie”, il suo potere iniziò a svanire.
A Roma non c’era più il suo papa, Innocenzo VIII, ma un nuovo papa spagnolo: Rodrigo Borgia, Alessandro VI.
Borgia volterà le spalle a Colombo e farà esclusivamente gli interessi della Spagna (linea di Tordesillas).
La Storia gli si rivoltò contro. A quel punto era la Spagna ad averlo usato, e lui non serviva più: i suoi discendenti dovettero combattere per ottenere riconosciuti i privilegi che gli erano stati accordati.
In più c’era un altro italiano, la cui mente non era medioevale, ma moderna. Era Amerigo Vespucci: viaggiatore, osservatore attento, cosmografo, antropologo. Nei suoi appunti descrisse gli indigeni, uomini liberi i cui usi e costumi dovevano essere rispettati. Amerigo non fu spinto dal desiderio di evangelizzare, ne dalla brama di trovare enorme ricchezze.
Anche se Colombo morirà senza riconoscimenti nè onori, alla sua morte varie città si disputarono i suoi resti, e ancora oggi sono decine le città che sostengono la sua paternità.
La sua epopea fu seconda solo a quella di Gesù Cristo, nel mondo occidentale.
Il genovese trionfò, portando la Fede in Cristo nel Nuovo Mondo, anche se il processo di evangelizzazione forzata degli indigeni risultò essere uno dei più grandi shock culturali di tutti i tempi.
Anche il fiorentino trionfò, in quanto le sue attente osservazioni geografiche ed antropologiche, e la sua enorme esperienza, maturata in quattro viaggi d’esplorazione, lo portarono ad essere, prima della sua morte, l’uomo più esperto al mondo del nuovo continente.
Per questo gli fu assegnato, dal re Ferdinando, il titolo di “Piloto Mayor de Castilla”, e per questo il Nuovo Mondo sarà ricordato per sempre con il nome di: America.

YURI LEVERATTO
Copyright 2012