martedì 19 novembre 2019

Atti dei martiri scillitani

Qui di seguito si riporta il documento ufficiale del martirio di persone cristiane avvenuto a Scili, o Scilium, villaggio ubicato vicino a Cartagine (odierna Tunisia) il 17 luglio 180 d.C. Da notare come il proconsole romano parli di religione, sia quando descrive la religione romana sia quando descrive la fede dei cristiani. Mentre i cristiani dicono di essere “servi di Dio”.  

Sotto il consolato di Presente (per la seconda volta) e Condiano, il 17 luglio in Cartagine, furono introdotti, nell'ufficio riservato del proconsole: Sperato, Nartzalo, Cittino, Donata, Seconda, Vestia.
Il proconsole Saturnino disse loro: “Potete ottenere l’indulgenza dell’imperatore nostro signore se ritornate a propositi saggi”
Sperato disse: “Non abbiamo mai fatto del male, nè abbiamo atteso ad alcunchè di iniquo; non abbiamo mai detto nulla di male, e anche quando siamo stati trattati male, ne abbiamo reso grazie, per la qual cosa onoriamo il nostro imperatore”
Il proconsole Saturnino disse: “Anche noi siamo religiosi, e semplice è la nostra religione; giuriamo per il genio dell’imperatore nostro signore e supplichiamo per la sua salute, cose che anche voi dovete fare.”
Sperato disse: “Se mi presterai ascolto con animo sereno, ti esporrò  il mistero della semplicità”.
Saturnino disse: “Se ti accingi a parlare male delle nostre cerimonie religiose, non ti presterò  ascolto, ma piuttosto giura per il genio dell’imperatore nostro signore”.
Sperato disse: “io non riconosco l’imperio di questo mondo, ma piuttosto sono servo di quel Dio, che nessun uomo vide mai, ne può  vedere con questi occhi; non ho commesso alcun furto, e quando compro qualcosa, pago la tassa, perché conosco il Signore mio e imperatore dei re di tutte le genti”.
Il proconsole Saturnino disse agli altri: “Abbandonate questa persuasione”.
Sperato disse: “Cattiva persuasione è commettere omicidio, dire falsa testimonianza.”Il proconsole Saturnino disse “Non vogliate rendervi partecipi di questa follia”.
Cittino disse: “Non temiamo che il Signore Dio nostro che è nei cieli”.
Donata disse: “L’onore a Cesare in quanto Cesare, ma il timore a Dio.”
Vesta disse: “Sono cristiana”.
Seconda disse: “Quel che sono questo voglio essere”.
Il proconsole Saturnino disse a Sperato: “Perseveri nell'essere cristiano?”
Sperato disse: “Sono cristiano”; e con lui tutti consentirono. 
Il proconsole Saturnino disse: “Non volete del tempo per ponderare?”.Sperato disse: “In una cosa tanto giusta non c’è alcuna ragione di cambiare opinione”.
Il proconsole Saturnino disse: “Che cosa tenete nella vostra cassetta?”
Sperato disse: “Il libri e le lettere di Paolo, uomo giusto”.
Il proconsole Saturnino disse: “Prendete una dilazione di trenta giorni e ripensateci”.
Sperato disse di nuovo: “Sono cristiano”; e con lui tutti consentirono. 
Il proconsole Saturnino pronunciò  la sentenza [leggendola] dalla tavoletta: “Sperato, Nartzalo, Cittino, Donata, Vestia, Seconda e gli altri che hanno confessato di professare la religione cristiana, poichè pur essendo stata offerta loro la facoltà di tornare al costume dei Romani, ostinatamente perseverarono, si ordina che siano uccisi di spada”.
Sperato disse: “[Noi] rendiamo grazie a Dio.
Nartzalo disse: “Oggi siamo martiri nei cieli. Grazie a Dio”.
IL proconsole Saturnino fece dire dal precone: “Ho comandato che Sperato, Nartzalo, Cittino, Veturio, Felice, Aquilino, Letanzio, Ianuaria, Generosa, Vestia, Donata, Seconda, siano condotti [al supplizio]. 
Tutti quanti dissero: “Grazie a Dio”:
E così tutti insieme furono incoronati del martirio e regnano col Padre e col Figlio e con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Fonte: 
F. Ruggiero, “Atti dei martiri scillitani. Introduzione, testo, traduzione, testimonianze e commento”, in Atti della Accademia nazionale dei Lincei, 388, Roma, 1991, pp. 75-76.
Tratto da: "Il Cristianesimo antico" di Paul Mattei.